Il vino ti fa bella perché ti fa fare tanta plin-plin

di Alice in Wonderland

Avvertenza: le righe che seguono sono di cosmica leggerezza e discreta inutilità, ma contengono un obiettivo personale. Le dedico alle mie amiche, a quelle consapevoli ed enofile, perché cementifichino la loro posizione, e a quelle astemie o enofobe, perché provino a guarire: insieme ce la si fa.

Amiche, bere vino non solo ci fa bene per tutte quelle storie del polifenolo antiossidante, bere vino ci fa anche belle, e non solo grazie al resveratrolo. Sentite qua. In rete, alla ricerca di uno specifico saggio di estetica del vino, incappo in: “Il vino e l’estetica”, trattato datato 1965 che vado subito curiosamente ad aprire e che porta la firma di un certo Dr. Paolo Rovesti – Presidente del Comitato Italiano di Estetica e Cosmetologia. Cercando un’estetica ne ho trovata un’altra, quella del restauro del sabato mattina.

Si chiude una porta, si apre un portone. Fantastico. In medias res.

Il Dr. Rovesti si chiede sbigottito come sia possibile che negli Stati Uniti, patria dei Beauty Bar, e terra natia di quei Jack London e Francis Scott Fitzgerald che hanno composto i loro capolavori “con l’assistenza” di buone bottiglie, proprio lì nessun medico prescriva, (prescriva, sic!) neppure in minime quantità, il vino, né lo annoveri tra i beauty beverages.

Questo scempio non avviene solo negli Stati Uniti, come ignorare il fatto che anche in Germania, dove Goethe scriveva aiutato da tre bottiglie al giorno di Riesling, e in Austria, dove “tutti sanno” che Beethoven compose i suoi capolavori più belli coadiuvato da “ottimo Traminer”, il vino non venga consigliato come rimedio medico? Certo, e’ saggiamente sconsigliato esagerare ma una “somministrazione equilibrata” di vino non può che apportare benefici alla salute.

Come da citazione di Giuseppe Tallarico (credo da “L’elogio della vite e il vino”): “(…) tra i popoli della vite (e cioè i mediterranei) si ha il minor numero di pazzi, suicidi ed epilettici in confronto alle popolazioni che vivono in terre dove la vite non alligna”. Ma “solo sapendolo bere, il vino diviene veramente eupeptico ed esprime tutto se stesso”.

Ed ecco alcune delle innumerevoli migliorie che il consumo, moderato, di vino, apporta alla nostra persona: “vivifica il colorito e da all’espressione una vivezza maggiore, ma altresì euforizza lo spirito e da a tutto il comportamento una brillantezza che si traduce in producenza estetica. E’ come se (…) dalla persona emanasse una giovinezza radioattiva in un leggero clima di magia. E’ un incontro di carattere psicomorfico, di maggior bellezza spirituale dal di dentro e di maggior bellezza eudermica dall’esterno, provocato dall’azione del vino”.

Quindi basta prendere in giro volti rubizzi e nasi da clown, quello si chiama colorito sano e vivificato! Interessante l’esito dell’esperimento condotto sottoponendo per trenta giorni un certo numero di pazienti a dieta “con vino” ed altrettanti a dieta “senza vino”. I soggetti che avevano bevuto 200 cc di vino a pasto mostravano un colorito più vivo e “pelle più tonificata e levigata, più nutrita e rassodata”. Questo grazie alla leggera vasodilatazione periferica provocata dal vino che aveva portato ad un maggior troficismo tussutale. Ma vuoi mettere? Il professore cita una collega, la Dottoressa Poudesan, che già nel 1936 raccomandava alle donne di bere vino perché il vino non solo le avrebbe aiutate a migliorare la pelle, ma anche il loro “livello psichico”. Inoltre, secondo la collega, era statisticamente dimostrabile che couperose, acne ed eczemi fossero più presenti nelle astemie. Tiè!

Già, ma adesso abbiamo bisogno di qualche certezza e di un consiglio per gli acquisti: qual è il vino che bisognerebbe bere per poter godere di questi benefici? Non potrebbe essere altrimenti: è “il buon vino genuino”. Perché “i vini sofisticati” sono spesso causa di intolleranze cutanee e possono provocare pruriti. Altra azione importantissima del vino è quella diuretica, e quindi disintossicante, che lavora in sinergia con quella energetica, quella ricostituente e quella stimolante della circolazione. E’ importante, però, bere vini solo dalla bassa gradazione alcolica.

Un altro problema che il vino (quello genuino e di bassa gradazione alcolica) può risolvere è quello imbarazzante degli “odori corporali”. In particolare lo possono fare gli “Enoliti”, vini medicati in cui il vino funge da veicolante e solvente gradevole di principi attivi vegetali.”

Dopo aver parlato di salute e bellezza in generale, si parla un po’ del vino in cosmetologia e informazioni illuminanti non tardano ad arrivare. Per esempio: già Caterina Sforza, nel ‘500, sapeva che vino e succo di limone possono far sparire le lentiggini. (!) E che dire dell’azione antibatterica, calmante, emolliente, rinormalizzante e tonica del vino? E delle sue proprietà antiforfora?

A questo punto il Prof. tira fuori cosmetici a base di vino prodotti e sperimentati con successo da lui stesso. Interessante vedere che non si parli di “vino” in generale e “alla-come-capita” ma che si sottolinei che ogni vino è portatore sano di una precisa e specialistica funzione. Perché i vini, è esplicitamente detto, devono essere “appropriati”. Così vediamo una miracolosa crema da notte a base di Soave per il 65% e per il restante 35% di variegata chimica. Il Soave è stato scelto “per le sue note floreali”. E come non citare il 95% di Frascati Secco che va a comporre un tonico fantastico, astringente e rinfrescante?

Avrebbe qualcuno pensato che il verdicchio rosè (80%) potesse dar vita ad un latte detergente che, alla prova di laboratorio in comparazione con un altro latte a base di acqua, fosse molto più detergente, molto più rinfrescante e molto più emolliente? (? Sul Verdicchio Rosé mi fermo un momento. Rosé? Uhm … poi capisco. Verdicchio all’80% ma il restante 20% sono olii ed essenze di rosa! Ecco perché Verdicchio Rosé, ora sì, ora mi torna tutto.)

Il trattato si conclude patriottico, accorato e un po’ wannamarchiano: “I prodotti di bellezza a base di vini italiani, sperimentati sul piano estetico – cosmetologico, si sono rivelati, funzionalmente e come azione cutanea, superiori a quelli che tali vini non contengono”. Perciò, amiche mie, ora lo sapete: se non berrete vino vi ritroverete probabilmente piene di acne, con la pelle squamosa e secca, mai pulita in profondità. Vi compariranno addosso forse tante lentiggini dove meno ve lo aspetterete, potreste scoprirvi nervose, isteriche e dall’aspetto anemico, agli uomini non piacerete perché sarete spente e devitalizzate.

Non dimentichiamoci delle rughe che vi faranno assomigliare a uno Shar-Pei, ma questo lo sapevate già. E, se ciò non bastasse a convincervi, vi invito a pensare all’altra piaga d’Egitto che potrebbe abbattersi su di voi: la caduta dei capelli. E dai, ammettiamo che neppure questo si verificasse, va bene, avreste i vostri capelli in testa, ma senza vino, l’abbiamo detto, affoghereste nella forfora. Donna avvisata…

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Alice in Wonderland

Nascere a Jesi è nascere a un bivio: fioretto o verdicchio? Sport è salute, per questo, con sacrifici e fatica, coltiva da anni le discipline dello stappo carpiato e del sollevamento magnum. Indecisa fra Borgogna e Champagne, dovesse portare una sola bottiglia sull’isola deserta azzarderebbe un blend. Nel tempo libero colleziona multe, legge sudamericani e fa volontariato in una comunità di recupero per astemi-vegani. Infrange quotidianamente l’articolo del codice penale sulla modica quantità: di carbonara.

3 Commenti

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Nelle Nuvole

circa 10 anni fa - Link

Ringrazio l'autrice del post per questa illustrazione delle scuse...ehm,.. benefici, relativi alla dipendenza...ehm.. apprezzamento del vino. Manca però il beneficio principale: Il vino bevuto da noi rende soprattutto bello chi ci sta di fronte, sia esso uomo singolo, o amico multiplo, o semplicemente la vita nella sua totalità.

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cecilia

circa 10 anni fa - Link

Alice, i benefici così bellamente illustrati mi solleticano i pensieri. Mi inducono altresì a ritenermi certamente soddisfatta dell'uso, superbamente saltuario nell'accezione comunemente ritenuta accettabile, del grappolo nobilmente fermentato. PS Credo di essere posseduta da una qualche Bronte, in libera uscita. I need somebody help, I suppose...

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Paolo Cianferoni

circa 10 anni fa - Link

Il passo “solo sapendolo bere, il vino diviene veramente eupeptico (Nota: che favorisce la digestione) ed esprime tutto se stesso”, dice tutto! Perché il vino è semplicemente cibo e se saputo dosare col cibo a secondo del peso, della tolleranza, dell'alimentazione e della gioia di vivere è fondamentale. (Vino salubre... mi raccomando!). Brava Alice! :) Buona Pasqua a tutti!

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