Voltumna, dagli antichi Etruschi alla moderna cooperativa biodinamica

di Andrea Gori

La zona è quella del Chianti Rùfina, ma questa non è una storia di denominazioni. E’ la storia di un’azienda nata modesta e tranquilla, che si limitava a fare vini corretti di buon prezzo come tanti, nella denominazione che pure vanta gioielli purissimi. La fattoria raggruppa qualche ettaro di vigneto a sangiovese, piantato nel 2000, e due piccoli appezzamenti a pinot nero nel mezzo del bosco quasi appenninico di Frascole, a Dicomano, tra i 250 e i 350 metri sul livello del mare. Da pochissimo, nel 2012, Marzio Politi e sua moglie, con un’altra coppia che già lavorava in azienda, decidono di prendere in gestione la fattoria costituendo una cooperativa e scegliendo il nome  di Voltumna, la divinità etrusca della terra e del suolo, e protettrice del vino, dal cui nome deriva la nostra parola “fortuna”.

Non è un caso, perché vicino c’è una chiesa romanica costruita sopra quello che si pensava fosse un fortilizio, in realtà rivelatosi un tempio etrusco importante. Cambia la gestione dell’azienda ma non il modo di lavorare la terra che fin dagli inizi, guidati dalla mano di Michele Lorenzetti, è improntata alla biodinamica ma anche al rigore e alla pulizia. Niente certificazione Demeter ma attenzione a tutte le fasi e voglia di lavorare e rispettare Voltumna, la terra. Nei filari, si diceva, sangiovese soprattutto (compreso una vigna trentennale preesistente alla fattoria attuale) e pinot nero. La produzione è molto limitata; per adesso sulle 10mila bottiglie complessive, vinificazione tumultuosa in acciaio senza controllo della temperatura, malolattica in legno, affinamento in barrique di vario passaggio ereditate da aziende vicine ma in via di sostituzione con botti più grandi. Ecco i nostri assaggi.

Voltumna Zeno 2010 Igt Toscana
Sangiovese e pinot nero, bel frutto di bosco, viola e mirtillo, bocca pimpante che stuzzica per sapidità e freschezza, vitale, energico e appenninico, da tavola compulsivo: 84. Solo 5450 bottiglie, il nome “Zeno” sottolinea la vitalità e la semplicità rustica per un vino che si intende diffuso e aperto come i tanti Zeno del Veneto e Friuli.

Voltumna Querciolo 2010 Toscana Igt
Sangiovese 100%, solo 1350 bottiglie, Rùfina en travesti. Nota di rovere e floreale scuro, mora e ribes nero, alcol che fa capolino: la struttura c’è ma l’equilibro non manca. Macchia molto, ma ha carattere, e una volta che si sarà liberato dal legno potrebbe sorprendere: 85. Il nome evoca un toponimo molto diffuso in Toscana, l’idea è di fare un vino rispettoso della zona e della tradizione chiantigiana locale.

Voltumna Pinot Nero 2010 Toscana Igt
Esordio brillante e dark per questa espressione del pinot nero sugli Appennini da due vigneti imboscati. Bocca pulita, sapida, con nota verde che offusca un poco la riuscita ma la grande acidità e la spinta aromatica coprono eventuali difetti. Bocca tagliente e affilata, con una persistenza sottesa niente male che lascia sperare in un grande futuro per questa etichetta nelle prossime annate. 86

Se la storia dell’azienda incuriosisce e appassiona per come ne parlano i protagonisti, i vini convincono già ora, pur essendo in teoria alla loro prima comparsa (anche se decima vendemmia). Certo ci sono ancora sbavature da sistemare, ma la sostanza nei bicchieri e la determinazione in chi ti parla ti fanno essere molto ottimista e fiducioso nel futuro della fattoria che per ora riesce ancora a numerare le bottiglie ad una ad una con il pennarello. Chissà poi cosa dirà la fortuna.

 

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

12 Commenti

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A.F.I.

circa 11 anni fa - Link

Da quando l'azienda è gestita con il sistema biodinamico? L'azienda ha anche la certificazione biologica? Perche' non e' certificata Demeter? Grazie per l'eventuale risposta.

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Luca Miraglia

circa 11 anni fa - Link

Non mi è stato possibile reperire alcun riferimento telefonico o di altro genere sulla cooperativa: come fare?

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Antonio Tomacelli

circa 11 anni fa - Link

www.voltumna.it

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Andrea Gori

circa 11 anni fa - Link

per i più pigri... VOLTUMNA SCARL DICOMANO, FIRENZE, ITALY T +39 333 9339852 INFO@VOLTUMNA.IT

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Federico Orsi

circa 11 anni fa - Link

Grandi Voltumni!!! Bravo Andrea a scovare questi ragazzi che fanno vini elegantissimi che ci hanno subito conquistato... tanto da prenderceli a bordo nel nostro Consorzio (http://covibio.com/i-soci.html). Se hai sentito anche le masse del 2011 e del 2012 c'è da prendersi paura per quanto sono bravi.

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Andrea Gori

circa 11 anni fa - Link

mi fa piacere che li avete presi in squadra! non ho assaggiato 2011 e 2012 ma l'idea che ho avuto è che decisamente il meglio davvero deve ancora arrivare. Per il mio palato serve un ripensamento del legno ma la materia è davvero bella e vitale

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jovica todorovic (teo)

circa 11 anni fa - Link

Bella segnalazioni Gori. Una volta imbrocchi una bella realtà Toscana. Bravo. Chiaramente non condivido i punteggi, mica posso essere daccordo con te :-). Querciolo me gusta mucho. Succoso, alto, austero ma anche luminoso. Zeno insieme a Caprandole e Trebbiolo sono i fuoriclasse assoluti del campionato (ottimi quotidiani). Segnalo che Ottimi Quotidiani è un nome che rubo all'Abruzzo e che Caprandole è il vino di casa.

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Pierpaolo Rastelli

circa 11 anni fa - Link

Assaggiati al Vivit e mi sono sembrati vini di grande interesse, di un'espressività spontanea e beva contagiosa.

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Leonardo

circa 11 anni fa - Link

Mi dispiace andare controcorrente, anche se la realtà aziendale è sicuramente interessante e lascia ben sperare per il futuro. Da rufinese mi permetto quindi di essere piuttosto netto: i vini non mi sembrano niente di che. L'unico che raggiunge la sufficienza secondo me è il Querciolo ma effettivamente molto marcato dal legno. Gli altri due soffrono molto della presenza del Pinot Nero. Al taglio con il Sangiovese non aggiunge nulla, anzi forse lo svilisce un po'. Sul Pinot Nero in purezza sorvolo. Per quanto mi riguarda i Pinot Neri dell'appennino toscano sono quasi tutti imbarazzanti e sviliscono il vitigno in una maniera impressionante. Preferirei che questi ottimi produttori dell'appennino e della Rufina si impegnassero di più sui vini a denominazione, che hanno bisogno di maggiore qualità, visibilità e costanza. Mi scuso per il commento tranciante, ma non c'è volontà di offendere nessuno. E per non incorrere nelle ire di alcuno, sottolineo che la realtà produttiva mi sembra altamente interessante. Speriamo nel futuro.

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Andrea Gori

circa 11 anni fa - Link

Parere legittimo e molto circostanziato su cui si può anche essere in accordo. Però riguardo alla scelta di non usare "Rufina" in parte mi trovo d'accordo con Voltumna perchè non è una DOCG che permette di spuntare prezzi molto remunerativi. Quindi meglio battere altre strade. Sul Pinot Nero concordo che sia sopravvalutato quanto sta accadendo sull'Appennino Toscano e sul fatto che con i prezzi non ci siamo proprio ma l'idea non è male e in futuro qualcosa di davvero buono (oltre Podere Fortuna) lo assaggeremo senz'altro.

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Zeno-addicted

circa 11 anni fa - Link

Scusate come e dove si può acquistare lo Zeno? Please qualcuno risponda Grazie

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Fiorenzo Sartore

circa 11 anni fa - Link

provi a sentire chi lo produce: http://www.voltumna.it/#post-30

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