Progetto “Cantine che dovete visitare”/7. Una cosa molto simile a una guida turistica per enofili, a puntate

di Fiorenzo Sartore

La settima parte di questa lunga elencazione di indirizzi consigliati è affidata alla competenza di Francesca Ciancio. Anche lei ha risposto alla mia domanda: dimmi quali sono tre cantine che consideri fondamentali, per una visita. Ed ecco le sue tre aziende da vedere: io ho preso appunti.

Flavio Roddolo, Monforte d’Alba.
La faccia da western, da attore consumato in secondi ruoli. Camicia a scacchi, Flavio Roddolo ha un viso da inquadratura, naturalmente vissuto, un po’ malinconico, niente affatto triste. Sembra un uomo delicato. E senza eredi a cui lasciare quel pezzo di Langa. Le annate di Barolo, Barbera, Dolcetto e Nebbiolo si susseguono senza un futuro e le bevi pensando più al passato. Ma poi Flavio ha gli alberi di frutta da cui sale e scende perché gli piace così: prendere una sola prugna e mangiarla. E sembra che non ci stia tanto a pensare. Ma invece ci pensa. Come i suoi vini, delicati e pensosi, non estroversi. Ma neanche mai grevi. Sono gentili, come colui che li fa. Non cercate una mail, telefonategli. E non pensate di trovarlo in qualche degustazione dove ritirare un premio, perché lui non verrà. Forse a Torino per Slow Wine, perché non è poi tanto lontana da Monforte. Non vi aspettate le sue curiosità perché non vi farà domande, ma a lui fatene: come un diesel partirà piano e costante e si lascerà andare. Flavio Roddolo non è un langhetto ma un langarolo.
Fraz. Bricco Appiani – Loc. Sant’Anna, 5 – 12065 Monforte d’Alba (CN) Tel. 0173 78535

Castell’in Villa, Chianti.
Castell’in Villa non ha voglia di farsi trovare. Segnaletica pigra e una zona del Chianti Classico sufficientemente selvaggia da scoraggiare la ricerca. Ma stiamo cercando un castello e la sua principessa. Che senso avrebbe pretendere il reale? E una volta arrivato trovi le mura, la torre, il borgo del ‘200, i ciottoli larghi. E tutto quel silenzio, soprattutto al tramonto, che ti sembra di dar noia a lupi e poiane. Qui i colori non sgargiano, te li devi cercare tra le sfumature. E tra le pieghe capisci anche Coralia Pignatelli della Leonessa, che è donna ironica e lucida. Concreta come i vini che fa, beva da bistecca, da cinghiale, da arrosti misti. Da chiacchiere discrete, ma non ossequiose. Tutto a Castell’in Villa va dritto al punto.
Loc. Castell’in Villa, 1 – 53019 Castelnuovo Berardenga (SI) Tel. 0577 359074 – Link

Tenuta Bellafonte, Bevagna.
Un solo vino e attorno un paesaggio bellissimo: 7 ettari a Bevagna, in Umbria, che in autunno si accende di fuoco per le foglie rosse rosse dell’uva Sagrantino. Solo quello, un Sagrantino di Montefalco Docg, meno di 4000 bottiglie. Questa è Tenuta Bellafonte con la sua passione per un vino che chi l’ha detto deve essere denso e scuro, che il tannino è come carta vetra, che il frutto deve essere esplosivo? E se invece ci fossero freschezza, unghia trasparente, terziari complessi? Nelle bottiglie di Albert Robert Heilbron queste cose ci sono. Voleva l’eleganza e l’ha trovata, come in tutta l’azienda, nella cantina interrata, nei quadri affascinanti – tanti – alle pareti della casa. Un senso spiccato della contemporaneità nel pieno rispetto di ciò che di antico c’è tutto attorno.
Via Colle Nottolo, 2 – 06031 Bevagna (PG) Tel. 0742 710018/9 – Link

[Archivio delle puntate precedenti: prima parte, seconda, terza, quarta, quinta, sesta].

avatar

Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

5 Commenti

avatar

daniele

circa 11 anni fa - Link

uffa vado in vacanza in Trentino e manco una cantina segnalata! :(

Rispondi
avatar

enrico togni viticoltore di montagna

circa 11 anni fa - Link

dornasch salorno patrick uccelli, via dorna 14

Rispondi
avatar

Il chiaro

circa 11 anni fa - Link

Vallarom, maso furli, San Leonardo, balter e dalzocchio (sono uno vicino all'altra e tanto piccole che si fanno in una mattinata entrambe), maso martis x le bolle. Se invece stai nella valle dei laghi allora Gino Pedrotti imperdibile.

Rispondi
avatar

Andrea Pagliantini

circa 11 anni fa - Link

Nella Berardenga i colori tenui che non sgargiano sono sicuramente del Sangiovese che poi si apre nello scenario delle crete, mai uguali a se stesse in ogni stagione. E il bel volto di Flavio Doddolo ricorda molto Jason Robards...... Cheyenne in "C'era una volta il west".

Rispondi
avatar

valerio rosati

circa 11 anni fa - Link

Ahahahah.... Confermo tutto su Flavio Roddolo, non l'ho conosciuto di persona, ma ci ho parlato al telefono 2-3 volte. Unico mezzo di comunicazione alternativo al telefono (rigorosamente fisso, non credo abbia il cellulare) è il fax.

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.