Aromando Bistrot a Milano, assaggi con scenario retrò

di Leonardo Romanelli

C’è chi si affida ad una squadra di creativi per scegliere il nome adatto ad un locale, e chi il nome ce l’ha in casa: Cristina Aromando era predestinata ad aprire un locale, che ha creato insieme a suo marito Savio Bina, dove hanno fatto confluire le loro passioni legate alla cucina, al vino all’arredamento. Sì, l’arredamento perché non si tratta di un locale che passa inosservato: vicino alla RAI milanese, in una via laterale, dalle vetrine si scorge un mondo variegato, fatto di mobili di modernariato, accumulato negli anni che è tornato utile quando sono arrivati a creare il luogo ideale dove lavorare.

La cucina degli anni 60, il salotto, il pianoforte, impossibile pensare di annoiarsi nel tornare due volte. Partiamo dalla cantina, una volta tanto: Savio è sommelier di esperienza, trascorsi da Cracco e Perbellini e la carta l’ha costruita a suo uso e consumo ed anche la cantina, dove le bottiglie sono tenute a testa all’insù, ma la scelta sarà dovuta probabilmente alla sola cantina del giorno climatizzata a dovere. Ci si diverte tra vini naturali e quelli artificiali (passatemi la battuta), tanta Francia ed un’Italia variegata, senza perdere di vista altre puntate oltre confine.

La cucina non è da meno in quanto a varietà e cose diverse da proporre, a partire dal benvenuto che può variare a seconda del giorno, come una lieve crema di verdure. Si parte con i gamberi lenticchie e testina con salsa ai ricci di mare, sapidi e invitanti.

Funziona anche la scaloppa di foie gras con burrata e caviale Baikal, alla faccia di chi pensa che mettere insieme ingredienti lussuosi sia solo un esercizio di stile. Nobilitato anche lo sgombro, servito con le puntarelle, marinato con arancia e melograno. Da sgranocchiare con piacere i fagottini croccanti di pollo speziato con mostarda e composta.

Complessa nella sua esposizione ma molto più semplice da gustare la calamarata di Cavalieri con vongole e calamari e pane profumato al bergamotto: più ovvie, non per questo disdicevoli, le orecchiette del Salento con broccoli e bottarga leggermente piccanti. Baccalà mantecato non cremoso ma battuto con pane al nero di seppia fuori dai soliti schemi. Si chiude con profitteroles classico e tranquillizzante, gli altri dolci sono indubbiamente più attraenti. Servizio cortese e impeccabile.

AROMANDO BISTROT
Via Pietro Moscati, 13
Tel 0236744172
Chiuso lunedì, martedì a pranzo e domenica sera in estate
Ferie 2 settimane in agosto
Carte di credito AE
Prezzi sui 35-50 euro, escluso i vini

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Leonardo Romanelli

“Una vita con le gambe sotto al tavolo”: critico gastronomico in pianta stabile, lascia una promettente carriera di marciatore per darsi all’enogastronomia in tutte le sfaccettature. Insegnante alla scuola alberghiera e all’università, sommelier, scrittore, commediografo, attore, si diletta nell’organizzazione di eventi gastronomici. Mescolare i generi fino a confonderli è lo sport che preferisce.

1 Commento

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Sblady

circa 10 anni fa - Link

scusate, vi risulta che aromando stia chiudendo o sia in procinto di cambiare gestione? l'ho sentita come voce di corridoio di cui non riesco a verificare l'attendibilità (che significa: potrebbe essere una sciocchezza) e mi chiedevo se poteste smentirla. mi dispiacerebbe molto se fosse vera.

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