Podere Il Palazzino, finalmente

di Jacopo Cossater

Scusate, parto dalla fine e dalla bottiglia che ha chiuso la giornata, perfetto epilogo di un bel pomeriggio a zonzo nei dintorni di Castelnuovo Berardenga. Un rosso straordinariamente integro, quasi struggente per dimensione evocativa. Uno di quei grandi Chianti Classico che riescono ad esprimere compostezza e generosità al tempo stesso, un vino tutt’altro che algido quindi, maledettamente elegante, caratterizzato da un’acidità viva e da una dinamica gustativa spiazzante per complessità. Era il Grosso Sanese 1995, Podere il Palazzino.

Che poi Grosso Sanese non è tecnicamente il nome del vigneto, tuttavia da sempre le sue uve provengono dallo splendido appezzamento di due ettari che è di fronte alla cantina. Un luogo abbastanza stupefacente, meravigliosamente esposto a sud/sud-est, sempre ventilato, segnato nella migliore tradizione della zona da un suolo composto di alberese e galestro. Un vigneto bellissimo che dopo la vendemmia del 2009 è stato espiantato e che solo quest’anno ha rivisto la luce. Nessun dramma però: a partire dal 2010 il Grosso Sanese viene assemblato con le migliori uve provenienti dagli altri appezzamenti aziendali. Mai come in questo caso vale quindi il più classico dei “vedremo”: quello che è in vendita in questo periodo è infatti il 2009, il successivo è ancora in botte. Un Chianti Classico di gran spessore, materico e lungo, caratterizzato all’inizio da una vena ferrosa che tende all’ematico, da note di prugna e di ciliegia prima di una chiusura ben centrata su tratti leggermente più caldi, delicatamente mentolati. Mi era già piaciuto da pazzi il mese scorso a Piacenza, l’ho ritrovato ancora più buono. In cantina a 25 euro.

La vera sorpresa però è un’altra. Si chiama Argenina 2010 e si inserisce di diritto tra i vini da portare su quell’isola deserta. Nel bicchiere c’è un po’ tutto quello che vado cercando nei grandi sangiovese di quell’annata, ormai nel cuore di tanti. Un rosso fresco, dritto, vibrante per acidità. Sopratutto uno di quei sangiovese che non nascondono una certa animalità, declinandola nella più nobile delle espressioni. Le note sono quindi ferrose e leggermente agrumate, caratterizzate da una bella carnosità che rimanda alla viola. Austero, saporito, non invadente ma anzi ricco di slancio e di energia. In cantina è finito (e ci credo, ad appena 12,50 euro a bottiglia rappresentava uno dei migliori rapporti tra spesa e successiva felicità dell’anno), doveste quindi imbattervi in questo rosso al ristorante non esitate, parola di lupetto Intravino.

A margine di questi due vini buonissimi la linea “Edoardo Sderci”. I cugini Claudia e, appunto, Edoardo, rappresentano il futuro di questa bella realtà di Monti, frazione di Gaiole in Chianti. Il primo, il Casina Girasole 2013, è un sangiovese d’annata da bere fresco, goloso e fragrante. Il secondo è il Rosato 2014, un blend di sangiovese e merlot, molto estivo, verticale nella sua (voluta) semplicità. Altro? Tra gli appunti presi vale la pena riportare che tutto nasce a metà degli anni ’70, che la prima annata dell’Argenina è quella del 1998, che il Casina Girasole nasce nel 2001 e che altri due vini vanno a completare la “linea”: il primo è lo Stagi, un assemblaggio di colorino e di sangiovese, il secondo è il Bertinga, un bordolese piuttosto originale in cui al cabernet si affianca una certa quota di petit verdot. Per tutto il resto una visita in cantina vale lo spostamento, è un posto pieno di bei significati.

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

7 Commenti

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Alberto R.

circa 9 anni fa - Link

Grazie per il bell'articolo. Curiosità: si sa/sanno la/le ragione/i per cui il vigneto "Grosso Sanese" ha subito l'espianto?

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Jacopo Cossater

circa 9 anni fa - Link

Grazie a te. Credo le ragioni fossero più di una, dalle tante fallanze fino all'età complessiva del vigneto.

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MG

circa 9 anni fa - Link

Jacopo hai provato anche 2011 e 2012 di Argenina che sono gia' in commercio? come li vedi rispetto al 2010?

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Jacopo Cossater

circa 9 anni fa - Link

Il 2012 no, al momento della visita era ancora in vasca. Il 2011 invece è inevitabilmente meno fresco del 2010, più sul frutto, più caldo e un po' più lento nello sviluppo gustativo (e ci mancherebbe, vista l'annata).

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MG

circa 9 anni fa - Link

Grazie mille della risposta immediata :)

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Alessandro Morichetti

circa 8 anni fa - Link

Concordo in pieno con Jac: 2011 più caldo e rotondone, mi sta meno simpatico. Col 2010 fu ed è amore.

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Jacopo Cossater

circa 8 anni fa - Link

Cuoricino (grazie del commento a 6 mesi di distanza)

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