Dazi sul vino in Cina: la regola “due bottiglie per cassa” può essere l’altra tassa

di Fiorenzo Sartore

Siamo un po’ fissati con la Cina ultimamente, ma è pure vero che la vicenda dei dazi temuti dagli esportatori europei, che potrebbero gravare sui loro vini, ha contribuito a preoccupare più di un produttore. Oggi leggo su Decanter che esistono anche rischi peggiori: le autorità cinesi che sovrintendono all’import alimentare hanno titolo di prelevare campioni sulle merci in entrata, a scopo di controllo igienico.

Nel caso del vino, la percentuale è fissata in due bottiglie per cassa. Per aggirare la regola delle due bottiglie, gravosa almeno quanto una tassa aggiuntiva per i piccoli wine merchant, alcuni esportatori inviano i vini a Hong Kong, dove la normativa è differente, e da lì gestiscono il trasporto via terra. Tra questi Gary Boom, direttore di Bordeaux Index, che ritiene poco probabile la minaccia di imporre dazi: “troppa gente ha interesse a importare vino, qui”.

[Altri post sulla querelle cinese, qui e qui].

avatar

Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

1 Commento

avatar

Roberto Gatti

circa 11 anni fa - Link

Condivido i controlli effettuati dalle autorità cinesi su ogni articolo contenente alcol importato in Cina. Perchè noi italiani invece ci fidiamo ciecamente di quello che importiamo, con il rischio di danneggiare la salute pubblica ? Non mi limiterei solo al vino, ogni alimento o bevanda andrebbero controllati minuziosamente onde evitare brutte sorprese.

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.