«La Birra in Tavola e in Cucina». Ecco che succede quando chiedono una recensione a Intravino

di Giovanni Corazzol

Leonardo Romanelli ha lo sguardo da aura post prandium, una parlata fiorentina spinta e gusti sospetti per le montature degli occhiali. E’ spigliato, dicono competente, e simpatico come possono esserlo quei toscani a cui pare l’ostetrica abbia imprintato la simpatia. La quarta di copertina del suo libro, che mi hanno imposto di recensire, dice: sommelier, insegnante, critico enogastronomico, volto televisivo di trasmissioni di successo tra cui “chef per un giorno”, Leonardo Romanelli, si dedica anche alla radio, al teatro e al suo blog quinto quarto.» Con queste referenze, per quanto mi riguarda, il Romanelli può considerarsi un eclettico a tutti gli effetti.

Sulla copertina cartonata in stile spaghetti western disegnata dall‘Art Director Dario Tagliabue, si legge anche: «nel 2012 è stato insignito del titolo di benemerito della vitivinicoltura italiana da parte della Regione Toscana»; chiara rappresentazione della supponenza toscana, incline ad attribuire caratura nazionale a un’onorificenza da giostre alle Cascine.

Allora il Romanelli pubblica un libro di ricette a base birra. Scrivendo su Intravino – con eclettismo – ritiene opportuno segnalare alla redazione (eh?) la propria ultima fatica: “La birra in tavola e in cucina”, sottotitolo “100 ricette originali preparate con la birra”, edizioni Mondadori, 143 pagine, 16,90 euro. In questi casi in redazione (eh?) si usa il sistema della pagliuzza più corta. Chi la estrae riceve il testo, guarda le figure, lo ripone per sempre nell’angolo fetish-bizzare della libreria e, alle prime serie minacce, scrive svogliato il testo cercando una presa per un improbabile spunto originale.

Il disperato appiglio me lo offre Moreno Cedroni-san, chef bistellato della Madonnina del Pescatore, quello con problemi di assetto alla bandana. Infatti nel libro – dopo la presentazione (del benemerito), un’introduzione di 14 agili paginette di illustrazione del mondo birraio, l’utilissima tabella degli abbinamenti ed infine le ricette raggruppate dall’antipasto al dessert – arrivano tronfie ed immancabili le ricette delle chef star: Matia Barciulli dell’Osteria di Passignano a Tavernelle in Val di Pesa (Fi), Aurora Mazzucchelli del Ristorante Marconi a Sasso Marconi (Bo), Marco Stabile del Ristorante Ora d’Aria a Firenze, Sergio Maria Teutonico della Palestra del cibo a Torino e appunto Moreno Cedroni della Madonnina del Pescatore a Marzocca di Senigallia (An). Un topos letterario.

A pagina 121 Cedroni-san contribuisce con una ricetta talmente figa, ma talmente figa, che lo stesso autore ha voluto chiamarla, con un geniale colpo di sagacia: “Che figata!
E dato che io prendo seriamente destino e pagliuzze, mi ci sono cimentato di buona lena, a casa mia. Per la preparazione di una perfetta “Che figata!” comprate innanzitutto il libello del Romanelli e quindi una bilancia analitica che arrivi al decimo di milligrammo.

Gli ingredienti per 4 persone:
Per la marmellata di birra: birra scura, zucchero, acqua, pectina.
Per le bucce di fico: bucce e polpa di fichi, zucchero, colla di pesce, agar agar, succo di limone.
Per il gelato alla birra: birra doppio malto, 1125 g di latte, panna, zucchero, 62,5 di latte in polvere, 10,5 g di stabilizzante, tuorli.
Per la granita di sake: sake, acqua, zucchero.
Fettine di prosciutto crudo per guarnire.

Del modo con cui amalgamare questi ingredienti  – e dello scrupolo con cui ho raggiunto i 1125 g di latte –  non dirò; un po’ per timore che Mondadori voglia rifarsi con me della sentenza sulla vicenda IMI-CIR, un po’ perché temo l’eclettica simpatia toscana del Romanelli. Basti comunque sapere che dopo aver presentato la “Che figata!” ad un consesso di esperti degustatori, riuniti al bancone zincato della Birreria Pedavena, il mio personale status di maschio sospetto, in quanto cuoco dilettante, si è consolidato. Intanto però, tra un würstel e l’altro, di “Che figata!” non ne è rimasta manco una buccia di fico.

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Giovanni Corazzol

Membro del Partito del progresso moderato nei limiti della legge sostiene da tempo che il radicalismo è dannoso e che il sano progresso si può raggiungere solo nell'obbedienza.

4 Commenti

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INDASTRIA

circa 11 anni fa - Link

Ma siamo ancora a "birra scura" e "doppio malto"? Per i vostri prossimi piati consiglio di utilizzare qualche busta di vino oppure "schiumante rosè" (cit.)

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Leonardo Fi

circa 11 anni fa - Link

No vi prego, ditemi che non è vero... davvero in un libro che parla di birra ci sono delle ricette in cui gli ingredienti sono "birra scura" e "birra doppio malto"? Oddio mi viene da ridere...

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durthu

circa 11 anni fa - Link

"...chiara rappresentazione della supponenza toscana". Addirittura? E io che finora ho vissuto nella convinzione che fossimo i simpatici d'Italia, mannaggia... Mai una gioia... ;-)

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Leonardo Romanelli

circa 11 anni fa - Link

Le ricette degli chef non sono state toccate, nelle altre si parla di ricette con birre elencate per stili birrari..per la precisione!

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