Hubert de Montille | Mondovino divide buoni e cattivi con l’accetta, io no

di Francesca Ciancio

Per due week end di fila mi sono imbattuta in Jonathan Nossiter. Il regista di “Mondovino” è stato ospite a Dogliani per il festival  Dogliani Dolcetti e Corti (Garantiti) e poi a Faenza in occasione di Enologica. Ho rivisto con piacere il suo documetario, ma non ho potuto fare a meno di pensare che sono passati quasi 10 anni da quando il cineasta cominciò a girare.  Molto è cambiato: James Suckling non è più il padre-padrone (almeno in Italia) di Wine Spectator; la Malvasia di Bosa di Columbu prende premi con la pala; i vini che finiscono in –aia non sono più il sogno bagnato degli enoappassionati; Robert Mondavi è morto; le fiere dei vini naturali spopolano. Di quel romanzo popolare a sfondo enoico piaceva soprattutto la contrapposizione tra “buoni ” e “cattivi”. Una definizione che non piacerebbe a Nossiter. Nel suo intervento a Dogliani ha sottolineato la matrice etica del filmare e del montare, ma giura di non aver puntato ad una tesi precostituita. Lui – dice – non è Michael Moore. Ascoltatelo nel video di Giulia Graglia.

Ora, se io dicessi a Jonathan Nossiter che Mondovino: 1) è un documentario parziale 2) che c’è della manipolazione 3) che rende simpatiche le persone che sposano la sua tesi 4) non dice che molti vini naturali puzzano, secondo voi come reagirebbe? Come minimo mi darebbe della figlia illegittima di Michel Rolland (e quindi non avrei diritto neanche all’eredità, merde!). Per fortuna io non c’entro. C’entra qualcosa invece Hubert de Montille, uno dei  grandi vecchi di Borgogna, tra i protagonisti di Mondovino. Il simpatico signorotto di campagna in tweed che adora i vini austeri e dalla lunga vita. L’ho incontrato in occasione dell’ultimo Les Grands Jours de Bourgogne: “Ma davvero Monsieur Hubert lei guida il BENE contro le forze del MALE?”. Beh, la domanda non suonava proprio così, però…

101 Commenti

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corrado dottori

circa 12 anni fa - Link

Mondovino parziale e schierato? Sì, e meno male. Pasolini era forse "neutro"? Oggi più che mai servono intellettuali che presentano tesi ben definite. Spetta a chi non è d'accordo presentare una visione differente. Il film di Nossiter è stato rivoluzionario. Forse è datato, ma ciò non significa che la Malvasia di Columbu sia oggi meno buona. Non so se mi spiego.

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Alessandro Bocchetti

circa 12 anni fa - Link

Addirittura scomodare Pasolini? Non ti sembra roboante? :D Ciao A

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corrado dottori

circa 12 anni fa - Link

No.

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davide vanni

circa 12 anni fa - Link

io dico semplicemente che Nossiter ha reso parzialmente giustizia alla complessità che si nasconde nel mondo del vino così come in tutte le cose umanamente prodotte, positivamente erendere giustizia alla complessità è già una buona cosa per chi possiede la sensibilità di accoglierla...

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

Io l'ho sempre pensato, quello che dici tu, e per questo motivo non lo guardo con soddisfazione. Certamente, il suo scopo era quello e lo perseguito con maestria, ma non mi sono mai piaciuti coloro che possiedono la verita' rivelata. Tanto piu' che poi le cose cambiano, perche' buoni buoni e cattivi cattivi sono per lo piu' relegati nel mondo dei fumetti.

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Nicolo' Regazzoni

circa 12 anni fa - Link

Io credo che Nossiter sia stato tra i primi ad avere intuito che i media tradizionali (riviste cartacee specializzate) hanno parlato troppo, e spesso in maniera "poco etica", sempre dei soliti produttori. Penso che Nossiter dieci anni fa avesse intuito che era arrivato il momento di parlare di vino anche trasmettendo emozioni (per definizione parziali, soggettive e criticabili), ricorrendo alle immagini oltre che alle parole. Lo stesso Hubert de Montille afferma durante l'intervista che "Nossiter ha sicuramente offerto al consumatore una visione diversa del vino". Penso gli si debba dare merito di questo.

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

Lunga vita a Francesca Ciancio e ad aver riportato su questo blog un argomento leggermente più profondo ed interessante di quelli degli ultimi post. Lunga vita a Giulia Graglia, che ha fatto capriole per filmare un dibattito da far smascellare per gli sbadigli. Forse però più che dibattito nel video si assiste ad una conversazione in cui tre amici/complici si fanno reciprocamente da spalla per dire che - nonostante i Frescobaldi e gli Antinori siano dei fascistoni ipocriti hanno la loro dignità di persone e tutto sommato l'autore non li trova poi così antipatici, anzi ci andrebbe anche a cena, se invitato. - Mondovino non è un film, bensì un documentario in cui viene rispettata l'oggettività delle situazioni e non si vuole insinuare affatto il penchant di simpatia e antipatia dell'autore. - il montaggio è venuto così, in modo spontaneo e naturale, senza nessuna intenzione di mostrare al meglio quello che piaceva all'autore e al peggio quello che gli piaceva di meno. Peccato, perché io concordo con quanto scritto da Corrado Dottori: Mondovino è stato un piccolo terremoto nell'ambiente stagnante e conformista della comunicazione enoica che imperava anni fa. Non vedo perché debba essere considerato al di sopra delle parti, Nossiter ci ha regalato a suo tempo un bel film-documentario in cui è l'autore a dettare legge e a farci capire chiaramente come la pensa. Non c'è niente di male ad ammetterlo. Invece nel primo video di questo post mi sembra che i tre facciano a gara a mostrarsi molto politically correct, Andrea Scanzi nel far domande garbate e fintamente provocatorie e gli altri due a schermirsi e a dire "ma no, ma che dici, vogliamo bene a tutti, sono gli altri che non capiscono!" Comunque sia, chissenefrega, l'intervista a Hubert de Montille ripaga della noia. Questo bellissimo Signore del vino, con un eloquio semplice e preciso, divertente senza strafare, mette tutto a posto. Me me sono innamorata, lo ammetto.

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rampavia

circa 12 anni fa - Link

Cara NN, la classe, mi insegni, non è acqua, se mai è vino. Quando ho visto per la prima volta Mondovino bazzicavo le prime fiere di vini naturali: artigianali, approssimative ma piene di entusiasmo e di gente genuina. Era facile per me scegliere da che parte stare. Dopo tanti anni, consideato come si sta evolvendo la storia del vino "naturale", incomincio ad avere qualche dubbio.

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corrado dottori

circa 12 anni fa - Link

Sono felice della tua approvazione NN. Capisco che il film possa non essere piaciuto, tecnicamente o culturalmente, a qualcuno. Ma la storia della "parzialità" fa acqua da tutte le parti. Su queste basi taglieremmo fuori gran parte della storia dell'arte o della letteratura. Chi ha un minimo di onestà intellettuale non può non ammettere che Mondovino sia stato un potentissimo sparti-acque.

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francesca ciancio

circa 12 anni fa - Link

NN il signor Hubert nonostante l'età è molto sensibile. Anche al fascino femminile. Non pensate male! L'ho semplicemente visto intrattenersi con belle signore durante alcune fiere e conversare amabilmente. Altrettanto interessanti i figli Alix ed Etienne con i quali passai una splendida serata a cena al castello di Puligny. Bei ricordi francesi

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

"Il simpatico signorotto di campagna in tweed che adora i vini austeri e dalla lunga vita"... una volta! I vini che faceva l'avv. Hubert erano splendidi, intensi, molto territoriali. Poi è arrivato Etienne che ha rovinato tutto. Ora i vini De Montille sono sdolcinati e melensi come non mai.

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A3C

circa 12 anni fa - Link

sempre caro mi fu quest'ermo montes... ed il suo post, che da tanta parte delle ultime leccate il falso esclude...

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Mauro ArdeCore

circa 12 anni fa - Link

Ah, Mondavi è morto? Non lo sapevo...:D

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francesca ciancio

circa 12 anni fa - Link

per non sapere nè leggere nè scrivere non mi risultano affatto dolcioni i vini di De Montille, di assaggi ne ho fatti soprattutto in cantina e da botte. particelle una diversa dall'altra. a volte "toste" a volte già un po' "morbide" , a volte molto "tanniche".....ma mai mai banali. I vini di Hubert erano al limite della bevibilità da giovani, era proprio difficile metterli in bocca, c'era solo da aspettare, ma tanto tanto

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

E invece sono proprio dolci e vanigliati... non so cosa tu abbia bevuto ;-) Di recente ho bevuto il loro Beaune 1er Cru ed il loro Bourgogne base: paradossalmente il Bourgogne era mooolto migliore del 1er Cru! Il Beaune 1er Cru era sdolcinato e legnoso, soldi buttati. Ed è un peccato, perché il loro Bourgogne base (che invece è affinato solo in acciaio e barriques di II e III passaggio) è buonissimo (e costa molto meno). Si sente chiaramente che il Beaune 1er Cru è un grande vino rovinato dal legno eccessivo e da pratiche di cantina "opinabili", rovinato da una mano inconsulta. Non credo che Etienne sia un incompetente, credo che faccia il vino così volutamente, per scelta. Conoscendo i trascorsi e le liti con il padre Hubert credo che abbia maturato la stupida convinzione che questo è quello che vuole il mercato. Rovinando così un grande vino. Avevo sperato che l'ingresso di Alix, più vicina filosoficamente e sentimentalmente al padre, nell'azienda di famiglia, contribuisse a migliorare la "rotta". Ma non è stato così. E continuo a pensare che sia un peccato.

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Alessandro Bocchetti

circa 12 anni fa - Link

Bel ragionamento Francesca... Condivisibile. Chapeau!! Ciao A

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Simone

circa 12 anni fa - Link

Condivido quanto scritto da Francesca.. sicurte il taglio documentaristico di Mondovino è fatto con l'accetta, se vogliamo risulta anche semplicistico nel dividere il bene dal male e di far notare da che parte sta. Se Nossiter fosse un cineasta avrei stroncato di netto il suo film... Dico questo a 10 anni di distanza..il mondo del vino é sicuramente cambiato, quindi dobbiamo dare merito a Nossiter e a Mondovino di aver dato risalto e portato all'attenzione di molti il problema dell'omologazione del vino, mentre in molti in quegli anni pensavano di essere sul pezzo acquistando i vini consigliati da Parker e mettendo sul tavolo "orgogliosi" bottiglie di supertuscan.

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corrado dottori

circa 12 anni fa - Link

"Se Nossiter fosse un cineasta"? Nossiter è un cineasta. Mondovino è stato nominato palma d'oro a Cannes e come regista ha vinto il Sundance Festival ed è stato nominato all'orso a Berlino. Mi pare siano credenziali piuttosto importanti. Poi se il film non ti è piaciuto è un altro discorso.

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Francesco Maule

circa 12 anni fa - Link

Grande De Montille, uno che va giù con l'acetta. Vecchia maniera, soprattutto sui vini naturali...è vero, dovremo imparare a farli meglio. Ma se passo di là gli lascio giù due tre bottiglie senza solforosa e vediamo che mi dice! (o mando qualcuno al posto mio!)

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mirko favalli

circa 12 anni fa - Link

vado io francescone

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Marino

circa 12 anni fa - Link

Meno male che Nossiter c'è (cit)

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Vidi Mondovino a Palazzo Corsini a Firenze, e devo dire che per me e per il centinaio di ospiti presenti fu un'apnea di un paio d'ore. È schierato e quando presenta i "buoni" come angeli e i "cattivi" come ometti meschini è di un manicheismo nauseante, ma é stato il primo a dire cosí ad alta voce che il re è nudo. Con tutti i suoi limiti ed i suoi difetti, è un pezzo di storia. Intendiamoci, nel nostro lavoro si può essere nella massima correttezza sia industriali che agricoltori, si può produrre dalla propria terra o commerciare e tutto questo va bene. Anzi, la nostra ricchezza sta proprio nella diversità. Tutto si puó fare (ed é bene per chi compra che sia fatto) se è alla luce del sole, ma è sempre così? Il commento del funzionario francese su Parker é un'icona.

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Non mi sembra "manicheismo nauseante". Allora, volendo fare un esempio estremo, il giudice che condanna uno stupratore sbaglia? Dovrebbe essere più equilibrato e dare un po' di ragione ad entrambi? La verità è che nella vita capita che ci sia chi ha ragione e chi ha torto. E non c'è nulla di male a dire onestamente "per me tu sbagli e lui ha ragione". Se questa è una reale convinzione perché non esprimerla? Il problema invece sono quelle persone che per opportunismo o codardia cercano sempre di non sbilanciarsi. L'eterna ricerca del compromesso velata dalla parola "diplomazia".

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Il bene e il male esistono, e mi si può accusare di tutto tranne che di non combattere fino alla morte per le cose che ritengoo giuste. Molti dicono che lo faccio fin troppo, figuriamoci. Ma quelli che si battono "pro arae e pro focis" sono solo santi nè gli industriali sono solo puzzoni ridicoli, come dice in modo molto equilibrato De Montille. Mondovino ha scoperto molti sepolcri imbiancati ed ha smascherato molte ipocrisie, e per questo tanto di cappello. Ma è troppo facile zommare sui ridicoli occhi bistrati di Mondavi o dare risalto alle sue boutade da avanspettacolo sui vigneti di Marte, lui è anche questo ma non è solo questo. Parker è anche una macchietta con cani scorreggioni, ma non è certo tutto qui. Per me Nossiter è un grande che trova un limite nel manicheismo, quei tocchi surreali e demitizzanti sono impagabili e mi hanno fatto piegare in due dalle risate, ma non giovano alle tesi che sostiene. Che in buona parte condivido.

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Mah, personalmente credo che Nossiter lasci liberi i personaggi del suo docu-film di esprimersi come vogliono. Non c'é nessuna forzatura o montaggio che seleziona faziosamente solo alcune frasi. Loro sono veramente così. Nessuno gli dice cosa dire o li provoca, sono liberi di esprimersi. Se fanno questa cattiva impressione probabilmente è perché sono realmente così. Frescobaldi e la moglie che ostentano infantilmente la patrecipazione al matrimonio di "Charles" (il Goofy della famiglia reale britannica). Sembrano un po' stupidi perché probabilmente lo sono. Antinori che appare come il rampollo un po' inetto di una nobile famiglia ormai decisamente decaduta. Sembra così perché probabilmente lo è veramente. Montaggio lento e periodi lunghissimi non interrotti. Se Nossiter avesse voluto travisare la realtà avrebbe fatto un'altro tipo di montaggio, selezionando solo le parti che lui voleva. Invece non è così. Queste persone sono state lasciate libere di dire quello che volevano per lungo tempo. Il loro problema è che sono veramente così come sembrano, casomai potrebbero irritarsi perché Nossiter non ha fatto un'opera di "maquillage" togliendo le parti dove danno il peggio di se ;-)

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Beh, davvero credi che Mondavi fosse solo una macchietta sculettante con gli occhi bistrati? Ma dai. Era un geniaccio, figlio di puttana come pochi ma con un cervello di tutto rispetto. Anche ció che non amiamo puó avere la sua grandezza, magari perversa, peró da rispettare. Anche perché se li pigli per bischero quelli ti mangiano vivo in un amen. Facendolo vedere solo dal lato ridicolo Nossiter è divertente, ma gli fa un favore; temere troppo chi ti si oppone gli da un'arma, ma temerlo troppo poco lo fa vincere sicuro.

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Mondavi è lo squalo. Frescobaldi ed Antinori i pesciolini stupidotti mangiati dallo squalo ;-) Lo sguardo di Mondavi nel film di Nossiter fa paura, se è questo che vuoi sapere. Motivo in più per non cedere terreno.

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

Quoto "Antinori che appare come il rampollo un po’ inetto di una nobile famiglia ormai decisamente decaduta. Sembra così perché probabilmente lo è veramente. ". Ecco, e' proprio questo che intendo: se il messaggio che viene fuori dal documentario e' questo, e' ovvio che puo' essere al massimo uno spezzone di realta', non la realta' su Piero Antinori e la sua azienda. Non mi ricordo quand'e' l'ultima volta che ho bevuto un vino di Antinori, ma cio' non toglie che si tratta della cantina di maggior successo, piu' conosciuta nel mondo, nel panorama italiano. Pero' a Nossiter non interessava rendere l'idea di quello che e' Antinori nel suo complesso, ma solo lo spezzone che lo rende caricatura. Presi in questo modo, dubito che ci sia qualcuno di noi che non possa rischiare di passare da idiota.

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Annalisa Motta

circa 12 anni fa - Link

@Giampaolo, il documentario si riferisce a Ludovico, non a Piero Antinori

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Annalisa Motta

circa 12 anni fa - Link

... senza nulla togliere a Ludovico Antinori, che non conosco :-)

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Qualcuno che li conosce personalmente mi ha detto che Piero sembra molto meno "ingenuo" di Ludovico :-)

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

@Annalisa e Massimiliano. Ludovico certamente sara forse meno brillante, ma anche lui un certo successo con l'Ornellaia, e un certo guadagno, mi pare l'abbia ottenuto (e non ha finito qui). Pero' mi pareva che comparisse anche Piero ad un certo punto, o no?

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Caro Montes, tutta quella gente che fa una figura tanto ridicola io la conosco, e non é affatto così scema come appare lí. Chiunque bazzichi il mondo del vino può dirtelo. E spero sinceramente che chi ha ascoltato i discorsi scemi che indubbiamente anche io ho fatto qualche volta (tu mai?) non mi giudichi un rampollo un po' idiota di una nobile famiglia ormai irrevocabilmente decaduta; parbleu, i miei avi si vivoltevebbevo nella tomba!

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zakk

circa 12 anni fa - Link

compaiono entrambi. Ludovico più easy, Piero sempre in "versione ufficiale". Entrambi con ottime idee commerciali, però uno se l'è goduta (perchè credete abbia venduto ai mondavi la tenuta dll'ornellaia?) mentre l'altro più posato e disciplinato (se avesse saputo che mondavi poi vendeva ai Frescobaldi mai e poi mai avrebbe permesso a Ludovico di fare quel che ha fatto). Mondovino a me è piaciuto molto, ma è inutile negare che Nossiter ha una tesi da dimostrare e che quindi lavora in quel senso. Quoto Giampaolo Paglia in questo suo concetto facile facile: "Pero’ a Nossiter non interessava rendere l’idea di quello che e’ Antinori nel suo complesso, ma solo lo spezzone che lo rende caricatura. Presi in questo modo, dubito che ci sia qualcuno di noi che non possa rischiare di passare da idiota."

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

@ Cinelli (o Colombini?) Non mi permetterei mai! Tu mi fai estrema simpatia, già solo perché scrivi su intravino :-) Gli avi falli vivoltave, non fa nulla

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Pellegrina

circa 11 anni fa - Link

Concordo totalmente con questa - seria - analisi del film di Nossiter che non si limita a usare un aggettivo per giustificare un'opinione, ma spiega come tecnicamente è fatto e come no. Che i produttori siano bravi uomini d'affari e allo stesso tempo abbiano quella mentalità, quella intelligenza, quella visione del mondo non è mica in contrasto. Nossiter spiega a quale prodotto porta tutto questo, e a vantaggio di quale sistema produttivo ed economico. Che il fatto di dirlo dia fastidio è comprensibile, che si debba etichettarlo con sufficienza come "manicheismo" è solo un frame conseguente a quel modo di pensare, per cui qualsiasi riflessione non epidermica sulla realtà va sistematicamente svalorizzata perché tutto prosegua nella stessa rotta tracciata, senza intoppi.

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Andrea Pagliantini

circa 12 anni fa - Link

Molti vini naturali (ma che vuol dire?) puzzano di fogna intasata, si fanno pagare o gli errori fatti nella in cantina o la mitologia del "vino intero" senza travaso o filtratura larga come se fossero pregi, come se fossero qualità, come se bere vini torbi e pieni di feccia sia un piacere e non vini fatti con i piedi. Antani.

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Francesco Amodeo

circa 12 anni fa - Link

E allora perché non ci dici quali sarebbero questi "molti" vini naturali (definizione che anch'io oggi faccio fatica a capire) che sarebbero come lei descrive. Basta frequentare qualche manifestazione per rendersi conto che la percentuale di vini "difettati" presentati è semplicemente minima. Quest'anno a Fornovo ho assaggiato quasi tutto; ebbene, circa il 5% dei miei assaggi erano vini sbagliati (e in prevalenza provenienti dalla Francia, gli italiani si contavano invece sulle dita di una mano). Sinceramente mi sono stufato di leggere da anni sempre gli stessi commenti IDENTICI, che ripetono sempre la stessa solfa non più aderente alla realtà da un bel pezzo.

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Andrea Pagliantini

circa 12 anni fa - Link

Francesco, mai sentito nel bicchiere acidità volatili degne di condire l'insalata? Da semplice appassionato dell'argomento, ascolto molto i pareri di persone che se ne intendono e frequentemente su questi vini dicono che le acidità, oltre i fondi e le camicie nei bianchi, sono parecchio evidenti.

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zakk

circa 12 anni fa - Link

beh, il dolcetto di Pino Ratto (persona di spessore imho) solitamente va bene per condire l'insalata, almeno da 5 anni a questa parte. Io gliel'ho detto anche 2 (3?) anni fa a Fornovo, ma giustamente io conto meno del due di coppe quando comanda spade. Qualche addetto ai lavori ha mai provato far notare la cosa?

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Francesco Amodeo

circa 12 anni fa - Link

A parte il fatto che Pino Ratto è gravemente ammalato e da parecchio tempo non frequenta più le fiere di esposizione, anche se fosse, ne avete citato UNO. Che è ben diverso da sparare a zero su un intero gruppo. Al Vinitaly di vini ossidati, con volatile eccessiva o brettati ne trovano anche lì, in percentuale minima certo. Esattamente come avviene (oggi) con la maggior parte dei vini "naturali". Basta assaggiare per rendersene conto, e per questo mi viene il sospetto che alcuni parlino senza averlo prima fatto. Poi vorrei far notare ad Andrea che anche lui è dotato di papille gustative, e che quindi può formarsi un giudizio personale su come stanno in realtà le cose senza doversi fidare per forza del parere di intermediari.

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esp

circa 12 anni fa - Link

almeno da 5 anni a questa parte

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mirko favalli

circa 12 anni fa - Link

io sono andato personalmente più volte a casa di pino e a parte il fatto che l'ultima annata che si trova in cantina(ancora da imbottigliare)è 2006 e quindi non ha niente che abbia meno 5 anni9, visto le gravi condizioni in cui stava si provò quando ancora poteva vendere a far analizzare il suo vino e nonostante a queste botti (alcune di annate anche più vecchie della 2006) fossero scolme, mai state travasate o solfitate ecc.. avevano al tempo (credo 2 anni fa) ancora tutti i valori perfettamente nella norma,ho bevuto vino suoi dei primi anni 70 con una eleganza e una beva da far rabbrividire produttori di barolo o montalcino, è un personaggio immenso, solo dopo aver conosciuto lui e lino maga capiicosa Veronelli intendeva dicendo "il peggior vino del contadino è migliore del miglior vino industriale"

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corrado dottori

circa 12 anni fa - Link

A parte che ho bevuto decine di bottiglie di Pino, avendolo avuto a fianco per anni in fiere e mercati ed assemblee, ed erano buonissime. Ma fare ironie su una persona che sta male e che negli ultimi anni ha sofferto, lavorando totalmente solo in un ambiente veramente duro e alla fine riuscendo sempre meno a seguire la campagna e la cantina, è orrendo. @ Capisco la tua amarezza per gli apprezzamenti su di un amico in difficoltà, ma cerchiamo di rimanere nei limiti della buona educazione. Grazie

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Francesco Maule

circa 12 anni fa - Link

grande Corrado. grande.

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esp

circa 12 anni fa - Link

almeno da 5 anni a questa parte Cinque? Ho ancora una bottiglia di "Bella Lacchera" dei primi anni 80 che già era fortemente marcata da quella che lui definiva acidità volatile, e per me era aldeide acetica. Mi spiace veramente che sia ammalato. Insalata a parte era un personaggio come ce n'è sempre meno.

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Andrea Pagliantini

circa 12 anni fa - Link

Di vino ne so molto poco non avendo frequentato corsi di degustazione ed avendo iniziato da poco ad interessarmene più convintamente quindi per forza di cose devo ascoltare chi ne sa più di me ed è nel giro e ha frequentato corsi, letto guide e sentito di cantine. Però nel mio piccolo mi sono accorto che c'è troppo fanatismo intorno al mondo del vino.

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Francesco Amodeo

circa 12 anni fa - Link

Ma scusa Andrea, se è come tu stesso dici, ovvero che non credi di avere le capacità per capire se un vino è difettato o meno in quanto è da poco che ti sei appassionato, non credi che certi commenti del tipo: "Molti vini naturali puzzano di fogna intasata, si fanno pagare o gli errori fatti nella in cantina o la mitologia del “vino intero” senza travaso o filtratura larga come se fossero pregi, come se fossero qualità, come se bere vini torbi e pieni di feccia sia un piacere e non vini fatti con i piedi" siano quantomeno fuori luogo? Lo dico solo perché non è vero, credimi. Non è così. Perlomeno non lo sono "molti" ma pochi, anzi pochissimi oggi.

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Andrea Pagliantini

circa 12 anni fa - Link

Infatti Francesco devo fare un bagno di umiltà avendo dovuto mettere fra virgolette le parole che citi, essendo parole uscite da una degustazione di vini "naturali" fatta da alcuni produttori biologici alcuni tendenti al biodinamico presi se non erro a Merano o a un convegno in Piemonte. Come vedi, non è solo di vino che sono un poco indietro, ma anche con l'italiano non sono un fenomeno. Ascoltavo in silenzio, non potendo fare altro, i loro discorsi e io percependo con molta fatica acidità volatili che ritenevano molto alte, scarsa limpidezza, fondo e velature nei bianchi. Molti si chiedevano come mai fare vino "naturale" non volesse dire fare vino buono e corretto, non di solforose dicevano, ma di travasi..... le solforose credo siano dei conservanti, ma non se ne potrebbe fare a meno? Qualcuno diceva si, qualcuno diceva uso parsimonioso.. non o le idee ben chiare...

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Pellegrina

circa 11 anni fa - Link

Ma Nossiter non dice mica che "tutti" i vini "naturali" espressione che non mi pare si senta mai nel film, sono perfetti! Dice che sono un'altra cosa, e si basano su un sistema economico e distributivo diverso. Tutto qui. Non si capisce perché la cosa debba sollevare tutto questo polverone, in fondo.

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

-L'influenza sul mercato del vino di Mondovino e' stata pressoche' nulla, in termini assoluti. Se si esce dal circuito delle fiere dei vini naturali e delle poche migliaia di appassionati e di operatori, e si parla con la gente "normale", si fa presto a rendersi conto di come stanno le cose. Del resto lo dice anche de Montille nel video. - l'operazione che fa Nossiter e' certamente di qualita' a livello cinematografico. Vista dall'interno del mondo del vino la parte fastidiosa non e' la dichiarazione d'amore verso i vini fatti "in un certo modo", sulla quale siamo piu' o meno d'accordo, con sfumature diverse (almeno qui). Quello che non mi e' piaciuto e continua a non piacermi e' la ridicolizzazione e la messa in cattiva luce a tutti i costi e con tutte le tecniche, del resto, di quello che non e' inquadrato in questa visione stilizzata e bucolica del "contadino". Questa operazione non e' necessaria, se non per funzionare da contraltare al "buono" del vino, finendo pero' con lo schiacciare sullo sfondo tutti i toni di grigio e le sfumature, rendendo una immagine in bianco e nero, di alto contrasto cinematografico, ma di discutibile aderenza alla realta'. Se si fa un documentario bisognerebbe sforzarsi di documentare la realta', magari anche rompendo i dogmi e i luoghi comuni, andando a vedere se e' vero che il bianco e' tutto bianco e il nero e' tutto nero, altrimenti si fa della fiction.

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Nicoletta Bocca

circa 12 anni fa - Link

A Dogliani abbiamo avuto il piacere di vedere in 'Et tu Brute' di Nossiter un pezzo su Ludovico Antinori: tutti i toni del grigio.Con quel bel senso di ambiguità intelligente che tutti i toni del grigio possono portare con loro quando li si sa cavalcare bene e non quando sono vero dubbio e riflessione articolata. Mi pare che con questo primo tipo di tonalità grigiastre sia fatto tanto revisionismo politico e si stia cercando di rendere l'area dei vini artigianali e/o naturali ampia quasi quanto quella del prosecco versione Zaia, se non molto di più.

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corrado dottori

circa 12 anni fa - Link

@Giampaolo. Guarda che quando Mondavi dichiara che sarebbe bello fare vino su Marte è lui stesso che si rende ridicolo, non certo Nossiter che lo rende tale. Quando il cane scoreggia nell'ufficio del più influente degustatore di vini al mondo è la scena ad essere ridicola. Nossiter non forza la realtà, la svela. Come dice Francesca monta con l'accetta per sostenere una tesi, e può non piacere, ma non altera la realtà dei fatti. In questo senso è "militante", ma nel senso più positivo e profondo della parola. Militante in una guerra del gusto che c'è, ed è inutile nascondersi. Che si combatte quotidianamente. E che non è, come erroneamente si vuole far passare anche qui, quella fra industriali e contadini o quella fra vini convenzionali e naturali. Ma è il confronto fra chi vede il prodotto agricolo solo come una merce e chi lo vede anche come un bene socio-culturale. Poi, anche in questa conflitto, come in tutti i conflitti, ci sono fiancheggiatori, spie, guerriglieri, voltagabbana, mistificatori, eroi, mediatori, ambasciatori di pace, sabotatori...

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

@Nicoletta. alla fine non ho capito bene se ti piace il grigio o il bianco e nero. @Corrado. Lecita l'operazione Nossiter, e lecita la battaglia, se uno vuole vedere il mondo cosi'. Infatti quel sistema di montaggi, angoli di ripresa, ha un solo scopo: combattere la battaglia, piu' che documentare. E con quello scopo riesce solo a convincere chi e' gia' convinto. Chi vuole ragionare, magari usando le proprie sinapsi neuronali, preferisce che vi sia un peso ed una misura unica, sia per i "buoni", sia per i "cattivi". A meno che tu non voglia sostenere che le ca*****e siano appannaggio esclusivo dei Mondavi, e che non si trovino anche - e quante - in ambienti diciamo culturalmente piu' vicini a te e a me. Mi sarebbe piaciuta qualche verita' rivelata anche nell'altra sponda, Steiner volendo.

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corrado dottori

circa 12 anni fa - Link

Non ho usato la parola militanza a caso. Così come all'inizio ho citato Pasolini non a caso (con tutte le differenze del caso): Mondovino è un'opera che ha una in sé una potente molla morale. Tutto questo necessita di e implica uno sguardo soggettivo. Si tratta forse di "una" possibile interpretazione del mondo enoico. Ma personalmente preferisco farmi una opinione su un film del genere piuttosto che su un generico documentario "volemmose bene". Se qualcuno ha un'idea differente di rolland o di mondavi che abbia i coglioni, il talento e i soldi per girare un Mondovino al contrario. Poi giudicheremo. E' il conflitto a generare conoscenza non l'eterna mediazione, non una impossibile scientificità. Ciò su cui non sono fondamentalmente d'accordo con te è che non è vero che il film abbia convinto i "già convinti". E' stato duramente attaccato proprio perché, invece, ha inciso profondamente su una vasta platea. Ripeto, è stato uno sparti-acque, come certi dischi o certi gruppi indie o underground che a un certo punto- col botto - svelano al mainstream che esiste qualcosa-d'altro.

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Sono piu' che convinto che Mondovino sia semplicemente un film travestito da documentario e come tale e' stato prodotto e come tale dovrebbe essere giudicato : una produzione cinematografica atta ad intrattenere e visto che la realta' e' spesso piu' fantasiosa della finzione, ecco che il regista attinge nel reale mondo vinicolo. Certo, viene toccato qualche nervo scoperto, ma fa' parte della trama ed inoltre aiuta ad attrarre l'attenzione. Tutto qua.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Quanto ha ragione, nel nostro piccolo mondo del vino a volte la realtà è molto più fantasiosa di qualsiasi fiction televisiva. Mi creda, a fare una galleria molto più deprimente di quella di Mondovino ci vuole poco, e lo si può fare in qualunque categoria del vino, nessuna esclusa. Ma non sarebbero ritratti realistici. In fondo noi vinicoli non siamo altro che quegli sfigati, più o meno squattrinati, che in pochi decenni hanno conquistato i mercati del mondo scalzando i super professionisti e ricchissimi francesi che li monopolizzavano da sempre. Non siamo granché e sputate pure su Antinori e Fescobaldi, fate pure, ma senza di loro e senza pochi altri tutto questo circo non ci sarebbe. E detto questo mi taccio.

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Wayne

circa 12 anni fa - Link

Il documentario di Nossiter è molto interessante, però è stato girato con un atteggiamento molto negativo verso il mondo del vino. Ho trovato particolarmente interessante una scena: quando chiesto cos'è la cosa più importante nel vino, la figlia di un produttore francese disse: l'acidità per renderlo longevo. Trovo strano che spesso i produttori mettono la longevità di un vino in primo piano e la piacevolezza solo dopo. Cos'è la cosa più importante nel vino se non la piacevolezza?

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Annalisa Motta

circa 12 anni fa - Link

L'acidità non è l'opposto della piacevolezza nel vino. Anzi, è un elemento importante per l'equilibrio e, come detto, fondamentale per la sua longevità. E' la risposta (un po' ruvida) di un tecnico e forse strana per chi non è addetto ai lavori.

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Wayne

circa 12 anni fa - Link

È vero che l'acidità è importante per l'equilibrio, ma non deve assolutamente prevalere.

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Annalisa Motta

circa 12 anni fa - Link

Infatti lei dice che è un elemento importante, nel senso che è un punto chiave da controllare, non che debba prevalere in senso di quantità così da diventare fastidiosa.

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Ivan

circa 12 anni fa - Link

Che noia l'oggettività.

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

meglio la parzialita'. Benvenuto in Italia allora, qui non ci si annoia mai.

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Nicoletta Bocca

circa 12 anni fa - Link

Nel video di Hubert de Montille qua sopra, nell'apertura di pagina, compare sottotitolata una frase che sposa i dubbi che emergono nel pezzo di Francesca Ciancio: Nossiter è un manipolatore. Più avanti nell'intervista vengono dette anche altre cose, che ridanno a Montille esattamente il posto che aveva in Mondovino con le sue posizioni, ma caso vuole che non siano state scelte per stare fisse sul video nella schermata iniziale. Questa la chiamiamo parzialità e 'montaggio' a favore del sostegno di una tesi o vogliamo darle il nome di imparziale desiderio giornalistico di dare la notizia? Francesca si chiama fuori, fà del giornalismo inparziale animata dal solo desiderio del dibattito o in questa imparzialità totale più o meno involontariamente sostiene delle tesi? Chiunque pensi ha delle tesi e legge le cose che lo circondano in quella direzione, è onesto farsi delle domande mettendo in dubbio quello in cui si crede e che si è visto, a patto che le domande non diventino un terreno melmoso in cui alla fine tutto ha lo stesso peso e tutte le cose si somigliano. Quel terreno melmoso diventa un sostegno involontario a chi gioca sull'ambiguità delle proprie posizioni.Come ho già detto, diventa il terreno del revisionismo, dell' 'avevamo detto ma ora ci abbiamo ripensato', dell'' eravamo lupi mannari, ma ora facciamo un vino senza solfiti prodotto in milioni di bottiglie, anche se Mondovino non conta nulla' . Se il documento a sostenere una tesi è buono e non troppo manipolato, alla fine le cose vengono fuori, si svelano, come dice Corrado. Come anche nel video di Montille

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

Il punto e' che questo e' un documentario. E' un documentario che parla del mondo del vino. La documentazione avviene pero' seguendo la volonta di dimostrare una tesi gia precostituita nella mente del regista. In questo caso piu' che un documentario la forma migliore sarebbe un film, una fiction. Sarebbe come se un ricercatore scientifico volesse provare la sua tesi selezionando solo i risultati che a lui fanno comodo, scartando gli altri che sono poco "conformi". Anche in questo caso non si puo' dire che menta, sta rivelando una realta', solo che si tratta di una realta' parziale, costruita per omissione di quello che non si accorda con il suo desiderio. Ovviamente Nossiter non ha nessun obbligo di condurre una documentazione a tutto campo, puo' benissimo fare quello che ha fatto, e mostrare spezzoni di realta', rimontati esattamente per conformarsi al suo ideale di vino. Nessuno gli vieta di fare questo, nessuno vieta a me, o ad altri, di criticare questo approccio per le ragioni suddette.

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Non credo, sinceramente, che Nossiter avesse una tesi gia precostituita. Secondo me il film si è fatto da solo. Neanche Nossiter aveva idea di quello che gli intervistati avrebbero detto lasciati liberi di parlare davanti ad un microfono e ad una telecamera. Quando si vuole orientare una discussione o un'intevista secondo le proprie idee si provoca e si fanno domande a tema. Nossiter questo non lo fa, concorderai con me. Tutti sono liberi di gestire camera e microfono come vogliono, lui è molto passivo. No, credo che anche lui sia rimasto sorpreso dai risultati di questo "backstage" del mondo del vino. La ruvidità di Mondavi e di Rolland, o la pochezza di altri protagonisti, credo che abbiano stupito anche lui. Come dicevo sopra non ha fatto nulla per "correggere" queste immagini, ha lasciato tutto così com'era.

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francesca ciancio

circa 12 anni fa - Link

Nicoletta taglio corto. L'immagine di apertura del video la sceglie Yuotube, o meglio ti fa fare una scelta tra tre fotogrammi, io ho scelto quello dove Hubert sembrava stare meglio, non certo il fotogramma dove c'era scritto un messaggio "inquisitorio". A me pare che nel mio video ci sia ben poco di manipolato: il sighor de montille da persona saggia qual è ha fatto una riflessione a distanza di anni. Poi al contempo parla della sua simpatia per la famiglia Nossiter.Io da che parte sto? Se ho scritto questo post è perchè avevo del materiale video interessante secondo me: poter sentire "un vecchio del vino" su un documentario in cui lui stesso è protagonista e che ha cambiato il modo di parlare di vino, è cosa interessante. Mi piace Mondovino? Si , lo trovo fazioso? si , nella vita bisogna schierarsi? si. Le idee e finanche le ideologie hanno un significato ? Si. Io la penso come de Montille e penso anche che se Nossiter mi invitasse in Brasile ci andrei di corsa

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

Friedan Ciancio mi piace? Sì

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Annalisa Motta

circa 12 anni fa - Link

Nossiter ci ha mostrato il mondo del vino come lo vede lui, così come fanno tutti gli artisti. È un regista, non è un ricercatore per cui non vedo perchè aspettarsi un'opera di valore scientifico. Personalmente mi è piaciuto, così come il libro che ha scritto poi. Secondo me ha dato un'idea abbastanza efficace di certi aspetti del mondo del vino, pur con alcune pecche e senza pretendere che tutto sia oro colato o che le persone che compaiono siano racchiuse solo nelle scene o nelle parole che ha scelto di mostrarci. Sinceramente mi stupì piuttosto che alcune persone dicessero certe cose davanti ad una telecamera! Puoi anche montare o tagliare come ti pare ma certe "perle" non le ha messe in bocca lui a chi le dice!!!!

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Non capisco del perche' Mondovino avrebbe dovuto essere equo a tutte le parti in questione; Nossiter aveva tante idee da esprimere e l'ha fatto. Certo e' che in poche ore di filmato ha dovuto condensare tutte le pecche e le leggende, a sua veduta, che affliggono il circuito vitivinicolo mondiale e quindi ha usato l'arma dell'ironia feroce , della demolizione della credibilita' dei vari personaggi non apprezzati e la santificazione di tutti coloro che incontravano il suo favore. Chi sostiene che questo o quel protagonista apparso nel film sia uno sciocco, e' scicco ed ingenuo lui stesso; Mondovino e' un film pseudodocumentario basato su fatti e personaggi realmente esistenti e dunque come tale dovrebbe essere commentato. Monsieur De Montille, da gran volpone, non si e' lasciato del tutto lusingare e lo esprime nella breve ma preziosa intervita riportata sopra.

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

Non sono d'accordo su quanto scrive Don y Montes nel suo ultimo commento. Nossiter è un film-maker professionale, e Mondovino lo dimostra. Proprio per questo ha un valore, non è affatto un film venuto da solo in cui lui ha lasciato tutto com'era. Lui ha scelto chi intervistare, filmato e montato. Uno dei fili conduttori principali si muove intorno a Parker, la famiglia Mondavi e di striscio anche alcuni produttori italiani fra cui brilla Ludovico Antinori. Per me la scena della sua intervista è un capolavoro di neo-neorealismo. Così come è la rappresentazione del rapporto padre-figlio-figlia in casa de Montille è un splendido esempio di sapiente sceneggiatura semi-spontanea. Purtroppo molti di noi dell'ambiente enoico quando uscì cercammo soprattutto chi c'era e quanto venisse sputtanato. Invece il docu-film visto senza pregiudizi è ancora bello e fatto bene. Qualcuno è morto, qualcun altro si è ritirato, qualche azienda ha cambiato proprietà e qualcuno ha perso potere. Certi argomenti sono datati e superati, ma l'opera in sé è autentica proprio perché non è né oggettiva, né spontanea. Altrettanto non posso dire del dibattito di cui sopra, che in parte sgonfia la mia ammirazione per Nossiter, ma di questo ho già scritto nell'intervento precedente.

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Puntarella Rossa

circa 12 anni fa - Link

Comunque, a parte l'intervista che gli abbiamo fatto, vi do un'informazione che magari vi interessa: se volete porre direttamente queste questioni a Nossiter, il 6 dicembre sarà a Roma, al Kino, per un incontro con degustazione di vini naturali. qui le info http://www.facebook.com/events/326759447337605/?ref=ts oppure al sito del kino www.ilkino.it un saluto

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Salgari

circa 12 anni fa - Link

Grazie Francesca per avere risollevato il livello di intravino. Olè. Nel merito: 1) non conosco ma apprezzo e condivido pienamente il pensiero di Cinelli Colombini. Il suo mi sembra il giudizio più equilibrato di quanti letti finora - infatti non toglie a Nossiter i suoi oggettivi meriti. 2) di MANICHEISMO si tratta. Infatti: a- Dottori ha scritto una stupidata citando Pasolini (che evidentemente conosce così cosa', come fanno tutti coloro i quali assorbono ideologia di seconda mano). Essere schierati non vuol dire essere manichei. b- Bocca fa una bella digressione sulle tonalità del grigio (quante parole per dire così poco...) per poi arrivare a conclusioni altrettanto manichee: c'è stato revisionismo politico, qualcuno è sfuggito alla rete della Stasi e si è infiltrato nel raggruppamento dei produttori naturali che è ormai grande come l'oceano indiano, occorre una nuova repulisti, e bla bla... insomma, chiari segnali di insofferenza di chi voleva essere elitario e si trova espropriato del proprio piccolo pezzetto di giardino ( e qui sorge la domanda ai tanti produttori naturalisti che condividono le sue "grigie" preoccupazioni: ma allora vi interessava davvero l'ambiente, la natura, l'impatto dell'uomo sull'ecosistema, oppure contavate soltanto di distinguervi come i "migliori"???) c- grandi gli interventi del trio Montes, Dottori, Maule sull'accetta e gli altri strumenti da taglio. I premi alla logica e allo stile vanno tutti a Montes, per quella citazione sul giudice e lo stupro che si commenta da sè. Sappia che Lei ha appena stuprato il buon senso ed il garbo. Auguro a tutti e tre che, quando arriverà il giorno del giudizio, vi troviate di fronte un Cinelli Colombini qualunque. Sarebbe troppo ironico se vi doveste giudicare a vicenda. immagino Dottori che dice a Maule: "ecco, ti do una sforbiciata alla mano perchè quando avevi tre anni hai rubato i big babol alla cassa della coop". Poi Maule che dice a Dottori: "e io ti taglio laggiù perchè hai commesso florilegio nei tuoi pensieri". E infine Montes che esclama: " e io vi do un bel colpo di accetta, a tutti e due, perchè quando vi siete accorti che l'uva ammuffiva siete corsi al consorzio agrario a comprare gli anti-fungini che pubblicamente disprezzavate"... suvvia ragazzi, sappiamo che siete tre suorine innocenti, ma insultate la ragione a scorrazzare da un estremo di integrità all'opposto del non-sense del non-giudizio del non-giudice... 3) l'esito del manicheismo è che, per fortuna, non vince. Ringrazio Pagliantini e Rampavia per averne fornito documentazione. Pagliantini: "Molti vini naturali (ma che vuol dire?) puzzano di fogna intasata, si fanno pagare o gli errori fatti nella in cantina o la mitologia del “vino intero” senza travaso o filtratura larga come se fossero pregi, come se fossero qualità, come se bere vini torbi e pieni di feccia sia un piacere e non vini fatti con i piedi.". Non sarà il primo a dirlo, e noi a differenza dei manichei non facciamo di tutta l'erba un fascio, ma ha le sue ragioni. E soprattutto Rampavia: "Dopo tanti anni, consideato come si sta evolvendo la storia del vino “naturale”, incomincio ad avere qualche dubbio". Eccovi serviti, cari sacerdoti del manicheismo. Voi ci provate a spezzettare l'universo mondo per dire che siete i più fighi. E parzialmente ci riuscite anche. Difatti adesso avete Villa Cerea, Villa Favorita e tante altre ville (sono certo che qualcuno metterà i puntini sulle i perchè avrò sbagliato il nome di qualche villa, ma poco importa). Per fortuna -nostra e vostra (v. punto c) fino in fondo non ci riuscirete mai. -Salgari- PS: sempre per il caro Montes: comunque il tuo modo di commentare i vini di Etienne e Alexis de Montille è orribile e infinitamente triste. Una presunzione ed una saccenza così grandi non appartengono nemmeno al più grande dei vignerons. Nessuno che abbia mai provato a inchinarsi alla terra e ai suoi frutti, che abbia capito questo gesto fino in fondo, fino alla sua essenza, nemmeno dopo quaranta vendemmie oserebbe un commento così definitivo. Il tuo è uno straziante commento privo di umiltà e curiosità. Hai tolto tutti i grigi. Hai tolto tutte le possibilità. Hai usato l'erbicida più forte di tutti: il veleno di chi non si aspetta più nulla di nuovo. Auguri.

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Grazie per avere accostato il mio nome a quello di Corrado Dottori e Francesco Maule, per me è un onore :-D

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Bruno Serrano

circa 12 anni fa - Link

Sicuramente. Due grandi artigiani, Maule e Dottori. E vediamo se il sig; re Salgari ha il coraggio di rivelarsi adesso. p.s. E poi che Etienne de Montille ha cambiato lo stile dei vini de Montille per lasciarli più facili, con tannini più morbidi e dolci (fra altro) è un fatto conosciuto (almeno in Inghilterra, negli Stati Uniti e in Francia). Perché lo dice anche Etienne de Montille! Ma forse Sig.re Salgari e la sig.ra Ciancio sanno più di lui su sui propri vini?

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Francesco Maule

circa 12 anni fa - Link

amen. che cultura questo Salgari!

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Bruno Serrano

circa 12 anni fa - Link

La rabbia e il disprezzo spaventoso del signore "Salgari" (si permetterebbe di scrivere così, non nascondendo la sua identità?) è la prova che l'ironia non può esistere dove c'è manicheismo.

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Bruno Serrano

circa 12 anni fa - Link

p.s.s Francesca Ciancio ha scritto che i vini di Hubert de Montille "erano al limite della bevibilità da giovani, era proprio difficile metterli in bocca, c’era solo da aspettare, ma tanto tanto". Ho una domanda per lei Sig;ra Ciancio. Quando ha provato i vini giovani del padre e quanti anni aveva lei? Perché lui ha smesso di fare il vino tra il 93 e il 96. Lei ha dunque provato i suoi vini dal 90, 91, 92, anche 93, in questo periodo? Se no, da dove viene questo giudizio che è presentato come un' esperienza personale?

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Una riflessione fuori tempo massimo, che nessuno leggerà; ma quanto sono bravi questi francesi a farsi adorare dagli stranieri, stiamo qui in Italia a discutere sui massimi sistemi e per farlo abbiamo bisogno di usare uno straordinario documentario/film che è tutto un peana ai grandi viticoltori di Francia! In cui noi italiani siamo solo modesti comprimari, e per lo più macchiette. E che bel film poi, tutte coppie da da stereotipo; il francese eroe e quello viscido al servizio del nemico della patria, l'americano colonizzatore arrogante e quello ricco e parimenti arrogante, l'italiano povero ma bello e quello pulcinella. Noi come sempre abbiamo il ruolo di caratteristi, un po' poco e un po' umiliante. Sarà l'amarezza per la stagione in cui siamo commissariati dalla bundesbank, ma ripensando a freddo a Mondovino dopo qualche anno mi viene un groppo in gola; ma saremo sempre così provinciali e subalterni?

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Sbirciando velocemente la nostra storia, istintivamente, viene da dere : Si. Poi con calma, riflettendo e ponderando si conferma la prima risposta : Si e purtroppo, ancora si. Mi perdoni il mio pessimismo di fine settimana.

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Pellegrina

circa 11 anni fa - Link

Forse perché sono il frutto di una società istruita e abituata alla discussione e al ragionamento, anziché del feudalesimo ignorante e urlatore cui ancora è ferma l'Italia. Perché i contrari alle tesi di Nossiter non gli rispondono nella sua stessa maniera? Facessero un film altrettanto colto, che non si ferma alle cifre di acri e bottiglie, che anzi le interpreta storicamente e socio-culturalmente, poi se ne riparla.

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esp

circa 12 anni fa - Link

Scusate ma questo Mondovino è per caso un doumentario trasmesso su Sky ormai circa 5 anni fa?

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Francesca ciancio

circa 12 anni fa - Link

@sig. Serrano lei sta chiedendo a una signora di rivelare la sua eta'. Sa che non sta bene? Comunque non voglio adottare un atteggiamento snobistico: le dico che mio nonno era un appassionato di vini di Borgogna . Tra le sue bottiglie non mancavano quelle di hubert. Io ero quasi maggiorenne negli anni da lei riportati. All'epoca capivo molto poco ma la memoria gusto-olfattiva mi ha aiutato a mettere assieme i pezzi. Comunque se avrà la pazienza di seguirmi , settimana prox sono in Borgogna. Saprò dirle qualcosa di piu'

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Bruno Serrano

circa 12 anni fa - Link

Sig; ra Ciancio, la chiedo scuso se rimango molto scettico. Lei sapeva già e lo sapeva adesso quali vini erano di Hubert e quali no? Non sembra così. Conosce così bene l'azienda e ha accompagnato il periodo complesso di transizione tra padre e figlio per identificare quando lo stile cambiava? Se fosse il caso, credo che lei avrebbe fatto un discorso dettagliato invece di parlare delle bottiglie del nonno (!) e chiedere di aspettare una settimana per la sua risposta! Francamente mi sembra che in tutto questo argomento qui sopra, chi è responsabile per una provocazione manicheista e poco informata è stato, dal inizio, lei, con una serie di pronunciamenti senza molto fondo, riciclando idee ricevute; sia questo cliché dei vini impenetrabili dal padre, sia su Mondovino ("cattivi e buoni" è la vecchia accusa fatta dai Mondavi, Parker, Rolland, Antinori, Wine Spectator, Gambero Rosso inter alia e da tutti quelli che volevano proteggere lo status quo nel mondo del vino). Non è per caso che i due signori più irritati dal film in questa discussione (Sig. Colombini e sig. Paglia) siano proprietari di aziende in Toscana. "L'establishment toscano" non fa bella figura nel film. Io sono un semplice amatore di vino franco-cileno, ma ho 68 anni e ho accompagnato, annata per annata, personalmente per il mio piacere, lo sviluppo dei vini de Montille dagli anni 70 in poi. E ho seguito da lontano Hubert de Montille. Lui, mi dicono, sarebbe il primo a dividere il mondo tra buoni e cattivi (era un ottimo avvocato e ha incontrato guai varie volte per commentari esplosivi...ricerca sul internet se vuole saperne di più) e se lui parla del film così oggi, è forse per distanziarsi dai critici portati al film dai reazionari del mondo del vino, alcuni di loro essendo i suoi vecchi amici. E diceva senz 'altro queste cose perché gli piace l'ironia. Ma l'ironia, sembra, non è per tutti. Bisogna forse un certo spirito o un certo età per anche riconoscerlo. p.s. E poi altra ironia, De Montille dice che il film non ha portato un solo cliente al azienda. Come si spiega allora che dopo l'uscita del film, l'azienda si e quasi raddoppiata di taglia e che il figlio e la figlia hanno potuto fondare un business di négociant abbastanza importante. Buono in affari il figlio ma così buono da solo? E solo per caso che è successo negli anni subito dopo l'uscita del film? Come diceva Renoir, "chaqun a ses raisons" .

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francesca ciancio

circa 12 anni fa - Link

Parto dalla fine sig. Serrano: quanto afferma Hubert sui numeri rimasti stabili dopo l'uscita di Mondovino, cosa ne posso sapere io? mi sono limitata a raccogliere un suo intervento. Per i numeri chieda a de Montille, scusi. Per andare a ritroso. Sapevo che i vini che ho bevuto fino ai primi anni '90 erano dell'avvocato. Per me non esisteva un altro de Montille. Sono del '74: è evidente che non posso avere il suo "storico". Bevevo un po' di vino con scarsa consapevolezza e per accompagnare una passione di mio nonno ( è scettico? non vedo perché. Mio nonno era un commerciante in ambito alimentare e così aveva iniziato ad appassionarsi al vino). Sto cercando di dirle che io quei vini me li ricordo, ma che la mia riflessione sui quei vini è stata posteriore alle bevute, ovvero quando ho cominciato a ragionarci sull'argomento. In generale mi sento anche di dire che in tutte le aziende dove si registra un passaggio di consegne, un mutamento di stile c'è per forza, anche contro la volontà di chi lo fa il vino. Non ho mai detto che i vini di Hubert fossero impenetrabili, semmai più austeri e sottili, il che non significa che fossero meno buoni: detto questo caro sig. Serrano siamo nel soggettivismo puro: quello che piace a me può non piacere a lei e viceversa. Lei conosce vero la "Maison DEux Montille Sœur Frère? nasce nel 2003 per volontà più di Alix che di Etienne, un'azienda più bianchista che rossista ( anche per il legame con Roulot e per passione di Alix). Come spiega molto bene Mondovino, quella dei de Montille è innanzitutto una bella storia familiare con 3 personaggi molto forti. Non ridurrei tutto al naso e alla bocca dei vini vengo poi a ciò che mi sta più a cuore. questo post e la video-intervista. Sembra che facciate difficoltà ( lei come altre persone intervenute in questo post) a capire che quanto afferma Hubert è ciò che lui pensa. Che poi a distanza di quasi 10 anni lui sposi anche un po' le posizioni dei "cattivi",mi scusi sa, ma non è un problema mio e nè mi riguarda il motivo per cui lo fa: io mi sono limitata a raccogliere una testimoniananza. Ho come l'impressione, mi consenta, che lei ci sia rimasto male. non per quello che ho scritto, ma per quello che dichiara Hubert. Non capisco come si facciano a confondere i due piani. Sono in partenza pe rla Borgogna. Sono una giornalista e quindi come tale questo post e i vostri commenti possono essere uno spunto per raccogliere altre informazioni, non le pare?

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francesca ciancio

circa 12 anni fa - Link

aggiungo io un'ironia: mettere Giampaolo Paglia nell'“L’establishment toscano" mi fa un po' ridere.

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Gianpaolo Paglia

circa 12 anni fa - Link

anche a me, lo volevo dire ma poi ho pensato: forse qualcuno ci crede!

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Lido Vannucchi

circa 12 anni fa - Link

Bravi e brava Francesca, bellissimo e caparbio post, mi siete piaciuti. Francesca ti vogliamo piu' produttiva ciao lido

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Bruno Serrano

circa 12 anni fa - Link

Sig;ra Ciancio, con tutto rispetto per la libertà di ognuno, lei vuole farci credere che ha solo messo l'intervista di Montille -assai manipolata in se, lasciando questa frase, mal tradotto, di "manipolatore" sull' immagine fissa per esempio-* senza avere una posizione lei? Questo non è ironia ma sarcasmo, nel senso di voler prenderci in giro. E giornalismo questo? E lei che scrive che in Mondovino "c'è della manipolazione" e che divide "buoni e cattivi". Quello che lei ha dichiarato è nient' altro che un giudizio manicheista (e senza nessun lavoro giornalistica dietro, solo un' opinione, buttata sul internet). E questa opinione non è per niente originale. E un riciclaggio, parola per parola, di opinioni poco fondati, che erano già detti da molti (del establishment mondiale), molti anni fa. Per favore, non dirci che lei è "una giornalista" che solo "raccoglie informazioni"! p.s. L'ironia nel mettere Giampaolo Paglia del Poggio Argenteria dentro l'establishment non c'è. Può essere che sono ottimi vini fatti da un ottima persona (è il sig. Paglia è rimasto molto cortese in tutti i suoi commentari anche se non condivido la sua visione), ma un biotecnologo facendo un Morellino e Syrah e altri vini (diciamo "moderni" ) della Maremma che ricevono tre bicchieri nel Gambero** è esattamente l'altro lato del establishment toscano (e ormai internazionale). C'è il vecchio establishment come Antinori e il nuovo, molto concentrato (coi vini molto concentrati come piace a Gambero e a Parker etc.) in Maremma (grazie anche alla famiglia Antinori all' origine!) . Poi l'unione di un agronomo e un marketing manager, signora Ciancio, che fa vini di stile internazionale tra altro, con uve francesi -o autoctoni- in Toscana, è, già da molti anni, il nuovo establishment. Ma se lei non se ne rende conto, forse vuole dire che anche lei cerca di farne parte. Anzi, la consiglio di cercare lavoro dal sig. Parker o al Gambero subito. Questo "articolo" gli piacerà da morire. (* per favore non cercare di deresponsabilizzarsi di nuovo dicendo che é tutto colpa di Youtube!) (** Ecco la recensione del Gambero sul vino vincitore del Poggio Argenteria : " È un vino caldo e solare, in grado di riflettere i doni e le caratteristiche del territorio. È provvisto di un colore ricco e da profumi intensi e puri di marmellata di more, pepe e spezie dolci. La bocca è rotonda, piena, ricca di tannini dolci e di un finale fresco ed elegante. Un Morellino da Tre Bicchieri, insomma." Si tratta, allora, di "caldo, solare, ricco, marmellata, rotonda, tannini dolci...." Sappiamo dove siamo, no?

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Antonio Tomacelli

circa 12 anni fa - Link

Signor Serrano, mi permetta una domanda: lei è italiano?

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Bruno Serrano

circa 12 anni fa - Link

Franco-cileno. Faccio il mio meglio con la vostra bella lingua. Chiedo scusa per i sbagli.

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francesca ciancio

circa 12 anni fa - Link

Sig Serrano deve aver riportato una scheda vecchia di Poggio Argentiera, perché quest'anno i vini di Paglia non sono nella guida da lei citata. Prenda per buono un consiglio: s'informi anche lei sul lavoro altrui. Su tutto il resto ho ampiamente risposto. Va bene così, lei non è d'accordo con questo post. Lo abbiamo afferrato saluti

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Bruno Serrano

circa 12 anni fa - Link

Che importanza se era quest'anno o uno recente? Per chi apprezza il Gambero, possono essere felici che rimane fedele a se stesso. Ma che l'azienda fa parte dell'espressione dominante della Toscana attuale, mi sembra una proposta poco polemica. E ovviamente accetto la sua graziosa proposta che l'abbiamo afferrato. Cordiali Saluti

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

Guardi sig. Serrano, non e' che mi dispiacerebbe essere nell'establishment dei vini toscani, almeno nella misura in cui non mi importa poi tanto non esserci. E' pero' buffo che lei mi ci metta, la mia e' un aziendina, dove si cerca di lavorare bene a volte anche un po contro corrente, il che puo' portare anche all'esclusione dalla guida piu' mainstream che esiste. Il che ovviamente mi pone molto poco nell'olimpo dei grandi nomi toscani, che sono ben altri. Ma in fin dei conti questo c'entra poco col discorso del film di Nossiter, o sbaglio?

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Giovanni Bosca

circa 12 anni fa - Link

Caro Serrano, per me la Ciancio è la regina dell'arrampicata sugli specchi. Intavino è solito provacare: l'importante è non essere contrari, per carità, poi bisogna vedersela con Paglia e Morosi. C'è perfino chi ha scomodato il Manicheismo: quanta volgarità e rabbia Signor. Salgari, problemini personali con il mondo? Nossiter ha usato l'accetta? Significa che sa fare il suo lavoro. Ha una posizione, possiamo dire questo di Intavino? Con molta tristezza noto arroganza e prepotenza, avevo cosi tanta fiducia nei blogger. PS. Vini naturali: quando la smettiamo di dire cose stupide? Naturale uguale puzza? Chi decide di praticare il biologico o il biodinamico ha semplicemente il desiderio di fare la propria parte con la natura.

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maurizio

circa 12 anni fa - Link

Scusate se mi inserisco un pò tardi. L'articolo di Francesca Ciancio mi offre lo spunto per rendere giusitizia ad una grande figura di vignaiolo italiano, le cui posizioni assunte, tra l'altro in periodi concomitanti, potevano ben dirsi speculari ai temi trattati da Hubert de Monville in Mondovino. Era Bartolo Mascarello. Ci siamo quindi trasferiti in un mondo che sa ancora esprimere in certi produttori emozioni sempre nuove attraverso grandi vini legati alla terra, eccome se lo sono, come le Langhe. Anche lui in certe occasioni vilipeso dagli "americani". Ecco, se c'è un limite nel grande film denuncia Mondovino, è proprio quello di ignorare completamente la più grande relata vitivinicola italiana e le sue energie produttive ed anche dialettiche. Mi paere che su questo si possa convenire..o vogliamo continuare a parlare, con riferimento all'Italia, solo dei produttori ...di merlot e cabernet souvignon ignorando le specificità ?

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Pellegrina

circa 11 anni fa - Link

Osservazione molto intelligente che condivido. Il film fa un discorso mondiale e a quel livello, siccome nell'immaginario anglosassone l'Italia è la Toscana come nel XIX secolo, pure il vino finisce con l'esserlo. Sarebbe interessante vedere le dieci puntate della serie, che io non ho trovato, e probabilmente anche le lagne sul presunto manicheismo si stempererebbero molto. Se il film ha dovuto riassumere così tanto per arrivare a 135' attuali sicuramente molti raccordi e molti argomenti si sono persi. Forse (lasciando perdere il manicheismo, che sta nella polemica inesausta tra chi vuole solo lasciare le cose come gli attuali equilibri di forza le hanno messe e chi invece riflette e si chiede perché e con che funzione certe cose stanno così e non diversamente), in quelle 10 puntate comparirebbero altri produttori e altri vini e territori italiani. Le immagini finali del film, quelle del contadino sudamericano, sembrano appunto suggerire protagonisti che nella versione finale sono praticamente scomparsi. E a proposito: io ho trovato un po'macchiettistici anche personaggi che secondo i ciritci mainstream di qui dovrebbero appartenere al cosiddetto mondo dei buoni. Le figure iniziali e finali del film, appunto: piccolissimi produttori, senza grandi strumenti né apparati. Perché probabilmente lo sono (come possiamo esserlo tutti): e il tanto vituperato regista lo registra, fedelmente come fa per gli altri. Solo che, guarda un po', il chiasso si leva giusto al momento in cui ohibò l'obiettivo si ferma sui potenti e danarosi del circuito. A leggere questo post, insomma, se ne conclude che anche il vino è paese. (Mi è rimasta però la curiosità del Borgona di base di Montille.)

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

C'è un errore gravissimo nel pezzo di Puntarella Rossa. Il Domaine de la Romanée-Conti non è affatto di Hubert de Montille!!!!!! Il Domaine de la Romanée-Conti è una società in atto gestita da Aubert de Villaine e Henri-Frédéric Roch. Il reale gerente è Aubert de Villaine. Henri-Frédéric Roch, nipote della famosa Lalou Bize-Leroy (ex socia di de Villaine), rappresenta la famiglia Leroy nel Domaine, ed è fondatore e proprietario del grande Domaine Prieure Roch (che fa, secondo me, alcuni tra i migliori vini del mondo).

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Infatti i De Montille possiedono un appezzamento di terra attigua a la Tache e molto vicino a quello dove si coltivano le uve per il Romanee-Conti

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puntarella rossa

circa 12 anni fa - Link

Hai ragione, per un refuso era saltata un pezzo di frase di Jonathan. Abbiamo corretto, grazie

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