Tutti dicono Montefalco. Intravino-Bignami: tutto il Sagrantino in 10 bottiglie

Tutti dicono Montefalco. Intravino-Bignami: tutto il Sagrantino in 10 bottiglie

di Jacopo Cossater

Il mondo si divide in due grandi categorie: i lettori di Intravino e quelli che scelgono un vino “a orecchio”. A loro, al 99,9% degli italiani che una volta l’anno sbevazzano, sono dedicati questi post che a confronto Bignami ci spiccia casa. Perché lo facciamo? Perché mentre noi stiamo qui a cercare il pelo nella bottiglia di Romanée-Conti, fuori c’è gente che il Codice Da Vinci lo ha decifrato ma le differenze tra Chianti e Chianti Classico ancora no. Per loro, e solo per loro, Intravino fa scendere in campo una squadra di esperti che a confronto Robert Langdon ci ri-spiccia casa, uomini e donne che la mamma li ha trovati sotto una pianta di nebbiolo a piede franco, altro che cavoli e rose. E allora che negroamaro, Barolo e verdicchio siano, perché la ggente deve sapere. Oggi tocca a:

Il Sagrantino di Montefalco

È un periodo entusiasmante, questo, per il Sagrantino. Molte delle cantine nate nell’ultimo decennio, e anche prima, hanno trovato una propria chiave interpretativa alla denominazione. Una “via” che ne caratterizza i vini a favore di diverse ed uniche originalità espressive. E poi il parco vigneti, cresciuto in modo massiccio nello stesso periodo, sta entrando in una fase di interessante maturità. Ma non è tutto, è chiaro. Per un maggiore approfondimento il consiglio è di leggere le ultime due analisi apparse su queste pagine nell’ultimo anno. La prima si riferisce ad una degustazione organizzata in seno ad Enologica, l’annuale rassegna organizzata dal Consorzio. La seconda ad una serie di assaggi dedicati a due annate relativamente recenti, la 2007 e la 2008.

Ecco quindi dieci vini che rappresentano al meglio questo percorso, rigorosamente senza indicare una specifica vendemmia (l’autore ha comunque un debole per i millesimi del 2010, del 2008 e, un po’ più in là, del 2004) e considerando che alcune delle cantine nominate producono anche un altro Sagrantino altrettanto degno di apparire in queste breve lista.

Adanti “Arquata”
La tradizione e l’eleganza. Non sono molte -probabilmente nessuna- le cantine che possono infatti vantare non solo la storia ma anche l’incredibile costanza qualitativa di Adanti. Un Sagrantino immediatamente riconoscibile per ampiezza e slancio, sempre eccellente, meravigliosamente longevo. La mano sicura è quella di Daniele Palini. Sui 20/25 euro.

Antonelli
Altro storico nome della denominazione, quella guidata da Filippo Antonelli è realtà la cui produzione spicca per costanza e per solidità. Esattamente come il Sagrantino, con quel tratto delicato, quasi understatement, che lo rende irresistibile. Sui 20/25 euro.

Paolo Bea “Vigna Cerrete”
Il lato più naturale della denominazione. Quella infatti guidata da Giampiero Bea non è solo una delle storiche cantine di Montefalco ma anche un faro nel frammentato mondo del vino naturale italiano. Un Sagrantino che si affianca allo storico “Vigna Pagliaro” e che è deciso, profondo e fine, sopratutto che stupisce per l’integrità di una trama tannica mai eccessivamente esuberante ed anzi straordinariamente integrata all’assaggio. Sui 60 euro.

Tenuta Bellafonte “Collenottolo”
Il nome nuovo di Montefalco. In sole tre vendemmie, le prime (poche) etichette risalgono al 2008, quella di Peter Heilbron si è infatti imposta come una delle realtà protagoniste della denominazione grazie ad uno stile tanto originale quanto elegante, la cui chiave di lettura più considerevole va ricercata nel tentativo di interpretare il Sagrantino più in sottrazione che in addizione. Missione compiuta. Sui 30/35 euro.

Arnaldo Caprai “25 Anni”
Forse il più famoso di tutti, quello che a partire dal 1993 ha imposto una via ed uno stile imitato da moltissimi con risultati raramente all’altezza dell’originale. Ricco, concentrato, profondo e particolarmente longevo, il consiglio è quello di aspettarlo per almeno una decina d’anni. Saprà ripagare l’attesa. Sui 50/55 euro.

Di Filippo
Dai confini occidentali della denominazione Roberto Di Filippo ha dimostrato tutto il potenziale della zona di Cannara. Certificazione biologica in campagna, è Sagrantino ruvido ed espressivo, di quelli che appagano il palato. Sui 25 euro.

Fratelli Pardi
È alle porte di Montefalco che la Famiglia Pardi taglia in modo sartoriale il proprio Sagrantino con la preziosa collaborazione di Giovanni Dubini. Ne risulta un vino di particolare finezza, straordinariamente in beva anche appena uscito (è un grande complimento). Sui 20 euro.

Raína
Giovane e con le idee chiare, Francesco Mariani ha portato una ventata d’aria fresca alla denominazione. In campagna l’approccio è biodinamico, in cantina tradizionale. Ne risulta un Sagrantino austero ma al tempo stesso avvolgente. Il 2010 in uscita è di gran lunga il più buono abbia mai prodotto. Sui 20 euro.

Romanelli
Uno studio millimetrico del vigneto porta Devis Romanelli a produrre un Sagrantino di particolare equilibrio, espressivo e generoso. Un rosso capace di sintetizzare al meglio un bel bilanciamento tra tradizione e modernità. Sui 25 euro.

Tabarrini “Campo alla Cerqua”
Potenza e controllo, è così che si potrebbe sintetizzare il lavoro che ha portato avanti in questi anni Giampaolo Tabarrini sui suoi Sagrantino (ci sono anche il “Colle alle Macchie” e il “Colle Grimaldesco”). Un vino caldo e profondo che sa esprimere anche un dettaglio di un certo fascino. Sui 30/35 euro.

[immagine: dettaglio di San Francesco che “predica agli uccelli e benedice la città di Montefalco”, Benozzo Gozzoli, Complesso museale di San Francesco, Montefalco]

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

24 Commenti

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AG

circa 9 anni fa - Link

Grande Danie'

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Antonio

circa 9 anni fa - Link

Strano e direi anche assurdo il non aver citato un grandissimo produttore storico e di assoluto rilievo come Milziade Antano. Ho assaggiato i suoi e certamente sono da considerare, forse con quelli di BEA, i sagrantino che maggiormente racchiudono l'anima del vitigno e del terroir, sdoganandosi dai parametri gustativi imposti dai nuovi "palati moderni". Mi rendo conto di non essere un tuttologo e soprattutto una penna in grado di esprimersi in maniera attendibile su quelle che possono essere delle testate tecniche e blasonate ma quando questa considerazione viene sposata e soprattutto rimarcata da molti produttori locali e da una fetta consistente di umbri che conoscono il loro vino e si applicano nel raccontartelo e proportelo, allora qualche fondo di verità in tutto ciò credo possa esserci. Un po di tempo fa leggevo su questo portale un articolo a cura di Gori in cui veniva criticata la pizza di Gino Sorbillo realizzata nella sua nuova pizzeria di milano. Un paio di settimane dopo IL MATTINO premia la pizzeria di Sorbillo come migliore pizzeria della Lombardia. Noi comuni mortali, evidentemente dotati di un apparato gustolfattivo palesemente inferiore alla fascia di élite, chiediamo di comprendere dove fosse ed eventualmente a chi fosse imputabile l'eventuale mistake ..

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Jacopo Cossater

circa 9 anni fa - Link

Vero, giusto. L'assenza di Antano grida vendetta e (forse) poco importa che il suo Sagrantino sarebbe certamente stato l'undicesimo dei vini citati. Ma tant'è, riuscire a mettere d'accordo tutti con una lista di questo tipo è missione impossibile da cui mi sottraggo più che volentieri. È uno sguardo, diciamo, che racconta la mia personalissima esperienza. Per tutto il resto ci sono i commenti (per fortuna).

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Antonio

circa 9 anni fa - Link

Certo Jacopo, sicuramente la lista sopra citata è la sintesi della tua personale esperienza sensoriale. Sia chiaro, non intendevo in alcun modo mettere in discussione la preparazione che ti contraddistingue e l'eleganza con cui la tua penna racconta luoghi, uomini e il prodotto che ne deriva dalla loro interazione. Mi sembrava giusto semplicemente far notare come, forse, in una produzione così risicata in termini quantitativi e in un comparto produttivo che ha ricominciato a valorizzare un grande vitigno quale il sagrantino da non molto tempo, meritassero di essere citati almeno due dei pochi produttori (Bea e Antano) che sicuramente si sono storicamente distinti per costanza nella qualità del prodotto (elevatissima), esclusività dello stesso e soprattutto per l'interpretazione ancorata e fortemente subordinata a ciò che la terra effettivamente consegna all'uomo. Oso con un paragone che forse potrebbe sembrare un po' fuori luogo ma ritengo possa rendere in maniera adeguata il concetto a cui volevo riferirmi, sarebbe come non inserire nei 15/20 migliori produttori di Barolo del passato, del presente e del futuro BEPPE RINALDI! Buon lavoro e complimenti per la penna che ti contraddistingue.

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Mauro

circa 9 anni fa - Link

In completo accordo con il Sig. Antonio. Anche secondo me i Sagrantino di Antano e Bea sono, non solo tra i più interessanti e "territoriali", ma proprio tra i più migliori esemplari della tipologia (secondo il mio gusto, ovvio).

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Mauro

circa 9 anni fa - Link

i.e. "i migliori" (il "più" è rimasto da una versione del commento precedente che ho variato, chiedo venia. Non è un caso di analfabetismo di ritorno)

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antonio

circa 9 anni fa - Link

Fratelli Pardi tutta la vita! Non perdete il Rosso di Montefalco, rapporto qualità/prezzo eccellente.

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Mauro

circa 9 anni fa - Link

Anch'io molto meravigliato di non trovare il Sagrantino Colleallodole di Milziade Antano. A mio umile giudizio, forse ad oggi il migliore esemplare di Sagrantino in circolazione. Tenuto conto che la scelta per i Sagrantino di alta/altissima qualità non è poi così vasta, in una copiosa selezione di 10 campioni, la cosa mi lascia di stucco. Anche perché, tra questi 10, secondo me c'è qualche vino non proprio fenomenale. Comunque, si tratta pur sempre di gusti.

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Alessandro Morichetti

circa 9 anni fa - Link

Oh, che poi "La Fattoria Colleallodole di Milziade Antano" Jacopo la conosce pure, mi ricordavo bene per una volta :) http://www.intravino.com/vino/la-fattoria-colleallodole-di-milziade-antano/

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Jacopo Cossater

circa 9 anni fa - Link

Gosh, post di addirittura cinque anni fa. :)

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biotipo

circa 9 anni fa - Link

anch'io dico antano, non fosse altro perché qualcuno dei sopracitati ha davvero poche vendemmie alle spalle, qualcun altro (imho) si esprime meglio con altre bottiglie che con il sagrantino. e perché il suo rosso di montefalco riserva (provare l'ultima annata) è più buono di tanti sagrantino e sangiovese molto più costosi (e famosi)

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Montosoli

circa 9 anni fa - Link

Non seguo tanto la lista....perche e naturale che ognuno faccia le sue modifiche... Io avrei incluso Colle Ciocco....sia Rosso che Sagrantino....per non parlare dei vini bianchi o il passito.... Quello che fa tanto discutere (per mia opinione) e come mai uno straniero con sole 3 vendemmie di Sagrantino ha fatto parlare di se in tutta Europa e Nord America...

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Mimmo Rasputin IV

circa 9 anni fa - Link

Bell'articolo innanzitutto. Sull'assenza di Collallodole dico che le ultime 2 annate anche a me non sono sembrate a livello delle precedenti (anche se comunque meglio di alcuni altri in lista). A una degustazione alla cieca dell'annata 2008 con 14 cantine (quasi tutte quelle di questa lista più altre 4 quindi) all'enoteca 1909 di Castiglione del Lago l'anno scorso a cui erano presenti i produttori e/o i rappresentanti dei produttori e il pubblico del locale è andata così: 01. Campo alla Cerqua Tabarrini per buon distacco (per me senza dubbio il Sagrantino più intrigante di tutti, ho assaggiato anche un 2007 veramente pazzesco, e il Colle alle Macchie è poco sotto anche se totalmente diverso, più comparabile ad altri). 02. Colleallodole 03. Omero Moretti a sorpresa 04. Caprai il classico 05. Adanti se non ricordo male Questo secondo la votazione di chi era presente, una 40ina di persone. Colleallodole ha ragione chi parla del Montefalco Rosso Riserva, buonissimo. Il 2008 era straordinario. Resta una delle cantine migliori senza dubbio. Pardi il winemaker è in realtà Dubini di Palazzone, cioè di Orvieto. Lo preferisco a Palazzone. Raina mai provato. Forse un altro big assente è Perticaia.

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francesco

circa 9 anni fa - Link

Niente Perticaia? Ma dai come si fa...

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mmauri

circa 9 anni fa - Link

Io ero stato ad Enologica a settembre e le bottiglie che saprei riconoscere anche alla cieca (in positivo) sono quelle di Perticaia e di Tabarrini

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Jacopo Cossater

circa 9 anni fa - Link

Scusate se torno a commentare a diversi giorni di distanza dalla pubblicazione del post ma ci tenevo a sottolineare che questa selezione non vuole essere necessariamente un "best of", anzi. Si tratta di una "playlist" che vuole sottolineare le diversità che il territorio di Montefalco è in grado di offrire in questo particolare momento storico. Ecco quindi spiegato l'inserimento di almeno due cantine che si sono affacciate da pochissimo sul mercato, che però in questi primi anni hanno iniziato a dimostrare la validità del loro approccio al Sagrantino. Per dire.

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Alessandro Prete

circa 8 anni fa - Link

vorrei sapere se è possibile vendere il SAGRANTINO sfuso. Grazie

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Stefano

circa 7 anni fa - Link

Considerando che non ho esperienze per potermi esprimere riguardo ai vari produttori di Sagrantino, ma che resta un vino che apprezzo moltissimo, non posso far altro che approfittare di questo spazio di confronto per porre domande: sapete darmi un parere riguardante Rocca di Fabbri? Recentemente ho bevuto una sua bottiglia di Montefalco Sagrantino del 2011 (15,5% vol) e non nascondo che mi sia piaciuta parecchio. Grazie per i consigli letti fin'ora. Spero di trovare tra questi sicuramente ottimi produttori la disponibilità a vendermi un pò di Sagrantino in damigiana.

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Jacopo Cossater

circa 7 anni fa - Link

Ciao Stefano, Rocca di Fabbri non lo assaggio da un po' quindi mi fido del tuo giudizio, alla prima occasione lo proverò. Per lo sfuso invece non saprei dove indirizzarti, ti conviene provare o a sentire il Consorzio o a chiamare direttamente i vari produttori, facendo qualche tentativo. Tra questi di sicuro Pardi.

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Stefano

circa 7 anni fa - Link

Grazie per la veloce risposta! In effetti sono già sul sito del consorzio a sbirciare e mettere da parte i contatti dei produttori anche da questo articolo consigliati. Sentirò sicuramente con loro se sono disponibili allo sfuso. Complimenti per intravino e buona giornata!

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michele

circa 6 anni fa - Link

Non conoscevo questo vino voi mi avete aperto la porta . Grazie molto interessante.

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Franco

circa 5 anni fa - Link

Capitato per caso, ho apprezzato la discussione civile e amichevole. Ma perche’ si chiama Sagrantino?

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Jacopo Cossater

circa 5 anni fa - Link

Ciao Franco, grazie. Bella domanda! La teoria prevalente vede questo rosso vinificato passito legato alle festività religiose, da qui il nome. Si tratta però di una speculazione legata alla storia del territorio e al poco che si è finora scoperto su questa varietà così unica, presente nel territorio di Montefalco almeno dal XVI secolo.

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Franco

circa 5 anni fa - Link

Ho approfondito la conoscenza col Sagrantino: un Signor Vino davvero!

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