Rum Day 2015 a Milano: l’anima del vero rum è bianca

Rum Day 2015 a Milano: l’anima del vero rum è bianca

di Thomas Pennazzi

Dopo tanto parlare di rum finalmente si va ad assaggiarlo. Scrivere per i lettori di Intravino richiede a volte un fegato robusto, particolarmente se si partecipa alla Sugarcane Experience©, seconda edizione milanese del Rum Day©, una sorta di tour de force alcolico in atmosfere caraibiche.

Il format è quello ben collaudato del clan di Bartender.it, organizzatori di frequentati eventi alcolici da un po’ di anni. Questo del Rum Day è una relativa novità, ma il successo di pubblico è stato notevole. Tenuto come il fratello Gin Day allo Spazio Pelota di via Palermo, l’evento ha permesso di raccogliere in un solo luogo numerose aziende e distributori per confrontarsi con gli appassionati domenica 8 novembre, e con i professionisti del settore il lunedì 9.

Il focus primario del raduno era centrato sulla mixologia: in questo campo il rum è sicuramente il principe tra i brown spirits, seguito a ruota dal bourbon. Ma c’è stata una non trascurabile vetrina anche sulla cachaça, e l’occasione per provare il clairin di Haiti: i miei quattro lettori sanno già di cosa si tratta.

Naturale quindi che il Rum Day abbia visto protagonisti i grandi maestri del settore, provenienti da alcuni dei bar più trendy della scena internazionale: i londinesi Marian Beke e Rusty Cerven [The Gibson], Agostino Perrone e Giorgio Bargiani [Connaught Bar], e Luca Cinalli [Nightjar]; da Roma il team del Jerry Thomas Project; ed infine il milanese Dario Comini [Nottingham Forest]. Ospiti speciali Ian Burrell [The Rum Ambassador], Daniele Biondi [Rum Club], Marco Pierini [La Casa del Rum] e Luca Gargano [Velier].

Come al solito le giornate sono state scandite da degustazioni guidate dai brand ambassador e dai master distiller provenienti dalle aziende più organizzate, nonché da alcuni masterclass sulla miscelazione e sulla cultura del distillato caraibico. Propedeutica a tutto questo la Rum Cocktail Week, in cui 50 bar sparsi per la Penisola hanno offerto un ampio ventaglio di classici e non sul tema.

In seno alla manifestazione anche un rum bar ed un negozio, per bere e portarsi a casa il distillato preferito. Al Rum Day non c’è stato spazio per l’improvvisazione.

Come sempre in questi eventi, il variopinto pubblico in ebbrezza etilica ed il caos sono state le note dominanti, ma nella confusione, come fosse una piccola isola di quiete con bancone bar e sedie in mezzo al traffico, spiccava Francesco Mattonetti, enotecaro aretino, grande collezionista e tra i massimi esperti italiani di rum. Stavolta qui in veste di espositore di bottiglie rare, ha presentato un singolare corner con offerta di numerose ‘degustazioni impossibili’ di rum introvabili, cosa più che meritoria agli occhi degli appassionati.

Per navigare nel vasto mondo dei rum esposti nelle due giornate era indispensabile una bussola: la mia è stata seguire uno dei tre grandi stili, quello francese (il rhum), con qualche divagazione occasionale.

Tra la confusione e i tanti bicchierini, posso raccontarvi solo le mie impressioni, più che degustazioni ragionate, per le quali ci vorrebbe anche il tempo perché i distillati si esprimano al meglio; prendetele per quel che valgono.

Flor de Caña | Nicaragua

Marchio della Compañía Licorera de Nicaragua, l’unica distilleria del Paese produce dal 1937 alcuni dei rum di maggior reputazione del Centro America.

– Extra Seco 4: ron bianco invecchiato 4 anni, filtrato per eliminarne il colore. Aromatico e vanigliato, piacevole.
– Centenario 25: ron premium secco, buona struttura, legno ben integrato.

Rhum Bielle | Marie Galante
Dal bianco ai più invecchiati l’assaggio rivela l’ottima qualità di questa distilleria: pulizia, struttura, legno mai invadente.
– Rhum Blanc Agricole 59°: grande ricchezza aromatica, dalla forza gentile. Soddisfa anche puro.
– Rhum Vieux 7 Ans: complesso e preciso, equilibrio brillante.

Velier | Haiti
I clairin (rustici rhum agricoli) di Haiti sono stati la vera sorpresa della manifestazione: la loro enorme aromaticità unita ad una vivace freschezza ne fanno delle acquaviti entusiasmanti, pur nella semplicità distillatoria isolana. Merito della conservata biodiversità della materia prima.
– Clairin Vaval: distillato dai toni scuri e speziati con generoso retrogusto.
– Clairin Casimir: un’esplosione di aromi caleidoscopica; la cosa più vicina ad una nostra grappa da vinacce aromatiche che si possa pensare in terra caraibica. Notevole.

Depaz | Martinica
Antica distilleria ora parte del gruppo La Martiniquaise, produce rhum agricoli da canna blu, secondo lo stile francese.
– VSOP: dolce, piacione, dai buoni aromi, ma così così.
– XO: secco, profumi piatti, non entusiasma granché.

Issan | Tailandia
Neonata distilleria di un italo-francese, David Giallorenzo, distillatore di essenze trapiantato in Tailandia per fare rum da puro succo di canna aromatica; un’altra scoperta di Velier.
– Issan Rhum: bianco, fresco, molto fruttato, esile ma convincente. Da seguire nel futuro.

Damoiseau | Guadalupa
Azienda tradizionale in stile francese, solo rhum agricoli.
– Rhum bianco agricolo 55°: ricco aroma fruttato, con la canna in primo piano, più che gustoso.
– Rhum Vieux 10 Ans: la materia prima è di ottima qualità, ma l’influenza del fusto ex–bourbon sovrasta la bella aromaticità del distillato.

Neisson | Martinica
La distilleria più piccola della Martinica, e l’unica gestita da una donna. Rhum agricoli di tradizione familiare.
Rhum bianco agricolo: corposo, leggermente speziato, il più ricco della manifestazione. Con una goccia di lime affascina.

Appleton Estate | Giamaica
La storica distilleria, parte del gruppo Wray & Nephew, ora in mano a Campari, produce una gamma di rum invecchiati di pregio.
– Wray & Nephew White Overproof: bianco dal fruttato potente, con l’inimitabile carattere giamaicano, a 63°; convince al primo (prudente) sorso.
Appleton Estate 21: rum premium, complesso, morbido, suadente, dall’attacco dolce e dal finale lungo ed appagante; un ottimo rum invecchiato, non c’è che dire.

La sintesi: lo stile francese si difende molto bene, grazie alla tradizione del rhum agricole. Ma l’anima del rum è bianca: se volete veramente godere di questo distillato buttate a mare tutte le botti e bevetelo come si usa nei Caraibi: bianco, con uno spruzzo di lime e ghiaccio. Vi si riveleranno i puri aromi della canna da zucchero. Menzione speciale per i clairin.

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Thomas Pennazzi

Nato tra i granoturchi della Padania, gli scorre un po’ di birra nelle vene; pertanto fatica a ragionare di vino, che divide nelle due elementari categorie di potabile e non. In compenso si è dedicato fin da giovane al suo spirito (il cognac), e per qualche anno ne ha scritto in rete sotto pseudonimo.

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