L’ibrido birra/vino non è un incubo ma una dolorosa realtà

di Antonio Tomacelli

I Maya non sbagliavano: come considerare altrimenti la prima birra/vino se non come un chiaro segno che qualcosa sta per finire? L’autore del primo ibrido metà birra e metà vino ha un nome: Keith Villa, titolare del birrificio Blue Moon. La birra è disponibile in due versioni ugualmente agghiaccianti: la Impulse al vino rosso e la Proximity al vino bianco. Pare ci siano voluti 17 anni di studio per dosare l’esatta percentuale di vino e birra. Meno, molto meno, servirà a noi per creare l’hashtag #nécarnenépesce.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

3 Commenti

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DarioSpezza

circa 11 anni fa - Link

non è il primo esperimento del genere http://birradelborgo.it/blog/birre/688/equilibrista-2010-a-borgorose-si-parla-francese/

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Lelio Bottero

circa 11 anni fa - Link

In Italia ne esistono da almeno dieci anni, ed alcuni, come Loverbeer o Montegioco anche piuttosto famosi, senza scomodare i Maya e senza che questo sia definito "agghiacciante". Esistono anche quelle "al moscato" http://www.giratempopub.it/birre-e-bibite/la-nostra-produzione/[img]inserisci qui il link tra i due tag[/img][img]http://www.giratempopub.it/wp-content/uploads/2011/06/g410.png[/img]

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pippuzbeer

circa 11 anni fa - Link

però le marchette potevi evitarle. senza se e senza ma.

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