Mangiare a Milano: il pesce da Assunta Madre è freschissimo, il cliente un po’ meno

Mangiare a Milano: il pesce da Assunta Madre è freschissimo, il cliente un po’ meno

di Leonardo Romanelli

Johnny Micalusi, vero nome Gianni, è una garanzia per quanto riguarda il pesce a Roma: in via Giulia è nato il locale che lo ha fatto conoscere al mondo dei buongustai, per poi espandersi e aprire succursali a Londra, Barcellona e Milano. Con un nome simile dato ai suoi ristoranti, quasi naturale che papa Francesco abbia dato la sua benedizione all’ultima iniziativa che lo ha visto protagonista, l’acquisto di un van attrezzato con un laboratorio specialistico per le visite cardiologiche. Un gesto sicuramente apprezzato e che pone più lontani i riflettori da altre storie che hanno visto coinvolto il ristoratore terracinese.

Concentrandosi sugli aspetti strettamente gastronomici, la sede milanese di Assunta Madre rappresenta l’archetipo del locale di pesce, dove le persone sono disposte a spendere molto pur di sedere alla mensa di un locale alla moda, di quelli che “fanno tendenza”. L’ubicazione (tanto per non usare il solito termine  “location”) è via Vittor Pisani, vicino alla stazione, di fronte al Ricci Cafè della strana coppia Bastianich-Belen e di fianco a Giannino: una volta qui tentò la fortuna la Champagneria, un nome che corrispondeva ad una scelta di solo un paio di etichette di Champagne (sic!).

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Ora invece Assunta Madre si presenta in ben altre vesti, dopo accurata ristrutturazione. C’è una persona ad accoglierti sulla porta, la vetrina di pesce con cassette posizionate in bella vista (non in frigorifero ma sul ghiaccio), un banco d’ingresso dove rivolgersi per la prenotazione e uno stuolo di camerieri che viaggiano spediti per un servizio che si presume efficiente. Il tavolo, seppur prenotato, è di quelli che nessuno vorrebbe avere e, alla timida richiesta di cambio con un tavolo libero e in posizione migliore, viene opposto un rifiuto deciso. Nel corso del nostro pasto nessuno si siederà al tavolo libero, ma è facile comprendere il perché: è uno di quelli riservati ai clienti abituali, che magari non prenotano, ma il posto giusto lo devono trovare in qualunque momento. È una semplice logica di mercato, ci mancherebbe, ma il pensiero va a quei ristoranti dove, con cifre simili, si mangia in maniera comoda, con tavoli distanziati e tranquilli.

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Dal menù si capisce che il conto finale sarà una sorpresa, quasi tutto è proposto con il prezzo all’etto ma, si sa, questa è una tendenza abituale nei ristoranti con proposta ittica prevalente. Per non sbagliare meglio affidarsi ad una proposta di crudo variegata, da carpaccio a tartare, ai frutti di mare, messi in unico piatto: materia prima ineccepibile, piacevole, di grande sapore.

Peccato che lo stuzzichino iniziale abbia poca logica, una polpetta di pesce poco consona. Il fritto di  calamari è etereo e gradevole, croccante. Infine l’attesa: lunga, inutile, penosa, con la chiara sensazione di sentirsi un fantasma. Dopo circa 40 minuti di attesa, nel quale è stato un piacere capire come bisogna organizzarsi per visitare un ristorante di questo tipo, finalmente lo sguardo del cameriere viene intercettato ed è costretto a fermarsi.

La digestione è ormai iniziata, gli scampi al sale e la pasta non hanno più l’attrattiva iniziale. La rinuncia del cliente viene stoppata con un “la cottura della pasta è già in atto”, ma un chiaro segnale fa capire che le cose non funzionano. Carta dei vini preparata con etichette “sicure”, buone ma senza il guizzo di novità.

Ultima considerazione: venirci in compagnia di persone già conosciute indubbiamente aiuta.

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[Foto: Vanity Fair]

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Leonardo Romanelli

“Una vita con le gambe sotto al tavolo”: critico gastronomico in pianta stabile, lascia una promettente carriera di marciatore per darsi all’enogastronomia in tutte le sfaccettature. Insegnante alla scuola alberghiera e all’università, sommelier, scrittore, commediografo, attore, si diletta nell’organizzazione di eventi gastronomici. Mescolare i generi fino a confonderli è lo sport che preferisce.

4 Commenti

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Mirko

circa 8 anni fa - Link

ma non era un locale di dubbia provenienza?

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sergio

circa 8 anni fa - Link

In questo post ritrovo un Romanelli che mi piace di più. . @ Mirko "ma non era un locale di dubbia provenienza?" Nel 2014 è stato indagato ma soltanto indagato. A Roma, nel suo locale, mangiavano molti politici: e, tra questi, intrallazzieri e corrotti. E anche vero vero che essendo Roma la Capitale, il rischio di ritrovarsi a tavola(e non solo da Assunta Madre) con politici corrotti è più alta che in altre città. . I cinque stelle hanno vinto...soprattutto per questo. Saranno capaci di non farsi corrompere...dal POTERE. E, soprattutto, dove andranno a mangiare?

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Nobilone

circa 8 anni fa - Link

La rinuncia del cliente viene stoppata con un “la cottura della pasta è già in atto” Dopo quaranta minuti l'unica risposta che accetto è "stanno impiattando" - e comunque non va bene - ma a una risposta così scatta la reazione del Grande Capo (cit.) e si chiede il conto.

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Andrea

circa 8 anni fa - Link

Una sonora bocciatura, non è facile leggere simili commenti per posti così "à la page". In realtà rimangono locali per gli amici degli amici, ed è un piacere farci andare solo quelli. Grazie al cielo l'offerta enogastronomica romana, e ancor di più milanese, è molto vasta. Complimenti a Leonardo Romanelli.

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