Un bicchiere di vino con un panino o caviale e Champagne tutta la vita?

Un bicchiere di vino con un panino o caviale e Champagne tutta la vita?

di Alice in Wonderland

Anche a cercarlo con attenzione, è difficile trovare un  argomento più laidamente scontato di questo: vino e musica! Urca, che scoop. Di buono, e come bieca scusante, c’è che più un argomento è vasto (leggi pure “trito”), più spunti è, potenzialmente, in grado di offrire. Perciò, seppure si sia già parlato tanto, e qualche volta fino allo svuotamento delle budella, di come il vino sia entrato nelle strofe di canzoni bellissime o bruttissime, popolari o di nicchia, pop o rock ecc ecc. nulla vieta di farlo ancora.

Se davanti a un pezzo come “Il vino” del grande Piero Ciampi ci può scappare la lacrima e davanti al binomio “Barbera e Champagne” un sorriso ebbro, che ci scappa davanti a perle come queste?

Saggi gli Eagles: “…wasting our time on cheap talk and wine, left us so little to give”. Ci sarebbe da intavolare un lungo discorso con i signori Eagles, perché qua se ne parla da lustri: mica è detto che cheap faccia per forza schifo però se sei andato al discount perché sei corto di braccio, allora sì, hai poco di che piangere lacrime di coccodrillo.

Mi si dirà che Billy Joel, per arrivare al cucchiaio sul naso, di bottiglie di Dom Perignon deve averne consumate parecchie nella mezz’ora del sacro fuoco dell’ispirazione. “”You had the Dom Perignon in your hand and the spoon up your nose”  (‘Big Shot’). Billy dedica anche dei versi agli studi antropologici sulle popolazioni straniere, alcuni sono per noi italiani e forse sarebbe stato meglio “chitarra, baffo nero e mandolino”: A bottle of white, a bottle of red, Perhaps a bottle of rosé instead. We’ll get a table near the street In our old familiar place-“ (‘ Scenes from an Italian Restaurant’)

I Led Zeppelin, ‘Going to California’, fanno del vino il noto uso consolatorio. “Spent my days with a woman unkind, smoked my stuff and drank all my wine”, perché altrimenti chi la sopportava quella? Come gli Zeppelin anche il buon Paul Anka si serve del vino per risollevare il suo animo, in questo caso dopo una batosta amorosa: “Just give me a steel guitar, a glass of wine, And let me drink to a love I thought was mine, A love I thought was true to me, But now I’m drinkin’ to her memory”  E Dave Matthews in ‘Crush’ è ancora più esplicito: “Drink some wine till get drunk“, che non è proprio quello che ci hanno insegnato alla prima lezione del primo livello del corso base sommelier di qualsiasi pecetta e orientamento. In effetti qualcuno si pente, come Peter Frampton (Do you feel like I do – evidentemente non riferendosi a stati del cuore,  bensì, presumibilmente, a quelli gastro – intestinali: “Woke up this morning with a wine glass in my hand, whose wine? what wine? where the hell did I dine!” In effetti di chi sia il vino poco importa, Peter, certo però non ricordare l’etichetta… Elton John non doveva stare molto più in salute rispetto a Peter, se in ‘Elderberry Wine’ confessa: “Drunk all the time, feeling fine on elderberry wine”, il vino di sambuco???  Se Alanis Morrissette ha l’occhio lungo, tanto da riconoscere il vitigno nel bicchiere servendosi solo dell’analisi visiva: “It’s a black fly in your chardonnay” (Ironic), e i Grateful Dead si mostrano generosi e altruisti in ‘Jack Straw’: “We can share the women, we can share the wine”, Ricky Martin è proprio un ignorante (La vida Loca) e la sua accompagnatrice è una furbacchiona: “She never drink the water, makes you order French Champagne”. Scusa Ricky, abbi pazienza, ma di dove altro può essere lo Champagne? Ti meriti di sborsare tutto lo sborsabile per accontentare la signorina.

Tra le categorie eno – inquietanti che la musica anglofona di tutti i tempi spesso ripropone, c’è quella terribile del fragolino. Lo strawberry wine si guadagna gran seguito e pubblicità: come dimenticare Johnny Burnette nella sua strafamosa “You’re sixteen”: “You come in all peaches and cream, lips like strawberry wine. You’re sixteen, you’re beautiful, and you’re mine.” 

I Grateful Dead, che allo studio enoico hanno dedicato tanti versi,  raccontano di storie improbabili, e infatti la canzone si chiama “Greatest story ever told”: “I asked him for water, he poured me some wine”.
We finished off the bottle and broke into mine
.” Se c’è davvero un posto dove si ordina acqua e appare vino, prego fornire l’indirizzo. Loro, comunque, conoscono tutti i posti giusti: (Going down the road feeling bad): “Goin’ where the water tastes like wine“.  Sai che risparmio di energie epatiche e di denari a bere acqua che sa di vino?

Anche da noi non è che ci siano stati solo dei Pieri Ciampi, purtroppo. Umberto Tozzi, per citarne uno,  non doveva essere del tutto sobrio per presentarsi alla porta annunciando se stesso come “il guerriero di carta igienica”. Fotunato che gli fu aperto! C’è da riconoscergli che, nonostante lo stato d’ebbrezza e la coazione a ripetere la bevuta, quanto meno chiede che gli venga servito, “un vino leggero”.  Ahi, Umberto, va’ a dormire che è meglio, e lascia in pace quella poveraccia che, pur di non sentirti, “stira cantando”.

La Bandabardò, si accontenta di ’20 bottiglie di vino’, però non ci dice in quanti le berranno! Otis Clay, invece,  dichiara onestamente: “I drank four or five bottles of wine, I kept a glass in my hand all the time.” Beh, mica è da tutti tenere il bicchiere saldo in mano dopo quattro o cinque bottiglie, complimenti Otis!

Nel confronto tutto latino Italia – Spagna, le parafrasi più significative chiamano in causa pezzi grossi, altroché.  Da noi c’è Al Bano, che urla al mondo  la sua semplice felicità, quella del bravo ragazzo di campagna senza grilli per la testa, che in fondo è “un bicchiere di vino, con un panino, la felicità”, dove è chiaro il retropensiero colto: in questo testo Al vuole, senza dubbio né tema di smentita, sottolineare l’importanza dell’abbinamento cibo – vino.  Al di là del Mediterraneo, invece, l’unico in grado di poter competere con Al, Julio Iglesias, nella sua “Quijote” afferma, senza ipocrisie: “Soy feliz con un vino y un trozo de pan,Y también, como no, con caviar y champán”. Come a dire, va bene la tapa col bicchiere di vino, ma caviale e champagne, machisselepersi: Al, fidati, da’ retta a Julio!

 

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Alice in Wonderland

Nascere a Jesi è nascere a un bivio: fioretto o verdicchio? Sport è salute, per questo, con sacrifici e fatica, coltiva da anni le discipline dello stappo carpiato e del sollevamento magnum. Indecisa fra Borgogna e Champagne, dovesse portare una sola bottiglia sull’isola deserta azzarderebbe un blend. Nel tempo libero colleziona multe, legge sudamericani e fa volontariato in una comunità di recupero per astemi-vegani. Infrange quotidianamente l’articolo del codice penale sulla modica quantità: di carbonara.

1 Commento

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Denis

circa 8 anni fa - Link

Degli Eagles dimentichi: So I called up the Captain, "Please bring me my wine" He said, "We haven't had that spirit here since nineteen sixty nine"

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