Una specie di intervista doppia a Paolo Lauciani e Sandro Sangiorgi. Il vino naturale (non) esiste
di Alessandro MorichettiIo a Paolo Lauciani devo e dovrò per sempre una imperitura passione per il vino perché tornando da scuola al liceo ricordo che un sentore di burro fuso mi fulminò su un Cervaro della Sala, ma proferito che al confronto il sacerdote della domenica parla come una cornacchia stonata. Vicepreside, attore, degustatore, il Lauciani qui intervistato da Vinoway al Bibenda Day alla Giornata del Sommelier espone il suo punto di vista sul “vino naturale”. Una visione condivisa dai più, senza dubbio.
Ho ascoltato diligentemente poi mi sono andato a riprendere una rivista impolverata di qualche anno fa per rileggere “Il mostruoso equivoco“: 25 luglio 2007, Sandro Sangiorgi, Porthos 28. E il mondo del vino è bello perché apre la mente anche da sobri.
Scontata la risposta dei tecnocrati: la naturale trasformazione del mosto è l’aceto. Questa è la prima parte del mostruoso equivoco ed è anche un orrore scientifico. Come dire che la trasformazione naturale delle materie prime alimentari non sono i cibi ma la merda.
E val la pena rileggerlo tutto, quell’editoriale.
22 Commenti
Francesco Amodeo
circa 11 anni fa - LinkA guardare il video sembra di essere tornati indietro di almeno un lustro...
Rispondipietre colorate
circa 11 anni fa - Linkperiodicamente qualche illuminato sente il bisogno di ricordarci che la terra è rotonda e nel farlo continuano sicuri a guardare il dito e non la luna.
Rispondigiulia angela fontana
circa 11 anni fa - Link"Finisce sempre così. Con la morte. Prima, però, c'è stata la vita. Nascosta sotto il bla bla bla. E' tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore. Il silenzio e il sentimento. L'emozione e la paura. Gli sparuti, incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell'imbarazzo dell'imbarazzo dello stare al mondo . Bla. Bla. Bla. Altrove, c'è l'altrove. Io non mi occupo dell'altrove. Dunque, che questo romanzo abbia inizio. In fondo è solo un trucco. Sì, è solo un trucco" (La grande bellezza - Paolo Sorrentino)
RispondiLuigi Di Tuccio
circa 11 anni fa - Link..Un genio!
Rispondituri migliore critical wine
circa 11 anni fa - Linkclassico esempio di uomo del vino che dice e sottolinea esattamente ciò che non fa e non farà .
RispondiEmanuele
circa 11 anni fa - LinkDevo a Paolo Lauciani bellissime lezioni e un esame tra i più divertenti e dialogati della mia vita di esaminando. Tappa essenziale. Devo a Sandro Sangiorgi l'agnizione. Tappa quintessenziale. Unicuique suum.
RispondiFrancesco Romanazzi
circa 11 anni fa - LinkCiao Emanuele. Sono (quasi) d'accordo con te. Anch'io ho fatto molte lezioni con Lauciani e ne riconosco la competenza, la cultura e la capacità divulgativa. Ma al contrario di Sangiorgi, che conosco altrettanto, Lauciani produce - su alcuni argomenti - disinformazione. Come d'altronde molti altri bravi docenti. Che poi le esperienze di ciascuno con questo o quel maestro siano positive - o negative- è un altro discorso.
RispondiEmanuele
circa 11 anni fa - LinkFrancesco! Lieto di risentirti. Anch'io sono quasi d'accordo con te. Non del tutto perché, se bene interpreto il significato del termine "disinformazione" attribuito a certi argomenti dell'uno, dissento sull'alternativa che poni ("al contrario di") e che parrebbe integrare presso l'altro il presupposto esclusivo e assoluto di corretta informazione. Ribadisco: unicuique suum. Puoi anche tradurlo "a ciascuno la sua disinformazione", o "deformazione", o "mancanza di informazione"... Le mie esperienze didattiche con l'uno e l'altro sono state indubbiamente positive. E per la serie time-has-told-me, la lezione fondamentale è che "aut Caesar, aut nihil" è dabbenaggine. Niente aut-aut. Piuttosto out-out e in-in, a seconda delle singole perle, buone o tarocche.
RispondiDavide G.
circa 11 anni fa - Linkallora anche il latte non si trasformerebbe mai da solo in formaggio quindi il formaggio naturale non esiste. il cacao non si raccoglierebbe da solo e non farebbe il cioccolato. il caffe' non si tosterebbe da solo . ma che senso ha? certi docenti dovrebbero invece raccontare che alcune cantine sociali usano (legalmente) il ferrocianuro di potassio , sale che se messo in contatto con acidi sviluppa l'acido cianidrico ( usato nelle camere a gas nei campi di concentramento....)
Rispondiantonio f.
circa 11 anni fa - Linkse messo a contatto con acidi, appunto. aggiungo: acidi inorganici ed a concentrazione elevata, mica quella piccola parte di tartarico e citrico contenuti nel vino. il ferrocianuro, va detto, è TOTALMENTE INERTE al pH del vino.
RispondiDavide G.
circa 11 anni fa - LinkAntonio. chiaramente non intendevo dire che nel vino si sprigiona GAS tossico ma la sostanza utilizzata è (in teoria) molto pericolosa
Rispondiantonio f.
circa 11 anni fa - LinkDavide, senza polemica alcuna eh... :) ma ciò che può fare male è la pratica, mica la teoria ;) e nella pratica è noto che il potere tossico di determinate sostanze è strettamente legato alla sua dose [la famosa dose minima letale]: per intenderci, zafferano, mandorle amare, vitamina C etc etc etc in opportune dosi possono essere molto più pericolosi del ferrocianuro non dissociato. è un POTENZIALE agente tossico [o meglio, un PRECURSORE] ma nelle condizioni enologiche non esiste ragione per considerarlo effettivamente tale [altrimenti , ad esempio, dovessimo slanciarci nel salutismo sfrenato il primo incriminato sarebbe proprio l'alcol nel vino, realmente tossico per l'organismo. ma non è il caso, mi pare :) ].
Rispondigp
circa 11 anni fa - LinkIn effetti, però, non ho mai sentito parlare di "formaggio naturale", "cioccolato naturale" o "caffè naturale". Tu sì?
RispondiDavide G.
circa 11 anni fa - LinkGP: in effetti il cioccolato no, ma formaggio e caffe' si (chiedi a google)
Rispondigp
circa 11 anni fa - LinkIn effetti, in legislazione il formaggio "naturale" risulta contrapposto a "fuso o da spalmare", quindi è una specifica di tipo merceologico che si riferisce alla derivazione diretta dal latte. Però si tratta di una denominazione convenzionale a cui mi è difficile attribuire un significato universale.
RispondiDarioSpezza
circa 11 anni fa - LinkQuesto è esattamente il motivo per cui alla federazione dei sommeliers (non dico quale) non verserò mai più nessun obolo annuale,
RispondiAntonio
circa 11 anni fa - LinkSono esattamente sulla posizione di Dario, solo che io non ho problemi a dire qual'è l'associazione alla quale ho smesso con sdegno di pagare la quota annuale dopo 15 anni. AIS
RispondiPaolo Lauciani
circa 11 anni fa - LinkCaro Alessandro, ebbene sì, me lo avevi promesso quando ci siamo incontrati lo scorso anno a Merano: sei riuscito a trascinarmi per la prima volta nella mia vita a intervenire in un blog! Ti ringrazio prima di tutto per la pacatezza del tuo intervento. Desidero solo precisare che l’intervista è stata rilasciata in occasione della Giornata del Sommelier e non del Bibenda Day e che il sottoscritto non è mai stato un attore, se non a livello amatoriale in gioventù. Mi preme sottolineare di non aver mai detto né pensato alcune delle cose che sembrano attribuirmi i commenti che seguono il tuo intervento. Io ho soltanto polemizzato – usando l’antica arte del paradosso – sull’uso impreciso e indiscriminato del termine “naturale”: ho sottolineato che pensare al vino come a un fatto “culturale” valorizza l’uomo come elemento indispensabile per la sua realizzazione. Naturalmente nel bene o nel male, in base alle sue scelte. Ho specificato che questo non vuol dire usare prodotti chimici in maniera indiscriminata. Ho anche detto altro, a proposito dell’uso della barrique e dei mezzi di comunicazione, ma evidentemente questo interessa meno… Sul “vino naturale” ho già preso posizione in un articolo apparso su Bibenda 7 (http://www.bibenda.it/bibenda7/singolo-articolo.php?id=457) , che riprende le idee espresse con precisione dall’amico Massimo Billetto (http://www.bibenda.it/bibenda7/singolo-articolo.php?id=365). Chi fosse interessato può andarseli a leggere. In buona sostanza, sono contrario alle posizioni estremistiche in qualsiasi ambito. E sono contrario agli slogan modaioli. Questo significa fare disinformazione? Non credo proprio. È disinformato, o meglio non vuole informarsi, chi si limita a scorrere i titoli sui giornali e non legge gli articoli per intero. Vi ringrazio comunque dell’attenzione che mi avete dedicato e chiedo scusa se ho urtato involontariamente la sensibilità di qualcuno. Non ne avevo l’intenzione. A proposito del parallelo con Sandro Sangiorgi, al quale va tutta la mia stima: sono d’accordo con gran parte del suo editoriale. Giornalisticamente hai voluto estrapolare la sua affermazione “più forte”, lo capisco. Ma io non ho mica detto che dall’uva deriva la pipì… Un abbraccio e “buon vino” a tutti. Paolo Lauciani
Rispondibruno
circa 11 anni fa - LinkE' sempre un piacere ascoltare Paolo Lauciani. Il suo modo di trattare ogni argomento e la sua disponibilità al dialogo, il suo non estremismo e la voglia di confrontarsi sempre con le posizioni altrui hanno rappresentano per me una delle cose migliori ricevute dai tre livelli Ais, ed ogni volta che vado ad una degustazione mi auguro sempre che ci sia lui a condurla.....un saluto Maestro!!!!
Rispondigp
circa 11 anni fa - LinkNon è solo l'arte del paradosso a essere antica, c'è anche l'arte del sofisma... In generale, va preso atto che una parte della critica italiana (Billetto e Lauciani per l'AIS, Guerini per il Gambero Rosso) considera la questione del "vino naturale" liquidabile in termini nominalistici, con il famoso "paradosso dell'aceto" (come se a un mondiale di scacchi si cercasse di portare uno "scacco del barbiere") e con affermazioni come questa di Billetto (ma ce n'è di analoghe della Guerini): "Volersi convincere a tutti i costi che un vino acido, maleodorante, grossolano e ossidato sia buono solo perché “naturale” è indice di ottusità e profonda ignoranza di settore (...) la schiera di vini organoletticamente improponibili (e, spesso, assai costosi), di cui le fiere di “vino naturale” sono pregne". Più interessante sarebbe per esempio discutere di "una confusione e una crisi di identità che costituiscono lo specchio della contraddizione intrinseca della locuzione in argomento. Alcuni associano il “naturale” all’assenza di solforosa e stabilizzanti, altri alla coltura biologica del vigneto, altri ancora alla biodinamicità, per arrivare a una più generica “non invasività delle tecniche di cantina”" (sempre Billetto), ma è... naturale che se la rappresentazione di quel mondo, anziché problematica, è di fatto liquidatoria, la discussione muore sul nascere.
Rispondigp
circa 11 anni fa - Link(con buona pace della "contrarietà agli estremismi di ogni sorta"...)
RispondiTanninoME
circa 11 anni fa - LinkLeggere Paolo Lauciani è un piacere, sempre pacato, diretto e chiaro. Un docente, un Maestro, che all'AIS ci ha insegnato (spero che lo farà ancora durante il terzo modulo di ottobre) a valutare e rispettare il vino a prescindere dalle etichette e senza partire da preconcetti. Quest'estate, in Alto Adige, mi ha indirizzato su realtà biodinamiche, straordinarie cantine cooperative e altre cantine, che da alcuni vengono definite industriali in senso dispregiativo, in cui poi andiamo riscontrare una serietà unica, invidiabile colma di aneddoti storici e del prezioso contributo di uomini del livello di Sebastian Stocker. Godiamo del vino che sta nel nostro calice e parliamone con passione. Francesco
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