Quando il vino ti annoia. Cinque rimedi facili per ritrovare lo slancio

Quando il vino ti annoia. Cinque rimedi facili per ritrovare lo slancio

di Fiorenzo Sartore

È proprio vero: il titolo, o le prime parole di un articolo, bastano a sollecitare la curiosità. Per questo appena m’è capitato sotto gli occhi il pezzo del Washington Post “Stanco del vino? Versati qualche nuova abitudine” ho letto velocemente, e voluttuosamente. In effetti, la provocazione funziona: capita mai di essere stanchi della nostra amata bevanda odorosa? Che fare per mantenere, o ravvivare, l’affetto? Dave McIntyre elenca cinque possibili suggerimenti, che in parte traduco, e in parte provo ad integrare.

1. “Chiedi al tuo rivenditore di sorprenderti”. Ecco un buon punto di partenza: perché coinvolge la figura del retailer. I rivenditori ideali, precisa McIntyre, “sono gli uomini e le donne che lavorano nell’independent wine store vicino a te”. L’annotazione contiene aspetti suggestivi: richiama la necessità di figure un po’ antiche e allo stesso tempo modaiole, gli enotecari. Purché rispondano alla descrizione che fa l’autore: “persone che fanno questo lavoro perché amano il vino e sono felici di condividere questa esperienza. Probabilmente hanno assaggiato gran parte (o tutto) il vino che hanno in vendita, girano spesso a visitare i viticoltori e dispongono di informazioni di prima mano”. Per quanto mi riguarda, trovo utile la parte nella quale suggerisce “chiedi al tuo rivenditore preferito qualcosa che non t’ha mai offerto prima”. Questo meccanismo, davvero, potrebbe essere una cura efficace alla “stanchezza”, ammesso che ne siate mai afflitti.

2. “Molti negozi offrono degustazioni gratuite durante la settimana”. Quindi andate, ed assaggiate. Come mi capita spesso di dire, parlare di vino è una gran cosa, assaggiarlo durante la chiacchierata è due volte divertente. In questi incontri potete spaziare anche “conversando con gli altri assaggiatori, per scoprire cosa amano”.

3. “Quando trovate un vino importato che vi piace, segnatevi il nome dell’importatore”. Questo è un altro suggerimento valido per estendere in modo fruttuoso la nostra esplorazione. In Italia indicherei anche la figura del distributore: in effetti quando capita di provare un vino notevole distribuito da una ditta specializzata nel selezionare e rivendere, succede anche che le distribuzioni ben fatte non si limitano certo ad un’etichetta, ma applicano la loro filosofia alla totalità della loro selezione. Tanto vale affidarsi e provare la qualsiasi, perché l’effetto sorpresa piacevole è davvero quasi sempre assicurato.

4. “Andate alle cene tematiche”. Molti ristoranti, in collaborazione coi vigneron, propongono menù specifici sui vini di una determinata azienda (o magari di una distribuzione). Assaggiarli in abbinamento è senz’altro un ottimo modo di metterli alla prova, e nell’occasione si conoscono pure i produttori.

5. “Infine, trovate enofili come voi e avviate il vostro wine tasting club”. Questo suggerimento forse è inutile per molti di voi; tra i vinofili che conosco, un bel numero ama trovarsi in gruppi descrivibili come wine tasting club, cioè allegre comitive di amici che si vedono per assaggiare assieme (cosa molto social e parecchio divertente). La buona notizia è che questi gruppuscoli esistono, si danno un sacco da fare e quindi non vi resta che trovarne uno vicino a voi, e amicarvelo.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

1 Commento

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rampavia

circa 9 anni fa - Link

A giudicare dai commenti (nessuno), il problema non è molto sentito. Meglio cosi'. Personalmente mi sono trovato in questa situazione. Il vino non mi incuriosiva più. Tutte le bottiglie mi parevano uguali. Poco mi importava di bere chablis o tavernello bianco (qui esagero un poco). Mi ha "salvato" l'incontro con due giovani enotecari, ben descritti al punto 1). Il loro entusiasmo, la loro voglia di sorprendermi con vini di tutto il mondo mi ha guarito.

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