Perché diavolo mi sono messa a scrivere di vini, vigne, cantine e, soprattutto, bevitori?

Perché diavolo mi sono messa a scrivere di vini, vigne, cantine e, soprattutto, bevitori?

di Sara Boriosi

Non è un buon momento storico per me, ho un sacco di cose per la testa, perciò ho diluito l’attenzione verso le notizie attuali concentrandomi solo su ciò che vale la pena analizzare. Leggendo QUESTO articolo, mi sono chiesta a quale categoria di fanfaroni la sottoscritta appartenesse.

Si sa com’è, excusatio non petita e i cocci sono suoi.

Però effettivamente perché diavolo mi sono messa a scrivere di vini, vigne, cantine e bevitori pur non avendo l’adeguata preparazione quando potevo tranquillamente dedicarmi a temi donneschi più familiari, tipo le novità in fatto di scarpe o la cucina con gli ortaggi prodotti in terrazza?

Ma che ne so, ognuno ha le proprie perversioni. Chi sono io per giudicare chi passa la giornata a cambiarsi d’abito e farsi autoscatti senza preavviso, con i piedini indentro per sottolineare una tenerezza fanciullesca nonostante le primavere trascorse; con quale diritto condannare una persona se spende il proprio denaro in sontuose colazioni testimoniate da scatti e sapiente uso di filtri che ne enfatizzano la succulenza, e postate nei social media più influenti – e poco importa se magari a fotografare è la stessa adorabile **enne dai piedini all’indentro (o il suo fidanzato finto bruttino con barba e occhiali tondi di tartaruga) che del piatto ordinato ne ammira solo i contrasti cromatici e la lucidità delle salse #yummy!

Dunque, stabilito che attualmente tira più una barbatella di Sangiovese di… boh non mi ricordo come finisce la frase, è appagante vedere chi cavalca l’onda della moda e propone corsi per degustare vini come un provetto sommelier in soli due giorni, pubblicando breviari per riconoscere il vino in un’ora; le edicole dei supermercati propongono pratici bignamini per stupire parenti e amici sfruttando l’antico segreto del vino per il quale se è bianco sa di frutti bianchi, mentre se è rosso sa di frutti rossi. Imperdibile, a Natale spero che qualche anima bella me ne regali una copia per avere più autorevolezza quando vado a bere un bianchetto coi vecchi del Bar del Mazzolino in via Quintana.

Quanto mi sbaglio quando stabilisco che un vino è semplicemente buono; ma quanto!

Un vino non si può liquidare secondo il proprio standard di gradevolezza. Se si va a cena fuori, la riunione non si limita più ad essere un momento piacevole prima di archiviare la giornata, macché! Poveri faciloni.

Da qualche tempo i tavoli delle osterie si trasformano in simposi sulla chimica delle pietanze e sugli odori che si schiudono nel bicchiere. Una gara a chi sente più cuoio capelluto e sandalo di suora francescana in chiusura per i grandi rossi del Nord, violette e porporina per i rossi giovani e snelli di pronta beva, lieviti e crosta del ginocchio sbucciato per i brut più scalpitanti, bianchi paglierini al sale dell’Himalaya che dice faccia meglio alla pressione arteriosa, passiti selvatici che ad annusarli bene in apertura si sente persino un aroma di sottobosco e funghi , ma non i semplici finferli! No, troppo semplice. Quelli della pelle. E magari fino all’altroieri si beveva il vino del vicino di podere del nonnetto, quello che fa venire la cefalea a grappolo al secondo sorso ma è fatto dal vicino di podere, perciò se lui è una persona brava allora per forza il vino deve essere buono. Quanto mi mancano quei tempi, quando eravamo giovani di palato e pieni di belle speranze. Ora siamo diventati una manica di suocere sapute e pedanti, spina nel fianco dei ristoratori e di chi si prende la briga di invitarci a mangiare un boccone.

In poche parole: non si può più stappare una boccia senza prima aver ripassato la tabellina dell’8. Siamo diventati eccessivi e compulsivi, e a forza di mangiare e questionare su quello che ficchiamo in bocca moriremo gonfi di cibo e gassati di bollicine. Ce lo meritiamo.

Comunque il web è grande e c’è posto per tutti, figuriamoci se io con la potenza del mio derrière non mi sono fatta spazio, perciò eccomi qui a scrivere. E se scopro che qualcuno inizia a utilizzare il mio personale vocabolario degustativo per compilare un breviario del bravo bevitore in tre semplici mosse – in omaggio un tastevin componibile, il primo pezzo in uscita nelle migliori edicole – vado là e gli sego in due lo smartphone che usa per le foto della gara di bottiglie aperte contro gli amici del fantacalcio pubblicate su Facebook.

 

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Sara Boriosi

Vivo come un’estranea nella provincia denuclearizzata, precisamente a Perugia. Bevitrice regressiva, il mio cuore appartiene al Carso. Dotata di una vena grottesca con la quale osservo il mondo, più dei vini mi piace scrivere delle persone che ci finiscono dentro; lo faccio nel mio blog Rosso di Sara ma soprattutto per Intravino. Gestisco con godimento la migliore enoteca della città, ma lo faccio piena di sensi di colpa.

4 Commenti

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Arcus

circa 8 anni fa - Link

Geniale & ironica. Finalmente qualche bipolare del mondo del vino che si prende un po'in giro!

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Sara

circa 8 anni fa - Link

Troppo gentile. È semplice, basta girarsi intorno e osservare.

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sergio

circa 8 anni fa - Link

Spesso nei blog(di qualsiasi tema) si legge: "non sai capire l'ironia", rivolto a chi ha espresso una critica.E può anche starci, ma non sempre è opportuna quella replica alla critica: o perché l'ironia non è stata usata bene o anche perché è un modo per uscire dall'angolo, per quella critica. Qui l'ironia è chiara e colpisce in modo efficace. La buona dose di autoironia la rafforza, l'ironia. Se il bersaglio dell'ironia sono le mode, l'omologazione, il conformismo...al tempo di internet(veicolate, facilitate dal web) il risultato è ancora più stimolante, per me. . Stimo molto V.M.Visintin, segnalato nel link dell' incipit del post.Ma Sara Boriosi, secondo me, non c'è in quell'elenco. Anche perché, pur essendo nel mondo dei blog, non si è fatta trascinare dal fiume dell'omologazione.Come non è omologato V.M.Visintin. . Sara B è diversa. Diversamente ironica.

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Saraj

circa 8 anni fa - Link

Accidenti Sergio, mi sto emozionando addosso. Seriamente, sono una spanna dietro tutti e per questo ho un punto di vista privilegiato. Posso scrivere esattamente ciò che vedo, in asincrono con il resto del mondo e perciò liberamente. Grazie per le belle parole che mi dedichi, spero di essere sempre all'altezza delle aspettative riposte.

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