Sudtiroler Sekt, le bollicine dell’Alto Adige
di Andrea GoriCi deve essere un motivo valido per cui questa mania di spumantizzare e metodoclassicizzare tutto ha preso così campo nel mondo del vino italiano. Sarà la possibilità di raggiungere un nuovo pubblico che in genere sta alla larga dal vino di una certa zona per questioni personali o di gusto. E’ strano quindi trovarsi davanti ad una vera fioritura di metodo classico da un’area che non ha certo problemi a piazzare i suoi vini, anche a prezzi non bassi, come l’Alto Adige. Ma essendo una regione che continua ogni anno a stupirci piacevolmente, abbiamo accettato di buon grado l’invito ad assaggiare una piccola selezione di bollicine locali.
Bollicine che cominciano anche ad avere una certa storia: è infatti il 1911 quando alla Mostra di Vini di Bolzano viene presentato con successo il primo spumante altoatesino (base riesling!) con un nome non proprio understatement, “Oro d’Oltradige”, da parte della cantina di Appiano: uno spumante che era cominciato a circolare con discreto successo nelle famiglie bene della regione già dalla fine del 1800.
Da allora è un successo costante senza boom o forzature, per arrivare oggi ad una quota in lieve aumento pari a circa 250.000 bottiglie l’anno. Quasi tutti vengono prodotti da pinot bianco, chardonnay e pinot nero coltivati spesso in alta quota (tra i 500 fino ai 1000 metri) in condizioni di escursione termica importante e con una permanenza minima sui lieviti di 15 mesi, anche se spesso si va molto oltre. Come ci si può immaginare l’acidità non è mai un problema in queste condizioni, semmai è più difficile un corretto bilanciamento tra sapidità ed estratto con uve che in qualche annata faticano a raggiungere la piena maturità per gusto e aromi che sono anche piuttosto diversi da quelli di altre regioni grazie all’abbondante uso di pinot bianco, una delle varietà che passano più sottotraccia d’Italia.
Arunda Brut. La cantina più alta d’Europa a 1200 mt slm è guidata dal mitico e carismatico Josef Reitner. Il Brut è composto da pn, ch, pb, 24 mesi lieviti: note di fieno e ginestra, bocca piaciona e fruttata, finale solare. 84
Arunda Extra Brut. 80% ch, 20% pn. Tiglio e ciclamino, pesca bianca e lime, bocca soffice e piena, cremosa e leggera. 86
Arunda Cuvée Marianne. 80% ch, 20%pn, con lo chardonnay in legno per 48-54 mesi: tostature e nocciole, pepe nero e resina, bocca saporita e strutturata, bel finale. 88
Arunda Riserva 2009. 60% ch e 40% pn, 48 mesi sui lieviti: mela e tiglio, bocca animata e briosa, finale incalzante e radioso, lungo. 90
Arunda Brut Rosé. 50% pn e 50% pb: melograno e menta, fragola e lampone, bocca saporita e fruttata molto dolce ma solo come sensazione, molto gastronomico ma delicato, anche. 87
Arunda Rosé Excellor. 100% pn: mela rossa, ribes rosso, sottobosco e granatina, bel corpo. 88
Kellerei Sankt Pauls Preclarus. 100% ch di cui metà legno, 6gr/lt, 48 mesi sui lieviti: lieve vena ossidativa, miele e fiori di campo, bocca vinosa e sapida, finale secco e veloce, bella la cremosità. 84
Lorenz Martini Comitissa 2008. 30% pb, 50% pn, 20% ch, 5 anni sui lieviti: floreale alpino e miele di melata, bocca di mela golden sapida e vinosa, termina fruttato e con pepatura finale. 85
Lorenz Martini Comitissa Gold 2002. 50% ch, 50% pb: arioso, balsamico e fruttato, elegante e saporito, con volume e cremosità, piacevolmente candito e di struttura anche se l’eleganza prevale e incanta. 92
Kettmeir Brut. 26-27 mesi sui lieviti, 8gr/lt: animato, floreale e solare, bocca molto carnosa e di frutto giallo, pesca e mandarino, dolcezza finale ma non stucchevole. 85
Kettmeir Rosé. Melograno e menta, arancia rossa, lampone e ribes, succo di mela, bocca accesa, dinamica e ritmata, dissetante e vitale. 87
Si esce dalla degustazione piuttosto soddisfatti, anche se per dare una valutazione complessiva mancavano i prodotti di Braunbach, Erste+Neue, e la prossima creatura di St. Michael Eppan. Ce n’è abbastanza per salutare con felicità lo stato attuale delle bollicine altoatesine, che hanno un feeling comune molto intrigante in quanto riescono a rimanere sempre piacevolissime e fresche eppure molto intense per aromi e capacità di riempire il palato. Certo qualche mese in più per certe cuvée migliorerebbe il risultato, ma i prezzi tenderebbero a salire mettendoli in una nicchia pericolosa di prodotti piuttosto cari. Adesso stanno tra i 15 e i 25 euro di media: si tratta di metodo classico dall’ottimo rapporto qualità prezzo.
[Immagine principale: Suedtirol.info]
16 Commenti
benux
circa 9 anni fa - Linkmanca il meglio: Stocker con i suoi metodo classico con una percentuale di sauvignon, per i miei gusti sono in assoluto le migliori bollicine "italiane" per rapporto qualità prezzo
RispondiAndrea Gori
circa 9 anni fa - Linki famosi sekt che Stocker si è imboscato da Terlano?!?
RispondiAndrea
circa 9 anni fa - Linkbattuta o sai qualcosa che mi è sfuggita?
RispondiAndrea
circa 9 anni fa - Linkok, ho trovato il vecchio articolo di Corazzol. Diciamo che non sarebbe male assaggiare una bolla Stoker del 1992, potrebbe mettere in difficoltà un Krug.....
RispondiRenato
circa 9 anni fa - LinkSebastian Stocker non si é certo "imboscato" nulla, come si afferma incautamente, dalla Cantina di cui é stato fedele e onorato eccelso kellermeister per 40 anni. Le prove di spumantizzazione metodo classico le ha sempre fatto e le fa, con l'aiuto del figlio, a casa sua, dove ci sono annate su annate che documentano il suo tenace lavoro. Questo per la precisione
RispondiFederico
circa 9 anni fa - LinkForse manca anche Haderburg
RispondiAndrea Gori
circa 9 anni fa - Linkhai ragionissima, altro grande davvero
RispondiFederico
circa 9 anni fa - LinkTra l'altro un gran bel posto davvero, vigne, maso e persone disponibilissime. Non mi ha convinto del tutto il 2004 che però ho solo assaggiato là, ed è facile che sia soprattutto colpa della mia poca dimestichezza con spumanti complessi. Il Rosè è buonissimo, Pas Dosè all'altezza e anche il Brut di quest'anno mi è piaciuto molto, visto anche il buon prezzo.
RispondiSergio
circa 9 anni fa - LinkVon Braunbach non è male. Comunque l'Alto Adige geograficamente e storicamente comincia da S. Michele Adige, dunque...
RispondiPaolo
circa 9 anni fa - Linkmmmhhh... voterei per Salorno, appena oltre San Michele all'Adige
RispondiIl chiaro
circa 9 anni fa - LinkSono decisamente di parte (collaboro con Lorenz Martini e Haderburg) per cui non mi sbilancio in opinioni chiaramente poco obiettive, ma da assaggi fatti in cantina il meglio deve ancora venire da nota azienda Alto Atesina. Parlo di un 100% pinot nero del quale ho assaggiato sboccature a la volé davvero notevolissime, ma il titolare, essendo un pignolo, non si sente ancora pronto per metterle in commercio.
RispondiSergio
circa 9 anni fa - Linkepperò, così non vale! possiamo aprire la caccia al nome? un aiutino? 50 &50 almeno: piccolo produttore di sinistra Adige o Cantina Sociale sulla strada del vino?
Rispondimaruska
circa 9 anni fa - Linkma a sx Adige hanno pinot nero da spumantizzare anzichè vinificarlo in rosso?
RispondiRenato
circa 9 anni fa - Linkil produttore prossimo ad uscire con un metodo classico, sempre che non cambi idea, meticoloso e pignolo com'é, ha i baffi, porta gli occhiali e si chiama Franz
RispondiDamiano
circa 9 anni fa - Linkdovevi dire che porta gli occhiali, il capello, ha i baffi... cosi rifacciamo quel gioco di nome indovina chi. che tristezza l'amarcord.
RispondiIl chiaro
circa 9 anni fa - LinkBravo. Assaggiato 2010 e 2011 ancora sui lieviti e devo dire che ci siamo decisamente, però conoscendo Franz probabilmente quando lo riterrà pronto sarà anche esaurito: ne apre 3/4 a settimana per prova :-) :-)
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