La birra artigianale spiegata a chi non ne capisce niente (e beve solo Ceres, Moretti e Poretti)

di Alessandro Morichetti

Roma, esterno notte. Siamo al Rione Trastevere dove un publican esce dal suo locale e, scansandosi i capelli dai piedi, pensa tra sé e sé (nota: il publican pensa in semi dialetto, dà qualcosa per scontato ma cogliete il senso):

“Mentre cerco di fuggire da un tipo americano che mi apre ‘na pigna [birra alcolica, pesante, ndr] da 15 gradi (etilica a morte…pare che ne faccia 50, ma lui dice che 50 sono i dollari del suo costo), vado al Birfud a magna’ e assisto a una discussione tra un gruppetto di 35enni alle prese col dilemma della birra artigianale… Uno fa: “è così, sono birre artigianali, il gusto è amaro, complesso”, e l’altro: “ma non hanno una Ceres???”.
Intervengo con la mia Knoblach e loro escono soddisfatti con una Grigna di Lariano.
Sfugge il fatto che l’80% di chi beve “artigianale” ora non ha voglia di approfondire… ha voglia di bere bene senza troppi problemi e si fida dei posti dove sa (o crede) di bere bene. Non contano più i nomi… non conta DeDolle o Struise o altri, alla gente che FA il nostro mercato interessa solo bere bene.
Questa è la fetta che cerca di prendere il Poretti di turno… Se affrontiamo il tutto senza troppi cazzi e supponenza, magari li faremo restare con noi, altrimenti chiudiamoci nel bunker [il locale del publican, ndr] a sperare in uno scudetto della Lazio [campa cavallo, ndr].
“Bevi e nun rompe er cazzo” citazione quanto mai calzante.

Noi e loro. Artigianale e industriale. Tradizionalismo e modernismo. C’è chi dice che le diverse visioni del mondo non esistono più. E magari un po’ si sbaglia.

[Foto: Arenula Suites]

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

10 Commenti

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MAurizio

circa 9 anni fa - Link

Parafrasando la buonanima di Manfredi (a proposito di caffè): "La birra è un piacere, se non è buona, che piacere è ?" Ma il saggio diceva anche "Non è buono ciò che è buono, ma è buono ciò che piace". Ergo se una Ceres da 1,3 euri (in GDA) ti da lo stesso piacere di una "paludata" (nel senso di palude) birra artigianale, spacciata a prezzi almeno quadrupli, commetto peccato ? Devo sentirmi "indegno" (ovvero trangugiare solo acqua di pozzo, che non merito di meglio ?)

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doxor

circa 9 anni fa - Link

goditi la tua Ceres, almeno con la consapevolezza di avere un gusto non in grado di cogliere le bontà maggiori, più mentali che un prodotto di 'qualità' possono (e appunto non devono) dare

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Emanuele

circa 9 anni fa - Link

Che cosa si deve intendere per bontà "mentali"?

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doxor

circa 9 anni fa - Link

Che purtroppo per cogliere certi piaceri, e goderne, bisogna talvolta ascoltare e concentrarsi su ciò che si ha in bocca, lasciare che la birra (o vino) diventi per un istante il soggetto-oggetto del nostro pensare...ciò non vuol dire che una birra 'facile' o 'immediata' non sia buona, anzi, ma l'industria per definizione non può essere così, se si ha un minimo di coscenza

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vincenzo busiello

circa 9 anni fa - Link

x doxor; ma cosa hai fumato....? le birre artigianali sono più saporite,sono meno aggressive in termini di "gas", sono più "rotonde" rispetto alle industriali. Il tuo pensiero,invece, abbastanza onirico, dà l'idea che il bevitore di birra artigianale, debba essere un filosofo peripatetico che gira tutto il giorno per il chiosco di un convento, con un boccale di birra in mano, apparentemente per scoprire il mistero della vita, ma, sotto sotto, per prendersi una bella sbornia. Senza malanimo, si intende...

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doxor

circa 9 anni fa - Link

Posto che con una leggera bella sbornia di buona birra il significato della vita è spesso più tangibile, in parte sì in parte no..certo che ha gusti più 'naturali' meno fintamente gasati o mais-ati (rotondi non direi sempre, viste certe punte d'amaro o acido che certi stili portano), ma per questo merita anche un attimo del nostro processo mentale di sensibilità e conscio piacere, se voglio non pensare al mio piacere nel bere, bevo acqua piuttosto

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Elvio Alessandri

circa 9 anni fa - Link

Alessandro, non ho capito nulla! Per mia ignoranza credo, sia perché non capisco il linguaggio e le dinamiche dei blog, sia perché non so niente di birra. Ma il mondo della birra "artigianale" sta diventando sempre più misterioso per i più e alla fine allontanerà i consumatori, come è successo per il vino ( consumo crollato!). Una domanda però te la voglio fare: perché la birra "artigianale" sa quasi sempre di riflusso gastrico?

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Alessandro Morichetti

circa 9 anni fa - Link

Elvio, il descrittore "succhi gastrici" è preciso praticamente solo per i lambic, non per le altre artigianali. Se vai ai Santi di Porto Sant'Elpidio una sera trovi una marea di bontà e quando sarai bello allegro puoi - allora sì - terminare con Tilquin. Successo assicurato :D. Ce ne sono anche molte grame, in generale, ma loro sono bravi e oltre a produrre birre eccellenti selezionano solo roba che vale la pena bere.

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il farmacista goloso

circa 9 anni fa - Link

@ Elvio: è che da noi artigianale spesso fa rima con fatto male, e ti spieghi le acidità conseguenti. Non tutto è gramo, ma paragonare certe italiche concozioni alle raffinatezze tedesche o belghe è come confrontare un madonnaro col Perugino.

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cla

circa 9 anni fa - Link

comunque ho bevuto la 8 luppoli e mi è piaciuta nonostante ormai se bevo birra fuori casa è solo artigianale.

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