Nel vostro futuro c’è una bottiglia di Barolo ma è un incubo quadrato

di Antonio Tomacelli

Oggi, più che del monaco, parleremo dell’abito e della sua influenza sulla vostra psiche. Parto subito con la prima domanda: quante volte vi siete fatti soggiogare da una bella confezione? Non affrettatevi a rispondere “Mai, conosco tutte le tremila cantine italiane come le mie tasche e preferirò sempre il monaco all’abito” perché, ne sono certo, qualche volta è capitato anche a voi di dover scegliere tra due “monaci” di pari valore. A proposito di scelte: secondo a una ricerca Nielsen, solo il 10% dei clienti rimette sullo scaffale un prodotto prelevato per curiosità, mentre per il restante 90% quel gesto è fatale e porta dritto all’acquisto. Insomma, una bella etichetta o una bottiglia dalle forme intriganti restano fondamentali per attirare l’attenzione e stabilire quel contatto che porta difilato alla cassa.

Seconda domanda: comprereste un Barolo “vestito” da Riesling, ovvero, con una bottiglia alta e affusolata? Se la domanda vi pare oziosa sappiate che in gergo tecnico le bottiglie più usate sul mercato hanno i nomi di precise zone vinicole e la Francia, chettelodicoaffà, docet anche in questo settore. Dicesi dunque Bordolese (da Bordeaux) la comune bottiglia a spalla alta mentre la Borgognotta (da Borgogna, ovvio) è la bottiglia svasata e coi fianchi larghi. In Italia la Renana, quella dei Riesling per intenderci, è pochissimo usata se non per qualche vino dolce.

Terza domanda: come vi comportereste davanti a una bottiglia quadrata come quella messa in commercio dalla cantina californiana Truett-Hurst? A me pare una figata ma se non vi dovesse convincere sappiate che in futuro tutte le bottiglie saranno così. Probabilmente.

È tutta una questione di spazio e con questa bottiglia si abbattono di parecchio i costi di stoccaggio e spedizione, con conseguente minor impatto sull’ambiente. Facile, dunque, che prima o poi qualche legislatore ve la imponga per legge come già è successo in Canada, uno dei primi stati al mondo a non accettare l’importazione di bottiglie superiori al mezzo chilo perchè troppo inquinanti.

Se proprio non dovesse piacervi c’è sempre la bottiglia alternativa disegnata dall’Archistar Zaha Hadid per la cantina di Leo Hillinger ma qui entreremmo in un fighettodromo da cui non usciremmo vivi per cui meglio lasciar perdere.

Ultima domanda (col trucco): comprereste un Barolo nella bottiglia quadrata? Se avete risposto no, vi toccherà ripassare dal via e rispondere alla prima domanda con un bel “sì, sono facilmente influenzabile dalla confezione”.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

1 Commento

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MAurizio

circa 11 anni fa - Link

Boh. Le bottiglie "quadrate" non sono tipicamente da olio ? Va a finire che l'insalata viene due volte "acetosa" ...

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