Intervista a Luca Formentini tra Lugana, No Tav, export e musica

di Elena Di Luigi

Luca Formentini è un musicista con la passione per la vigna oppure un vignaiolo con la passione per la musica, dipende dai punti di vista. Ma da febbraio è più di questo perchè oltre a produrre vino nell’azienda di famiglia, Podere Selva Capuzza, Luca è il presidente unanimemente eletto del Consorzio per la tutela della produzione e per la valorizzazione del Lugana nel mondo. E da neo-pesidente si è messo subito a lavoro partendo da una protesta anti TAV, tenace ma pacifica. Già, proprio come ci si aspetterebbe da un musicista vignaiolo.

Quando hai iniziato a occuparti di vino?
Ho iniziato a 20 anni. Si può dire che il vino faccia parte della mia vita da quando ero molto piccolo, avendo un padre enologo ed essendo la principale occupazione della famiglia da 4 generazioni.

Quale percentuale di te è un musicista e quale un vignaiolo e cosa hanno in comune queste due parti?

Se la misuriamo in tempo dedicato sono sicuramente più vignaiolo; se invece consideriamo la vita interiore, l’aspetto emozionale e creativo, un certo contatto profondo con se stessi, allora prevale il musicista. Almeno così è stato per lungo tempo, fino circa a una decina di anni fa, cioè da quando svelare di essere un musicista (e di un genere musicale poco definibile e “strano”,anche perchè molto personale) non ha più rappresentato una minaccia per la credibilità professionale. Da allora il mio atteggiamento musicale ha iniziato a estendersi anche nel produrre vino.

Da neo presidente del Consorzio Tutela Lugana DOC quali sono i tuoi primi tre obiettivi da raggiungere?
La crescita qualitativa di tutta la denominazione; l’incremento della diffusione nei mercati adatti e interessanti per la nostra identità e la indispensabile integrazione tra produzione e ambiente.

Quali mercati esteri il Lugana ha già conquistato e quali ancora da raggiungere?
Il Lugana viene esportato per oltre il 70% della produzione e, se si considera la rilevante vendita diretta delle cantine che interessa perlopiù i visitatori esteri, possiamo considerare una quota di consumo estero ancora maggiore. Il primo mercato estero per importanza è la Germania. In Europa il Lugana è presente ovunque; in Olanda per esempio, con una buona concentrazione e storicità, mentre in Inghilterra c’è un incremento interessante. A seconda dei casi applichiamo strategie diverse: nel caso dei mercati in cui il Lugana ha già una buona penetrazione e diffusione si lavora per il mantenimento; per i mercati nuovi o non ancora maturi si investe in azioni diversificate. I mercati giusti per l’esportazione futura del Lugana devono permettere un dialogo commerciale agile, devono essere predisposti alla qualità e avere già una conoscenza vinicola base in modo da poter accogliere un prodotto non mainstream, per il quale è necessaria una certa curiosità e una propensione alla scelta individuale. Devono inoltre essere mercati adatti a tutta la tipologia di aziende che rappresentiamo, di piccola o grande dimensione. Il mercato singolo in cui stiamo investendo maggiormente nel triennio iniziato nel 2014 è quello degli Stati Uniti, dove voliamo almeno due volte l’anno. Stiamo ottenendo una risposta buona e solida confermando che si tratta di un mercato adatto a soddisfare le aspettative che avevamo intuito.

Quali elementi dovrebbero far riconoscere un vino Lugana in una degustazione alla cieca?
La sapidità, la freschezza e un interessantissimo equilibrio tra mineralità – sempre in evoluzione – e una sottile e non invasiva aromaticità.

L’Expo cosa può fare per il vino italiano?
Può fare capire che è un mosaico ricchissimo e che se guardato da vicino permette una vita di sorprese.

Ci andrai? Quali saranno i padiglioni da non perdere per te?
Si, ci andrò. Per ora non saprei dire quali padiglioni visiterò.

Perchè un categorico “no” al progetto per l’Alta velocità tra Brescia e Verona?
Non è un no e tantomeno categorico. E’ un segnale che ha l’intento di richiamare l’attenzione del governo, perchè così come pensa di realizzarlo è un progetto che non tiene in considerazione la realtà in cui si colloca e le sue irreversibili conseguenze che dal punto di vista ambientale, paesaggistico e quindi anche di natura economico-sociale, non sono sostenibili e di conseguenza accettabili.

E la proposta alternativa che concili turismo, viticultura e velocità qual è?
Il progetto TAV prevede due nuovi binari aggiuntivi sul tratto che attraversa il sud del Garda, nella nostra zona di produzione compresa tra Desenzano e Peschiera. Noi proponiamo che prima di Desenzano e da dopo Peschiera questi due binari confluiscano nei due già esistenti, ristrutturati da pochi mesi, certificati per i 250 Km/h e con la capacità di ospitare tutti i convogli che si prevede debbano passare sulla nuova linea AV/AC (detta TAV). Per consentire il superamento tra convogli proponiamo la realizzazione di un binario di 1 km per direzione, uno per la direzione Venezia-Milano e uno per quella opposta, cioè una “corsia di sorpasso” che permetta la soluzione meno dannosa per il contesto viticolo e ambientale. A mio parere questo eviterebbe alti costi economici e ambientali e di lasciare un’ impronta indelebile tale da condizionare la vita e il futuro di questa zona e delle generazioni che seguiranno.

Se ti invitassero a fare un vino all’estero dove andresti e perchè?
Il fascino del luogo e l’amore per i vini che sanno esprimere la propria identità con grande pulizia mi porterebbero in Germania, sulle rive della Mosella. La curiosità mi porterebbe in Inghilterra, mentre andrei negli Usa per la libertà produttiva: Oregon, California o Connecticut. Paesi che conosco abbastanza bene e dove non mi dispiacerebbe passare una parte della mia vita. Pensandoci meglio credo che cercherei una vigna tra la collina e il mare, pianterei un vitigno che non conosco aiutato da un vecchio contadino che sappia della terra e del suono.

Alla fine di un concerto cosa fa il gruppo Flos per rilassarsi?
Cerca un luogo adatto per godere di quella bellissima sensazione che si prova dopo avere vissuto un momento di grande intensità e impegno sia psicologico che fisico. Stanchezza che si accompagna a un profondo senso di appagamento per avere avuto il privilegio di celebrare la fragilità attraverso il suono.

Volendo combinare un vino e un brano musicale, quale proponi?
Considero banale associare una musica a un vino: questo perchè le caratteristiche alle quali do più importanza sia all’uno che all’altra non sono date dalle loro caratteristiche estetiche, tecniche, virtuosistiche, ma dalla loro unicità. Unicità che è solo in parte insita in loro; essa risiede soprattutto nel modo in cui li si coglie, nell’atteggiamento dedicato all’ascolto di quello che accade dentro di sé e non rivolto all’esterno. La musica, come il vino – se considerati dal punto di vista emozionale – accadono dentro di noi, non fuori. Hanno solo bisogno che li si lasci accadere, che gli si offra la nostra disponibilità di essere emozionati. Sia per l’una che per l’altro non esiste regola se non la capacità di apprezzare con semplicità, andando oltre l’etichetta, il brand, la moda o ciò che viene considerato più socialmente accettato. Invito ad ascoltarsi attraverso il corpo capendo se la musica, come il vino che si degusta, risuona solo per ricordo, oppure se è capace di astrarci dal tempo e dal luogo, accompagnandoci dove si ha la possibilità di scoprire e dare spazio a una zona di sè alla quale dare più respiro.

[Foto: www.luganawinetour.com]

3 Commenti

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A

circa 9 anni fa - Link

Ho avuto il piacere di bere l'ottimo Herundo, rosato di lugana metodo classico. Il coraggio e' una virtu' che apprezzo col cuore e se si ha poi la fortuna di centrare il bersaglio.. Viva la Selva Capuzza, viva il futuro e chi ha voglia di andarselo a pigliare! Salute

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A

circa 9 anni fa - Link

Pardon! HIrundo

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simonetta tascio

circa 8 anni fa - Link

Sono di Peschiera d/G, ho notato che in alcuni vigneti per la produzione del Lugana non sono state usate sostanze chimiche per il diserbo. Si tratta di sensibilità individuale o nel consorzio avete deciso di bandire diserbanti (non ho trovato nulla, relativo a tale argomento, nel vostro disciplinare. Cordiali saluti Simonetta T.

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