Cosa c’è più godurioso di un bel piatto di gnocchi? Purtroppo per noi, gli gnocchi sono la Cenerentola dell’arte culinaria, al di fuori del giovedì si trasformano in quello che sono in realtà: palline ‘rimbalzine’.

Sì, proprio quelle palline di gomma che si trovano in enormi bocce di plastica davanti ai supermercati, quelle che compri con la moneta da un euro e che finisci sempre per usare facendoci giocare il gatto. E proprio questo adorabile felino sarà il protagonista dell’orrore di oggi: gnocchi di zucca con fonduta di gorgonzola, un impareggiabile pietanza per un impareggiabile impiattamento.

Le sfere color ocra-bisunto, turgide come capezzoli di mucca e altrettanto umidicce, affiorano con prepotenza da questo liquame semidenso che osiamo pensare sia vomito di gatto, il quale sta lentamente corrodendo, con l’acidità che lo contraddistingue, quei quattro pinoli in croce, che sono diventati l’ombra di se stessi.

Il gatto ci ha vomitato sopra, il gatto le mangerà, il gatto le rivomiterà, in un gioco paradossale di rimandi, nel quale queste palline ‘rimbalzine’ commestibili saranno ciò che sono sempre state, tranne il giovedì.

L’abbinamento di Intravino: il mix di gorgonzola e vomito felino chiama come il pane quegli splendidi odori di pipì di gatto che solo certi sauvignon sanno sprigionare. Feci, rigurgiti e urina felina in un mix entusiasmante e coinvolgente sono quello che ci vuole per un’esperienza indimenticabile, dal sapore auspicabilmente metallico e sgradevole quanto basta per confondere nella memoria la priorità dello schifo tra piatto e vino.