Langhe, Roero e Monferrato. Da ieri questa grande bellezza è Patrimonio dell’Umanità per l’UNESCO

di Alessandro Morichetti

I sassi di Matera e il centro storico di Napoli, Castel del Monte, i trulli di Alberobello, Piazza del Duomo a Pisa, Pompei ed Ercolano. Poi la costiera amalfitana, Portovenere, Cinqueterre e le isole del golfo di La Spezia (Palmaria, Tino e Tinetto), il centro storico di Urbino, Villa Adriana a Tivoli, Assisi, la Val d’Orcia, le Dolomiti, l’Etna. Del centro storico di Roma e di quello di Firenze non serve nemmeno dire.

Ripercorrere la lista dei siti Unesco italiani Patrimonio dell’Umanità mette un po’ i brividi come la foto di Cesco Rava scattata dalla torre di Barbaresco, istantanea del paesaggio vitato in cui vivo e che da ieri è patrimonio dell’Umanità. Con la proclamazione dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, i siti italiani che fanno parte della World Heritage List (patrimonio artistico e ambientale dell’Umanità) diventano 50 (il numero più alto al mondo), li trovate qui ma vi avverto: dal cliccare a incantarsi per mezza giornata è un attimo.

La proclamazione della decisione assunta dal Comitato del Patrimonio mondiale Unesco è avvenuta ieri a Doha e così ha commentato il ministro Maurizio Martina: “È la prima volta che l’Unesco riconosce un paesaggio vitivinicolo italiano quale bene unico al mondo, patrimonio dell’umanità per la sua eccezionalità rurale e culturale. È un risultato prezioso che rafforza il posizionamento a livello di mondiale di alcune delle produzioni vitivinicole più pregiate e apprezzate del nostro Paese“.

Scrive il Corriere della Sera: “Il sito riconosciuto dall’Unesco è di tipo seriale, ovvero costituito da sei aree articolate all’interno dei confini delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo e di 29 Comuni per un’estensione complessiva pari a 10.789 ettari.”

La delegazione italiana sta festeggiando a più non posso e in foto, tra gli altri, vedete Pietro Ratti, Maurizio Marello (sindaco di Alba) e Alberto Bianco (sindaco di Barbaresco) ma ecco com’è andata nella cronaca di Mauro Carbone, direttore dell’Ente Turismo di Alba, ripresa da TuLangheroero (si apre pagina FB): “Il commissario francese dell’Icomos ha raccontato in breve ma efficacemente la nostra terra. Poi avrebbe dovuto esserci la discussione. Il delegato tedesco è partito dritto per dritto indicando l’Italia come il campione del mondo dell’Unesco. E dicendo che noi siamo un ottimo esempio perché solo l’Italia ha 50 siti.
Il Croato chiede informazioni. Ops, non era previsto. Vuole sapere se oltre a fargli vedere foto di vigneti dopo può assaggiare qualcosa…  Il cerimoniale rigidissimo dell’Unesco galleggia a malapena in un calice di Asti Spumante per poi annegare in un magnum di Barolo o di Barbaresco. La Sceicca che presiede l’Assemblea spiega che se nessuno ha altri complimenti da fare va bene così.  Le Langhe, il Roero e il Monferrato diventano Patrimonio Mondiale dell’Unesco. E scatta la festa.”

Che grande bellezza.

 [Foto: Cesco Rava]

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

1 Commento

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wood

circa 10 anni fa - Link

in realta' la sceicca ha pronunciato una frase ben precisa nei nostri confronti dopo il casino che si e' scatenato per la gioia " Italian switch off your mouth" ..della serie "chiudete la bocca"

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