Mangiare a Roma: Giuda Ballerino, la grande bellezza e tutto il resto è noia

Mangiare a Roma: Giuda Ballerino, la grande bellezza e tutto il resto è noia

di Leonardo Romanelli

Dylan Dog è vivo e lotta insieme a noi: il ristorante dedicato al famoso personaggio dei fumetti ha cambiato sede da tempo, mettendosi l’abito della festa all’ottavo piano dell’Hotel Bernini di Roma, nel salotto buono della città mentre nella vecchia sede è rimasto “L’Altro Ballerino”, l’osteria bistrot meno impegnativa, sia per le tasche che per l’approccio al cibo.

Sì, perché non è una proposta semplice e indolore quella di Andrea Fusco, essendo fatta di abbinamenti arditi, fuori dagli schemi, alcuni dei quali ormai classici come recita il menù: proprio per questo la cena diventa un gioco, un divertimento nel quale la parte edonistica gioca un ruolo non indifferente. Tutto questo inizia dallo stuzzichino, che cambia ogni giorno, e può capitare così lo sgombro caramellato servito su mousse di ricotta con salsa di arancia. E intanto uno si guarda attorno, in estate, ed ha una  visione della capitale che sembra uscita dal set de “La grande bellezza”: capita osservando il pubblico internazionale che affolla i tavoli, ma anche italiani del luogo che ben figurerebbero in un film di Sorrentino.

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In inverno le visioni di Dylan Dog alle pareti ispirano magari fantasie avventurose ma intanto il crudo di ricciola, con porcini, nocciole e zafferano è un antipasto non banale e – fra cromatismi e sapori in contrasto – l’attenzione ricade sul piatto. Certo tra gli intramontabili sarebbe da provare il gamberone, spiedino con pasta fillo e spuma di mortadella, ma tra le novità fa volare la fantasia la zuppa fredda di vongole, crema di mandorle fresche, peperoncino verde fresco. 

E la tensione si mantiene viva con il baccalà in oliocottura, che non è sbagliato prendere subito, per l’audacia della ‘nduja, il piacere croccante delle olive nere, la suadenza della crema di asparagi subito dimenticata per la presenza dei pomodori e la lavanda. Scelta saggia iniziare con il pesce se a seguire c’è un risotto alla carbonara, dove l’uovo è servito con il tuorlo crudo, la parte grassa è costituita dal lardo di Arnad e con le animelle che completano il tutto

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I dolci sono equamente divisi tra sferificazioni, mousse e soffici di vario tipo, ma in questo caso è inutile fare l’elenco dei piatti, non li troverete mai uguali, salvo gli intramontabili, poiché la voglia di cambiare è una costante di Andrea Fusco, ed il divertimento del cliente sta proprio nel tornare per farsi sorprendere.

La carta dei vini è ampia ed esauriente, i ricarichi non esattamente friendly, ma l’enostrippato ha di che divertirsi. A pranzo altra carta ed altri prezzi, due portate a 35 euro, la sera i menù degustazione variano dai 75 ai 130 euro. Che se ad un certo punto, sulla terrazza, partisse la musica e Franco Califano intonasse “Tutto il resto è noia” l’atmosfera sarebbe quella ideale.

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Leonardo Romanelli

“Una vita con le gambe sotto al tavolo”: critico gastronomico in pianta stabile, lascia una promettente carriera di marciatore per darsi all’enogastronomia in tutte le sfaccettature. Insegnante alla scuola alberghiera e all’università, sommelier, scrittore, commediografo, attore, si diletta nell’organizzazione di eventi gastronomici. Mescolare i generi fino a confonderli è lo sport che preferisce.

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