Storie di coraggio. La recensione in centesimi del libro di Oscar Farinetti può riservare sorprese

di Alessandro Morichetti

Ne ho comprate due copie e una l’ho regalata. Lo rifarei. Perché il libro è divertente e 12 storie del vino italiano ben assortite sono una lettura spassosa anche per chi del vino se ne sbatte e beve senza pensarci troppo sù. Prodotto ben architettato e confezionato, chiaramente un blend in cui la componente esotica aggiunge poco o nulla. Non imperdibile ma fruibile. 80/100

Passiamo ora ai dettagli.

Assortimento dei protagonisti: 90/100
Gravner, Antinori, Gaja, Allegrini, Bucci, Planeta, Massa, Rinaldi, Incisa, Rallo, Lungarotti, Charrère: ce n’è per tutti i gusti e gli aneddoti non mancano. Ho iniziato dai piemontesi che conosco meglio per fare la tara e i conti tornano, le figure emergono per come sono davvero, più nella dimensione umana e antropologica che in quella tecnico-produttiva. Si scoprono cose, capiscono realtà, problematiche, fatturati. Lettura persino istruttiva, a tratti. Il personaggio più spassoso? “La Tigre”, non aggiungo altro.

Shigeru Hayashi: 70/100
Deludente. Non entra mai davvero in partita e quando lo fa è solo per recitare il ruolino del corsista precisino che prepara i vini di ogni visita, poi a comando assaggia, sciorina analogie e abbinamenti. Non emoziona, non coinvolge, non rapisce con nessunissima descrizione: la sovrabbondanza di caffè, cacao, vaniglia, liquirizia e pepe a un certo punto diventa insopportabile: come i vini che profumano praticamente di questo (pagg. 64-65). Funziona giusto un po’ per il parallelismo con la cultura giapponese, più brillante per precisione che per ironia, ma fermi lì. Palato assoluto? Bah. Grande professionista ma non sfruttato al meglio in chiave narrativa.

I vini di Oscar Farinetti – Vino Libero: 68/100 
Sopportabili all’inizio, quando il baffo sciorina come è imprenditorialmente entrato nel vino (l’excursus vale un 84/100 di sincerità) e come, man mano, si è allargata la sua presenza. Un filino insopportabili nel seguito (70/100): degustati sempre, comunque e dovunque, con produttori (spero) compiacenti che si sono ben guardati dal fare qualsiasi critica. E poi ‘sto Vino Libero, uff (60/100). Per molti una furbata da “Cotarella di sinistra” (cit.): ho visto gente autoflagellarsi per molto meno. Syngenta e libertà nella stessa frase stonano solo a me?

Oscar, per il prossimo giro te lo do io un consiglio non richiesto. Fai il moderno vero, portati un blogger, magari pure italiano. Fagli dire cosa realmente pensa dei vini assaggiati e perché. Magari fatti anche dire che qualcuno dei tanti fa un po’ ca*are. Sarebbe più divertente, molto realistico e un’apertura narrativa al brivido che la metà basta per fare tre puntate de La Signora in Giallo.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

18 Commenti

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stefano bonilli

circa 10 anni fa - Link

Bella recensione, vedi che quando ti impegni riesci ad essere bravino... :-))

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Daniele

circa 10 anni fa - Link

Io l'ho trovato un libro davvero piacevolissimo, comprato in Ebook e finito in meno di due giorni, credo sia l'unico libro del genere che abbiamo in Italia e leggere la storia ed i pensieri dei principali protagonisti del mondo del vino è bello, specie se raccontati con ironia e buon ritmo narrativo come in questo caso, bravo Farinetti, ottima idea e buona realizzazione. P.S Qualcuno comunica a Shigeru San che il Gorgonzola ed il Taleggio NON rientrano nella categoria dei formaggi stagionati?

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joseph

circa 10 anni fa - Link

No' E allora che categoria rappresentano i due formaggi? sono curioso di sapere il parere di un vero intenditore

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Daniele

circa 10 anni fa - Link

Che categoria rappresentano? Sono formaggi a pasta molle, il Taleggio è forse il principale esponente delle croste lavate italiane e il Gorgonzola degli erborinati.

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francesco orini

circa 10 anni fa - Link

portarsi anche un vero fotografo, non sarebbe stata una cattiva idea. La foto di copertina è un misto di mosso e sgranato. Quelle alla fine del libro non raccontano nulla, qualitativamente sono lo zero assoluto.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 10 anni fa - Link

Me l'hanno regalato ed è ben scritto, che si tratti di elettrodomestici o di se stesso l'autore sa vendere la sua merce come pochi. E questo è un grandissimo merito perché senza vendite non c'è impresa, anche se troppi vinicoli ostentano di ignorarlo. Ma proprio qui sta il limite del libro, come di ogni intervento di Farinetti; tutto è finalizzato sempre e solo alla vendita del suo personaggio. Un po' troppo, soprattutto in un settore che non ama le esagerazioni. Calma, pazienza, anche se lui era già (un po') personaggio in altri contesti il vino è fatto come è fatto e non permette scalate così veloci. Ci hanno provato in tanti, erano pure bravi e scialavano soldi come fosse acqua, ma sono stati fuochi di paglia.

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Davide G.

circa 10 anni fa - Link

l'ho letto pure io. il libro parte da una vecchia idea di mario soldati ma con aggiunte commerciali. parla minimamente del vignaiolo e dei suoi vini ed invece gli fa assaggiare altri vini sono tutti casualmente venduti da EATALY ... poi a tutti i produttori fa domande del tipo "per chi hai votato?" e "quanto fattura la tua azienda?"...ma chi se ne frega? Shigeru Hayashi è il gran visir degli sfigati e l'ha fatto pure direttore di EATALY Giappone....

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Pietro Municchi

circa 10 anni fa - Link

Assolutamente deludente,a tratti abbastanza noioso. Farinetti conferma la sua furbizia,mentre dopo aver letto due o tre giudizi del Giapponese ,gli altri si saltano volentieri . Chi segue il mondo del vino con continuità e passione qui ha ben poco da imparare . Per rendere più concreto e comprensibile il discorso ,diciamo che mille volte meglio è il libro di Slawka S. Scarso " Il vino in Italia " ( ed. Castelvecchi ).

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Borgogna Mon Amour

circa 10 anni fa - Link

quoto ogni sillaba.

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bruno

circa 10 anni fa - Link

nel "mondo del vino" ci sono nato (da quasi 50 anni) guarda caso proprio ad un tiro di schioppo dalle cantine di fontanafredda, e il libro mi è piaciuto. Anche con le foto sgranate.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 10 anni fa - Link

Con "mondo del vino" ovviamente nessuno intende un poggio con vista cantine, ma bensì l'insieme

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Stefano Cinelli Colombini

circa 10 anni fa - Link

Ops, mi è scappato il tasto. Dicevo che il"mondo del vino" è ovviamente l'insieme degli operatori (consumatori compresi) del settore, non il poggio di fronte a casa sua o mia.

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bruno

circa 10 anni fa - Link

grazie neh "Chi segue il mondo del vino con continuità e passione.." Lo seguo da quasi 40 annate e... ripeto, il libro mi è piaciuto. C'è sempre qualcosa da imparare.

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Gianfranco

circa 10 anni fa - Link

Nessun coraggio , semplicemente molti soldi, megalomania e voglia di emergere per un secondo fine a sfondo politico. Il libro è patetico e ricco di errori. Un sommelier come me non può assolutamente imparare nulla da un personaggio prestato al business enogastronomico che vendeva frigoriferi fino a otto anni fa. Farebbe meglio a tacere se non vuole tirarsi dietro le critiche del vero mondo enogastronomico. Coloro che parlano bene di lui sono venduti al suo business ed alla politica, oppure non conoscono le situazioni. L'Italia invece è ricca di personaggi che a vario titolo nel mondo della cucina, dell'agroalimentare e dell'enogastronomia sono veramente preparati ed hanno dedicato una vita intera per le eccellenze italiane. Fra questi non c'è Farinetti. Infine un commento sul suo fatturato eataly. Deludente se si avvicina solo ai 300 milioni di euro, Il rapporto fra investimenti e ricavi è insignificante se visto alla luce dei miliardi di euro che l'agroalimentare esporta ogni anno. Pongo ad esempio un solo gruppo piemontese che esporta circa 700 milioni all'anno senza tanti sforzi e "fuochi d'artificio" come Eataly che invece non ha fatto altro che entrare in concorrenza con reti gastronomiche italiane presenti all'estero da circa 50 anni. Insomma ha scoperto l'acqua calda il nostro Farinetti. Per quanto riguarda i vini circola un aneddoto sulla storia del vino "Già" che questo malato di protagonismo aveva "inventato" tre anni orsono, facendo imbottigliare, si dice, circa 500.000 bottiglie con un mix di due vigneti. Peccato che il disciplinare dei vini stabiliva e vietava l'assemblaggio di due uve che si raccolgono a circa un mese di distanza. Risultato ? Gli hanno bloccato la distribuzione.Se veramente voleste leggere qualcosa d'interessante vi consiglio di leggere qualcosa edito dall'Accademia Italiana di Cucina, da Ciao Italia, da Identità Golose, Luca Maroni, Paolo Massobrio, Donato Lanati, etc....Ma per cortesia evitate queste improvvisazioni....di un individuo che si è vantato in televisione di aver abbassato il prezzo del Barolo a 9 euro, rischiando di uccidere oltre un secolo di storia di quei nobili vigneti e tutto l'amore dei loro coltivatori....

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Gianfranco

circa 10 anni fa - Link

A proposito vorrei segnalarvi che nel mio sito www.flytopiedmont.it è presente un filmato delle teche rai su Mario Soldati che ho inserito quattro anni fa, allorquando il sig. Farinetti, abilissimo nel copiare le idee altrui (vedasi trony vs unieuro) deve aver fatto un giro. Mario Soldati è stato da me riscoperto nei miei ricordi d'infanzia quando tutta ITalia, Rai compresa, s 'erano dimenticati per seguire tutti i programmi televisivi che oggi riempioni i palinsesti copiando sempre e solo dal primo: Viaggio nella valle del Po del 1957. Quindi bsta copiare, ok ?

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Piero

circa 10 anni fa - Link

Appassionato di vino, ho letto diversi libri sul tema, più o meno specialistici. Il libro di Farinetti non aggiunge molto ma può essere piacevole. Interessante scoprire meglio con un dialogo diretto le grandi personalità del vino che intervista. Sulla enologia o sulla degustazione, a parte il lungo elenco abbastanza noioso delle essenze riconosciute da Shigeyru, non aggiunge e non insegna nulla. Sembra una bella brochure di presentazione delle cantine più importanti del vino italiano fatto a soli fini puramente commerciali. Ma ci può anche stare visto che l'autore di commercio si occupa (anche se vuole camuffare il tutto con la poesia e la riscoperta della bellezza). Tuttavia un aspetto ho trovato fastidioso: il titolo! Sono tutte storie interessanti dei grandi del vino italiano, ma non trovo il coraggio. Non credo sia coraggioso continuare l'attività dei propri ascendenti che ti abbiano tramandato i mezzi ed il knowhow, in un settore così bello. Trovo molto più coraggioso intraprendere da neofiti un'attività difficile come quella di produrre e vendere vino di qualità, magari dopo aver abbandonato un lavoro sicuro o essersi venduto una casa per mettere su qualche ettaro di vigna, facendo un vero e proprio salto nel buio. Ci sono molte storie del genere da raccontare parlando di coraggio( vedi il libro di Corrado Dettori). Nel caso dei personaggi in questione, che ringrazio ogni giorno per quello che fanno, credo ci sarebbe voluto più coraggio ad abbandonare tutto e dedicarsi ad altro, partendo da zero. Il libro di Farinetti parla d'altro. Forse l'ho trovato fastidioso perché è un coraggio che io non ho avuto, mentre sarei stato felice e non mi sarei sentito tanto coraggioso a proseguire un attività fantastica come quella di produrre vino in Italia, con un'azienda ed un marchio così importanti che avessi ricevuto in eredità dalle generazioni precedenti.

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Piero

circa 10 anni fa - Link

P.S.: Mi rendo conto di esser stato ingeneroso con Farinetti, e ne faccio ammenda. Farinetti ha il merito di aver aperto la via nell'investire nell'agroalimentare italiano dimostrando che si può far business con questo settore di eccellenza e nel turismo. E lo ringrazio per rappresentare un esempio al quale molti imprenditori dovrebbero fare riferimento per il futuro di loro stessi e dell'Italia. Volevo solo dire che le storie che ci ha raccontato sono senz'altro di impegno, tradizione e quindi di grande successo; quello che francamente mi salta all'occhio di meno è il coraggio!

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