Vitae. Recensione senza sconti della nuova rivista targata Associazione Italiana Sommelier

Vitae. Recensione senza sconti della nuova rivista targata Associazione Italiana Sommelier

di Alessandro Morichetti

Ne convengo: vedere il Direttore Tomacelli fare lingua in bocca con il presidente nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier, Antonello Maietta, all’ultimo Vinitaly non è stato un bello spettacolo per l’estetica contemporanea. Ma non tutto è perduto e Vitae, la neonata/rinata rivista sociale Ais, necessita di una recensione degna del circolo dei cani sciolti.

Prendendo in mano il trimestrale, il primo pensiero comune al 99% degli intervistati è stato: “Acc, ma è identica a Bibenda!”. Memore di quali cessi di pubblicazioni l’Ais sia stata capace in passato, il mio secondo pensiero è stato: “Ma vuoi vedere che hanno fatto bene a prendere il meglio scremando il peggio di Bibenda?”. Dove con “peggio di Bibenda” intendo roba tipo monografie multipagina su Wine Research Team e roba affine: cose di cui non consiglierei la lettura nemmeno a un nemico. Fine inciso.

Seguendo uno stile consolidato, Davide Garofalo ha fatto un buon lavoro di cui gli occhi godono: impaginazione, carta, tono e formato profumano di “centro di cultura del vino più rilevante della galassia” a 4 miglia ma nelle pagine c’è respiro e senso estetico. C’è anche un nucleo di collaborazioni che finalmente elevano quella che è una pubblicazione associativa al rango di rivista degna di essere letta, plusvalore da tenere d’occhio. Giusto per fare qualche nome: Valerio M. Visintin parlerà di “food”, Luigi Caricato di olio, Maurizio Maestrelli di birre, Fabio Rizzari di vino e musica.

Il mix di articoli “istituzionali” (tipo: “I profumi dei vini bianchi” di Rossella Romani), articoli di servizio (“Osteria, che Verona!”: cioè, dove mangiare durante il Vinitaly e non solo) e rubriche sfiziose – come le recensioni estetiche di cantina di Alessia Cipolla, che inizia parlando di Domenico Clerico in “Aeroplan airport” – potrebbe avere senso e quadratura. Le pregevoli monografie di Armando Castagno sono semplicemente quel quid di approfondimento che “questi” hanno e “quelli” non hanno più. Si inizia con “Rufina. Come dominare il tempo” e una verticale della Riserva Bucerchiale di Selvapiana.

Ad un primo sguardo, quindi, il socio non avrà di che lamentarsi e credo questa fosse l’esigenza prioritaria dell’Associazione. Tutto è compiuto, quindi? No. E il presidente Maietta ne è consapevole. Si intuisce dalla chiusura del primo editoriale: “Oggi facciamo nascere uno strumento di lavoro per tutti i nostri Soci e per gli appassionati, ma allo stesso tempo un contenitore aperto ai commenti più autorevoli di quanti avranno il piacere e il desiderio di affrontare gli argomenti di cui sono testimoni diretti e su cui hanno una riconosciuta competenza“.

Cosa manca, quindi? Manca completamente il web, fonte di approvvigionamento informativo ormai primaria per qualunque enoappassionato. Non c’è un richiamo in tutta la rivista, e se c’è non si vede. L’assenza di web porta con sé l’assenza di interazione, di scambio, chiacchiere in libertà di vino vissuto e bevuto che vadano oltre le sedi istituzionali. (A margine: il sito Ais è vecchio che più vecchio non si può. Ora che avete la rivista magari dedicatevi a quello). Mancano un po’ di brio e freschezza, audacia se vogliamo, quella scintilla di imprevedibilità di cui l’associazione potrebbe godere anche attraverso la rivista. Qualche provocazione in più, anche.

E al contempo, non starà affatto male qualche bel pippozzo di approfondimento che alza il tiro del ragionamento sul vino. Leggevo Guardavo le figure stamattina di un articolo dal titolo “Expect the unexpected: Heraclitus, Kant and the Aestetichs of Fine Wine”: ecco, non dico di arrivare a tanto ma alzare l’asticella e svecchiare il fruttato-floreale della discussione interna non guasterebbe. Insomma, essendo questo una sorta di numero zero, sono curioso di vedere che piega prenderà il “vero” numero uno di Vitae.

In realtà, però, si potrebbe liquidare il tutto con una chiusa alternativa: voi continuate a fare le persone serie, al resto ci pensiamo noi.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

14 Commenti

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Sisto

circa 10 anni fa - Link

Ha detto bene l'articolo: è il copia e incolla di Bibenda. Ma allora non serviva fare la scissione. Poi non è una rivista associativa, tipo quella di ONAV che è ottima nel suo genere (leggibile, agile, ricca di informazioni utili per il tesserato): dove è la vita dell'associazione, delle delegazioni, delle iniziative e degli eventi delle sedi? dove sono gli appuntamenti sul territorio? dove sono le lettere e i commenti? Dove sono gli interventi degli associati, dei relatori, dei delegati e degli ospiti autorevoli? dove sono gli articoli di approfondimento della tecnica e della degustazione nonché della didattica? Delle schede, delle metodologie non si parla mai? Dove sono le questioni di enografia nazionale? di legislazione (che cambia 3 volte la settimana ormai)? Dove sono gli approfondimenti di viticoltura ed enologia? Dove si parla dei componenti del vino, delle molecole aromatiche, delle varie tecniche? Boh: a me una rivista così non serve, basta leggersi le recensioni dei vini che sono sulle guide. E' una rivista, patinata e un po' noiosa, sul vino. Non la rivista di un'associazione.

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luca

circa 10 anni fa - Link

La rivista è bella e su questo non ci sono dubbi ma non c'è anima.E' piatta e non è associativa assolutamente. E poi trimestrale!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Avrei preferito qualcosa di meno bello ma certamente un mensile che mi facesse vivere i momenti importanti dell'associazione. E' il primo numero pertanto..... mi aspetto e mi auguro alcune modifiche.

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Daniele

circa 10 anni fa - Link

Quando l'ho tirata fuori dalla cassetta delle lettere ancora prima di spacchettarla dal formato uguale a Bibenda ho avuto un colpo al cuore, ho temuto fosse nuovamente lo stile rivista di architettura tutta forma e zero sostanza. Aprendola purtroppo non ho cambiato idea, i contenuti sono davvero pochi, quasi i sommelier avessero seri problemi a comprendere il testo scritto e dovessero limitarsi a guardare le immagini. Manca completamente ogni riferimento alla vita dell'associazione, manca la legislazione, mancano le news, manca il grosso di quello che la trasformerebbe davvero in quello strumento di lavoro di cui parla il presidente Maietta nell'editoriale. Peccato, dalle premesse e dichiarazioni speravo molto più arrosto e meno fumo.

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bruno

circa 10 anni fa - Link

Aspettando che venga distribuita agli associati........

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Massimiliano

circa 10 anni fa - Link

A me sembra, parere personalissimo ovviamente, che si cerchi di riproporre la patinatura di Bibenda, in quella rivista come in questa ci trovo poca anima, poca grinta, poco sprint, massimo rispetto per chi ci scrive che probabilmente capisce e conosce il vino più di quanto possa imparare io in una vita, ma da appassionato/operatore vorrei piu critica, più "rabbia" più un qualcosa che possa tornare utile a chi come me il vino lo vende, che non una vetrina esteticamente ineccepibile dove si guarda ma non si entra nel dettaglio, non so se mi spiego. Leggo riviste che con due soldi quasi senza foto e pagine non patinate sono molto più godibili e che catturano di più l interesse, voglio dire, capisco che AIS si un qualcosa di istituzionale e che lo sbilanciarsi troppo porti qulache problema, ma su un po di coraggio. Per quanto riguarda la vita associativa, qui da me c e ll Ais regionale che pubblica un bollettino ma da quest anno è semestrale, a questo punto sequalcuno di Ais può far qualcosa peril sito sia nazionale che Veneto lo faccia, perché ha ragione Morichetti, è un qualcosa di inconsultabile e aggiornato, almeno in Veneto una volta ogni sei mesi. Grazie.

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Sisto

circa 10 anni fa - Link

Vedo che non sono l'unico a pensarla così. Io dico solo questo: quando leggo la rivista ONAV e ONAF si vede che sono riviste associative, quando leggevo Bibenda e adesso questa nuova di AIS, assolutamente no. Io come assaggiatore ONAV e assaggiatore ONAF sulle riviste leggo gli articoli sulla degustazioni, gli aggiornamenti dei testi didattici e della metodica, più tutto il resto che ho già detto (la vita dell'associazione). Quando ho letto Vitae (che, ripeto, è Bibenda 2) io trovo solo recensioni o racconti "mappazzoni" sui vini: ma a me interessa, sulla rivista associativa, le cose che devono interessare i soci che, prima di tutto, sono dei degustatori. PS Un'altra differenza da non poco: sulle altre 2 leggo anche, tutti gli anni, il numero dei tesserati con le differenze. Gli unici che continuo a ignorare sono quelli di AIS!

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Rino

circa 10 anni fa - Link

Scusate se sono così diretto ma la prima riflessione che ho fatto a Vinitaly vedendola è che siamo di fronte ad un serio complesso di inferiorità nei confronti di Bibenda. Poteva essere una grande occasione per creare qualcosa di nuovo e di utile per i soci e invece hanno copiato quelli da cui prendono le distanze. Moltissimi non iscritti all’Ais oggi stanno ricevendo questa brutta scopiazzatura, tra l'altro scritta da gente che è stata fatta fuori da Bibenda. Allora mi chiedo che bisogno c’è di pagare la quota annuale all’Ais? Tanto la rivista te la mandano uguale! Un consiglio ad Ais e soprattutto a Maietta, EVOLVETEVI!

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Angelo D.

circa 10 anni fa - Link

Tutto cambia perche nulla cambi... (dove l'ho già sentita questa cosa?)

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Luigi

circa 10 anni fa - Link

Spesso noi italiani riteniamo di essere il miglior … Redattore, Giornalista, Blogger, Allenatore di calcio, Presidente del Consiglio, Prefetto, Sindaco, Comandante dei Carabinieri, Parroco, Amministratore del Condominio, Presidente dell’Associazione preferita, Club, Bocciofila… siamo esigenti e attendiamo che altri facciano … Se ci sta a cuore l’AIS dovremmo collaborare, prediligere tutto ciò che ci unisce e fare squadra.

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Sisto

circa 10 anni fa - Link

Però, bisogna rimanere sul merito. Io faccio confronti: le rivista di ONAV e ASPI (solo rimanendo ad associazioni sul vino) si capisce subito che sono riviste ASSOCIATIVE e che si rifanno ad una metodica. Le caratteristiche di riviste associative le abbiamo tutti capite. Quando si legge Bibenda o Vitae non si nota alcuna differenza con le altre mille riviste sul vino. Questo è il punto.

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Baser

circa 10 anni fa - Link

Posso dire la mia? A me il numero 1 di Vitae è piaciuto. Dopo lo scisma di Ricci, l’AIS nazionale si è trovato a dover creare “dal nulla” e “in fretta” una nuova rivista, che non facesse rimpiangere Bibenda che l’aveva preceduta. Nel complesso, per me Maietta & co. ci sono riusciti. Certo, si può fare meglio; ma poter leggere Castagno o Rizzari (tanto per citarne 2) non è cosa da poco. Ad maiora!

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Giuseppe Butera

circa 10 anni fa - Link

E poi, gasato per l'elegante citazione del Gattopardo di Angelo D. - che, se solo sapesse di quali altre condotte tipiche della mia terra d'origine dobbiamo, al momento, esser testimoni a Roma, probabilmente alzerebbe le spalle ancor più rassegnato e ripenserebbe a quella divisione tra "[...] uomini veri, mezzi uomini, ominicchi, ruffiani e quaquaraquà [...]" che avevamo, per il volgere d'un breve momento, sognato di lasciare tutta alla ricciazione italiana sommelier che tanto elegantemente l'ha esibita al mondo per svariati lustri e che invece pare appartenere a noi del “nuovo corso”, proporzionalmente, tanto quanto a loro - passo a sottolineare, come già accennato, che si sarebbe intanto forse dovuto indagare meglio il bisogno di una nuova rivista sul vino per poi, magari, invece di cedere alla tentazione del “noi-siamo-bravi-almeno-quanto-loro-e-magari-se-un-po'-di-amici-ne-parlano-bene-facciamo-anche-una-figura-migliore”, procedere a creare VERAMENTE qualcosa di nuovo e diverso, sacrificando forse perfino – horresco referens! - qualcuna delle preziose perle che compiacciono l'autore dell'articolo per avere, magari, una rivista che rappresentasse una novità sostanziale. Magari, ancora, partendo dal formato - che sarebbe, solo a titolo d'esempio, potuto somigliare maggiormente a quello di un quotidiano - e dai materiali - chissà se Morichetti avrebbe ritenuto l'esser stampati su carta riciclata “appagante” quanto una bella veritcale di Vigneto Bucerchiale o meno?... ma, si sa, noi siamo noi, e il mondo... beh, del mondo forse non ce ne frega ciò che la precedente affermazione evoca nella mente della maggior parte di noi. Dunque, consolando il caro Bruno - che ho avuto la gioia di incontrare di persona al termine di una delle travagliate operazioni di chirurgia plastica con le quali è iniziato il rifacimento tuttora in corso della “nuova” AIS (Lazio) ed il pensiero del cui candore mi riempie il cuore di gioia perché comunque, ancora, malgrado i poco eleganti esercizi di disattenzione alle istanze della “base” di cui presidenti, commissari e preziosissimi orator'in blocco si rendono artefici, si ha la possibilità di condividere il proprio entusiasmo enologico con belle persone - con la garanzia che presto o tardi anche la sua cassetta della posta sarà nuovamente deflorata dall'arroganza di vitendae e potrà meglio comprendere questa discussione, mi accomiaterei concordando con Morichetti giusto sulla gravità dell'assenza di attenzione al web - dove però, peraltro, la “faccenda” si complica parecchio, giacché possono scrivere tutti, non solo congiunti ed amici come invece maggiormente parrebbe aggradarci sui ludi cartacei, e tutti leggere; dunque toccherebbe poi avere una fitta teoria di vassalli, valvassini e valvassori che si occupassero di censurare, h.24, quel che al nouveau régime non facesse piacere si sapesse. Essù, Morichetti, forse questa volta qualche “sconto” l'abbiamo fatto! (e io, ancora una volta, ho disatteso appieno l'iniziale professione d'intenti di concisione) Giuseppe Butera (Sommelier Professionista AIS, regolarmente in corso, già da lunga pezza raccap-ricci-ato, ma poco o nulla allineato anche alle recenti linee dell'associazione)

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nicola

circa 10 anni fa - Link

Cosa aspettarsi? Se per 4 anni il Presidente e il Vice Presidente AIS sono stati a libro paga di Ricci,oltre allo stipendio si sono fatti carico dell'esperienza di Bibenda pertanto nulla di nuovo.La "CASTA" AIS continua e continuerà a governare per loro comodo e conto.Se pensate che alla didattica da oltre un lustro c'è la Romani padre e padrona di libri,corsi degustatori,commissari d'esami,relatori ecc.ecc. chi la ferma? MA a Lei chi ha fatto gli esami?Sono 4 anni che parlano di rinnovamento grafico e di contenuti del sito ufficiale associativo,a me sembra che siano come i gamberi un passo avanti e due indietro.... e ora dobbiamo andare a votare,ci ritroveremo di nuovo questo Presidente con il suo Vice perchè non ci sono alternative... un'altra purga staliniana per altri 4 anni!!!!

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Giuseppe Butera

circa 10 anni fa - Link

Sappia Nicola - e con lui chiunque altro voglia ancora guardare le "cose" in ais per come sono e chiamarle con il proprio nome - che c'è perfino molto di peggio: le operazioni di maietta & co. hanno raggiunto un livello di "arroghignoranza" che, subito fuori dall'associazione, incorrerebbe nelle aule di giustizia prim'ancora che in quella pubblica riprovazione che non sono comunque riusciti a zittire neanche con i metodi appresi da papà franco maria. Provi a leggere qualcosa qui https://www.facebook.com/giuseppebuterapresidenteregionaleaislazio?fref=ts e qui https://www.facebook.com/riprendiamocilais?fref=ts e senz'altro le verrà voglia di approfondire. Giuseppe Butera (Sommelier Professionista AIS)

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