Locali super top a Miami. Tra piscine da urlo, The Broken Shaker e Naoe, un giapponese buonissimo

Locali super top a Miami. Tra piscine da urlo, The Broken Shaker e Naoe, un giapponese buonissimo

di Cristiana Lauro

Non amo Miami Beach, mi ricorda tanto Rimini senza la piadina né la naturale simpatia travolgente dei romagnoli. Il mare non è bello, come spesso capita all’Oceano. Da North a South Beach il lungomare è il film di una colata di cemento e la colonna sonora è un rombo di Ferrari, Maserati e Aston Martin in giro per Collins Avenue fino a notte fonda. Lo sfoggio è obbligatorio, ci partono da tutto il mondo bellissime giovani donne (non saranno agée, ma di sicuro sono agiate, visti i prezzi in città) con l’obiettivo principale di esibire tette nuove e labbroni freschi, freschi di vulcanizzatore. Insomma un grande circo, dove però si può mangiare e bere molto bene nei numerosi alberghi di lusso e non solo.

Quello che segue è un piccolo itinerario di locali dove vale la pena fare un salto per bere un drink o provare qualche piatto veramente speciale. Sono tutti gettonatissimi, alcuni da prenotare con largo anticipo. Non è una guida descrittiva, solo un itinerario edonistico stilato da una viaggiatrice gaudente che ama bere bene e mangiare, un po’ come tutti gli emiliani che ho conosciuto fin qui.

Miami Beach (e non solo). Drink, eat  and something else… 

1 Hotel, 2341 Collins avenue
Hotel di lusso, nuovissimo, non ha compiuto ancora un anno di vita. Costruito con criteri rigorosamente ecologici. Fra le varie situazioni proposte suggerisco un pasto al bancone del Beachcraft, il grill al pian terreno, nella grande e vivacissima lobby dell’hotel. Ostriche, granchi, aragoste, polipi e gli imbattibili Carabineiros, gamberi giganti da cuocere sulla griglia. Bello il cocktail bar proprio a fianco all’ingresso del Beachcraft, ma i drink lasciano molto a desiderare. Sfilano ragazzi e ragazze bellissimi, è il luogo ideale per rifarsi gli occhi. E non mi riferisco alla blefaroplastica.

Hotel SLS, 1701 Collins avenue
Ottimi drink nel bar esterno anche se con una tendenza dolce forse un po’ eccessiva, ma rispecchia il gusto comune da quelle parti. I classici come Daiquiri, Margarita e Manhattan sono da provare. In carta anche proposte più creative e standard rivisitati. Molto pubblico giovane, musica sostenuta che, tuttavia, non sottrae spazio alla chiacchiera. Oppure al rimorchio, dipende da quanto bevete.


Estiatorio Milos Miami, 730 1 st
Imperdibile! Spazi ampi, locale moderno, elegante e frequentatissimo come quello di New York e di Atene, della stessa proprietà. Cucina a vista, infinita e appariscente mostra di pesce di ottima qualità. Non perdete qualche proposta di cucina greca e divertitevi fra granchi, crostacei e pesce per tutti i gusti. Segnalo un ottimo Saganaki.


Hotel Setai, 2001 Collins avenue
Molto bello per l’architettura orientale raffinatissima, quindi vale una visita, ma limitatevi a una tazza di tè perché la cucina fusion non merita il segno +.

Hotel Edition, 2901 Collins avenue
L’albergo fa parte della nuova collezione di Ian Schrager, noto co-fondatore dello Studio 54 di New York, quindi potete immaginare quanto design e arredi possano essere esteticamente ricercati e centratissimi.
Altrettanto bello il cocktail bar al piano terreno con lungo e spaziosissimo bancone e una bottigliera molto ben fornita. Buona scelta di Gin, Whisky e Rum, mano abile del barman con una bella shakerata lunga, non sempre così curata in altri locali di Miami. Consigliati i classici, fra cui segnalo un Daiquiri perfetto, un buon Martini cocktail senza tanti fronzoli e alcune proposte con qualche variazione e personalizzazione assolutamente opportune. Il migliore Moscow Mule di Miami e uno dei più buoni mai provati. Temperature di servizio impeccabili (ahimé, nei bar che vedo in giro non è scontato). Locale perfetto sia per l’aperitivo che per un drink after dinner. Da non perdere.

Ristorante Prime 112 Restaurant, 112 Ocean drive
Un classico che resiste da diversi anni ed è sempre sulla cresta dell’onda. Sempre pieno sia al bancone del bar, dove potete anche mangiare, che nelle ampie sale dove si servono prevalentemente piatti cotti alla griglia. La qualità delle carni è spettacolare, uno dei migliori locali di Miami se vi piace il genere. Segnalo una New York Rib Eye da cappottarsi, altro che chianine! E ricordate che quando la carne è veramente buona non ha bisogno di grondare sangue nel piatto. Rimane tenerissima anche a cottura rosata, così l’interno potete gustarlo a temperatura perfetta. Buona proposta di vini fra cui ho trovato un ottimo Chianti  Classico Ris. 2007 di Monsanto servito al bicchiere.

Hotel Delano, 1685 Collins avenue
Gli anni passano per tutti, ma per il mitico Delano sono trascorsi più in fretta del previsto e non è più quel luogo magico di quindici anni fa. Al tempo meta di tutti i frequentatori di locali alla moda, purtroppo oggi ha perso smalto. L’effetto Fabris (cit. Compagni di
scuola) declinato all’ hôtellerie. Si mantiene esteticamente molto piacevole il cocktail bar dove però non segnalo buoni drink. Complessivamente il posto meriterebbe più di un ritocco, se non un vero e proprio restyling. Nel ristorante esterno sono imperdibili le
meatball, ma il resto del menu di ispirazione mediterranea non è convincente. Impossibile ordinare una bottiglia di vino senza accendere un mutuo, i ricarichi sono impressionanti. E pensare che 15 anni fa con le regali chiappe poggiate sulla riva della piscina potevate mangiare un hamburger spaziale e il miglior Club Sandwich dell’Occidente cristiano.

Hakkasan – Hotel The Fontainebleau, 4441 Collins avenue
L’hotel The Fontainebleau è una specie di istituzione a Miami e il ristorante Hakkasan – sempre frequentatissimo come quelli di Londra (1 stella Michelin) e di Doha in Qatar – una garanzia sia per i drink che per la cucina cinese affidabilissima. Nella sede londinese si mangia meglio ma complessivamente l’ambiente è pressoché identico a tutti gli altri. Dal punto di vista architettonico e degli arredamenti tutti gli Hakkasan sono perfettamente sovrapponibili, una sicurezza per il cliente. Fra i drink suggerisco un ottimo Aviation ma molto bene anche il Negroni preparato con Vermuth italiano e non col Martini rosso che Vermuth non è. Se non temete i sapori spicy provate il pollo Sichuan style. Ottime le zuppe e i risi mentre i Dim Sum non sono memorabili. All’uscita troverete molta vita al bar nella lobby. Se non chiudete in ottima compagnia la serata al Fontainebleau probabilmente dovete cambiare deodorante.


The St. Regis Bal Harbour Resort, 9303 Collins avenue
La struttura situata proprio di fronte al polo del lusso e delle grandi firme è mastodontica e decisamente lussuosa come tutti i St. Regis del mondo se si fa eccezione per quello di Roma che, infatti, è prossimo a un intervento di meritata ristrutturazione. Segnalo il Sushi bar per un fast lunch tranquillo, in totale relax e silenzio. Buoni sushi, sashimi e zuppe. Ambiente un po’ noioso e datato.

Naoe, 661 Brickell Key drive
Questo per quanto mi riguarda è il miglior ristorante giapponese provato negli ultimi tempi in giro per il mondo. Solo 8 coperti da prenotare con largo anticipo. Rigorosa clausola No Show, ovvero scatta la penale sulla prenotazione di 200 dollari a testa addebitati sulla carta di credito a partire da 7 giorni prima. Quindi una volta prenotato stai ben attento a non contrarre l’influenza. Kevin Cory, executive chef di mamma giapponese, è anche il proprietario e vi farà impazzire con un menù fisso a sorpresa preparato proprio sotto gli occhi, davanti a voi seduti al banco.

Naoe è il locale più imperdibile di tutta Miami e vale quel prezzo anche se decisamente elevato. Credetemi e fatevi un bel regalo!

Juvia, 1111 Lincoln road
Bellissimo locale con vista e musica a volume sostenuto e assai frequentato: piace alla gente che piace, come l’automobile Y10 primo modello che qualcuno ricorderà. Il menù fusion è decente ma la qualità delle materie prime non particolarmente ricercata, carni comprese. Nello stesso ampio locale con cucina a vista, troverete un lungo bancone da cocktail e se li sapessero anche fare sarebbe il luogo adatto per trascorrere l’intera serata.
Per ragioni ignote non è stata accontentata la mia richiesta di un Daiquiri (ricorrente nelle mie serate, ci avrete fatto caso), in compenso la barman mi ha preparato un Negroni classico con Aperol al posto del Vermuth, senza avvertirmi (sarei fuggita) e sostenendo che il Negroni si preparasse così. Credetemi e fatevi un bel regalo: quel Negroni perdetevelo!
Ho chiuso senza soddisfazione con un Purple Juvia a base alcolica gin e mi sono trasferita a bere altrove.

The Broken Shaker, 2727 Indian Creek drive
Il migliore cocktail bar provato a Miami. Ambiente informale, semplice e con un ampio spazio esterno a bordo piscina. Consigliato specialmente durante i week end perché si avvicendano bravissimi barman. The Broken Shaker utilizza con rigore spezie autoprodotte, oltre ai bitter, ovviamente. È il numero uno e si evince anche dal
pubblico di appassionati che lo frequenta. Andateci, senza “se” e senza “ma”.

Zuma, 270 Biscayne boulevard
Cucina fusion ma giapponese di base. Locale molto bello, sempre con cucina a vista e tavoli anche esterni sulla riva del Miami River, proprio davanti al ponte levatoio dove sfilano lussuosi yatch. Zuma è ospite, al piano terreno, dell’hotel Epic che supporta le iniziative della LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) e ha anche una ricca selezione di vini e sake. Non potete perdere la tempura veramente speciale e gli ottimi Dumpling. Pollo marinato 24 ore e pollo teriaky meritano la menzione d’onore.

Panther coffee, 2390 NW 2nd avenue
E per un buon caffè andate al Panther coffee, il mio bar preferito ma anche torrefazione, nel quartiere che amo di più: Wynwood. Fra gallerie d’arte di artisti eccezionali, capannoni dismessi, poi rinati grazie a numerosi murales nient’affatto da sottostimare e officine che ridipingono le vostre vecchie auto con decorazioni artistiche pazzoidi, potete bere un buon caffè macinato all’istante, scegliendo grani di ottima provenienza e qualità. Pubblico medio variegato e di età compresa fra 20 e 25 anni.

[Credits: Hotel 1, SLS, Milos, Hotel Setai, Hotel Edition, Prime 112, Hotel Delano, Hakkasan, St. Regis, Naoe, Juavia, The Broken Shaker, Zuma (cover)]

 

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Cristiana Lauro

Cantante e attrice di formazione ma fortemente a disagio nell’ambiente dello spettacolo, che ha abbandonato per dedicarsi al vino, sua più grande passione dopo la musica. Lauro è una delle degustatrici più esperte d’Italia e con fierezza si dichiara allieva di palati eccellenti, Daniele Cernilli su tutti. Il suo sogno è un blog monotematico su Christian Louboutin e Renèe Caovilla, benchè una rubrica foodies dal titolo “Uomini e camion” sarebbe più nelle sue corde. Specialista di marketing e comunicazione per aziende di vino è, in pratica, una venditrice di sogni (dice).

1 Commento

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vinogodi

circa 8 anni fa - Link

...dev'essere stato un tour de force terribile ...

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