Ode al vino da vitigno autoctono nonché scarsamente reperibile (Molinelli e simixaa, mai sentiti?)

Ode al vino da vitigno autoctono nonché scarsamente reperibile (Molinelli e simixaa, mai sentiti?)

di Fiorenzo Sartore

Cari amici che snobbate lo chardonnay barrique, perché tra un po’ lo produce pure l’azienda vinicola Acme, avrei un paio di cose per voi. Gli ultimi giri di assaggi mi hanno portato (o ri-portato) a contatto con alcuni vini notevolmente stracult e micro, nel senso della produzione omeopatica. Vini perfetti da esibire col resto del mondo non-enofilo ostentando orgoglio: “va’ che ti ho portato per cena stasera. Tu che hai? Blangè? Ah beeh”. Ecco qua di che si tratta.

Insomma 2015, Molinelli (Ziano Piacentino, PC)
Luigi Molinelli, Ginetto per gli amici, lo trovate spesso dietro il tavolo degli assaggi nella sua cantina a Ziano Piacentino. Se avete particolare fortuna, in compagnia di una coppa locale (il salume, non il premio). Vulcanico e ieratico, vi spiegherà cosa è bene e cosa è male nell’enomondo. A me è simpatico da sempre. La caratteristica stracult della sua cantina sta in un vitigno alquanto misterioso, talmente misterioso che l’Università di Piacenza col Professor Fregoni, non riuscendo a identificarlo in nessun altro modo, l’ha chiamato Molinelli, come il padrone del vigneto. L’uva Molinelli, bianca, genera appunto un bianco che io ho ormai assaggiato in molteplici versioni e in diversissime annate. L’Insomma è l’ultimo nato, ottenuto da uva Molinelli al 75%, e 25% chardonnay, ed essendo Ginetto un geniaccio, con il nome creativo identifica un Vino Bianco senza nemmeno l’IGT, e tanti saluti. Alla prova di assaggio il 2015 è ispido, provocante, ha note aromatiche che evocano riesling e sauvignon senza assomigliare a nessuno dei due. Avendo uno storico personale posso dirvi che i vini da queste uve hanno ottime capacità di affinamento: ho aperto bottiglie ormai decennali di molinelli bianco, strepitose. Il tappo a vite, adottato per la tipologia, per i fan della chiusura non ha bisogno di presentazioni. Per chi non lo ama, vi invito davvero a sospendere il giudizio critico, visto che anche nei tempi lunghissimi preserva alla perfezione la verve aromatica di questo vino, dove (come sappiamo) il sughero a volte ci riserva amare sorprese. Prezzo in cantina: sui 6 euro.

Be the change you want to see 2015, Molinelli
Dallo stesso vitigno in purezza nasce questo passito. Non è il caso che io ribadisca il gusto tutto speciale che ha Luigi nel trovare nomi creativi ai suoi vini. La denominazione è comunque “Emilia Bianco Passito IGT”. Questo vino dolce ha convinto me e la platea di amici che l’hanno assaggiato, recentemente: forse colpisce da subito quella nota muffata da sauternes, dove la frutta secca si mescola a riconoscimenti vegetali da sauvignon passito. Poi lunghezza, dolcezza insistente, caratterino (ancora una volta) ispido: equilibrio quasi perfetto, per me. In cantina la mezza costa 17 euro.

Azienda Vinicola Molinelli (La Celata)
Viale dei Mille, 21 – 29010 Ziano Piacentino (Piacenza)
Telefono 0523 863230

Giamin 2014, U Cantin (San Colombano Certenoli, GE)
Questo vino bianco, che è anche una gloria locale (visto che siamo in provincia di Genova) ha bisogno per forza di un po’ di spiega sul vitigno usato: lo simixaa (pronuncia: scimiscià) è un’uva bianca quasi sparita e recuperata con vicende anche molto alterne nel corso degli ultimi anni. A produrla oggi sono pochissimi, e appunto è una specie di araba fenice, qui in giro. Per come la vedo, un vino difficilmente reperibile nella stessa Liguria nella quale è prodotto, finisce per essere un Gronchi rosa dell’enologia. Al tavolo della micro rassegna local dove ho assaggiato il vino in questione c’era una specie di dazebao alto un metro e mezzo contenente quasi tutto quel bisognava sapere su quest’uva. Riassumo: lo simixaa era coltivato da tempi remoti nell’entroterra di Chiavari, anche se non ci sono date certe sulla risalenza dell’impianto, né sulla provenienza. Si trova un’unica annotazione relativa all’uva in un documento dei primi dell’ottocento, dove si indicano le qualità migliorative del vitigno, da usare assieme ad altre varietà locali. L’uva necessita di una vendemmia possibilmente tardiva, mantenendo tuttavia un’elevata acidità. Queste caratteristiche lo rendono, anche, ideale per la produzione della versione passita. Nella versione secca ho apprezzato il Giamin vendemmia ’14: è stato un po’ sulle fecce nobili quindi s’è arricchito di una vena matura, quasi ossidativa ma per niente stancante; in bocca sorprende con una forza inaspettata, che gli dà lunghezza gratificante. In cantina costa 14 euro. Nella vendemmia 2014 c’è stata una micro-vinificazione di soli 150 litri, ma per il 2015 i litri prodotti “salgono” a 500.

Maccaia 2011, U Cantin
È la versione passita dello simixaa, e in questa vinificazione mostra probabilmente l’attitudine migliore per quest’uva: si annuncia glorioso nel colore ambra scuro, al naso vinsanteggia, ha cioè una nota sottilmente ossidativa da frutta secca, molto invitante. In bocca la dolcezza sontuosa non cede nemmeno un attimo in finezza, alternando forza e gentilezza. 25 euro in azienda, per 600 mezze bottiglie prodotte.

Da U Cantin
Via S. Gaetano, 90 – 16040 San Colombano Certenoli (Genova)
Telefono 0185 358578

[Immagine principale – Crediti]

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

7 Commenti

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Aindreas Ridire

circa 8 anni fa - Link

Grande anche il Cimixià di Bisson, enoteca e vignaioli di Chiavari, sia nella versione bianco (L'Antico): http://www.bissonvini.it/catalogo/P_2976218/cimixia-l-antico.html in quella passito: http://www.bissonvini.it/catalogo/P_2988544/cimixia-passito.html e anche nella grappa di questo vitigno straordinario: http://www.bissonvini.it/catalogo/P_2976225/grappe.html

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aldo

circa 8 anni fa - Link

Bisson non há mai fatto um grande vino.È sempre stato um furbo uomo di marketing a parte il fatto che l'opinione è spericolata e improbabile, vediamo di restare su toni corretti. grazie. [F.]

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aldo

circa 8 anni fa - Link

Non ho scritto ".. che il tizio è un furbo" (anche so lo penso) ho scritto " un furbo uomo di marketing.' Chi riesce a vendere "Abissi", per 45, Euro non è un furbo uomo di marketing? Centrato in pieno....Se classifico "grade vino", il Cimixià di Bisson , quale l'aggettivo per definire um Criots- Batard- Motrachet, un Blachot Dessus, un Montrachet, um Corton Chalemagne ecc...? Grandi vini in Liguria? Dove? Chi? Chi ha fatto propaganda di Bisson non siete stati voi , ma Aindreas

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Aindreas Ridire

circa 8 anni fa - Link

Ho cercato di glissare perché è evidente un astio personale nei confronti di una persona che non è mia responsabilità ne interesse difendere. Ma dato che le accuse sono state rivolte a me...quando uno parla di un vino, in teoria ne fa sempre propaganda, dato che non si cita solamente un vitigno, ma si descrive il lavoro di un produttore. Quando uno esprime un giudizio su un vino credo sia liberissimo di definirlo come vuole; sulla rete ci sono ogni tipo di valutazione, è definire un vino "grande", "ecellente, "ottimo" credo sia un diritto di colui che lo abbia assaggiato. Mi chiedo innanzitutto se il sig. Aldo abbia mai degustato i vini di cui stiamo parlando, questo "Cimixià", o se il suo sia solo un pregiudizio legato a questo tizio (che sicuramente non si chiama Bisson, spero che lui sappia almeno di chi sta parlando). La mia valutazione non cambia, sarei felice di andarcene a bere un calice assieme sul lungomare di Chiavari o a "La Brinca" di Nè, dove sono sicuro apprezzerebbe la competenza di chi glielo presenta. Chiaramente stiamo parlando di questo vitigno, ed il mio giudizio era in relazione ad esso; superfluo mettersi a citare nomi a caso di vini e vitigni che ci piaccione ma che non hanno nulla a che vedere con il contesto in cui stiamo inserendo il nostro commento. Possiamo paragonare un grande Cimixià ad un grande Chablis? Ridicolo... Un po' più di preparazione ed un rispetto verso le opinioni degli altri non farebbero male quando si decide di inviare un commento. Ed io qui chiudo, seppellendo l'ascia di guerra, rivolgendo di nuovo un invito al sig. Aldo, a bersi un calice di Cimixià insieme

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aldo

circa 8 anni fa - Link

Quale il tono correto? Fare propaganda dei vini Bisson?"Grande anche il Cimixià di Bisson ...versione bianco...in quella passito.... e anche nella grappa......" Se il Cimixià di Bisson è grande , quale aggettivo per il Timorasso di Mariotto? Ribadisco: Bisson non ha mai prodotto um grande vino

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Fiorenzo Sartore

circa 8 anni fa - Link

Allora, vediamo di intenderci (davvero, senza polemica). Il tono corretto è quella cosa per la quale non si piazza un commento con "tizio è un furbo", che è una roba personale e fondamentalmente pare una lagna. Quanto alla grandezza dei vini di Bisson, quello è un tuo personalissimo parere, che accetto, tuttavia: io ho assaggiato qualche volta la Bianchetta Pastine e per me ha alternato punte di eccellenza con qualche momento di grandezza. Quindi? Quanto alla comparazione tra generi diversi, per carità, che sistema di valutazione usiamo? Il (pure per me) grandioso Timorasso di Mariotto, se lo piazziamo assieme a un borgognone, come risulta? Dai. Ciò detto, qui non si fa "propaganda" ad alcunché, quello era un altro commentatore che, ammettiamolo, ha pari dignità rispetto a tutti gli altri commentatori. O no?

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Denis

circa 8 anni fa - Link

Proprio ieri ho assaggiato un Blanc de Lissard (di Barge). Uvaggio Malvasia Moscata, che nella mia ignoranza non avevo mai sentito nominare... Molto aromatico! Al naso avrei detto fosse almeno in parte una vendemmia tardiva. Mi ha stupito! Conoscete?

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