Vitae in salsa pugliese: Maccone Moscato Secco 2014 a sorpresa, Albano e Vespa non pervenuti
di Antonio TomacelliGiuro, non ero preparato. Se partecipi a un serata con i migliori vini pugliesi, quelli premiati dalla guida Vitae dell’Associazione Italiana Sommelier, ti aspetti una raffica di rossi da urlo, tipo un triplete Fino-Chiaromonte-Polvanera da schiantarti con le spalle al muro. E invece di chi ti tocca innamorarti a prima vista? Pensa te, di un moscato secco semi-sconosciuto che ha strabiliato la platea presente. Ero talmente impreparato che non posso fornire neanche una foto come prova, l’ho sottovalutato e non ho chiesto al sommelier di fermarsi per una foto. Insomma, fidatevi sulla parola: ho bevuto (sì, bevuto, a canna) il moscato secco Maccone 2014 di Donato Angiuli che non è solo il miglior bianco di Puglia, ma il miglior bianco assaggiato del 2015.
Da dove arriva tanto ben di dio? Il Maccone nasce ad Adelfia, nella Murgia su cui insiste la doc Primitivo Gioia del Colle, il che spiega alcune cose: terreno roccioso, altitudine, escursioni termiche e viti ad alberello con una resa bassissima. Ci sono, praticamente, tutti gli ingredienti per produrre un grande vino che, in genere, da queste parti si chiama primitivo.
Non so come siano capitati proprio lì degli alberelli di moscato ma so di certo che appena ho avvicinato il bicchiere al naso è partita una giostra colorata di arance e cedro canditi, seguiti da miele, ginestra e salvia potentissima, il tutto perfettamente replicato in bocca. Bonus: un attacco appena dolce e per niente stucchevole come fosse un grande riesling.
Finale, chettelodicoaffà, lunghissimo, a tutto discapito dei due rosati successivi che, poveretti, hanno patito il confronto. Posso, dunque, dichiarare ufficialmente il mio primo 90 punti per un bianco pugliese? Io lo azzardo e smentitemi, se vi riesce.
Terminato lo shock, la serata è trascorsa tranquilla tra i soliti mostri su menzionati e qualche sorpresa piacevole, tipo un rinato Puer Apuliae della Cantina Rivera e un ottimo d’Araprì metodo classico Riserva Nobile 2011 che terrebbe botta a qualunque Franciacorta.
E i vini di Albano e Bruno Vespa? Non pervenuti e ancor meno premiati ma, come si dice dalle parti dell’AIS, ce ne faremo una ragione.
9 Commenti
Nelle Nuvole
circa 8 anni fa - LinkSono veramente molto contenta che i fratelli Angiuli comincino a farsi notare - vedi l'Eccellenza ottenuta dalla Guida dei vini dell'Espresso 2016, per il loro Maccone Rosso 2013 -. Se lo meritano, vedi il mio commento postato su Intravino dopo il Vinitaly 2013. Qui parlo di un altro vino bianco, ma il senso è lo stesso. Ricerca, dedizione, modestia, caparbietà, serietà, passione. 15 aprile 2013 alle 15:53 | Link "...Premesso tutto ciò, c’è un vino di cui vorrei parlare e anche del produttore/i. Assaggiata tutta la loro batteria alla Prowein, li ho cercati a Verona. In un angolo del Padiglione Toscana, loro, pugliesi, avevano trovato spazio. Lontani da qualsiasi contaminazione modaiola, più o meno giustificata. Lontani galassie ed anni luce dal Potere e la Gloria. Lontanissimi dal qualsiasi look glamour. Nessun incedere da vincitore. Loro son lì, convinti che quello che fanno è giusto. Ti guardano e ti vedono, anche se non sei né bona, né famosa.Ti versano e ti spiegano. Non fanno cadere le loro parole come sentenze lapidarie. Non hanno padrini, mentori, miti. Sulla brochure non c’è una loro fotografia, solo quella delle vigne e delle bottiglie. L’eutanasia del marketing spinto. Vito e Giuseppe Angiuli hanno l’azienda a Adelfia (BA). Producono diversi vini che non sto a raccontare perché questo non è uno sponsor post. Basti sapere che nessuno dei loro vini è un toro da competizione, e non credo che lo sarà mai. Il loro Fiano IGP Puglia, 100% uve Fiano Minutolo, ultima annata non ancora in commercio, versatomi l’ultimo giorno del Vinitaly, mi ha ricordato che la primavera esiste da qualche parte al di fuori dai padiglioni della fiera. Mi ha ricordato che ci sono ancora tanti che ci credono, nel fare il vino e farlo solo lì, in quelle vigne. Mi ha ricordato che ci sono altri 361 giorni all’anno oltre al Vinitaly. Ad annusarlo mi sono drogata non di ganja ma di tutto quello che si può trovare in un campo di fiori selvatici in questa stagione. Camomilla, tiglio, erbe officinali. Miele ancora nell’alveare con le apette operose che si danno da fare. Più una nota citrina proveniente più dalle foglie degli alberi di limone che dal loro frutto. Così, per qualche breve istante, mi sono trasformata una giapponesina delicata dalla pelle cremosa, una creatura “minutòla”. A piedi nudi ho attraversato il parco. Questo è un vino prodotto in poche bottiglie. La linea alta di gamma dei fratelli Angiuli si chiama Maccone, dal nome del loro primo cantiniere. Niente a che vedere con Freud, citazioni latine colte e altri sforzi intellettivi per trovare qualcosa di originale da mettere in etichetta. Prima o poi diventeranno famosi, spero il più tardi possibile."
RispondiOrion
circa 8 anni fa - LinkGran bella realtà quella degli Angiulli, che nonostante le sue intime speranze son diventati "famosi" abbastanza presto... Quello che traspare ancor più chiaramente dal post però è l'amore tracimante e spassionato nei confronti di Fino e consorte :D Questa coppia volenti o nolenti suscità sempre forti pulsioni, i nomi dei vini pertanto sono quanto mai azzeccati. Ossequi!
RispondiNelle Nuvole
circa 8 anni fa - LinkGentile Orion (oramai per me sono tutti gentili), non so se ti riferisci a me o a Tomax. Per quanto mi riguarda, conosco personalmente Simona Natale, moglie di Gianfranco Fino, e la trovo una donna molto in gamba, generosa ed appassionata. La stimo e stimo il suo lavoro. Dopo una mia iniziale diffidenza nei confronti dei vini, prodotti da suo marito, dettata dal mio gusto tarato dal Sangiovese, li ho assaggiati di nuovo e li ho trovati complessi, profondi e, soprattutto, centrati su di uno stile che esprime il Primitivo della zona di provenienza senza concessioni piacione. Scrivo questo per evitare una stupida dietrologia che non c'entra niente con quello che ho scritto due anni e mezzo fa.
RispondiAlessio
circa 8 anni fa - LinkAddirittura miglior bianco del 2015? Son curioso, lo cercherò.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 8 anni fa - LinkPur nutrendo un sano scetticismo verso il signor Tomacelli, credo nella teoria dell'orologio rotto e nel dubbio ho appena scritto in azienda per avere il listino prezzi (che sembrano essere vergognosamente abbordabili).
Rispondibiotipo
circa 8 anni fa - Linke comunque il loro primitivo maccone rosso 17 (17 sono i gradi...), fuori denominazione, è clamorosamente buono
RispondiBeone
circa 8 anni fa - LinkGrandi che avete parlato di Donato angiuli. Sono clamorosi molti loro vini, la mia cantina pugliese preferita. Consiglio moscato secco, maccone primitivo e rosso 17 il top di gamma e anche il spumante metodo ancestrale e rose.
RispondiGiovanni Arpaia
circa 8 anni fa - LinkA conferma delle potenzialita' dei bianchi pugliesi vorrei sottolineare il gran bei bianchi dell azienda I Pastini. Il locorotondo, value for money incredibile e il Minutolo da aspettare: il Rampone.
RispondiAlberto
circa 8 anni fa - LinkMi chiedo come mai non si parli mai, o comunque, poco in relazione al loro valore, dei vini di MilleUna...
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