Professionisti insieme per evitare le multe. Nasce Etichette Ok e cerchiamo di capirci qualcosa
di Maurizio GilyScrivere su un’etichetta Piemonte Freisa, denominazione di origine controllata, al posto di Piemonte, denominazione di origine controllata, Freisa, costa il sequestro della partita (anche se di mille bottiglie o meno) almeno fino alla sostituzione di tutte le etichette, e una sanzione di 4000 euro. Dura lex, sed lex.
Un gruppo di professionisti propone, sfruttando le potenzialità del web, una sorta di assicurazione contro le etichette non in regola: cioè una larga parte di quelle che circolano sulle bottiglie dei vini italiani, spesso nell’inconsapevolezza di produttori e studi grafici.
La normativa è decisamente complicata e la sanzione ed il sequestro sono sempre in agguato. Punizione maggiormente detestabile quando colpisce, come di solito accade, chi è in buona fede e pensa di essere nel giusto.
La FIVI propose a suo tempo al Ministero l’istituzione di un servizio pubblico di controllo preventivo della conformità, ma la proposta non fu accolta. L’evoluzione del sistema da controllore a cooperatore sembra di là da venire. Non mancano i cattivi consiglieri, con una preparazione non all’altezza, che incoraggiano i produttori viticoli a compiere errori di cui poi, alla fine, rispondono solo i produttori stessi.
A colmare la lacuna hanno quindi pensato Michele Antonio Fino, giurista e autore del manuale “Questione di Etichetta”, Vittorio Portinari, enologo e consulente, Gianfranco ed Ermanno Cordero di BI.LAB, aprendo questo servizio di verifica online. Etichetteok.it valuta l’etichetta, la corregge e motiva ciò che non si può scrivere. Si può acquistare il servizio una tantum, oppure scegliere una formula a carnet o un abbonamento, con costi progressivamente decrescenti. Se per quell’etichetta dovesse giungere, a seguito di una contestazione da parte delle autorità, una sanzione, ne risponderà Etichette Ok e non il produttore.
Staremo a vedere in quanti mostreranno interesse.
[Foto: Doctor Gadget]
12 Commenti
Nic Marsél
circa 10 anni fa - LinkComplimenti a parte per l'iniziativa (anche se non sono in grado di valutare - non essendo produttore - se l'esborso economico sia giustificato), annoto con un misto di amarezza e delusione che un servizio simile fornito dallo stato (magari gratuitamente) non solo non esiste ma addirittura è osteggiato. Evidentemente prevenire non è meglio di curare, soprattutto se lo scopo è fare cassa attraverso le multe.
Rispondiindie
circa 10 anni fa - Linkmah, lo stato da le regole, non fornisce in genere consulenza sulla conformità alle stesse. per quello, appunto, ci sono i consulenti. lo stato dovrebbe scrivere regole di facile interpretazione, non contraddittorie, chiare etc; e lo dico da avvocato.
RispondiNic Marsél
circa 10 anni fa - LinkSe la norma è scivolosa o la si semplifica o si offrono gli strumenti adatti alla sua interpretazione univoca. Pare che i produttori vengano costantemente colti in fallo per banali formalismi nonostante il buon senso evidenzi la loro buona fede. Sulla regolamentazione dell'etichetta (e controetichetta) ci sarebbero tante migliorie da apportare (senza entrare troppo nei dettagli) come l'indicazione obbligatoria di ingredienti, coadiuvanti e processi particolarmente invasivi. Altro che Piemonte Freisa o Freisa Piemonte.
Rispondiale
circa 10 anni fa - Linkscusa pero' se mi dici "errori banali" e poi "in buona fede" mi vuoi dire che i produtttori sono tutti babaccioni? se la norma è scivolosa, allora forse questi errori non sono banali
RispondiRossano Ferrazzano
circa 10 anni fa - LinkIo penso che ci sarebbe una soluzione semplicissima. Istituire un ufficio che rilasci certificati di conformità che le aziende possono richiedere a loro discrezione, pagando il costo del servizio così generato alla pubblica amministrazione. Forse è troppo semplice e troppo efficiente, però.
Rispondiale
circa 10 anni fa - Linkpensa che io sono contento quando il comune fa cassa mettendo un autovelox perchè io vado piano in macchina e più soldi entrano nel pubblico meglio è per me
Rispondiale
circa 10 anni fa - Linknon è evidente la differenza fra una doc che prevede la possibilità di indicare l'uva e una doc che invece prevede l'esclusivo utilizzo di un uva? altro che banalit
RispondiNic Marsél
circa 10 anni fa - LinkCerto e come no, come il fatto che si scrive “alc” e non “alc.” oppure “vol” e non “vol.” e amenità di questo genere. Ma non sono l'avvocato difensore dei produttori. Se ne hanno l'esigenza che si muovano loro.
Rispondiale
circa 10 anni fa - Linkda consumatore del punto non me ne frega ma regione doc e poi eventualmente l'uva utilizzata è ben diversa da regione uva doc
Rispondiale
circa 10 anni fa - Linknel caso specifico avrei potuto pensare che il legislatore ha voluto proteggere con una denominazione l'importante produzine piemontese di freisa ma non è così ha solo concesso al produttore di produrre questa uva all'interno di doc di regione. Il consumatore da valore diverso ad una doc di ricaduta (come lo è piemonte DOC) e una doc specifica
Rispondimaurizio gily
circa 10 anni fa - Linkper la cronaca, il programma #campolibero presentato giorni fa dal Ministro Martina prevede, leggo testualmente (slide disponibil in rete qui http://www.politicheagricole.it/flex/files/3/e/1/D.b33eced9a9e521af1010/Campolibero_cdm_13_giugno.pdf) ESTENSIONE DELL’UTILIZZO DELLA DIFFIDA prima delle sanzioni amministrative pecuniarie per un migliore rapporto tra le imprese e gli organismi di controllo della Pubblica amministrazione SEMPLIFICAZIONI nel settore vitivinicolo questo quanto dichiarato, poi bisogna vedere come e soprattutto quando tutto ciò si tradurrà in legge, o forse decerto legge.
RispondiPaolo
circa 10 anni fa - LinkGentile Maurizio Gily, non farei tanto conto sulle leggi o decreti legge. In questo campo, credo potranno confermarlo, mi pare di vedere la prevalenza pratica del decreto attuativo, della Norrma Tecnica. Che significa, a volte, difformità completa per provincia, distretto, regione, ecc. E, soprattutto, significa "applicazione pratica che contraddice in pieno i principi di semplificazione espressi dalla legge". Vi sono così tanti esempi in ogni campo, in particolare dove agiscono Enti e Corpi di controllo, che non credo vi possa essere alcuna speranza di fronte alle parole del ministro da Lei riportate.
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