Sei validi motivi che spingono un produttore ad andare al ristorante e ordinare il proprio vino
di Antonio TomacelliLa domanda è intrigante e a farla è uno dei vignaioli più attivi sui social, Luca Ferraro: “Cosa spinge un produttore ad andare al ristorante e bere il proprio vino?”. Colpito e affondato? Mica tanto, e a leggere i commenti la questione è un po’ più complessa e non priva di risvolti.
La paura del confronto o la supponenza del produttore, infatti, non spiegano tutto e le motivazioni possono essere le più diverse. Proviamo dunque a elencarle così come sono apparse nei commenti:
1. Quality control check
Si assaggia il proprio vino per capire in che condizioni viene conservato e se il ristoratore ha qualche mia vecchia annata in cantina, tanto meglio.
2. Fare marketing a buon prezzo
Secondo il nostro editor Andrea Gori tutti i vignaioli toscani lo fanno: questione di marketing ma sarebbe interessante capire se la strategia funziona.
3. La perfezione esiste
Questa merita di essere copiaincollata così com’è: “Uno potrebbe semplicemente fregarsene del mondo ed andare avanti a fare in maniera eccellente il suo vino col suo stile. Può rischiare di andare fuori moda col passare degli anni ma sarà coerente con se stesso”.
Posizione rispettabile se ti chiami Incisa della Rocchetta e se no, desisti.
4. Per vedere di nascosto l’effetto che fa (cit.)
Ci si presenta in incognito, si ordina il proprio vino e, con la dovuta nonchalance, si chiede un parere al sommelier. Da provare almeno una volta nella vita.
5. Ti chiami Josko Gravner
Il tuo vino è differente, pure troppo, e il tuo naso è in grado di calcolare i solfiti presenti al milligrammo. Sei allergico ai lieviti selezionati e ti scatta la carogna quando il vino è limpido e ripassato in barrique. Se poi ti piace naturale, biodinamico e raccolto quando Giove è in trigono con Saturno, non hai scelta. Che noia, però.
6. Il parere di Intravino
Il “produttore che ordina sempre il suo vino al ristorante” lo fa perché in cuor suo coltiva una segreta speranza: sentirsi rispondere dal sommelier: “Mi spiace, l’abbiamo terminato”.
E lì partono orgasmi a ruota libera.
E voi che produttori non siete, al ristorante vi fate prendere dalla paura dell’ignoto o siete tra quelli che ordinerebbero pure un aglianico australiano?
5 Commenti
Samuele
circa 9 anni fa - LinkIo non bevo mai il mio vino al ristorante. Esco così raramente che preferisco provare sempre qualcosa di diverso, però ogni tanto capita di bere quello dei miei colleghi lucchesi. Lo faccio perchè mi interessa capire cosa fanno gli altri e se la loro via possa essere migliore della mia, in questo modo bere vino è sempre molto stimolante. Anche a casa conservo più bottiglie di altri produttori che mie.
Rispondiendamb
circa 9 anni fa - Link... ma nessun produttore che voglia fare un 'price control check'? ... o va tutto bene?
Rispondicarolaincats
circa 9 anni fa - Linkio bevo e mangio a casa mia se posso, e bevo vino degli altri se posso. se vado al ristorante scelgo vino degli altri, se l'unico bevibile è il mio ordinerò quello ma fino ad ora non è mai successo. se c'è un vino di qualcuno che conosco e non mi piace bevo acqua. l'orgasmo l'ho quando finisco il vino a magazzino. ps. nelle ultime preparazioni di cantina mi sono aperta un kante.... mi sentivo sola :)
RispondiValentina Chiarini Wulf
circa 9 anni fa - LinkNoi non andiamo quasi mai al ristorante, ma in quel raro caso ci piace mangiare cose diverse da quelle che cuciniamo a casa, se no che divertimento è? Lo stesso vale per i vini, ci piace assaggiare per curiosità e interesse per il lavoro degli altri, per altri vitigni e altre zone. Come dire, quando si può si unisce l'utile al dilettevole
RispondiAG
circa 9 anni fa - LinkCorreggo la teoria del Gori: il produttore toscano (ma non solo) vecchio stile quando va al ristorante porta i suoi vini e non assaggia niente altro. Figuriamoci se confronta
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