Profumo di Vulcano o puzza di relativismo da quattro soldi? Vallo a capire

di Alessandro Morichetti

Lunedì scorso, nel pomeriggio, ho visitato una azienda di Barolo con Federico Graziani e Marco Pozzali, due persone con cui è piacevole fare cose insieme. Siamo stati da un produttore quotato, persona squisita, un langhetto. Abbiamo assaggiato 4 vini delle migliori etichette, una di queste è risultata davvero interessante, le altre un gradino sotto ma comunque esperienza istruttiva. Ben felice di conoscere il produttore a casa sua, ho anche scoperto una piacevole convergenza di vedute su questioni di vita barolese (leggi “affaire Cannubi”). Terminata la visita, me ne sono tornato a casa a lavorare. Non prima, però, che Federico Graziani – neo-produttore di vino sull’Etna – mi stendesse una bottiglia del suo Profumo di Vulcano.

Non attaccherò raccontando il cv di Federico Graziani e perché dovrebbe interessarci che l’ex sommelier del ristorante Aimo e Nadia si sia messo a fare un vino da mezzo ettaro di vigne vecchissime di nerello mascalese e, in parti minori, nerello cappuccio, minnella e carricante. A questo link trovate tutto quello che vi serve sapere.

Arrivata l’ora di cena, mi fiondo curioso sul Vulcano; perché resistere alle tentazioni quando è così bello cedervi di schianto. Pam, pronti-via! Il vino c’è, è serio, bene. Naso delicatissimo, quasi imbarazzoso. È proprio timido e un po’ chiuso. Ha la vinosità dei Beaujolais buoni e una idea di succo fresco di ciliegia che mi intriga. Ricorda anche un po’ i ciucci zuccherosi dell’oratorio e il timo limonato. Ma questi descrittori li dico per fare il figo, sostanzialmente. L’odore inizia tenero e invitante, e mica poco, suggerisce una idea discreta e compassata di piacevolezza.

In bocca il vino è di facile lettura. Ha un ingresso snello e morbido, non è materico ma (cancellazione per sommossa popolare, ndr) avvolge e conforta. La vinosità ritorna e un tocco giustamente caloroso di alcol presidia il palato con personalità non da prima annata. Il tannino finale è accennato e di grande misura, lascia che sia l’idea di confort a rimanere. Ritorno sul naso e mi piace, la parte fruttata cresce e somiglia alla confettura di fragole da colazione d’hotel. La prendo sempre, sono un esperto.

Sorso pulito, precisione e nitidezza. Ottimo lavoro. Non so come vadano divisi i meriti tra Salvo Foti, Maurizio Pagano (viticoltore de I Vigneri) e Federico Graziani ma qui ce ne sono. Prima release di un vino e una performance notevole. Al che uno si chiede cosa c’entri il relativismo del titolo. Vediamo.

Nel pomeriggio, vini famosi di azienda rinomata, celebrata e a ragione. Non sul mio personalissimo podio di Langa ma lo sarebbe per molti altri. Vini importanti e ricercati ai quattro angoli del mondo. La sera, vino nuovo di azienda ignota. Celebrata sulla stampa amica e bevuta in poco più di mille bottiglie sperse in Italia chissà dove.
In termini di peso nella storia non ci sono paragoni che reggano, ma se guardiamo alla performance specifica, il miglior vino della giornata è quello bevuto a cena. Paragone non proponibile in consessi istituzionali dove il senso delle proporzioni va mantenuto e rispettato, a discapito di singole performance che andrebbero valorizzate e raccontate in quanto tali. 50 euro in enoteca il vulcano, 90 i Barolo. Graziani ha scelto un collocamento alto e a ragione. Le bottiglie sono poche.

A boccia finita, questa specie di Etna Rosso (qui una recente ricognizione di Jonathan Gebser su Slow Wine) – con caratteristiche anche atipiche rispetto ai pochi che ho assaggiato – ha ancora un bel profumo da raccontare, vicino all’agrume. Tre ore di sorsi e ancora la curiosità di infilare il naso nel bicchiere di un emerito sconosciuto.

Curioso questo mondo del vino.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

29 Commenti

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Pablo

circa 11 anni fa - Link

Non si capisce nulla di questa descrizione.

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Nel 2011 lo segnalai su intravino come mio miglior assaggio al Vinitaly.Non sapevo neppure lontanamente chi fosse questo tizio di cui mi segnai il nome. Credo che fosse la prima annata (non so se poi commercializzata) senza etichetta, credo 300 bottiglie (così mi dissero), credo che non vi meritaitate i miei commenti ;-)

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Federico Graziani

circa 11 anni fa - Link

Nic hai ragione. ma l'annata 2009 non è uscita. e in effetti non esiste salvo quell'assaggio. i tuoi commenti non li meritano ma sono indispensabili!! grazie. f

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Diego

circa 11 anni fa - Link

Non ho ben capito: ci si sorprende ancora che ogni tanto il vino di uno sconosciuto possa essere più buono di un vino blasonato? Strano poi non farne il nome...che c'è da nascondere?

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carolain cats moon

circa 11 anni fa - Link

io allui lo conosco, e pure la sua splendida donna... però sto vino devo ancora assaggiarlo... urge visita ai coniugi :)

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giulo

circa 11 anni fa - Link

>"In bocca il vino è di facile lettura. Ha un ingresso snello e morbido, non è materico ma avvolge e conforta." non è materico... certo che se addirittura Morichetti si mette a scrivere come Luca Maroni, è proprio il crollo delle ideologie! :-)

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Alessandro Morichetti

circa 11 anni fa - Link

No, per favore, noooooo!!!! :( :( Dai, dimmi che si capisce, per favore, dimmelooo!! Hai una vita sulla coscienza da questo momento in poi, sappilo. Sono un ragazzo fragile e vorrei almeno scavallare i 33 anni. Portano sfiga, ho letto su un libro :D.

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Paolo Carlo

circa 11 anni fa - Link

Caro Alessandro, spiace ma questa volta sul "materico" ho subito pensato la stessa cosa dell'amico Giulo... :-)

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Nelle Nuvole

circa 11 anni fa - Link

"Curioso questo mondo del vino" mai come questo mondo di blog del vino. Ci vuole un certo sforzo per districarsi nella prosa morichettiana. Lo confesso arrossendo un po' "imbarazzosamente". Alla fine ho capito che: - l'autore tace sul nome del produttore langarolo, e anche sul numero di bottiglie prodotte dallo stesso. Suppongo lo faccia per non imbarazzosarlo. - la performance della prima annata "released" ufficialmente dona al Nostro un coNfort confortevole. - Questa specie di Etna Rosso (?) è atipico ma di facilissima lettura. Insomma è piaciuto assai. Questo è l'essenziale, un bel vino diverso da quelli assaggiati in mattinata a cui Morichetti è più abituato. Complimenti a Federico Graziani. A questo punto avrei una curiosità, di che annata stiamo parlando? PS Nonostante le apparenze continuo ostinatamente ad essere un'estimatrice di Alessandro Morichetti.

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Alessandro Morichetti

circa 11 anni fa - Link

Non ho detto di chi si tratta perché importa il concetto e non la specifica cantina. Ciascuno avrà un proprio esempio in merito. Annata 2010, dimenticai. Grazie! PS: è meno usato ma si dice anche confort invece di comfort, maestra. Ho usato Google :D.

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Federico Graziani

circa 11 anni fa - Link

2 note in più, per chi vuole approfondire: -la piccola vigna si trova nella “Contrada Feudo di Mezzo” di Passopisciaro, comune di Castiglione di Sicilia (CT), nel versante settentrionale dell’Etna e a un’altitudine di 700 metri slm -il sistema di allevamento premia l’alberello autosostenuto con supporto in pali di castagno e di un’età media di circa 75 anni con numerose piante centenarie. -le uve di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, a cui contestualmente vengono aggiunti i frutti di Alicante e Francisi, anch’essi provenienti dalla “Vigna-Giardino”. -la vigna viene lavorata manualmente, con motozappa o con il mulo. Non si utilizzano pesticidi né trattamenti sistemici ma solamente poco rame e zolfo. L’obiettivo è quello di mantenere il vigneto in equilibrio con il microcosmo di appartenenza. -La scelta di raccolta è quella, in controtendenza, di vendemmiare anticipatamente per mantenere viva la freschezza e la dorsale nervosa del vino mentre la vinificazione avviene in tini senza controllo della temperatura e con lieviti indigeni. Affinamento in botti di legno di piccole e medie dimensioni non nuovi per 15-18 mesi e seguentemente in bottiglia. Nessuna filtrazione e travasi rispettosi della tradizione.

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Nad Renrel

circa 11 anni fa - Link

Per dare soddisfazione a Nic, ecco qui la "prova provata" dell'esistenza del vino fantasma in quell'ormai lontano Vinitaly 2011 [img]http://i2.minus.com/jUP8GOOWlfWZF.JPG[/img]

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Federico Graziani

circa 11 anni fa - Link
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Termignone

circa 11 anni fa - Link

ahahahah......queste benedette bottiglie che ho prenotato mesi fa............chissà quando potrò gustarle?

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Federico Graziani

circa 11 anni fa - Link

Sig. Termignone il 16 passo da Lei!

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Francesco pizzuto

circa 11 anni fa - Link

Egr. Sig. Graziani, dove posso comprare il suo vino? Sono molto incuriosito. Grazie in anticipo.

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Federico Graziani

circa 11 anni fa - Link

Buongiorno Francesco, se vuole può mandarmi una mail a info@profumodivulcano.it e le risponderò in privato. Grazie

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Flachi10

circa 11 anni fa - Link

Domanda da scemo (quale sono) e incompetente (quale sono): quali caratteristiche specifiche avra' un vino proveniente da una vigna con piante di 100 anni a differenza di un vino prodotto con stessa tipologie di uve nello stesso posto con vigne giovani (<10 anni per esempio)? Grazie !

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Federico Graziani

circa 11 anni fa - Link

Rispondo per la mia esperienza da sommelier, i vini da vigne vecchie hanno in genere una maggior salinità e dolcezza (eleganza) al palato. Le piante vecchie sono più equilibrate nel senso di esuberanza e vigore dunque non hanno picchi e la forza di un adolescente ma l'esperienza di un vecchio

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Emanuele

circa 11 anni fa - Link

Non so se Federico sia d'accordo, ma un tizio francese che di vino ne sapeva parecchio argomentava anche, parlando però di pinot noir, che l'età della pianta incide al contempo sulla sua capacità di "leggere" il terreno (e il terroir) e sulla qualità del patrimonio fenolico. Trattandosi in particolare di PN e affermando il nostro che per quell'uva molto o tutto dipende dai tannini ceduti dai pepins (e non sovraestratti con macerazioni o pressature da pressofusione), le viti vecchie assicurerebbero anche una maggior qualità dei tannini, fermo restando il ruolo del "manico" nel cogliere il momento migliore per vendemmiare (maturità fisiologica e fenolica). I rossi etnei - è anche un po' moda - vengono paragonati da alcuni ai borgognoni. Chissà cosa ne pensa Federico. Mo' però dacce da beve. 'ndò se trova 'sto vino?

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Federico Graziani

circa 11 anni fa - Link

Sicuramente come dici questo è più importante nelle zone che dimostrano grande diversità di suoli come Piemonte, Borgogna ed Etna. Un maggiore apparato radicale è più sensibile al tipo di terreno e allo stesso tempo più capace di sopportare la diversità di ogni annata essendo esperta e meglio sviluppata radicalmente. Il vino è qua, se Roscioli, Pipero Lamantia e Cagnetti lo prendono ci sarà anche nella capitale. Per ora principalmente Lombardia, veneto, Emilia Romagna e Toscana.

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roberto gatti

circa 11 anni fa - Link

Ho partecipato al Vinitaly ad una degustazione di 15 Etna Rosso + 1 PN; il vino di Graziani è risultato, per il mio gusto, tra i primi 5. In assoluto al primo posto il 1000 metri di Feudo Cavaliere, seguito da Gulfi. Senza spirito polemico e senza volere fare i conti in tasca agli altri, mi sembra che 50 euro per questi vini siano un po troppi, non vorrei che si cavalcasse l'onda, perchè si sa che le onde vanno e vengono ! Saluti :)http://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=8064

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Federico Graziani

circa 11 anni fa - Link

Roberto buongiorno, Ti ringrazio per aver partecipato alla degustazione e per il tuo apprezzamento. Posso tranquillizzare affermando che il mio vino era certamente il più costoso d Il mio sogno è quello di comunicare un territorio unico attraverso un vino espressivo di qualità elevata. Il limite di produrre poco più di mille bottiglie é che qualsiasi costo si riflette in maniera impietosa sul bilancio. Detto questo e in accordo con Morichetti, credo esistano vini decisamente più cari e con meno carattere e personalità rispetto a quello che produco. [img]inserisci qui il link tra i due tag[/img]

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roberto gatti

circa 11 anni fa - Link

Gentile Federico, siamo noi che abbiamo partecipato alla bella degustazione che dobbiamo ringraziare Voi produttori. Per quanto riguarda il prezzo è una annotazione personale che non ha molta importanza, ognuno spende le cifre che meglio crede per i vini che piu' gli piacciono. Da parte mia, avendo la fortuna di assaggiare molti vini all'anno, posso scegliere quelli con il miglior rapporto Q/P, ad esempio tre anni fa a Berlino ad un Concorso Internazionale, ho trovato un vino sudafricano che nella media della commissione internazionale della quale facevo parte, ha totalizzato 95/100 Gran medaglia d' Oro. Personalmente ne ho comprato un buon quantitativo per me ed amici/conoscenti, è arrivato tramite il distributore tedesco, consegnato in cantina a 18 euro/bott. da 0,750, per dire che il mondo del vino è molto grande ed offre grandi possibilità di scelta, di portafoglio , di gusti ecc. Mi complimento con Te per la passione che metti nel Tuo lavoro, e ti auguro ogni successo che meriti ! A Presto :)

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Federico Graziani

circa 11 anni fa - Link

Roberto, mi auguro che avremo presto occasione di bere una bottiglia insieme. Le belle bottiglie (come le più vive emozioni) vanno assolutamente condivise!

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roberto gatti

circa 11 anni fa - Link
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orazio

circa 9 anni fa - Link

Sull'Etna i piccoli vignaioli si danno da fare, noi del vino Nibali siamo degli sconosciuti, magari perché non siamo seguiti da un enologo , ma per la nostra modesta esperienza di tre generazioni di vignaioli con il tempo abbiamo capito qualcosa nel vinificare le uve di nerello mascalese e cappuccio che produciamo il nistro Kirnao Doc.. Con le stesse uve vinifichiamo il Vinazzu in modalità segreta, che portandolo in giro chi lo degusta lo trova molto diverso. Se magari vi trovate un giorno dalle parti dì Passopisciaro sarà un piacere farvelo degustare

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Roberto

circa 8 anni fa - Link

Per chi è interessato ad acquistarlo in Piemonte, il Profumo di Vulcano l'ho visto anche in un'enoteca di Alba (CN).

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renato

circa 7 anni fa - Link

Langhino, imbarazzoso, domande senza punto interrogativo...ma dove ha imparato l'italiano lei? Se tratta i vini come tratta la nostra lingua stiamo freschi

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