Il Verdicchio fra Jesi e Matelica, il libro di Francesco Annibali
di Jacopo CossaterQuando ho saputo dell’imminente uscita del libro sul Verdicchio scritto da Francesco Annibali ho subito pensato potesse rappresentare l’occasione per approfondire una zona che in fondo conosco non così bene. Me ne capacito a fatica: vivendo ad appena un centinaio di chilometri dal confine occidentale della denominazione le occasioni per frequentarne le cantine sono troppo, troppo poche (a margine: la fine dei lavori sulla Perugia-Ancona non arriverà mai abbastanza presto). Insomma, ho pensato: invece di ordinare il libro su Amazon perché non organizzare con Francesco un giro per la zona, ottima occasione non solo per parlarne ma anche per bere un paio di bicchieri?
“Il fatto è, Jacopo, che sono ormai passati quasi 20 anni dall’ultimo libro dedicato al Verdicchio, l’eccellente Le Colline del Verdicchio di Antonio Attorre, e da un po’ stavo pensando ci fosse la necessità di fare una fotografia di quella che è l’attuale tessuto produttivo. Tirare le somme raccontando quelle che sono le caratteristiche principali del vino e del territorio sottolineandone gli interpreti più importanti”.
Missione compiuta, direi: il libro -divorato in mezza giornata- affronta di petto tutte le cose più importanti da sapere sull’argomento. La prima parte è dedicata alle basi: il varietale, la sua storia, le pratiche che ne caratterizzano gli aspetti produttivi, le caratteristiche climatiche tanto della zona di Jesi quanto di quella di Matelica. La seconda e la terza parte sono invece dedicate al territorio, diviso in capitoletti di carattere geografico, Alta e Bassa Val Misa, Riva Sinistra e Riva Destra dell’Esino, eccetera. Non tanto un tentativo di zonazione quanto un quadro molto utile per interpretare le denominazioni. Al netto infatti di almeno una clamorosa assenza (La Distesa) è libro straordinariamente pratico per orientarsi: chi fa cosa, dove, come in un susseguirsi di indicazioni utili al lettore. Piacevole appendice quella sulle recenti vendemmie.
Ma dicevo di un paio di bicchieri. Ovviamente sono stati molto più, piccola quanto bella panoramica sul tema. Eccone uno per ognuna delle cantine in cui abbiamo fatto sosta:
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore “Campo delle Oche” 2012, Fattoria San Lorenzo. Magari non uno dei più grandi Campo alle Oche di sempre ma al tempo stesso davvero piacevole nell’alternare una certa densità a una scodata acida di sicuro fascino. Erbe aromatiche e mandorle, frutta a polpa gialla e cedro sono solo alcune delle suggestioni che emergono da un assaggio di grande intensità e certa piacevolezza.
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico “Cuprese” 2001, Colonnara. Quindici anni e non sentirli, vino che se da una parte appare un po’ rigido dall’altra esprime un’innegabile signorilità. Tutto giocato sul filo dell’ossidazione, le cui note olfattive ricordano la mandorla, la radice di liquirizia, gli agrumi canditi. Non cede di un millimetro, in bocca è incisivo e appagante, riempie il palato con decisione e volume senza mai apparire troppo morbido (anzi).
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore “Rincrocca” 2013, La Staffa. Uno dei Verdicchio più sorprendenti abbia bevuto di recente. Bianco di rara completezza, denso e aereo al tempo stesso. Fiori gialli e limone, ananas ed erbe aromatiche sono note che si ritrovano anche al palato, da bere e da aspettare al tempo stesso, favoloso al naso e squisito in bocca. Wow.
Uno dei buoni propositi per questo 2016 è quello di tornare in zona quanto prima.
Il Verdicchio fra jesi e Matelica
di Francesco Annibali
Compagnia Editoriale Aliberti
142 pagine, 17 euro
15 Commenti
Ruggero Romani
circa 8 anni fa - Linkil libro l'ho sfogliato in libreria e lo comprerò a breve, La Distesa è citata nel paragrafo sui vini macerativi, non avevo notato che fosse priva di scheda- cantina...
RispondiFrancesco Annibali
circa 8 anni fa - LinkJacopo grazie anzitutto per la attenzione. Okkio che della Distesa parlo (molto bene) sul paragrafo sui macerati. Fuori discussione che si tratti di un libro incompleto (cartine in primis), con foto modeste, nel quale mancano sicuramente bravi produttori. Però ci sono fior di guide che non recensiscono Dal Forno o Soldera (e che per me non perdono un briciolo di credibilità), figuriamoci un libro che è un pò un saggio, un pò un diario di viaggio. Grazie di nuovo e a presto
Rispondielle
circa 8 anni fa - Linkpreso ora su kindle, grazie per la dritta.
RispondiMbk
circa 8 anni fa - LinkFinito di leggere proprio ieri, un bel quadro su zona e vitigno. Un unico appunto: l'assenza di cartine. Eppure sono state stampate le foto a colori, quindi si poteva fare. :D
RispondiFrancesco Annibali
circa 8 anni fa - Link@Mbk hai perfettamente ragione. Tempistiche + mia incapacità. Ad ogni modo dovrebbe esserci una seconda edizione, e spero di provvedere.
RispondiMbk
circa 8 anni fa - LinkBene, Francesco, si può solo migliorare. :) Poi puoi dire all'editore di spedirmi le cartine a casa, ahahah! ;)
RispondiDaniela
circa 8 anni fa - Link...ehm però noi poveri de La Marca di San Michele non ci siamo proprio. Eppure siamo a San Michele, facciamo solo verdicchio e abbiamo San Michele nel nome... Ahimè che crudele destino il nostro.
RispondiJacopo Cossater
circa 8 anni fa - LinkGrazie mille Daniela del gentile intervento, tra l'altro mi vorrei scusare per non aver rilevato la cosa nel post. Da parte mia non posso che girarla a Francesco, magari ci può aiutare. A presto.
RispondiDaniela
circa 8 anni fa - LinkBuongiorno Jacopo, grazie a te per l delicatezza e per aver rigirato il mio messaggio all'autore. daniela
RispondiFrancesco Annibali
circa 8 anni fa - LinkCiao Daniela, menziono La Marca di San Michele a pag. 32, nel paragrafo dedicato ai piccoli vignerons. Detto questo, ho scritto chiaramente che il libro è tutto (è un pò un saggio, un pò un diario di viaggio) tranne che una guida, e che è assolutamente incompleto. Se riuscirò a fare una degustazione professionale (seduto, cieca, tavoli bianchi ecc...) dei Vostri vini (che personalmente apprezzo molto, anche se conosco non benissimo), che è condizione necessaria (ma non sufficiente) per poter dedicare una scheda ad una azienda, credo che nella seconda edizione (che al 90% si farà) Vi dedicherò un paragrafo. A presto, FA
RispondiDaniela
circa 8 anni fa - LinkBuongiorno Francesco, alla definizione di piccoli, preferiamo sempre quella di giovani vigneron..:-D Grazie mille della risposta e a presto. Buon lavoro Daniela
RispondiAndrea
circa 7 anni fa - LinkNel libro vengono spiegate le differenze tra i terroir di Matelica e Jesi?
RispondiJacopo Cossater
circa 7 anni fa - LinkA grandi linee sì, specie nell'esito organolettico
Rispondigp
circa 7 anni fa - LinkMa si sa qualcosa della seconda edizione (con cartine) ipotizzata da Annibali? Dato che è passato un anno abbondante dall'uscita della prima, i tempi dovrebbero essere maturi per capire se ci sarà o non ci sarà... Grazie.
RispondiFrancesco Annibali
circa 7 anni fa - LinkCiao GP, la seconda edizione è slittata al 2018 per questioni editoriali. Ti ringrazio dell'interessamneto, se hai voglia lasciami la mail a info@francescoannibali.it e ti tengo aggiornato
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