Non solo Cordon Rouge. Otto assaggi a casa Mumm, astenersi metrosexual

di Andrea Gori

Alla larga, metrosexual. In Champagne le grandi maison sono brave a coniare slogan, ma soprattutto a trovare negli anni una fisionomia precisa per i loro vini. Il mercato è affollato ma anche potenzialmente enorme, e allora serve definire la caratteristica principale degli Champagne, l’elemento che ne selezionerà nel tempo la clientela. Nel caso di G.H. Mumm, la formula chiave è “mascolina eleganza”.

Se gli altri infatti evocano raffinatezza, naturalità, stile bellezza e poesia, con Mumm il richiamo continuo è la celebrazione del lato maschile della vita, ben esemplificato dalla sponsorizzazione più celebre: il podio della Formula 1 con i loro Jeroboam da spruzzare sulla folla.

In realtà, vedendoli in cantina sui pupitre, scopriamo che i Jeroboam per ogni gran premio sono quattro, e giacciono nei chilometri di gallerie sotto Reims fino a pochi mesi prima del Gran Premio per poi essere sboccati, e dosati (poco). Solo allora prendono la strada per la Malesia, Dubai, Montecarlo, Monza e gli altri circuiti. Uno è destinato alla doccia, gli altri tre sono per i primi classificati.

Velocità, motori, battaglie e imprese sportive sono effigiate nei quadri e nelle fotografie appese alle pareti della maison Mumm, elegante casa di bianco vestita in cui vengono ospitati i visitatori ufficiali. Ma il luogo simbolo di Mumm sta tornando ad essere l’edificio che rappresenta l’origine dal punto di vista agronomico, ovvero il Mulino di Verzenay, ambitissimo per cerimonie e matrimoni, ma dal rilievo storico soprattutto perché sorge vicino ai primi vigneti acquistati dalla maison nel luogo dove forse si raccoglie anche oggi il miglior pinot nero della regione, sulla Montagne de Reims.

Proprio il pinot nero è una costante di tutta la produzione. Mumm lo ha ben distribuito nei 218 ettari di proprietà (di cui ben 160 Grand Cru). Tra i possedimenti più pregiati troviamo i 10 ettari ad Avize, 20 a Cramant (dove nasce il Blanc de Blancs Mumm de Cramant), 21 a Verzy e altrettanti a Verzenay, 18 a Mailly, 37 ad Ambonnay, 14 a Bouzy e 10 ad Ay. Ed è al mulino che ci dedichiamo al sabrage, l’arte dell’apertura con una spada (ma anche un cucchiaio va bene), un rito cui Mumm riserva attenzioni speciali finendo per enfatizzare sempre e comunque elementi di forza “maschia”.

Procediamo quindi all’assaggio delle cuvée (con la piccola anteprima della 2006 in uscita in questi giorni) insieme allo Chef de Cave Didier Mariotti, l’uomo capace di riportare in alto la qualità media della produzione aziendale dopo anni alterni dovuti ad alcuni cambi di proprietà. Ormai stabilmente nell’orbita di Pernod Ricard (Malibu e Havana Club anyone?) la maison si è potuta permettere di ripensare tutti gli assemblaggi. E tutti godono, a nostro avviso, di un notevole stato di grazia.

Mumm Brut Privilege. Naso di glicine, agrumato molto ricco, arancio e melograno, confetto e nocciole, ribes rosso e fragole. Bocca sapida e piena di sostanza, elegante e distinto. 86

Blanc de Blancs Mumm de Cramant (mise en bouteille 3/2011, deg. 11/2013). Millesimato non dichiarato 2010, atipico per l’azienda, inizialmente destinato solo ad uso regalo. Confetto e floreale, mirabelle e pompelmo rosa, freschezza ed eleganza del village famoso per gli agrumi, soprattutto il limone tipico della craie molto profonda (il nome Cramant significa proprio questo, “mont de craie”). Freschezza purezza e semplicità, ma lo spessore in bocca è puro Grand Cru con una maturità perfetta e grande acidità, iodato e salino. 90

Mumm Le Rosé (6 gr/lt). Ottenuto da assemblage con rosso, il colore è una costante da mantenere: vini rossi poco tannici ma ben fruttati sono aggiunti ad un 85% di Cordon Rouge Brut. Al naso lavanda, rosa, cipolla caramellata e zenzero, mora, lampone, granatina e pompelmo rosa, charms ai frutti di bosco. Bocca vinosa e mediterranea, un rosato del sole che toglie la sete e rinfresca e dura molto nel palato, con tanta attenzione alla freschezza complessiva. 86

Mumm Cordon Rouge (8gr/lt) 45% pn 30% ch 25% pm di cui 30% di Reserve scelti tra gli ultimi 5 anni. Presenta note di arancio rosso e confetto, mandorla e noci, frutta gialla ed estiva matura e appena colta, pesca e mirabelle. La bocca è carezzevole e piccante, stuzzica e disseta, con un corpo delicato su cui affiora appena la dolcezza che è suggerita più che reale. 85

Mumm Brut Selection Grand Cru (non importato in Italia) da Verzenay, Bouzy, Ay Avize, Cramant; mise en bouteille 9/09, deg. 11/2013. Lo spirito di un multimillesimato con la capacità di dare forza e intensità in stile Mumm, stesse proporzioni di Cordon Rouge ma senza pinot meunier: tanto frutto rosso, ribes prugna e ciliegia, arancio rosso, ostrica, lime, gesso e sassi. Bocca di forza e sostanza ma freschissimo e ben equilibrato, nocciola, mela cotogna; comunque da aperitivo. 91

Mumm Millesime 2006. Annata discreta in Champagne, con poca acidità che rende il bicchiere ricco di frutta e fiori gialli e rossi, pesca e ginger, torrone, miele, caramello, fichi, fragole e arancio giallo. Bocca di sostanza e spessore che torna per molti secondi nel palato, molto vino e carattere, al suo meglio tra qualche mese di bottiglia. 92

Mumm De Verzenay (non importato in Italia) 100% pinot noir dal village Grand Cru, mise en bouteille 5/03, deg. 10/2013. Dieci anni sui lieviti provocano una sublimazione della materia rossa con carrube, prugna e floreale di lavanda e rosa, pepe e incenso, ginger, tartufo, minerale e iodio. Bocca agile e nervosa ma gustosissima, acidità da 2002 ma anche grande maturità, tostatura, caffè, frutta secca, mirto di Corsica; diretto e fine, affumicato, classico Verzenay, village con stile molto particolare: ha bisogno di tempo per esprimersi, è un cavallo al trotto che può partire da un momento all’altro, ha durezza e forza impressionanti. La trama del blanc de blancs ma più preciso e asciutto, più amaro quasi. Non per tutti (solo 3 mila bottiglie) ma per chi piace, irresistibile. 94

Mumm R. Lalou 1999 (deg. oct 2012). Da 12 parcelle separate tra chardonnay e pinot noir (in questa annata ne sono state usate solo 7), è il consueto spettacolo di ricchezza ed eleganza con pochi paragoni, vino gastronomico con corpo, morbidezza e profondità, aromi concentrati e struttura, da vigneti minimo 30 anni di età. Frutta secca e fresca, caffè e cacao, fungo, pesca in confettura, zenzero. Bocca di volume e d’impatto, note evolutive ma con la freschezza che lo tiene sempre in piedi, ci vuole più chardonnay che negli altri per mantenere l’equilibrio; buonissimo e assoluto. 96

Come si vede, con coerenza il pinot nero è quasi sempre protagonista. Determina lo stile senza dare però mai troppo corpo o sostanza, ma contribuisce ad un equilibrio e una freschezza particolari. La freschezza che viene raggiunta senza esasperare l’acidità, un elemento non così fondamentale per lo stile Mumm: pare in controtendenza ma è solo classe.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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