Le Piane e il nuovo gemello diverso, Plinius I

di Andrea Gori

Porfido ovunque, nessuna sostanza organica nel raggio di chilometri, escursioni termiche da paura. E un bosco antico, ancestrale, che copriva fino a poco tempo fa ogni cosa con in mezzo un santuario. Sarebbe il set ideale per un survival horror o una novella di Bradbury ma noi preferiamo vederci quello che c’era prima: distese di vigneti piantati in ogni dove a sfruttare la particolarità del nebbiolo e della vespolina che crescono qui. Condivide il nostro pensiero Christoph Kuenzli: all’inizio degli anni novanta con l’enologo e amico Alexander Trolf dispone di questo patrimonio che vedeva Antonio Cerri come l’unico solitario produttore di Boca a continuare l’opera di conservazione della vite.

Oggi Le Piane è un’azienda molto più grande e intraprendente, e anche se gli ettari sono solo otto, la voglia di sperimentare le potenzialità del nebbiolo di questo altissimo Piemonte è continua e instancabile.

Dopo aver ridato lustro all’antico sistema di allevamento della maggiorina con i suoi otto pali e tre piante di vite nel mezzo, intrecciate in un romantico abbraccio, l’esplorazione si sposta sui vitigni in purezza come la croatina, attraverso una lunghissima macerazione e affinamento in legno che spinge l’espressione del terroir verso livelli in parte tradizionali e in parte inesplorati: Plinius esce infatti in questi giorni in sole 1998 bottiglie riservate ai clienti abituali, grazie ad una vasca che sfugge al controllo di temperatura e blocca la sua fermentazione. Piuttosto che farla ripartire in maniera forzata si lascia la botte a svolgere con calma il suo cammino di trasformazione, quattro lunghi anni borbottando tranquillo di quando in quando. Il risultato è straordinario e siamo ben felici di raccontarvelo in quasi anteprima, insieme ai nostri assaggi del giorno.

Maggiorina 2013. Il vecchio sistema di allevamento dà il nome di questo iconico vino rosso da 12 diversi vitigni con nebbiolo e croatina a far da padroni: croccante, sapido e affilato, dal bel finale di lampone liquirizia e cardamomo. 86

Mimmo 2010. Il vino quotidiano che usava nell’800 e fino agli anni ’30, nebbiolo e croatina sono pronti prima, con in più quel po’ di vespolina che serve a dargli una nota di spezia: bocca piacevolissima, scattante e con tocco di ruffianeria che te lo fa bere anche un po’ fresco, corpo e freddezza, un Boca che conquista anche chi non è fan dei vini verticali a tutti i costi. 85

Le Piane 2011. Croatina in purezza, matura tardi e viene tenuta a lungo, 4 giorni con i lieviti da nebbioli poi un anno di tonneaux: frutta di bosco, pepe e mirtillo, ricco e di corpo ma sempre sapido e contrastato, con un velo di sale e lavanda, bocca divertente e originale tra bergamotto e cannella. 87

Boca 2009. Macerazione lunghissima (40 giorni e più) tre anni in botte due con feccia e uno senza; annata calda, tanta frutta che si sente eccome, balsamico a rinfrescare, amarena rosmarino e ginepro, bocca sferzante e succosa, un piccolo prodigio di equilibrio e salinità. 92

Boca 2007. Ha senape e mirtillo, è croccante, saporito di menta e solare, fragole e sale, alloro e pepe, tannino piacevolissimo e rugoso. 88

Plinius I 2007 Le Piane. Aromatico e conturbante: lavanda e sottobosco, pepe appena macinato, sedano e rafano, mallo di noce e resina di pino; bocca solidissima e rabbiosa, ruggente e freschissima, tagliente, con tannino a palla e salinità con frutto che tiene botta sempre. 94+

[Foto maggiorina: Mario Bevione]

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

1 Commento

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Rossano Ferrazzano

circa 9 anni fa - Link

"Dopo aver ridato lustro all’antico sistema di allevamento della maggiorina con i suoi otto pali e tre piante di vite nel mezzo, intrecciate in un romantico abbraccio, l’esplorazione si sposta sui vitigni in purezza come la croatina, attraverso una lunghissima macerazione e affinamento in legno che spinge l’espressione del terroir verso livelli in parte tradizionali e in parte inesplorati" È forse utile precisare che il Plinius è un Boca, il cui uvaggio prevede Nebbiolo (70-90 %) e Vesoolina o Uva Rara (10-30 %), quindi non la Croatina (0 %), che leggendo l'articolo si potrebbe pensare essere il vitigno principale di questo vino.

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