Croazia | Quale vino del contadino? Dubbi e risposte possibili, ad est

di Giovanni Corazzol

La strada che porta a Trget scende serpentiforme tra due ammassi di macchia mediterranea. Ginepri e lodogni disegnati dalla bora, che quando diventa nera piega o spezza, accompagnano la lunga discesa verso il fiordo che taglia profonda la bassa terra d’Istria orientale. Dal mare emergono le lingue rocciose di Cherso, Veglia e Lussino, isole d’Argonauti e reliquie, di ulivi, origano e timo, di pietre cangianti e di marinai sparpagliati in mille bastimenti.

L’Istria dei moderni si presenta come ennesima terra del vino. Grappoli stilizzati addobbano cartelli stradali in prossimità di confini ridicolizzati, retaggio di storie esaurite, tratteggi politici che per secoli hanno violato l’integrità del corpo fisico di una terra blandamente contesa, veneta o romana, veneziana o asburgica, italo-fascista o yugo-comunista,  mai pienamente protagonista, a volte drammaticamente testimone.

Così per il vino oggi l’Istria guarda sopra di sé piuttosto che in sé. Guarda il Collio, il Carso, la Valle del Vipacco, confonde il Terrano e il Refosk e li impressiona regalando loro gli aromi ferrosi della terra rossa, si confronta ancora incerta con la sua Malvazija, vero vitigno koiné, e prova a negargli il sale e la salvia del suo arcipelago verde.

Il fiordo si avvicina. Trget è nome slavizzato, come molti, quasi tutti. Trget è Targhettari, il punto in cui si attraversa il fiordo col traghetto. Vinska Cesta è invece strada del vino, linguaggio recente, rabberciato modello attraccato qui dall’italica sponda, dono meno seducente dei fondaci e dei campi lasciati dal leone veneziano.

La seguo quella strada, fino a Brgod e ad una bella casa conclusa da un muretto a secco. Vino, wein, wine, si legge sul cartello scritto a mano. Fermo l’auto da linguista istro-veneto e ne scendo antropologo vestito da Arturo Brachetti. Stringo la mano di Dorijano. “Dobar dan” – dico nell’idioma locale – “buongiòrno” – aggiungo per offrirmi la possibilità di un dialogo giuliano.

Dorijano Licul mi propone due versioni di Malvazija: una barricata e una no; due versioni di Terrano: una barricata e una no; due versioni di Merlot: una secca e una dolce. Le bevo e me le faccio piacere attratto dalla visione perversa di una barrique in legno d’acero istriano e dalla indecente attrazione verso il buon selvaggio. Così cambio l’abito: ora sono Rhett Butler che parla con Mummy. Chiedo della solforosa – “uso poca” – della vigna – “sì rame poco, zolfo, tutto naturale” – dei lieviti – “solo bianchi”. Dall’assaggio ricavo impressioni contrastanti ma in testa mi spunta un buffo cappellino: sono Florence Nightingale e debbo salvare la viticoltura liburnea. Compro sei bottiglie col cipiglio magiaro di George Soros nato Schwartz e saluto fugace prima che Dorijano si accorga che sette euro a bottiglia son prezzo ridicolo.

Salgo in macchina e rientro in me stesso. Ripongo gli abiti di scena nel baule. Riprendo silenzioso la strada verso Albona accompagnato da una bocca solforosa, da uno stomaco schiumoso e da un incipiente mal di testa. Il magro portafoglio è svuotato, il mio futuro da scopritore di talenti definitivamente compromesso. Mentre un cielo glorioso tinge d’arancio le pietre d’Istria, nella cabina dell’auto echeggiano incontestabili le parole pronunciate da Hugh Grant dopo aver saputo del divorzio di Andie MacDowell: “Coglione! Coglione, coglione, coglione”.

Così infine mi interrogo sui confini del mondo e nel mio personale  dialogo di un islandese con la natura misuro i limiti della scienza mia e altrui valutando sul senso dell’indagine senza indizi, sul significato della ricerca ai tempi della condivisione estrema dell’informazione, in altre parole se abbia senso cercare individualmente piccoli produttori, sempre più piccoli perché sfuggiti alle reti a maglia fina degli eno-sapienti, oppure se sia arrivato il momento di fermarsi a godere del vino condiviso, consigliato, conosciuto, consegnando il vino del contadino ai libri di storia e rinunciando al piacere della ricerca personale e all’illusione che oltre ci sia ancora qualcosa da esplorare.

[Crediti | Immagini e info: Visit Istra]

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Giovanni Corazzol

Membro del Partito del progresso moderato nei limiti della legge sostiene da tempo che il radicalismo è dannoso e che il sano progresso si può raggiungere solo nell'obbedienza.

6 Commenti

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armando trecaffé

circa 12 anni fa - Link

...c'è sempre qualcosa da esplorare....ho trovato la scorsa settimana in Mosella 1 produttore da sogno all'altezza dei mejo a prezzi contenuti: la metà rispetto ai vari Molitor, Busch, v. Schubert ecc. naturalmente il nome non lo pubblico qui, comunque se vi piace il Riesling affrettatevi a comperare... dopo gli USA in Mosella stanno arrivando i cinesi (invitati gratuitamente dai produttori in alberghi a 5 stelle) e i prezzi nei prossimi anni schizzeranno: almeno x i predikat spatlese trocken..

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armando trecaffé

circa 12 anni fa - Link

test3 sì, direi che funziona. [f.s.]

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Michele

circa 12 anni fa - Link

Bellissimo racconto! Coinvolgente anche perchè Slovenia e Croazia sono la mia prossima meta per un tour eno-motociclistico. Io sono con te, passione per la ricerca e la scoperta. Certo che sarebbe meglio positiva, ma vuoi mettere, il ricordo di una chiaccherata cosí non ha prezzo. PS: la prossima volta basta che compri due bottiglie per non scontentare il Dorijano di turno.

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Croazia vacanze

circa 12 anni fa - Link

Ho provato e posso raccomandare vino di Trget e dintorni d'Albona.

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Simone e Zeta

circa 12 anni fa - Link

Uso un sistema piuttosto collaudato. Conosco il palato di alcuni amici, avendo condiviso delle bevute assieme, e so di chi mi posso fidare. Così se mi trovo in una zona mi lascio consigliare e indirizzare verso una cantina che immagino non mi deluderà. Viene a mancare il fascino dell'ignoto, ma perlomeno bevo bene. Es: la prox volta in Piemonte vado da Ferrero ad assaggiare qualche Langhe rosso ;-)

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Giovanni Corazzol

circa 12 anni fa - Link

Licul mette in etichetta la dicitura "Labinska Republika" (Repubblica di Albona). Mi piace a tal proposito segnalare questo link. http://istrapedia.hr/ita/72/la-repubblica-di-albona/istra-a-z/

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