Se il tuo vino lo vende il fruttivendolo non puoi prendere i Tre Bicchieri? Cantina Due Palme non ci sta

di Fiorenzo Sartore

Il post sui tre bicchieri pugliesi, che contiene lo stagionale elenco di premiati dal Gambero Rosso, contiene anche, nei commenti, un piccolo scambio polemico che mi pareva meritasse miglior risalto. Un commentatore rileva infatti scandaloso (a questo pare servano i premi, a scandalizzare) “trovare un vino di Cantine due Palme. Quell’etichetta è presente nel discount e dal fruttivendolo sotto casa… ho detto tutto”. Interviene quindi Angelo Maci, enologo alla guida dell’azienda:

«Gentile signor Marco, leggo con stupore che valuta un problema la convivenza di un premio prestigioso come i Tre Bicchieri con una cantina il cui vino è possibile trovare in un discount o in un fruttivendolo. Approfitto di questo suo intervento per fare una cosa che difficilmente faccio, ovvero intervenire in una conversazione anonima e soprattutto nella rete, ma come sempre ci metto faccia e nome. Mi chiamo Angelo Maci, enologo, ho 72 anni, sono alla terza generazione vitivinicola, e da 26 anni sono alla guida di una straordinaria cantina sociale (cooperativa), da me fondata, costituita da 1200 soci, denominata Cantine Due Palme. Con orgoglio sottolineo il termine Cooperativa con tutto il peso della sua montagna di valori di solidarietà ed estrazione popolare che caratterizza ogni cooperativa in ogni angolo del mondo. Noi siamo gente del popolo e per il popolo. Per obbligo morale in quanto cooperativa facciamo cose alla portata della gente umile, semplice ed essere in un discount non ci fa né vergognare né preoccupare. Dobbiamo raggiungere degli obiettivi in termini di numeri e di dividendi per assicurare ai soci, molti dei quali umili orgogliosi contadini, dei risultati tangibili. I valori tipici del cooperativismo, però, abbiamo dimostrato che possono convivere con un prodotto di qualità. Il Selvarossa riceve i Tre Bicchieri da ben 9 anni, ed è l’orgoglio non solo di noi contadini, ma è il riscatto di tutti coloro i quali vivendo appieno i valori di una cooperativa, sentono l’orgoglio di essere parte di un meccanismo che fa qualità. Venga a trovarci, la ospiteremo con piacere per mostrarle come abbiamo a cuore l’ambiente, come mettiamo anima e cuore nella produzione di ogni nostro vino che è un figlio con pari dignità. La aspetto».

Cosa mi piace: il tono costruttivo della risposta, e l’elencazione dei numerosi argomenti convincenti. Soprattutto, non si capisce come sia possibile valutare la qualità un vino in considerazione del fatto che lo venda un fruttivendolo. E lo dico peraltro non avendo mai testato i vini in questione, rimedierò prima o poi. Resta il fatto che quel tipo di valutazione è la quintessenza di un certo tipo di enosnobismo che ogni tanto ci piace castigare, quindi grazie al signor Maci. Infine, siccome qui in giro i conflitti di interesse sono sempre in agguato, io non faccio il fruttivendolo.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

9 Commenti

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Marco

circa 9 anni fa - Link

Se posso dare una testimonianza; ho comprato quel vino (del 2011, non dell'attuale annata) alla Esselunga attirato dalle buone critiche (di una altra guida) e dal prezzo basso (12-13€). Non avevo mai bevuto un salice salentino e, pur immaginandone la tipologia non proprio affine al mio palato, ho tentato. L'ho portato ad una festa ed aperto, tra le varie bottiglie disponibili. Dopo un po' ho iniziato a sentire commenti entusiastici, spontanei e non provocati da mie domande: gente che si chiedeva che vino fosse, etc... Personalmente ho trovato conferma del fatto che il salice non è proprio nelle mie corde, ma che sia una macchina da guerra in termini di apprezzamento del mercato, è indiscutibile. Preferisco vini un po' diversi, ma avercene di vini così...

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gerardo

circa 9 anni fa - Link

Il Selvarossa è uno dei grandi vini italiani. Ha una continuità incredibile. Mi piace ed ogni anno ne faccio scorta anche se personalmente preferisco il Melarosa della Cantine due Palme.

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maurizio gily

circa 9 anni fa - Link

Che lo venda il fruttivendolo, ammesso che sia vero, a mio avviso sarebbe non un punto a sfavore, ma a favore della scelta del Gambero Rosso. Nell'appassionata difesa di Maci trovo lievemente stonata questa frase "I valori tipici del cooperativismo, però, abbiamo dimostrato che possono convivere con un prodotto di qualità." non mi sembra che sia una cosa da dimostrare, mi sembra una cosa ovvia e ampiamente dimostrata ogni giorno da molte cooperative italiane e francesi. Poi ci sono anche quelle che non la dimostrano, ma del resto si fanno vini eccelenti, medi e cattivi in tutte le tipologie di aziende, grandi e piccole.

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Gillo

circa 9 anni fa - Link

Conosco anche altre cooperative serie ed importanti pugliesi presenti nelle varie provincie. Grandi parole di Maci e bel commento di Fiorenzo Sartore.

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nico pisanelli

circa 9 anni fa - Link

il mio fruttivendolo c'ha il Dom Perignon

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Nome

circa 9 anni fa - Link

Il mio c'ha il Mo' esce Antonio

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Andrea Calvarano

circa 9 anni fa - Link

A saperlo avrei denigrato anch'io Cantine due Palme, dato che per tutta risposta mi sarei beccato un'ospitata...scherzi a parte...chapeau! Mr Maci...

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Francesco

circa 9 anni fa - Link

Il lettore ha peccato solo di un po' di superficialità dato che il riconoscimento è dato al singolo vino e non a tutta la produzione; mi pare ovvio che tra il vino premiato di Cantine due palme e il primitivo della stessa azienda che si trova in una delle maggiori catene GDO italiane corre la stessa differenza che passa tra mangiare e stare a guardare. Mettendo da parte lo snobismo verso i grandi produttori sarebbe come dire che il Solaia fa schifo perché il Santa Cristina è ovunque.

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diodato buonora

circa 9 anni fa - Link

Complimenti al Signor Maci per la risposta. Un vino si giudica per la sua qualità non da chi lo vende. Se è buono, è buono e basta.

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