Prosecco Underground
di Gianpaolo GiacobboEsiste un modo underground di intendere e vivere il Prosecco. È un universo di persone che vive in simbiosi con il territorio di Valdobbiadene e Conegliano. Sono persone di animo contadine che da generazioni hanno sempre e solo coltivato questa terra e hanno vissuto in queste colline, allevando questo vitigno. Un produttore un giorno mi disse che, nonostante le nuove generazioni avessero studiato a Conegliano e quindi fossero in grado di produrre anche un vino rosso, in effetti non lo avrebbero mai fatto perché il loro dna è bianco.
Sono persone lontane dai riflettori che, al di là del successo planetario di questo vino, sono sempre rimaste in disparte, volutamente in disparte. Conoscere queste persone significa immergersi in un universo legato incondizionatamente al mondo del vino, ma quello più puro, lontano dalle mode dagli eventi e dai format televisivi, lontano anche dai blog e dalle riviste. Nel corso della Primavera del Prosecco, una manifestazione fuori dal tempo che si svolge in 15 località della denominazione del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Docg, ciascun vignaiolo, presenta il vino di base tranquillo, campione da botte, in due versioni, una secca ed una amabile, come da tradizione.
Le mostre si svolgono in alcune vecchie corti addobbate per l’occasione e i produttori, da decenni, si sfidano a colpi di bicchiere per capire chi merita il giudizio del migliore. Ovviamente una commissione d’assaggio decreterà il vincitore, ma è la commissione popolana a decidere veramente chi vince. Terminati i concorsi, la prova viene ripetuta tra i protagonisti in sedi private, spesso cantine, con gli assaggi alla cieca per confrontarsi con il decreto ufficiale. Ovviamente il pan biscotto e la soppressa sono gli attori co-protagonisti.
Vincitori o vinti, per gli appassionati è un’occasione ghiotta per vivere l’identità del Prosecco nella sua forma più intima, dove il vino della marca trevigiana si mette completamente a nudo. Terminate le mostre arriva il momento di tornare al lavoro e i campioni seguono il loro naturale destino, quello della spumantizzazione. L’intervento a volte troppo invasivo dell’autoclave copre la spontaneità di certi vini che ne escono decisamente rivoltati. E’ nella sua forma di base che il Prosecco evidenzia il suo aspetto più affascinante. Il Prosecco Tranquillo, quello senza bolla per intendersi, è un vino delicatissimo dal basso tenore alcolico minerale e piacevolissimo. Lo produce solo chi ha l’orgoglio di non nascondersi dietro la spumantizzazione. Ovviamente la rifermentazione in bottiglia della tipologia Colfòndo è altrettanto sincera, poichè l’autoclave aiuta di più a nascondere le cosiddette furbizie e il ruolo degli zuccheri e dei lieviti omologano eccessivamente le diverse espressioni dei terroir.
Maggiori info sulla Primavera del Prosecco www.primaveradelprosecco.it
6 Commenti
Luca Ferraro
circa 11 anni fa - LinkPienamente d'accordo quando si dice che il vino tranquillo (da vasca) sia un gran prosecco, non mi è affatto piaciuta la frase "L’orgoglio di non nascondersi dietro la spumantizzazione", io non mi sento affatto un codardo. Con affetto Luca
RispondiDarioSpezza
circa 11 anni fa - LinkOttimo punto. La zona di Conegliano e Valdobbiadene è meravigliosa e forse leggermente sottovalutata, e le mostre del prosecco di questo periodo sono un'ottima ooccasione per scoprirle. A parte forse quella di Col San Martino dove c'è più che altro la tendenza a ubriacarsi fuori dalle maniere...
Rispondialvaro pavan
circa 11 anni fa - LinkPeccato che il Prosecco nella sua espressione ferma sia il grande assente. Dovremmo altresì ricordare, e sottolineare, che Valdobbiadene-Conegliano era un territorio che trovava la sua espressione nella sintesi di più vitigni. Uso la forma al passato perchè attualmente si è praticamente ai limiti del monovitigno. A suo tempo vi era un patrimonio di vitigni locali - 2-3 biotipi di glera, perera, bianchetta e 2 biotipi di verdiso - che garantivano a Valdobbiadene-Conegliano un carattere e una personalità inimitabile. E' questa, a mio modesto punto di vista, la base su cui Valdobbiadene-Conegliano può garantirsi la sua menzione di Superiore. Questo territorio, grazie a questa diversità ampelografica, ha una sua intrinseca unicità. Ma nel Prosecco attuale, banalizzato nella stucchevole zuccherosità della tipologia extra-dry oramai dilagante, cosa resta di questa storica realtà? Mi pare anche che si sia voluto tradurre la magnifica facilità di beva di questo vino in semplicità. Ma Prosecco, o meglio, Valdobbiadene-Conegliano, non è un vino così semplice come lo si vuol far credere. A dimostrazione, nella sua più autentica rifermentazione naturale in bottiglia, è la sua capacità e versatilità di accostarsi alle più diverse proposte gastronomiche. Cordialmente, Alvaro Pavan
RispondiGianpaolo Giacobbo
circa 11 anni fa - Link@Luca infatti tu produci colfondo chi sta parlando di te Luca? @Alvaro. Caro Alvaro perfettamente daccordo. Cordialmente.(?) ciao! G.
RispondiAndrea Berti
circa 11 anni fa - Linkun appuntamento "underground" fortemente presenziato dalle solite "major".ciao Giampi. Berti
RispondiGianpaolo Giacobbo
circa 11 anni fa - Linkinfatti il bello sta nell'underground bisogna saperlo cogliere
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