Se Farinetti dice che ridurre per legge i solfiti del 50% fa aumentare l’export. Ed altri dubbi esistenziali

di Fiorenzo Sartore

E’ venerdì sera, e mi sono portato il lavoro a casa. Dopo un paio di settimane detox, senza alcol e senza piaceri della carne, abbrancico un campione di sauvignon altoatesino che attendeva d’essere testato, e appunto lo provo a cena. Mentre inalo la pipì di gatto canonica chiudo gli occhi e mi esercito nel peggior esercizio possibile in cui indulge un enoesaurito, e penso: si sente il terroir?

Con aria sognante rimembro la mia ultima trasferta in Alto Adige. Mentre non rilevo un bel niente di territoriale nel vino che snaso, mi trafigge un pensiero: Sud Africa. Anzi no: Nuova Zelanda. Ossignùr, quel sauvignon mi evoca tutto tranne l’Alto Adige. Ma se un vino è fatto in questo modo così allineato, come facciamo a venderlo? Che razza di profilo identitario potrà mai esibire?

Insomma, sono lì che sto risolvendo il problema dell’export vitivinicolo italiano, mentre in tivvù c’è Oscar Farinetti che mi distrae: Lilli Gruber gli fa domande del tipo “ma lei, come fa ad essere così stupendo?” – dev’essere colpa del baffo, Lilli pensa di essere al cospetto di D’Alema. Del resto, più che un’intervista è la messa cantata per l’apertura di Eataly a Roma. Vabbe’, non è questo che volevo dirvi.

Ad un certo punto Farinetti se ne esce con una frase ad effetto: l’export vitivinicolo avrebbe un’accelerazione fenomenale se per legge si riducessero i solfiti del 50%. Ecco, la brutta notizia è: mi ha quasi convinto. Non è successo qualcosa del genere con i trucioli, che sono stati vietati per i vini italiani a denominazione? Pare che questo sia stato uno stimolo alle vendite all’estero (ci identificavano come produttori poco traffichini). E allora mi domando: Oscar ci ha preso? Un’altra volta? Non so mica se posso sopportarlo.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

48 Commenti

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Mammamsterdam

circa 12 anni fa - Link

Si, ma poi come lo comunichi al consumatore estero? Metti obbligatoriamente in etichetta: contiene solfiti, ma solo la metà di quelli che ci mettono gli altri? Fai lo slogan: meno solfiti, più vino, more value for your money. (meglio che mi fermo o ne scarico un' altra ventina di cui nessuno mi pagherà il copyright). Non mi preoccuperei per il sauvignon trentino, se proprio insistono a fare sauvignon nulla di strano allinearli a Sudafrica e Nuova Zelanda. Certi bei merlot siciliani, sai quanto vendono all' estero? Alla faccia Nerello cappuccio.

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claudia donegaglia

circa 12 anni fa - Link

Caro Oscar, Iniziamo ad indicare in etichetta la quantità dei solfiti presenti, invece d'indicarne solo la presenza, così tanto per partire. Saluti da un enologo allergico ai conservanti Claudia

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pragmatist

circa 12 anni fa - Link

Mi sorprende che un'enologa possa dire di indicare in etichetta la quantità di solfiti ? Come solforosa libera, totale, molecolare ? Ma questi solfiti non si degradano forse, più o meno velocemente una volta che il vino è imbottigliato rendendo fuorviante ogni indicazione quantitativa riportata ?

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SImone e Zeta

circa 12 anni fa - Link

Adesso manca solo che il Papa proponga di diminuire la solforosa delle ostie per riavvicinare i fedeli e poi dovremmo aver finito.

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Adriano Aiello

circa 12 anni fa - Link

LoL. Basterebbe un sereno esame enologico con annessa ricerca del terroir che si creerebbero file di fedeli che manco Grom

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

Fiore di Genova, per scrivere un post così mi sa che hai inalato qualcosa di diverso dalla pipì di gatto. Il Sor Farinetti te venderebbe anche la sabbia nel deserto. Infatti ha indicato la riduzione della solforosa come una possibile soluzione ad aumentare le vendite all'export, non per i malditesta da dopo sbornia. Il giorno che qualche altro Mitico o Semi-mitico personaggio del Wine Magic World si alzerà in piedi per proclamare che quello che fa veramente male nel vino è l'alcol ed il suo abuso, sarà un bel giorno. Potremo tornare alle nostre bottiglie come bevitori responsabili con la testa snebbiata dalle troppe inalazioni di stupidaggini assorbite qua e là. PS Claudia Donegaglia, io sono allergica ai miti così come tu ai conservanti. Se però non lo fossi, tu rientreresti fra i miei.

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Alessandro Dettori

circa 12 anni fa - Link

Solfiti si, solfito no. Ci si concentra su questo amletico dilemma per distogliere l'attenzione da ciò che è più importante: gli ingredienti del vino. Sono per la totale liberalizzazione nel mondo del vino: libertà di usare solforosa anche del triplo rispetto agli attuali limiti di legge (che poi i limiti imposti sono una grande cazzata poiché il limite è posto in base ad una quantità minima giornaliera di solfiti ingeribili dal corpo umano. Peccato che questa quantità non tiene conto dei consumi del sud Europa e tanto meno dei solfiti che assumiamo da tutti gli altri prodotti alimentari che li contengono), libertà di usare i truccioli, libertà di usare anche la coca cola, machissenefrega! Fai tutto quello che vuoi, però scrivimelo in etichetta. Mettimi in chiaro tutto quello che aggiungi alla tua uva.

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Nic Marsél

circa 12 anni fa - Link

e se lo dice un (mitico) produttore...evviva l'etichetta con gli ingredienti! Però ho un dubbio Alessandro : secondo te bisognerebbe indicare tutto ciò che si aggiunge al mosto e al vino nelle varie fasi, o solo ciò che si "fonde" indissolubilmente col vino stesso? Intendo dire che i trucioli nel vino mica si sciolgono (e comunque sarebbe complicato indicare la quantità residua di tannino artificiale, almeo credo). Poi con sostanze che creano dei precipitati come albumine e gomma arabica non so cosa succeda, mentre di sicuro acidificanti o deacidificanti diventano parte integrante del vino così come i lieviti selezionati e la solforosa. Si devono fare distinzioni tra gli "ingredienti"? E come indicare le quantità, quella residua o quella aggiunta?

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Nic Marsél

circa 12 anni fa - Link

PS So che non è un problema di quelli che usano solo uva e zolfo :-) però giusto un parere...

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

la Soluzione di Roncùs non è affatto da sottovalutare [img]http://www.lavinium.com/images/vecchievigneretro.jpg[/img] nè quella di giotto bini [img]http://www.intravino.com/wp-content/uploads/retroetichetta-Bini.png[/img]

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Nic Marsél

circa 12 anni fa - Link

Fantastico! Grazie Francesco ma soprattutto grazie a Roncùs e Bini che spero vengano presto imitati da altrettanto virtuosi e coraggiosi vignaioli. Aggiungo questi due nomi alla lista dei miei prossimi assaggi ;-)

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Zakk

circa 12 anni fa - Link

Un uccellino mi dice che a breve pure un'azienda fanciacortina avrà in etichetta parecchie indicazioni. E se lo fanno in franciacorta.....

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Alessandro Dettori

circa 12 anni fa - Link

Caro Nic di "mitico" non ho niente, c'è ancora tanta strada da fare.... Ritornando all'etichetta è facile facile: indicare tutto quello che viene aggiunto al prodotto uva: lieviti, enzimi, tannini, ecc. ecc. espressi in mg/litro. Chiaramente occorre indicare anche gli ingredienti che compongono il singolo ingrediente aggiunto come i lieviti ad esempio, che sono "preconfezionati" usando tanti altri coaudiuvanti. Non importa quanto di tali ingredienti sia leggibile dalle analisi perché indicare gli ingredienti non è solo un'esigenza sanitaria ma è sopratutto un dovere d'informazione "commerciale" per chi lo compra. Poi indichiamo anche i processi ed i materiali utilizzati. In questo modo capiamo meglio come si fa il vino di Terroir e sopratutto il vino che sa di "cultura". Solo con gli ingredienti, processi e materiali di vinificazione, possiamo mandare in soffitta tutte le certificazioni e tutte le denominazioni igt, doc, docg che servono solo a far vendere i peggiori vini italiani. Alessandro P.S. L'Italia avrebbe bisogno di mille imprenditori come Farinetti. Io non giudico il motivo per cui una persona compie delle scelte. Giudico le scelte e basta. Farinetti ha convertito Fontanafredda all'agricoltura biologica e per quanto ne so, vorrebbe passare alla biodinamica. Basta fare i moralisti, ben vengano persone come Farinetti che decidono di produrre alimenti sani.

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gian

circa 12 anni fa - Link

@ nelle nuvole intanto il sor farinetti lo sta facendo a Fontanafredda ...

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

Che cosa, alzarsi in piedi e proclamare ecc. ecc. o mettere in etichetta che ha ridotto l'alcol del 50%? O aumentare l'export? Ps Guarda che a me il Sor Farinetti piace, altrimenti non mi permetterei di trattarlo così familiarmente. Sono le frasi ad effetto buttate lì così, tanto per fare rumore, che mi piacciono di meno.

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gian

circa 12 anni fa - Link

A parte i proclami, a Fontanafredda esiste il progetto ZERO solfiti, ed a eataly roma ci sono già due vini di fontanafredda a zero solfiti. Proclama, ma poi qualcosa fa...

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Zakk

circa 12 anni fa - Link

Il sor Farinetti cominci a fare vini migliori li a serralunga bassa... Ops ho detto bassa?

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Zakk

circa 12 anni fa - Link

Sono favorevolissimo a indica in etichetta un elenco di tutte le sostanze che vengono utilizzate (legalmente) in cantina. Sempre meglio del prezzo sorgente. E poi perchè tutti gli alimenti devono farlo e per il vino niente? Purtroppo questa cosa non passerà mai perchè i grandi gruppi tipo A..... e pure F... e G..... e ..... Mica possono permetterselo.

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Carlo Tabarrini

circa 12 anni fa - Link

Io farei apporre obbligatoriamente tutti gli ingredienti aggiunti, e non menzionerei quelli non usati... poi secondo me è inesatto scrivere, come dice la legge, " non contiene solfiti" quando sono inferiori a 10mg/l, perchè in realtà ci sono... sarebbe esatto non contiene solfiti aggiunti.

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Alessandro

circa 12 anni fa - Link

infatti Carlo, in realtà è fuori legge scrivere "non contiene solfiti" ma è legale scrivere "contiene solfiti non aggiunti" , oppure omettere di scrivere "contiene solfiti". In tutti i casi il consumatore non è tutelato, ma sembra che a molti vada benissimo così :)

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Lino Olivastri

circa 12 anni fa - Link

... quest'anno ho fatto un rosso senza solfiti aggiunti in Abruzzo. Gli unici presenti derivano dal chimismo fermentativo del lievito: residuo 5 mg/l espressi come anidride solforosa totale. Chiedendo ad un funzionario di un organismo preposto al controllo se era lecito inserire la dicitura "no sulphites added" in etichetta, mi ha esternato le sue perplessità in merito. Secondo lui, pur dimostrando la tracciabilità dalla vigna alla bottiglia di tutto ciò che ho fatto, non potevo cmq sostenere di non averli aggiunti io! A meno che non ci fosse un ente terzo (?) certificatore del "processo". La mente, per forza di cose, si ribella perchè oltre alla passione ed allo sforzo che abbiamo messo in pista per produrlo, ci sentiamo dire che paradossalmente, non possiamo comunicare ciò che abbiamo fatto perchè non dimostrabile e quindi ingannevole..., a meno che non paghi e quindi dimostri!!! Non ce l'ho con il funzionario ma con il legislatore: se il quantitativo di solfiti (certificato)è inferiore ai 10 mg/l posso omettere la dicitura obbligatoria in etichetta "contiene solfiti" in tutte le lingue... se certifico 5 mg/l, un quantitativo irrisorio, che mette in dubbio anche la tolleranza analitica e l'incertezza strumentale... perchè non posso urlarlo, senza ulteriori balzelli, enti certificanti, spese, audit, ecc.ecc. ??? Abbiamo riscoperto sensazioni organolettiche sopite... i nostri clienti hanno approvato entusiasti... ed io non posso comunicarlo! Posso scrivere l'analisi chimica. Ma la casalinga di Voghera che valore darà ad un messaggio così: SOLFITI TOTALI 5 mg/l. Penso avrebbe più peso comunicativo non contiene solfiti aggiunti con spiegazione del metodo di vinificazione particolare ecc. Se Alessandro, quando afferma: "... ma è legale scrivere “contiene solfiti non aggiunti” ha materiale che possa utilizzare a suffragio della mia tesi... gradirei avere delle indicazioni su dove e come reperirlo. Scusate la mia intrusione... ma il vino è la nostra vita.

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SImone e Zeta

circa 12 anni fa - Link

Seriamente. La frase di Farinetti contiene un aspetto positivo. Probabile che la casalinga di Voghera fino a ieri non sapesse neppure dell'esistenza di nostra signora solforosa.Più facile che il messaggio, pur blando, riesca a incuriosire il consumatore comune, tramite un programma di approfondimento rispetto alle parole del Fiorenzo Nazionale. Tuttavia il Sor Farinetti è l'unico che detiene potere persuasivo verso le aziende sul contenimento dell'uso dei solfiti. Se fosse seriamente convinto basterebbe che le bottiglie acquistate per gli scaffali di Eately rispettassero i limiti di ingerenza chimica che piacciono tanto al proprietario. Il corner Triple A, presente in ogni punto Eately è carino, ma esiste oramai in ogni enoteca o ristorante. Quindi o Farinetti ci crede davvero e dà un segnale concreto attraverso le sue aziende altrimenti sembra un messaggio della serie 'armiamoci e partite'.

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gianpaolo

circa 12 anni fa - Link

La cosa che io trovo curiosa a proposito dei solfiti, e' che a parte quelli contenuti nei vini, raramente si sente polemizzare o invocare un riduzione di quelli degli altri alimenti. Il che mi porta a pensare che al consumatore medio di vino (non a quello piu' o meno di nicchia come noi) la cosa interessi fino ad un certo punto, immaginando forse che se c'e' un limite di legge che viene rispettato non ci siano rischi per la salute (a meno che uno non sia allergico, ed e' questa infatti la ragione per cui e' indicato in etichetta). Naturalmente Farinetti questo lo sa bene, perche' ovviamente lui non si rivolge al "consumatore medio", ma al consumatore avveduto, quello disposto a spendere di piu' per qualcosa che sia legato al territorio, biologico, ecc. Una supernicchia, abbastanza grande per il modello di business di Eataly, ma quasi insignificante rispetto al totale del mercato, che e' composto da milioni di ettolitri che vengono venduti ad un prezzo medio inferiore ai 2 euro al litro. Quali sono alcuni degli gli alimenti che li contengono o possono contenere? Scusate il copia incolla, ma puo' essere interessante. Io non lo sapevo: bevande analcoliche a base di frutta, bibite gasate e soft drinks, birre, anche a doppia fermentazione, caglio, caviale, conserve ittiche, crostacei e surrogati (es. surimi), farciture per torte di frutta, fecola di patate, fiocchi di patate disidratate per purea, frutta essiccata (albicocche, prugne, fichi secchi, banane ecc.) e candita, frutta secca con guscio, funghi secchi, maionese e senape, marmellate, confetture e mostarde di frutta, orzo perlato, pasta di olive, pomodori secchi, prodotti a base di patate, sidro e vini di frutta, sottaceti, sottoli e salamoie, succhi e nettari di frutta, succo di limone, stoccafisso e baccalà, uve da tavola (trattamento post raccolta), uvetta, vini rossi, bianchi, rosati e aceto, zucchero, … altri prod ALIMENTI DOSE MASSIMA mg o ml / kg di solfiti Aceto 170 Amidi 50 Crostacei 150 Stoccafisso o baccala 200 Senape 250/500 Surrogati carne pesce o crostacei 200 Concentrati di frutta 250 Albicocche pesche uvetta prugne e fichi secchi 2000 Banane essiccate 1000 Mele e pere secche 600 Preparati per purè 400 Pomodori secchi 200 Vini rossi 210 Vini bianchi 160 Vini tedeschi Spatlese e Aulese 300 Vini bordeaux 300 Vini francesi Barzac, Cadillac… 400 Succo d’uva concentrato 200 Succo di limone 350

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gianpaolo

circa 12 anni fa - Link

detto questo, sono d'accordo con Dettori: si usi tutto quello che e' permesso, ma lo si dichiari.

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Alessandro

circa 12 anni fa - Link

sapevamo che vengono usati in molti alimenti e bevande confezionate, ma non in queste quantità!! davvero molto interessante, grazie!

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Non ho ancora capito bene : ma dei solfiti se ne puo' veramente fare a meno nella vinificazione? Se la risposta e' positiva : con che cosa sono sostituiti?

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Gianpaolo Paglia

circa 12 anni fa - Link

con niente, cambia il modo di fare e di intendere il vino, deve anche piacerti un po di ossidazione. Anche quello e' un gusto acquisito.

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Dunque la fine di vini freschi, leggeri fragranti, beverini. Ma l'industria vinicola italiana e' pronta a questo passo epocale? Per quel che vedo in giro sono pochi a voler la rivoluzione. Come se il cavalier Berlu e i suoi comp...agni, lasciassero la politica senza prima essersi assicurati l'immunita alle manette. Cosa improbabile. Dovrebbe arrivare un forte messaggio dall'estero e forse dopo alcuni anni si potrebbe incominciare a discuterne.

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Gianpaolo Paglia

circa 12 anni fa - Link

infatti no, sara sempre una cosa di nicchia. Pero' come tutte le avanguardie ha il merito di porre il problema, ed il problema e' quello che la gente vuole maggior trasparenza e garanzie su quello che mangia, non solo sull'oggetto in se, ma anche sul processo e su quella che si chiama sostenibilita'. In questo senso questi argomenti non sono destinati a sparire, ma certamente la stragrande maggioranza del vino sara sempre prodotto con dei sistemi magari legali, ma che farebbero storcere il naso a molti di noi.

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armin kobler

circa 12 anni fa - Link

ammiro la tua forza all'apparenza interminabile di combattere quasi da solo l'oscurantismo enologico così diffuso. veramente bravo!

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luca ferraro

circa 12 anni fa - Link

Che poi usare il 50%in meno di solfiti rispetto ai limiti di legge non è cosa così difficile né!! Credo che qualsiasi azienda con un po' di attenzione riesca a farlo. Luca

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Maurizio Fava

circa 12 anni fa - Link

my God. non se ne può davvero più. Speriamo che, dopo il decennio "elettrodomestico", finisca presto il decennio "alimentare" del profeta GDO, così andrà a pontificare altrove, anche se temo che ce lo ritroveremo in politica. Nel merito, se il suo "ragionamento" fosse qualcosa in più della solita boutade rimbalzata dalla stampa amica (tutta quella che riceve pubblicità da lui direttamente o dal cartello delle banche di controllo), i vini italiani, che storicamente e per legge contenevano molta meno solforosa dei vini francesi, sarebbero leader di mercato da generazioni.

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Antonio

circa 12 anni fa - Link

Quoto al 1000% il Sig. Fava, questo individuo al di la delle apparenze, sembra molto più interessato al profitto che alla salute o alla bontà del vino. Da buon venditore ogni tanto esce con una boutade che fa parlare di lui, quando non sono i prezzolatissimi giornalisti a libro paga a farlo. Ma ignorarlo no? A quelli che hanno memoria corta vorrei ricordare che al primo Vinitaly da "padrone" di Fontanafredda (3 mesi dopo l'acquisto) sfoggiava uno stand tutto giocato sull'oasi ecologica. Ma tutti i veleni che hanno dato nei 50 anni precedenti si erano già volatilizzati? Visto che la maggior parte dei frequentatori di questo blog hanno in comune un amore sincero per il vino, forse è il caso che almeno qui non si tessano le lodi del "re mida"

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carlo

circa 12 anni fa - Link

Nei 50 anni precedenti, per fortuna o sfortuna, vedetela come volete, il re mida non c'era, ma se ora inizia a fare -parlando terra-terra- qualcosa di ecologico qual'è il problema. Venite a vedere in questo periodo in langa, in certe vigne, i "cingulin" (trattori cingolati) come scorrazzano tra i filari con il guidatore scafandrato.

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gian

circa 12 anni fa - Link

Sig. fava sicuramente e' piu' facile pontificare dietro una tastiera

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Maurizio Fava

circa 12 anni fa - Link

signor gian, è ancora più facile se non ci si firma, mi creda. Ma vedo che Già lo sa.

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Remo Pàntano

circa 12 anni fa - Link

...benedetta pubblicità! Basta andare in televisione e si risolvono a parole tutti i problemi: lo spread, la crisi mondiale, i grattacapi del Vaticano, le ulcere da eccesso di solfiti, il mercato mondiale del vino, persino il più invidiato e attuale detentore del primato di notorietà degli imprenditori, diventa CT nazionale e ci dà la sua panacea urbis et orbis! E vabbè, la Lilli è sempre la Lilli e i baffetti dell'intervistato possono anche vibrare alle sue lusinghe e magari far perdere la concentrazione! prosit il gustologo

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Fabio Marcantognini

circa 12 anni fa - Link

Beh ridurre o aumentare fanno parte di una idea che ognuno di noi pensa sia la migliore, io ritengo che sarebbe già un ottimo traguardo introdurre per legge la quantità di solfiti. Idea vecchia la mia, ma almeno la scelta finale di un prodotto o di un'altro simile potrebbe ricadere sul gusto personale . Io sceglierei i vini più giovani anche con un contenuto di solforosa maggiore rispetto ad un rosso della stessa età, per quelli invecchiati probabilmente troverei dai produttori anche gli stessi vini con metà o addirittuta senza so2. Bisogna però ritornare al primario concetto che un vino avrà maggior contenuto di conservante maggiore sarà la sua produzione e i mercati che deve raggiungere. Salute!

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carlo

circa 12 anni fa - Link

ossignur Fava, e' da quando fai commenti su eataly che tiri fuori le banche. E basta, cerca di allargare un po' le tue vedute. Non e' che ti piacerebbe che Farinetti si affidasse a te per il marketing?

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Maurizio Fava

circa 12 anni fa - Link

egregio signor Carlo, che mi dà del tu perchè evidentemente mi conosce ma che io non conosco, Le faccio notare che le banche sono parte integrante del business, e in quello di Eataly ci sono eccome. Perciò si tratta di "fatti". E del resto il signor Farinetti mica ha mai detto che così non è. Lo dice Lei, che evidentemente ne sa più di lui. Per la mia parte professionale, ebbi modo di prestare consulenza gratuita al progetto iniziale, via Slow Food, in fase di reperimento prodotti dell'iniziale "pacchetto-vetrina qualitativa". Ma non essendomi mai occupato di GDO, non avrei voce in capitolo per tutto il resto. Stia tranquillo, resta tutto a sua disposizione.

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carlo

circa 12 anni fa - Link

No, sig.Fava, non la conosco personalmente. Non metto in dubbio che le banche non ci siano, anzi, attualmente sono proprio le banche a "cercare" eataly, e non viceversa, non per altro BNL ha uno spazio in Eataly Roma. Il mio commento è nato spontaneamente dato che leggo blog e articoli vari, e ricordo che, più di una volta, nei "suoi" -commenti- il binomio Eataly-banche spunta sovente. Non ci sono solo banche neh. saluti

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Maurizio Fava

circa 12 anni fa - Link

è vero. Non ci sono solo banche, si dice ci siano anche la Coop e altri. Ma di queste voci non v'è certezza, per cui non ne parlo mai. Mentre sulla presenza delle Banche nel progetto Eataly (e altre imprese del suo titolare) v'è certezza dichiarata. Del resto, tornando al settore del vino, quali aziende agricole vere potrebbero permettersi certe campagne di comunicazione con paginate sui quotidiani e caroselli televisivi da migliaia di euro l'uno?

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carlo

circa 12 anni fa - Link

basta fare una visura... c'è la coop, c'è miroglio, c'è... e qual'è il problema? Qual'è il problema se ci sono le banche? No, perche sembra quasi un "rimprovero". Penso che Borgogno (Farinetti) e Fontanafredda (Farinetti e C.) possano fare qualche paginata di pubblicità anche senza le banche. Certo sen non hai i migliaia di euro, non li fai. Pare una scoperta dell'acqua calda.

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Maurizio Fava

circa 12 anni fa - Link

e se è l'acqua calda, allora perchè la sua scoperta la infastidisce tanto? Comunque sul costo della campagne pubblicitarie generiche vedo che non ha una nozione precisa. Per le aziende vitivinicole senza altre risorse esterne sono davvero costi proibitivi. uno spot di 20 secondi serali in una tv nazionale arriva a costare più di 20.000 (ventimila!) bottiglie di dolcetto. Ribadisco che non è alla portata di un'azienda agricola vera, men che mai in Langa.

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carlo

circa 12 anni fa - Link

Guardi sig. Fava, non m'infastidisce proprio, ma proprio nulla, mi fa solo sorridere (come ho già scritto prima) notare sempre nei suoi commenti il binomio banche-eataly. Tutto li. "Per le aziende vitivinicole senza altre risorse esterne sono davvero costi proibitivi" Infatti cosa ho scritto: se non hai i migliaia di euro certe campagne televisive non le fai. A parte che qui in langa, le piccole aziende, "vere" -come scrive lei- solo se volessero un minimo di pubblicità potrebbero farla benissimo, senza andare in bancarotta. Il fatto è che, mi passi il termine, hanno "dormito" sugli allori per parecchio tempo e poi.., poi si ritrovano le cantine piene di dolcetto invenduto. Guarda caso, da quando farinetti è a fontanafredda, sui quotidiani (es. LA Stampa) si cominciano a vedere certe pubblicità di cantine locali. E comunque quei 30 secondi su canale 5 per la promozione del Già, andavano ben oltre ai 20 mila euro. Ah, la Rai è più cara.

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Maurizio Fava

circa 12 anni fa - Link

io ho scritto 20.000 BOTTIGLIE di dolcetto, e non euro. E quello buono non si vende a 1 euro a bottiglia, sarebbe di gran lunga sottocosto. In ogni modo qualche imprenditore i soldi li ha sempre. E' di oggi la notizia che si salverà il Monte dei Paschi dalla bancarotta con un regalo di 2 (due) miliardi di euro pubblici. Magari quelli presi dalla mia pensione? Un mio amico sardo direbbe: "Capito mi hai?"

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carlo

circa 12 anni fa - Link

Si ha ragione, ho confuso euro con bottglie.. Salvare Monte dei Paschi? Tanto per stare in tema, (babbo) Natale Oscar Farinetti &C. hanno già sganciato 90 milioni, per fontanafredda.

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andrea

circa 12 anni fa - Link

Se si riducesse del 50% l'export di vini con solfiti alti (non naturali) forse i fabbricanti(si, parlo di fabbricanti, perché quest'è , no viticoltori o enologi) smetterebbero di fare questi vini schifosi. (questo discorso esclude ovviamente i vini dolci/muffati/passiti che non possono fare senza).

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