Vodka Elit Stolichnaya Pristine Water New Zealand Edition: tu chiamalo, se vuoi, terroir

di Andrea Gori

Da qualche parte nell’universo la Vodka ha smesso di essere qualcosa da consumare in un sacchetto di cartone, ed è diventata il liquido più bling che si possa immaginare. Al punto che si è arrivati a produrre bottiglie che costano quanto una manovra economica, e che portano su di sé più gioielli e preziosi di una ex-moglie di Donald Trump. Trasfigurate nel nuovo ruolo di vezzo da super ricchi, non ci sono stati limiti alla decenza che abbiano trattenuto i designer dall’inventare nuove confezioni in grado di irretire i vecchi (inglesi) o nuovi (russi, cinesi, indiani) ricchi alla ricerca della Vodka più esclusiva. Poche di queste sono andate però alla ricerca di un qualche contenuto dentro la bottiglia.

Nel caso della “Elit by Stolichnaya” che forse molti di voi conoscono nella versione regular come una delle beniamine dei barman, il passo è stato ulteriore, ovvero andare a cercare le acque più incontaminate e preziose del pianeta Terra da unire al raffinato grano della grande madre Russia. È nata così, qualche anno fa, la serie “pristine waters” di cui è stata presentata ieri la seconda versione (la prima fu prodotta con l’acqua dell’Himalaya, vuoi mettere), che prevede l’utilizzo dell’acqua neozelandese Blue Spring, una fonte che solo pochi possono raggiungere. Un’acqua speciale perché viene filtrata dalle pomici delle Mamakau Ranges, si presenta allo stato naturale alla temperatura costante di 11° Celsius e risplende di un blu cobalto incredibile, avvolto dalla lussureggiante vegetazione che abbiamo ammirato nel Signore degli Anelli.

Quest’acqua è stata unita al grano di Tambov, nella regione della Terra Nera in Russia, rinomata per la sua fertilità, alta qualità e costanza del grano che vi viene coltivato. Immaginatevi una raccolta in più fasi in stile Sauternes e una selezione dei chicchi di grano migliore da avviare alla distillazione. La filtrazione non è siderale né ripetuta ennemila volte, ma solo tre, per non disperdere le note particolari del grano nel distillato del quale comunque quasi un 25% viene scartato per impurità varie. Il resto del costo deriva dalla confezione che unisce una bottiglia in cristallo soffiata a mano dalla Royale de Champagne Cristallerie in Francia, ad un  rilievo in Palladio e pelle nera a forma di felce argentata, il tutto contenuto in un astuccio in legno lavorato a mano dal legno Kauri che pare sia il legno lavorabile più antico del mondo (45000 anni).

Ma l’assaggio cosa ci racconta? Si sente davvero il terroir neozelandese nel bicchiere? E soprattutto vale la trasfusione necessaria per poterla bere? Innanzitutto già al naso è percepibile la maggiore morbidezza e una sensazione di avvolgenza decisamente diversa, la vaniglia diventa bacca di vaniglia e la sensazione di dolcezza al naso è incredibile, difficile da descrivere: il floreale è carnoso, sfaccettato, e le note si allargano nel campo degli agrumi come un arancio del Gargano quasi candito, poi un lieve tocco affumicato e vulcanico che prelude ad un palato ineffabile, quasi in punta di piedi, che si scioglie in rivoli di granella di zucchero piccanti che lasciano una traccia di zenzero e lime dietro di loro.

Sarà la suggestione ma hai quasi l’impressione di avere un bocca uno di quei sassetti della sorgente mentre rotola nel fiume, ma ci sono anche note mentolate, di salvia, di confetto. Per quanto il naso sia dolce e invitante è in realtà il perfetto equilibrio della bocca che la rende struggente e di una bevibilità straordinaria.

Vale i 3.000 euro della bottiglia? Forse per noi comuni mortali no, ma azzardo a dire che almeno un sorso andrebbe bevuto nei pochi locali italiani che ne avranno una a disposizione. Per la cronaca, 2 le trovate al Four Seasons di Firenze, le altre 4 destinate all’Italia vedremo dove andranno a finire.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

7 Commenti

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gianpaolo

circa 10 anni fa - Link

la Vodka, in generale, e' l'alcolico piu' paraculo del mondo, dove si esalta la "purezza", dovuta alla distillazione ad altissime gradizioni alcoliche, a triple filtrazioni, ecc. ecc., come qualita'. In realta' e' la cosa piu' lontana da terroir che ci possa essere, come diceva il fondatore di Grey Goose, venduta per qualcosa come un miliardo di dollari a pochi anni dalla sua creazione: la vodka e' acqua e alcol.

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Andrea Gori

circa 10 anni fa - Link

in effetti in genere si Gianpaolo ma almeno in questo caso c'è la "scusa" dell'acqua neozelandese...di certo 90% marketing ma un minimo di terroir possiamo provare a sentircelo se è vero che in questo caso la filtrazione e la distillazione non sono esasperate. Poi immagino che vivendo in Inghilterra il modo di vendere la Vodka è davvero esasperante, ricordo con divertimento un pomeriggio da Selfridges a cercare le differenze nel reparto ultra-premium!

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Giampi Giacobbo

circa 10 anni fa - Link

Concordo!

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Daniele

circa 10 anni fa - Link

Ma perchè nei distillati di altissima qualità fanno sempre sta menata di metterti confezioni che incidono per il 50% se non di più sul prezzo? Ora sulla vodka posso anche capirlo ma stanno iniziando a farlo brutalmente anche su whisky e rum cosa davvero irritantissima!

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Andrea Gori

circa 10 anni fa - Link

Perchè a quel punto che uno può pagare mille euro per una bottiglia di vodka tanto vale fargliela pagare 3000, credo non ci siano tante altre giustificazioni. E chi produce whisky e rum si è sentito defraudato di soldi e attenzioni da parte dei super ricchi per i quali l'apparenza conta tanto quanto la sostanza dentro la bottiglia. Comunque se vogliamo approfondire questa cosa mi sa che l'hanno inventata i francesi con il cognac ( Louis XIV et similia) e quindi che avrebbe investito anche rum e whisky era solo questione di tempo!

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Daniele

circa 10 anni fa - Link

Hai perfettamente ragione purtroppo, una vera mazzata per noi appassionati che magari la faremmo anche volentieri una colletta per assaggiare un dram di grandi whisky molto invecchiati, ma un conto è pagare 1000€ il distillato un altro è pagarne 3000 perchè 2000 servono per la bottiglia ricoperta di pelle umana. Gran brutta piega si sta prendendo...

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Il chiaro

circa 10 anni fa - Link

Democraticamente sostegno che vodka e altri distillati inutili andrebbero banditi per legge. Dovrebbero restare solo whisky e distillati di frutta, quelli buoni.

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