Tutto iniziò quando lessi “Idee da non rubare più nel 2014: rubare le idee.” Ma chissenefrega? Siamo ancora nel 2013 quindi chi come me e Marco Grossi aka marcolandia (contiene link al Forum del Gambero Rosso, clicca responsabilmente!) parla di vino per almeno 12 ore al giorno ha tutto il diritto di esprimere desideri per il 2014 partendo dalla cima: mica male una bella ripulitina al linguaggio, bruciando nel camino parole per cui è più che lecito nutrire odio, risentimento e fastidio al limite della sana ultraviolenza.

Questo post non piacerà a un tot di gente, soprattutto a chi odia le classifiche di fine anno, i pandori, il Natale, i regali gourmet, i panettoni artigianali, i torroni da supermercato, gli snob, le classifiche di fine anno, gli anti-snob e roba del genere. Quindi confido in quei 6/7 validi lettori rimasti scremando, perdinci! Perché questo post nasce finto-scemo e ci muoreguadagnando sul campo i suoi gradi di raffinatezza. Certe espressioni di uso comune nel vino sono stupide, inadatte, spesso fuorvianti e qualcuno dovrà pur dirlo. Noi ci ergiamo a moralizzatori della patria, diamine. Siete pronti?

Ecco a voi, dunque: Le parole del vino che nel 2014 andrebbero abolite con decreto ministeriale.

1) Questo vino è borgognone/assomiglia a un Borgogna/è elegante come un pinot nero, riferito a qualunque vino di qualunque vitigno di qualsiasi zona d’Italia. Bastaaaaa! Oltretutto, non è che i Borgogna sotto a 200 euro siano sempre sinonimo di finezza ed eleganza. Sopra va già meglio.

2) Minerale. Quando non sai che minchia dire, spara un minerale a capocchia e sarai salvo. Ma hai mai ciucciato un quarzo? O un pezzo di opale? O un onice? Vabbè, io c’ho la lampada di porfido rosa sul comodino quindi ne capisco di Boca, ma adesso non è che tutti possiamo fare i fenomeni.

3) Infanticidio. Finché si scherza ok, ma se bevi domani Monfortino 2006 la colpa è tua e di nessun altro, quindi sarebbe più corretto parlare di coglionaggine. L’assoluta inadeguatezza della parola “infanticidio” si commenta da sola.

4) Vino/Rapporto qualità prezzo commovente o imbarazzante. Giuro! Non mi sono mai commosso né imbarazzato, semmai solo tanto incazzato quando tocca leggere espressioni così banali. Decolonizzare l’immaginario, please!

5) Abbastanza. Annientando questo termine, distruggeremmo in un sol colpo l’intero sistema delle descrizioni del vino propalato dall’AIS (cit. Comandante). What else?

6) Ha legno, vero, ma è legno buono. Tradotto: “La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stata convincere il mondo che lui non esiste” (I Soliti Sospetti). Mi sembra una ottima citazione per passare da talebano della peggior fattura, vero?

7) Da bere a secchi. Ora, bevibilità è carino e inflazionato ma un surrogato più inaffrontabile è difficile da immaginare, specie se rischi di finire sotto il tavolo al terzo bicchiere. Parla come mangi, parla semplice, e se un vino si beve con facilità, se non è cervellotivo e ti contagia amabilmente mentre sei a tavola, racconta quello. Non sarai Baudelaire ma nemmeno l’ultimo dei pirla.

Arrivati a questo punto anche i forumisti più incalliti si sono arenati. Io giuro di non usare queste espressioni nemmeno degustando davanti al mio gatto ma so che non farete altrettanto. Abbiate pietà di me e se vi viene qualche idea, parliamone.