L’America ama il vino e le donne americane lo amano più degli uomini

di Antonio Tomacelli

Non c’è niente come una cara vecchia infografica per avere, in un colpo d’occhio, lo stato dell’arte sul vino negli States. Che, sia detto per inciso, è il più grande mercato al mondo, nonostante le recenti follie dei tycoon orientali. Spigolando qua e là fra le cifre, notiamo alcuni dati interessanti: il consumo di vino è in costante aumento (in Italia è in ribasso) e a tirare la volata, pensa te, sono le donne, che disdegnano alla grande la bevanda preferita dai maschi americani: manco a dirlo la birra.

Nonostante questo i consumi aumentano sia in valore che in quantità e al primo posto dei vitigni preferiti c’è l’imperturbabile chardonnay, seguito a debita distanza dal duo bordolese cabernet + merlot. Da segnalare il quarto posto del pinot grigio che, con una certa tranquillità, possiamo ascrivere interamente all’Italia e a una certa cantina del nord.

Vi lascio al resto e ripenso al già citato sommelier mondiale Paolo Basso che, appena qualche giorno fa, metteva in guardia i produttori europei dalle chimere orientali, suggerendo di guardare a ovest, appunto, dove il mercato è sì più lento, ma anche più maturo e perciò meno rischioso.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

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