Pietre Colorate è una rivista poetica e profumata. Crescerà
di Alessandro MorichettiAlzi la mano chi al giorno d’oggi investirebbe sull’editoria cartacea del vino. Federico Graziani, Marco Pozzali e Francesco Orini l’hanno fatto e Pietre Colorate – terra radici mani, pubblicazione trimestrale giunta al terzo numero, è un progetto indipendente e fuori dal coro. Formato tabloid e scelta della carta (Fedrigoni Arcoprint Edizioni 1.7 gr. 80 prodotta con cellulosa proveniente da foreste gestite in modo responsabile) consegnano un’esperienza innanzitutto tattile e olfattiva. Sole 24 pagine d’impatto, foto suggestive e uso consapevole degli spazi bianchi disegnano una pubblicazione poetica che nobilita ragioni e riflessioni di chi fa vino sin dal manifesto: “Il vino parla. Noi no. Non servono i sommelier, non servono i giornalisti, non servono i fotografi”. L’idea dell’autore quasi al servizio del vino e del produttore intriga e fa discutere. I 3 editoriali finora pubblicati raccontano l’incedere delle stagioni con un flash emozionale condensato in poche righe: singolare è che portino la firma di produttori scelti non a caso: Federica Magrini e Lorenzo Mocchiuti dell’azienda Vignai da Duline, Silvia Barbaglia di Antico Borgo dei Cavalli e Corrado Dottori de La Distesa.
Lo ammetto, non leggo poesie e ho impiegato un pò ad entrare in sintonia con la rivista. I racconti di viaggio tralasciano volontariamente dettagli tecnici e approfondimenti specifici sui singoli vini per approfondire stati d’animo, sensazioni e bagliori. È così che l’universo simbolico dello Champagne e di Bollinger viene congelato da un’immagine potente (“è bello tenere per il Chievo ma quando gioca il Barcellona ti diverti di più“), come l’estate dell’adolescenza torna in mente attraverso l’immagine di un bicchiere raso di Verdicchio passato di padre in figlio. Il taglio sull’universo vino è suggestivo ma non immediato, certamente riflessivo e ponderato. Ci sarebbero tanti modi per raccontare Beppe Rinaldi, grande produttore di Barolo, ma il trentennale rito di vivere l’inizio dell’estate visitando in motocicletta il Principato di Monaco per le prove libere del Gran Premio di Formula 1 li supera probabilmente tutti in originalità. L’anima del Citrico, come viene soprannominato, e dei suoi vini, è anche questo.
Non mancano intere pagine dedicate a poesie scritte con carattere manuale e brevi escursioni gastronomiche. Pietre Colorate non è una rivista da sfogliare distrattamente, chiede attenzione e offre suggestioni intense. Suggerisce senza aspirare all’esaustività e non escluderei che i prossimi numeri affilino la formula per renderla ancor più incisiva nel suo essere controcorrente. Ricorda Porthos nel fregarsene della variabile tempo (compra-sfoglia-butta) e Spirito di Vino per la curata veste fotografica. 30 euro per 4 numeri sono il costo dell’indipendenza. Tanti pensando al ruvido rapporto costo per pagina, giusti e sostenibili rinunciando ad un paio di buone bottiglie in cambio di spunti e riflessioni a lunga conservazione.
[foto: Francesco Orini]
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