L’ennesima Brunellopoli spiegata in sette punti non troppo barbosi

di Fiorenzo Sartore

Probabilmente lo sapete già: se dovete taroccare un vino è più redditizio farlo col Brunello e non col San Crispino. Siccome lo stesso pensiero l’hanno avuto i personaggi coinvolti nell’ennesima vicenda che mette in scena Guardia di Finanza, sequestri, scandali e titoli di giornali allarmati, raccontiamo com’è la situazione finora. Per il resto vedremo, domani è un altro giorno e pure questo probabilmente lo sapete già.

1. Cos’è successo.
La Guardia di Finanza di Siena, sollecitata dal Consorzio Tutela del Brunello di Montalcino, ha “sequestrato 220mila bottiglie di falso Brunello e Rosso di Montalcino per un valore di un milione di euro”, segnalando all’Autorità giudiziaria un “consulente tecnico di svariate aziende agricole produttrici di vino della zona di Montalcino, rimaste vittime della frode”. Costui, “coadiuvato da collaboratori a vario titolo e con diverse funzioni nell’ambito dell’intera filiera della produzione e messa in vendita di uve e vino, in corso di identificazione – dal 2011 al 2013 è riuscito a commercializzare, spacciandolo come vino Brunello e Rosso di Montalcino, un enorme quantitativo di vino di modesta qualità”.

2. Come funziona il marchingegno.
Molti pensano che fare vino taroccato richieda grossi pentoloni, acqua e sacchi con polverine, aromi, ed altre diavolerie. Invece non è praticamente mai così, per frodare la gente basta usare altro vino. Considerando che in Italia abbiamo vino quasi ovunque, per taroccare il Brunello basta comprare un altro vino da quattro soldi e appiccicare sopra l’etichetta “Brunello”. E poi sperare che la GdF e tutti gli altri enti di controllo non si accorgano di niente, e nemmeno la commissione per la Docg (ma quelli che ne capiscono). Ecco la spiega, nel linguaggio tecnico da verbale della Guardia di Finanza:

«Il professionista, abusando del rapporto lavorativo in essere e della fiducia confinatagli (sic) anche in virtù di dimostrate elevate capacità professionali, si impossessava di documentazione e di materiale genuino attestante la D.O.C.G. (contrassegni di Stato, documenti di trasporto, fatture etc.) ovvero ne riproduceva di ulteriore in maniera artefatta. I documenti contabili gli consentivano di accompagnare partite di uva e di vino comune – acquistate, presumibilmente in nero – che vendeva alle cantine durante la fase della vendemmia e dell’invecchiamento, mentre i contrassegni gli avrebbero permesso, invece, di “vestire” da Brunello – in modo perfetto e impossibile da scoprire – bottiglie di qualunque vino rosso».

3. Cosa è andato storto.
La notizia vera, qui, sarebbe che stavolta la burocrazia ha funzionato. Il barocco sistema di controlli incrociati sui movimenti di bolle di carico, registri, fascette e altre cose bizantine ha fatto sì che il Consorzio del Brunello si insospettisse, e andasse a spifferare tutto alla GdF. Quindi anche i famigerati consorzi stavolta escono trionfanti? Risposta: dipende. Non c’è dubbio che il Consorzio Brunello qui faccia un figurone, e non sarebbe nemmeno la prima volta (sì, quel Consorzio mi sta simpatico, e vabbè). Tuttavia chi continua a trovare barocchi e bizantini i sistemi di controllo, potrà affidarsi al vecchio adagio “anche un orologio rotto due volte al giorno dice l’ora esatta”.

4. E i nomi? Fuori i nomi.
Ovviamente non si sa un bel nulla sull’identità delle cantine coinvolte. Quanto all’oscuro professionista, ieri girava un nome ma nessuno si azzardava a farlo finché Carlo Macchi ha scritto che si tratta di tale Alessandro Lorenzetti quindi adesso anche noi possiamo lietamente riportarlo. Poi se uno si lagna diremo: e che ne so io, l’ha detto carlomacchi (funziona così). In compenso tutti diranno che carlomacchi è un eroe. Tornando al nostro Lorenzetti, oggi il Sole 24 Ore si avventura in uno spericolato tentativo di identificazione: ma che, sei mica quello che ha firmato, in mezzo ad altri, la “petizione in difesa dell’identità del vino italiano”? Anche qui, va detto che io, piuttosto che lanciarmi in un’illazione così scivolosa, mi taglio la fibra ottica. Invece il Sole 24 Ore ha un coraggio da leoni. Peraltro ho cercato su Facebook un profilo dove ci fosse una selfie in cui il nostro trangugiava qualche etichetta iconica, ma non ho trovato niente.

5. La frode c’è ma non c’è stata.
Un aspetto della vicenda sommamente ironico è che tutto ‘sto sbattimento criminoso non è servito a nulla: i misteriosi trafficanti di vino taroccato (vittime a loro insaputa? Complici? E chi lo sa. Ma quante domande che fate) non sono riusciti a vendere nemmeno una bottiglia di Brunello contraffatta. La tempestività dell’azione ha sequestrato le partite di vino alla fonte (diciamo) in quanto ancora ad affinare (diciamo) in botte o in bottiglia, ergo questa non è la frode del secolo ma è di sicuro la più sfigata. Citando il comunicato del Consorzio, si legge appunto che “non è stata emessa sul mercato nemmeno una bottiglia. Il virus è stato isolato. Il sistema quindi ha funzionato e tutto il vino è sotto sequestro e quindi non potrà andare sul mercato”.

6. Elementi che c’entrano poco ma che è gustoso riportare.
Interessante la figura di questo Lorenzetti: è un enologo? Sempre according to Il Sole 24 Ore la risposta è NO. Assoenologi ci ha tenuto a dire che “non è uno-di-noi” (periodo non brillantissimo per Assoenologi in effetti). In compenso la persona ha doti di abilità informatica niente male, quasi un hacker. Dice il comunicato della GdF:

«Il meccanismo risultava poi ineffabile (sic) grazie alle straordinarie abilità informatiche del soggetto, che è riuscito perfino ad inserire dati falsati nella banca dati A.R.T.E.A. della Regione Toscana (Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura), creando perfetta corrispondenza tra la documentazione amministrativa mendace ed i dati telematici consultabili dagli organi di controllo […] Le particolari abilità informatiche del “truffatore seriale” gli hanno consentito, altresì, di introdursi all’interno del sistema “home banking” personale di due imprenditori, tentando di trasferire a suo nome fondi su istituti di credito esteri e di impossessarsi, con operazioni di sportello, di ben 350.000 euro dai conti correnti di uno di essi su conti propri».

(Nota personale ai produttori ilcinesi: ma davvero tenete tutto quel contante sul conto corrente? Guardate che adesso arriva il prelievo forzoso e vi schianta. Io vi ho avvisato).

7. Gran finale.
Il nostro ineffabile è a piede libero, anche se le cose non si mettono benissimo, per lui. Ultima citazione dalla GdF:

«Il consulente è stato denunciato per frode in commercio, accesso abusivo ad un sistema informatico, appropriazione indebita aggravata e continuata e reati di falso. Lo stesso – su richiesta dal P.M. titolare e su disposizione del GIP di Siena, confermata dal Tribunale del Riesame di Firenze – è sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Montalcino. Inoltre, nei suoi confronti è stato disposto il sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie acquisite grazie alle truffe perpetrate, fino alla concorrenza della somma di € 350.000,00, a titolo di profitto del reato ad oggi provvisoriamente quantificato».

Con l’occasione mi è gradito complimentarmi con tutti gli enti coinvolti, ma soprattutto con quel militare della Guardia di Finanza che ha sobriamente denominato la pratica “Operazione Brunello”, evitandoci titoli roboanti del tipo “Operazione tuscan wine killer” o “Mazinga minaccia Montalcino”.

[Immagine: Il Cittadino Online]

avatar

Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

7 Commenti

avatar

Montosoli

circa 10 anni fa - Link

Io suggerirei di fare un film o uno sceneggiato...... Il primo villaggio della Toscana per alto tasso di conspirazione...... Comunque il sistema sembra che funziona....uno scandalo all'anno.....e si spolverano e si vendono milioni di bottiglie di Brunello

Rispondi
avatar

Nelle Nuvole

circa 10 anni fa - Link

Intravino ha dedicato numerosi post positivi al Brunello di Montalcino, alla sua storia e alla qualità dei vini qui prodotti. Per cui perdono il titolo "roboante" di codesto post. Purtroppo le cattive notizie sono sempre amplificate rispetto a quelle buone che passano quasi inosservate. Mi trovo a New York e la notizia buona è che il Brunello di Montalcino si sta vendendo bene. Quello vero, che "sa" di Sangiovese. Quello fatto sul serio dalla stragrande maggioranza dei produttori. Quello che ha il prezzo giusto, mai troppo basso, mai sputtanante. Quello che non ha bisogno di scorciatoie, solo del lavoro quotidiano di tanti di noi che si sbattono non solo per venderlo, ma per raccontarlo. Questa è la vera, buona, notizia.

Rispondi
avatar

Stefano Cinelli Colombini

circa 10 anni fa - Link

Se sei bello ti tirano le pietre, se sei brutto ti tirano le pietre, qualunque cosa fai etc. etc. Ma insomma, il sistema funziona così bene che una truffa viene bloccata prima che il vino tarocco arrivi al consumatore e qualcuno trova da ridire?

Rispondi
avatar

Alessandro Morichetti

circa 10 anni fa - Link

Quelli del Sole 24 Ore sono stati abbastanza fuori di testa. Spero, per la giustizia italiana, che il bravissimo Michele Lorenzetti non perda tempo a mandarli a quel paese per vie legali (magari non ce ne sono gli estremi), ma se lo meriterebbero: associazione di idee spericolata a dir poco. Servirebbero parole ben peggiori per questa cosa davvero disturbante.

Rispondi
avatar

Fp

circa 10 anni fa - Link

Il vino non è uscito dalle cantine , gente truffata a sua insaputa ( gli avranno comprato casa a loro insaputa?? scatola docet) e dulcis in fundo un hacker così furbo da bonificare i soldi di altri nel proprio CC con proprio nome e cognome, dai seriamente ... Un uomo con competenze a 36(5)0 gradi che fa errori di questo tipo, mia figlia che ha 5 anni e guarda Lupin III non ci crede... Ps sorvoliamo sulla contraffazione docenti alla regione Toscana .

Rispondi
avatar

Fp

circa 10 anni fa - Link

Dimenticavo beccato al sol pensiero, quando per arrestare gente presa in flagranza di reato ci vogliono anni di indagini, non posso smettere di ridere.

Rispondi
avatar

Adriano Aiello

circa 10 anni fa - Link

Quindi se ho ben capito non potremmo organizzare mai una bella degustazione del finto Brunello? Ne soffro un po'

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.