Vincent Girardin e la Borgogna bianca. Da Meursault a Montrachet passando per Corton Charlemagne

di Andrea Gori

La parabola di Vincent Girardin segue da vicino le mode degli ultimi anni: una produzione a metà tra il Domaine e il négoce (più che vini, Girardin compra uva). Dapprima concentrandosi sui rossi corposi e decisi, poi passando ad uno stile più delicato ed elegante ed infine focalizzandosi sui bianchi, dai tanti cru in gestione all’azienda. Tramontati finalmente gli anni ’90 con la moda dei vini più ricchi e legnosi (anche in Borgogna!), oggi assistiamo ad un’evoluzione (a partire soprattutto dal 2006) verso vinificazioni light, per dare vini più sobri ed eleganti. Vini di terroir, con una conduzione del terreno che esclude pesticidi e diserbanti – il che non è neutro per il prodotto finale, basti pensare che solo togliendo i nitrati di certi concimi dal suolo aumenta l’acidità nel vino.

Il Domaine produce l’impressionante cifra di 450mila bottiglie su 65 denominazioni. Sono vini che idealmente non invadono il palato in abbinamento al cibo, ma lo accompagnano piuttosto che sovrastarlo. Ecco i nostri assaggi.

Vincent Gerardin Meursault Vieilles Vignes 2009
4 parcelle diverse poi assemblate. Argilla e gesso, vigne di 60 anni, speziato e piccante, nocciolina appena tostata, pepe nero e mirabelle; bocca slanciata e ficcante. 86

Vincent Gerardin Chassagne Montrachet 2009
Un 15% di legno nuovo e 15 mesi in botte, più argilla quindi più volume (nel sottosuolo ci sono almeno 70-80 cm. di argille brune) con la roccia madre vicina a dare un vino ampio e morbido all’inizio, che poi si raddrizza. Lieve di robinia e gelsomino, appena fumè, frutta bianca, molto persistente ma delicatissimo, finale di agrumi e zenzero. 84

Vincent Gerardin Puligny Montrachet Vieilles Vignes 2009
Zona nord di Puligny, fine, complesso, più calcareo, potenza minerale pura: mentolo, talco ma soprattutto canfora classica di Puligny che dona anche un tocco amarognolo particolare tra pesca bianca, mandorla e limone. Da ostriche! 91

Vincent Gerardin Puligny Montrachet 1er Cru Les Combettes 2009
Siamo vicini a Meursault; a questo si deve l’inizio potente e grasso, con minerale in seconda battuta, ma la vigna di ben 70 anni regala un’ampiezza notevole e grande eleganza, note di pesca e pepe, zafferano e cumino; bocca giovane, da svilupparsi, ma già notevole per struttura e lunghezza. 92+

Vincent Gerardin Corton Charlemagne Grand Cru 2009
Grande volume da metà collina, esposizione sud, roccia calcarea ma anche argilla fine ed elastica. Imperioso e potente, con agrumi, pompelmo rosa, fragola e resina, fresco floreale intenso e dolce; bocca rocciosa, incantevole, equilibrata ed elegante, sontuoso senza eccessi. Meraviglia minerale, se si può ancora dire. 94

Vincent Gerardin Chevalier Montrachet Grand Cru 2009
Esposizione est, roccia calcare e marna, più tensione e vitalità. Preciso e affilato, sontuoso e cangiante, con freschezza pulsante, profondità vorticosa, frutta purissima bianca e gialla; affumicato, resina, senape, miele, eucalipto: un piccolo grande miracolo. 96

Vincent Gilardin Quintessence de Corton Charlemagne 2009
Intenso e profondo, tagliente e sapido; bocca ricca ma misurata, alcol che si affaccia ma si equilibra nel totale. Finale opulento ma fresco, di una lunghezza incredibile. 94

[Immagine principale: Vincentgirardin.com]

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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