In difesa dell’osteria. Basta con la criminalizzazione della ristorazione pop. Pure se ci va Beppe Grillo

di Fiorenzo Sartore

E’ il momento di scatenare l’indignodromo: adesso basta con quest’uso criminogeno che si fa del termine “osteria”. Se uno va all’osteria non può e non deve significare che i suoi costumi siano rilassati. Pure se è un politico romano, pure se è Beppe Grillo: uno avrà bene il diritto ad andare in osteria senza che Libero se ne esca con questi articoli sul tono “è tutto un magna-magna”. A parte il tono odioso che ormai hanno ‘sti bei tipi, sul genere così fan tutti – ma non è nemmeno questo il punto. E’ semmai l’immagine dell’osteria come luogo ambiguo e compromettente (ma quandomai) che ci offende nei più profondi affetti. Basta, ribelliamoci, rendiamo onore e dignità all’osteria.

[Naturalmente si scherza. Ma insomma, uno potrà pure farsi du spaghi senza finire nella macchina del fango, no? Crediti determinanti: Nonleggerlo e Repubblica].

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

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