Nasce VIVA, il vino italiano ecosostenibile. Meglio tardi che mai

di Antonio Tomacelli

Nella infinita querelle che contrappone i vini bioqualcosa ai vini convenzionali sta per inserirsi il terzo incomodo: il vino ecosostenibile. Il 7 Aprile, infatti, verrà presentata ufficialmente al Vinitaly l’etichetta VIVA Sustainable Wine, prima tappa di un progetto nato dalla collaborazione tra nove grandi produttori (F.lli Gancia, Masi Agricola, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Castello Monte Vibiano Vecchio, Planeta, Tasca d’Almerita e Venica&Venica), il Ministero dell’ambiente e un pugno di Università e centri di ricerca.

Questi gli obiettivi del progetto VIVA:

– costituire partendo dall’analisi di aziende campione rappresentative per la produzione viticola, una base dati che permetta di tracciare il profilo attuale della viticoltura italiana per quanto riguarda l’eco-sostenibilità;

– definire nel rispetto delle indicazioni dell’Unione Europea e di organismi come l’O.I.V. le linee guida per una produzione sostenibile;

– sviluppare un codice di sostenibilità che permetta una certificazione per le aziende ch seguiranno le linee guida proposte dal Ministero;

– fornire uno strumento informatico di facile utilizzo che sia in grado di valutare la performance ambientale della gestione del vigneto basato sullo sviluppo d’indicatori che includano le dimensioni sociali, economiche ed ambientali;

– formare tecnici in grado di portare avanti nelle aziende i protocolli di sostenibilità proposti;

– portare tutto questo all’attenzione del consumatore, sia sul mercato interno che su quello internazionale.

Che sia arrivato il momento del vino ecosostenibile italiano? Probabilmente sì, ma il ritardo con il quale la carbon footprint è arrivata qui da noi ha del clamoroso. Nella Napa Valley, per dire, le tematiche ecologiste vengono applicate alla viticoltura già da un po’ e i protocolli di applicazione, quelli che definiscono se un vino può dirsi ecosostenibile, sono seguiti da centinaia di aziende grandi e piccole.

Insomma, arriviamo buoni ultimi nonostante la richiesta crescente di prodotti a basso impatto ambientale che arriva dai consumatori di tutto il mondo.

Poi dice che uno si butta sul biodinamico!

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

6 Commenti

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bruno

circa 11 anni fa - Link

Finalmente una bella iniziativa simbolo che il movimento del vino italiano sente il ritardo accumulatto e prova a darsi una veste più attuale.

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suslov

circa 11 anni fa - Link

emmenomale che ci abbiamo un bollino in piu' per la sostenibbilita' contro l'odiata carbon footprinte ... aho stoggia'meglio ...

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Francesco

circa 11 anni fa - Link

Ebbasta, non se ne può piu' di tutte queste invenzioni, messe in campo con il solo intendimento di vendere qualche bottiglia in piu'.

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Max C

circa 11 anni fa - Link

Mmmm... un'altra bella azione commerciale di case vinicole che insieme producono milioni di bottiglie, ah si sono proprio sicuro che gli svariati ettari che hanno ora vitati il giorno dopo Vinitaly saranno riverginati! se ne sentiva proprio la mancanza, si si!

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stefano

circa 11 anni fa - Link

Ancora una volta quello che poteva essere bello e giusto viene rovinato dai Global Wine, a parte che il concetto ecosostenibile è molto elastico, si presta a fuorvianti interpretazioni. Non esiste alcuna norma di riferimento a cui attenersi per la produzione. Altra bella trovata dei produttori VINOBEVANDA. Sempre e per sempre i VINNATUR, VINIVERI, DEMETER, RENAISSANCE DES APPELLATIONS e ci aggiungo INTERPRETAZIONI.

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Maria Beresicuro

circa 11 anni fa - Link

Grande!

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