Una bottiglia da 19/20 sul banco: Gli Eremi 2013, La Distesa
di Alessandro MorichettiDopo il Kurni degli anni ’00, ha raccolto il testimone di vino più discusso della regione Marche: è Gli Eremi di Corrado Dottori, Verdicchio dei Castelli di Jesi o Marche Bianco igt a seconda dei punti di vista e delle annate ma bottiglia impossibile da ignorare. O meglio, qualcuno ci riesce visto che nemmeno i 19/20 della Guida Espresso sono bastati per meritare qualche trafiletto nella cronaca locale. (Salvo poi trapanare i maroni quando la guida del Gambero Rosso conferisce al Verdicchio un numero di Tre Bicchieri superiore a qualsiasi altra denominazione bianchista italiana.)
Ma torniamo a noi. Assegnazioni tagliate ovunque ed etichetta praticamente irreperibile, ho trovato venerdì sera due bottiglie di Eremi 2013 all’Enoteca Galli di Senigallia.
Così recita la scheda da 19/20 (vino bianco dal punteggio più alto in Italia):
“Espressivo e coinvolgente come pochi, Gli Eremi 2013 ha l’energia e il radicamento territoriale dei migliori verdicchio mai assaggiati. Come è mai possibile negare la Doc a un vino di questa levatura?
Superba complessità aromatica di erbe, iodio e lime; bocca folgorante per profondità di sapori ed energia motrice, l’allungo è screziato e vivo di contrasti, la presa al palato è tenace e la persistenza lunghissima.”
Troppa la curiosità, dopo nemmeno 24 ore ho stappato per verificare: ecco la mia scheda (non avevo volutamente letto quella sopra).
Eremi 2013
Paglierino carico e deciso. Naso sussurrato, verace e arioso: intreccia scorza di agrumi, cedro, camomilla, timo e ciliegia acerba. Significative sia la pulizia che il sussurro che l’ampiezza. Non un pugno, non intenso, non il vino dell’enologo ma nemmeno dell’improvvisazione. Finisce richiamando la torba in una gamma di odori che suggeriscono una fermentazione spontanea gestita bene (ok ogni parola andrebbe puntualizzata al microscopio quindi facciamo che si capisce lo stesso).
Il vino in bocca ha energia e carattere da vendere. Ha un sapore pieno e una bellissima chiusura del sorso. Decisamente molto piacevole. Se Villa Bucci (grande il 2013!) è la pietra angolare su cui si sono confrontate generazioni di Verdicchio – distinto e nobile, algido e impassibile in gioventù – quello di Corrado Dottori è il lato più rock della denominazione, appassionante e spesso capace di interpretazioni profondamente autorevoli (a volte anche di qualche minchiata). Una Born to run live, insomma.
Non piacerà a chi non ama il Trebbiano di Valentini, piacerà a chi ama il Trebbiano di Valentini: l’accostamento Terre Silvate/piccolo Trebbiano Valentini fu un’ottima intuizione proprio dell’Espresso.
Vino originale e dinamico, Gli Eremi 2013 ha tutto quel che serve per piacere o non piacere a categorie di bevitori ben definite. Sintesi perfettamente focalizzata dall’amico Francesco Annibali in Autogrill di ritorno dalla Leopolda di Firenze: “Eremi è un vino a cui puoi dare 84 o 96 per ragioni uguali e contrarie”.
Il prezzo di 16 euro in enoteca è sostanzialmente troppo conveniente per un Verdicchio di riferimento prodotto in sole 2.500 bottiglie. Chiusura con una domanda: “È il vino della maturità espressiva del viticoltore Corrado Dottori?”.
[Foto: La Distesa]
17 Commenti
antonio
circa 9 anni fa - LinkAlessandro, senza voler essere polemico, ma io devo aver assaggiato qualcos'altro a Firenze. Onestamente io ho assaggiato un vino abbastanza sporco al naso con note di riduzione ed ossidazione abbastanza evidenti. Mi sono piaciuti molto di più gli altri due Verdicchio premiati. Comunque penso che l'essenza della passione vinosa stia proprio nell'avere pareri anche molto distanti, è l'omologazione che mi fa paura!!
RispondiFrancesco Annibali
circa 9 anni fa - Link@antonio: sì, anche io a Firenze l'ho trovato velato. Ma sa questi vini da giovani cambiano faccia spesso. Ad ogni modo: da un punto di vista della reattività e della persistenza mi pare un vino di altissimo livello. A questo aggiungerei che mi pare che Corrado sia riuscito a tenere a bada l'ossigeno, che è un pò il limite certe volte dei bianchi della Distesa, e dunque nei prossimi anni le aldeidi non dovrebbero mangiarsi il varietale. Chiaro è un vino di stile 'agricolo', e quindi il variatale è dato 'sub specie cerealicola', e non 'sub specie floreale'. Uno potrebbe obiettare: ma non assomiglia un pò troppo a Aurora e Valentini? Certo. Perché Bucci (a proposito la ris 2013 è spaziale) non assomiglia troppo - che ne so - a Pieropan e Ca dei Frati? Ragazzi sono 10 anni che ne parliamo, o troviamo un punto di accordo minimal (uno fa il vino come je pare, PURCHE' tenga a bada la volatile, le riduzioni, il brett ecc) o non se ne esce
Rispondiantonio
circa 9 anni fa - LinkMi trovi pienamente d'accordo Francesco, è giusto che ognuno faccia il vino secondo quelle che sono le sue convinzioni e formazione, purchè...vedi le ultime 3 righe del post di Francesco :-)
RispondiLuca Miraglia
circa 9 anni fa - LinkMa diciamolo chiaro e tondo: esistono vini che rispecchiano tutti i canoni stilistici, perfetti nella costruzione e nel portamento; ecco, sono, quasi sempre, i "vini dell'enologo", proprio ciò che i vini di Corrado non vogliono essere. Non a caso ha scritto un piccolo testo che consiglio a tutti gli appassionati (e non), dal titolo illuminante "Non è il vino dell'enologo": i suoi Verdicchio sono sicuramente fuori dal coro, ma piacciono, sempre di più, proprio per questa loro diversità così profonda dalle interpretazioni canoniche del vitigno. Ed il tempo dà loro ulteriore ragione: ne ho svariate annate in cantina, sempre più emozionanti, come una chiacchierata con il loro autore.
Rispondiantonio
circa 9 anni fa - LinkLuca, mi sembra che si stia cadendo nel classico atteggiamento "talebano", o bianco o nero. Diciamo che tra i "vini dell'enologo" e i "vini estremi" c'è una marea di vini semplicemente buoni, magari anche buonissimi.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 9 anni fa - LinkE a complicare il tutto c'è che, spesso, ad essere davvero buoni sono certi "vini dell'enologo" e pure certi "vini estremi". Che gran casotto, toccherà parlarne per altri 30 anni :-)
RispondiLuca Miraglia
circa 9 anni fa - LinkVolutamente non ho aggettivato i vini di Corrado Dottori come "estremi", perchè non lo sono: sono interpretazioni molto soggettive del vitigno, laddove per "soggettive" intendo che il lavoro in cantina è teso solo a preservare ciò che la vigna ha espresso in una determinata annata, null'altro. Di vini estremi, in particolare bianchi, ne potrei citare almeno una decina, ma sono vini che non conquisteranno mai un punteggio di 19/20 da una commissione di valutazione di tale livello.
RispondiStefano Menti
circa 9 anni fa - LinkLa Distesa è la mia azienda Marchigiana preferita
RispondiAdriano Aiello
circa 9 anni fa - LinkÈ il vino della maturità espressiva del viticoltore Corrado Dottori? Forse è l'annata della maturità espressiva di Dottori, visto cos'è anche il Terra Silvate
Rispondirampavia
circa 9 anni fa - LinkBravo Corrado. Già parecchi anni fa quando, quasi imbarazzato, proponeva i suoi primi Verdicchio a Fornovo o in altre Fiere del vino si intuiva che avrebbe fatto strada. Ho avuto la fortuna di apprezzare i suoi primi "esperimenti": Ora la critica lo premia e tutti ne parlano ma sono certo che Corrado Dottori non si siederà sugli allori e già pensa a creare altri capolavori per esempio con il Nur (verdicchio, malvasia e trebbiano) o addirittura con il rosso Le Derive (montepulciano e sangiovese). Non capisco sinceramente la preoccupazione della Guida dell'Espresso quando si rammarica della mancata D.O.C. agli Eremi. Non credo che a Corrado Dottori importi più di tanto e considerato che tanti dei grandi vini d'Italia non sono D.O.C. quando non è lo stesso produttore a non ricercarla, non vedo il problema.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 9 anni fa - LinkInfatti il problema semmai è per la denominazione, non per Corrado Dottori.
RispondiFrancesco Garzon
circa 9 anni fa - LinkSono soddisfatto del fatto che in Italia esistano anche produttori come Dottori, e che riescano a distinguersi nel contesto del mondo del vino stando lontani dal sospetto delle improvvisazioni.
Rispondinicola barbato
circa 9 anni fa - Linkil 2012 non mi era piaciuto, era spiazzante e non in senso buono. il 2013, invece ed al di là di descrizioni e descrittori, è stato il vino più emozionante [o meglio: il bianco più emozionante] assaggiato al vinitaly. con una certa fatica ne ho trovata qualche bottiglia. verificherò se avevo preso un abbaglio. [questo io non credo].
RispondiValentino
circa 8 anni fa - LinkSono di Matelica. Bevo verdicchio da sempre. Quando ho letto di questo vino l'ho comprato, entusiasta e curioso. Ieri l'ho bevuto. Il colore era giallo carico, quasi dorato. Al naso sapeva di sesamo, arancia e pepe. Ho avuto un dubbio, che il bicchiere fosse sporco. Ho cambiato bicchiere, stesso risultato. Poi l'ho bevuto. Mi ci gioco la faccia, ma questo non è verdicchio, non sa di verdicchio. Né di Jesi né di Matelica. E' difficile da buttare giù. Un vino difficile da bere. Un brutto vino. In quattro, bevitori accaniti, lo abbiamo lasciato nella bottiglia, almeno un quarto è rimasto. Non succede mai, neanche col Capsula Viola. Ci è servito un Antonucci riserva per fare pace con la nostra terra.Un antidoto. Quello sa di Verdicchio, di Marche. Quello mi ricorda mio nonno, non il frankestein che si chiama Gli Eremi. Mi dispiace ma questo non è verdicchio. Non c'entra niente. Scrive sull'etichetta di vino naturale il signor Dottori, ma questo vino è avulso al verdicchio, non sa di naturale. Questo vino ha un sapore alieno, internazionale, non sa di Marche, sa di globalizzazione e di talebanismo. A che serve parlare di territorio, di tradizioni, seppellire cornoletami se poi questo è il risultato? Dispiace, ne ho comprato 3 bottiglie. Forse tra qualche hanno sarà potabile, spero. Non gli hanno dato la DOC? Hanno fatto bene. Questo vino duro e difficile da bere, da marchigiano, mi ha quasi offeso. Il signor Dottori dice che non è il vino dell'enologo. Forse dovrebbe assumerne uno. Qualcuno che faccia sapere il suo verdicchio di verdicchio.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 8 anni fa - LinkGuarda, sfiga vuole che PROPRIO stasera ne abbia appena terminata una seconda bottiglia ma il problema per me non si pone: tu bevi Antonucci, io Dottori. E ti compro le altre due bottiglie: dove le hai prese e a quanto? Contrattiamo, non scherzo.
RispondiValentino
circa 8 anni fa - Linkle ho prese qua. http://www.emporioecologico.it/verdicchio-dei-castelli-di-jesi-gli-eremi-riserva-docg-la-distesa.html Erano le ultime ora non è disponibile. Ma impacchettarle e spedirle è eccessivo sforzo per così pochi euri. Aspetterò o le regalerò alla suocera a Natale.
Rispondistefano
circa 7 anni fa - LinkBeato chi ignora.......accanito bevitore è forse sinonimo di intenditore? E poi chi veramente lo è......sai è come trovarsi x la prima volta davanti a qualcosa che non si consce,o ne hai paura....o cerchi di capirla spero che qualche altro sensibile e innamorato della natura e della propria terra ,inizi un percorso simile........
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