Quando un uomo è solo al ristorante. 6 tipologie decisamente hard core (più una)

Quando un uomo è solo al ristorante. 6 tipologie decisamente hard core (più una)

di Cristiana Lauro

Ho girato, mangiato e bevuto nei cinque continenti. Gli uomini soli al ristorante sono un universo parallelo di cui ora sappiamo praticamente tutto. Vediamo se ne conoscete qualcuno.

1) Il separato depresso
Quando gli tocca il turno dei figli piccoli è ancora più depresso. Mangia da solo ma porterebbe a cena fuori anche quell’arpia dell’ex suocera pur di non farsi vedere in giro sfuso perché si vergogna, non è abituato e poi prima c’era lei. Per carità, rompeva da morire, una tritapalle tremenda però così è peggio, è solitudine, tristezza e abbrutimento. Soprattutto quando a tavola da solo, con quel cacchio di telefono che non suona mai, gli torna in mente chi gliel’ha portata via: “maledetto surfista bello e ricco, con quella testa piena di capelli biondi!”. Un tipo che la domenica se ne fotte delle partite di calcio e della Formula 1, non ha i buffi con Equitalia, un mutuo tutti i mesi da onorare e una sola ragione al mondo per proteggersi dalla gastrite. Uno che con un drink in più dà il meglio di sé, conquista la platea, non si riduce a quel muschio scivoloso e patetico che eri tu dopo due dita di limoncello, quando ballavi Sex Bomb sul tavolino, con una palude in bocca e la cravatta legata sulla fronte. Quelle serate da dimenticare; per te da sbronzo è stato facile, ma a lei che ti ha portato a casa sano e salvo stanno costando anni di psicoanalisi. Quei rientri alla base da spappolato, putrefatto, dove l’unico testimone delle tue mirabolanti prestazioni sessuali col cuscino ortopedico (lei esausta, davanti allo specchio del bagno struccava il viso con le sue stesse lacrime) era il gatto e non so se i gatti abbiano senso del ridicolo ma almeno non parlano. Adesso lei si è innamorata di un altro, un surfista: “Quella zoccola!” Un maschio brillante, divertente, spiritoso, non un generatore di sbadigli imbottito di ansiolitici. Uno che piace a tutti (a parte te), gioioso, che vive e ama la vita, uno pieno di voglia di vivere. Sì, con tua moglie.

2) Quello che rimorchia la cameriera
In effetti non era uscito con fame di sesso, non è uno fissato, ma poi si ė affacciato un certo languorino. Capita e la cameriera, a quanto pare, ci sta. Lei non è una gran bellezza, ma quando il desiderio sale la soglia estetica si abbassa, sono inversamente proporzionali e, dopo un po’, tutto fa brodo. Finito di mangiare, l’uomo paga il conto, fuma una paglia in macchina in attesa che lei finisca di lavorare, la carica e se la porta a casa. Ma è domenica, la ragazza ha saltato il turno di riposo settimanale, costretta a servire al tavolo due cerimonie di comunicandi e il battesimo in ritardo di un moccioso, ormai attempato, di cinque anni, nel pieno delle sue facoltà di sfrangere i coglioni con tutta la banda dei suoi cuginetti. È stanca morta, poveretta, ha accettato la lusinga, ma al momento si ritrova due patate al posto dei piedi e le caviglie talmente gonfie che come le flette, per adagiarsi sul divano, esplode quella vecchia cavigliera di grosse perline farlocche che, con la forza propulsiva di una cerbottana, colpiscono e fracassano un vaso cinese, un barattolo di pomodori calabresi sott’olio e l’unico occhio sano di Polifemo, il gatto guercio che lui aveva raccattato sul ciglio della strada salvandolo da una vita di stenti. Non si fa sesso, lui le offre garbatamente il suo letto – che prepara con lenzuola rinfrescate alla lavanda – e si appoggia per riposare qualche ora sul divano.

3) Lo sfigato
Al 47esimo invito declinato ha dovuto decidere di non morire di fame. Va in un ristorante che conosce molto bene nella speranza di trovare qualche amico con cui scambiare due chiacchiere e dimenticare tutta questa sfiga. Ma una sfiga tira l’altra, gli amici stanno guardando la partita di rugby, smadonnano contro la squadra avversaria che sta vincendo e a mala pena lo salutano. Siede a un tavolo tutto solo, sceglie a caso puntando il dito sul menù, mangia a testa bassa e riflette: “Sono soltanto brutto o anche antipatico e noioso?”. Il giorno seguente si iscriverà a Tinder dove avrà modo di conoscere altri sfigati come lui, dopo aver fissato un incontro col prof. Renato Calabria: se solo realizzasse sulla sua faccia un decimo del miracolo che gli è riuscito sul volto di Flavio Briatore, sarebbe già un successo.

4) Il puttaniere
Esce solo per rimorchiare, è gradasso e pacchiano come quel Rolex Daytona in oro giallo che sfoggia in spiaggia e nei circoli sportivi. È un rozzo arricchito, sta al buon gusto come i cavoli a merenda ma è convinto che una bottiglia di Champagne ribaltata nel secchiello faccia di lui quel Casanova cui nessuna può resistere. Siede al tavolo da solo perennemente a caccia e, non di rado, punta donne accompagnate, correndo il rischio di incassare due ceffoni. Si finge viaggiatore, uomo di mondo ed effettivamente Frosinone, Sora e Scurcola Marsicana fanno parte di questo mondo. Il puttaniere è specializzato nel raccattare donne in cerca di una vita facile, spesso di costumi un po’ approssimativi, quelle che nella vita hanno superato un unico passaggio dalla terza alla quarta: la taglia del reggiseno. Lo stesso salto di classe, ritentato più volte alle elementari, non andò a buon fine. Il puttaniere ama esibire le sue conquiste, ma detesta le donne, è un vero misogino.

5) Il gourmet disturbato
Ha un rapporto insano col cibo che tende a vivisezionare, mangia poco e scrive molto. Specializzato in autopsie di ogni specie animale impiattata (una sorta di dott.ssa Garavaglia) non gode mai, ma si gonfia come un tacchino per dimostrare che lui ci capisce. Vuole solo primeggiare, si auto intervista e distribuisce considerazioni dotte, non richieste, su ogni portata, comprese le salviettine rinfrescanti. Se ne fotte di tutto il resto, a partire dall’interesse nullo generato dal suo parere. Fondamentalmente è un disturbato, fa sesso quasi mai ma si descrive come un vero trombeur de femmes. Appaga la sua libido fissando le quagliette a cosce aperte nel piatto o sbirciando di soppiatto la scollatura profonda, convocante e generosa di un petto d’anatra.

6) L’amante che deve far venire le 15. Una storia maso/feticista
Ha un matrimonio fallito alle spalle e sa cosa significhi rientrare ogni sera e trovare quella rompicoglioni in cucina che sperimenta le ricette della Parodi in TV. D’ora in poi è meglio non prendere impegni, anche perché fuori dalla camera da letto quella bella donna altoborghese, sposata a un libero professionista più grande di lei, sarebbe decisamente fuori portata. Più facile occuparsi dei suoi pruriti sessuali che saldarle i conti dal parrucchiere. Certo, gli orari non sono molto flessibili, bisogna attenersi alle regole di ingaggio, ma l’uomo è di buon carattere, purché si trombi.

Il marito di lei soffre di abitudini calcificate e, prima di rientrare in studio alle 15 in punto, ama mangiare a casa, con sua moglie, due fusilli alle melanzane preparati da Maria, la governante pugliese che con le sue memorie auditive potrebbe far scoppiare una guerra di secessione con probabile annessione del Gargano al Montenegro.

Gestione facile per l’amante, a patto di non ronzare nei paraggi di casa di lei prima del concordato semaforo verde su whatsapp.

Anche in questi casi gli emoticon vengono in aiuto, sintetizzando all’uopo pensieri, parole, opere e, soprattutto, omissioni:

Giusto il tempo per un pranzo in trattoria, meglio mettere qualcosa sullo stomaco prima di buttar giù la pasticca di Viagra, Cialis o Levitra, son pur sempre farmaci. La regola a tavola, però, è non esagerare, non farsi tentare da quel fritto misto all’italiana che potrebbe indurre sonnolenza e compromettere irrimediabilmente la performance. L’amante che deve far venire le 15 di solito rinuncia al fritto misto all’italiana, mangia una spigoletta al sale, un po’ di insalata e bandisce aglio e cipolla, ossessionato com’è dal timore di proporre un alito sgradevole sui preliminari. È un romantico in fondo, per lui comincia tutto sfiorando le labbra, per poi baciarle con passione. Ma la bella signora sta molto più avanti col programma e quando apre la porta indossa una tutina di rete, stivali alti di pelle nera e gli ordina la genuflessione schioccando il frustino come Darix Togni con le sue tigri. L’amante romantico esegue con riverenza e adorazione. Asseconda ogni richiesta di madame, compresa quella di leccare tacchi e suole sporche degli stivali. Con devozione e ad occhi chiusi, passa la lingua su tutti e due gli stivali, pensando a qualcos’altro per il disgusto, ma non lo fa vedere. Lecca prima i tacchi e poi si concentra sulle suole. La donna dall’alto guarda con aria sprezzante e soddisfatta per quell’uomo zerbino, quell’idiota che pur di esaudire ogni suo desiderio si comporta come un coglione. Lei si appaga solo a guardarlo e la cosa finisce lì, non fanno altro. Ma dico io, se proprio doveva mangiare schifezze non era meglio quel fritto misto all’italiana?

E poi c’è una piccola rappresentanza di fuori categoria, quelli che non devono dimostrare nulla, che non si sentono orfani e sanno stare molto bene anche da soli. Siedono a tavola semplicemente per mangiare e concedersi un po’ relax, per stare da soli, trovare il tempo di pensare senza l’incrocio di qualcuno o qualcuna che debba per forza dire la sua richiamando l’attenzione tutta su di sé. Questi uomini non hanno bisogno di uscire per rimorchiare, non è il loro obiettivo. Ma la donna giusta la riconoscono a distanza. E se succede sono scintille.

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Cristiana Lauro

Cantante e attrice di formazione ma fortemente a disagio nell’ambiente dello spettacolo, che ha abbandonato per dedicarsi al vino, sua più grande passione dopo la musica. Lauro è una delle degustatrici più esperte d’Italia e con fierezza si dichiara allieva di palati eccellenti, Daniele Cernilli su tutti. Il suo sogno è un blog monotematico su Christian Louboutin e Renèe Caovilla, benchè una rubrica foodies dal titolo “Uomini e camion” sarebbe più nelle sue corde. Specialista di marketing e comunicazione per aziende di vino è, in pratica, una venditrice di sogni (dice).

9 Commenti

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Orion

circa 8 anni fa - Link

Cara Cristina, dopo aver letto questo post alquanto corrosivo mi sono posto molte domande, che in prima battuta pensavo di girarti dato che non riuscivo a trovar risposte sensate a nessuna di esse... Mentre le scrivevo però mi rendevo conto che stavo sprecando tempo, e che in realtà la domanda era e rimane una: Ma che per caso sei laziale? Ossequi!

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Anna

circa 8 anni fa - Link

Scusi quale è il filo rosso che unisce Frosinone, Sora e Scurcola Marsicana ??

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Cristiana Lauro

circa 8 anni fa - Link

Dai ragazzi non cominciamo che non ho voglia di ingarellarmi a fondo perduto. Se prendete sul serio ogni minima facezia o un po' di cazzeggio avete qualche problema, qualcosa da registrare inside.

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Angela

circa 8 anni fa - Link

ma un uomo che si ritrova da solo al ristornate perchè è fuori per lavoro non può esistere per voi?

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Cristiana Lauro

circa 8 anni fa - Link

@Angela, certo che può esistere ed è indicato a fine post fra i fuori categoria. Che poi sono la maggioranza perché questi sono solo degli sfigati.!Bastava arrivare in fondo

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Vittorio

circa 8 anni fa - Link

Purtroppo ho fatto parte di tutte le categorie citate almeno una volta, ma a testa alta mondo cane!

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Cristiana Lauro

circa 8 anni fa - Link

Questa mi sembra una bella ammissione, hai preso con lo spirito giusto la faccenda, si vede che non hai problemi di ruolo o di dover dimostrare nulla. Mi piace!

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Nicola

circa 8 anni fa - Link

Complimenti Cristiana, articolo simpatico.

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massimo

circa 7 anni fa - Link

sono stato tutte quelle figure ma sempre a testa bassa - adesso per limiti d'età. mangio pastina esclusivamente a casa -

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