Il Magazzino | Della serie: posti che ricorderò salivando in una seconda vita da vegetariano

Il Magazzino | Della serie: posti che ricorderò salivando in una seconda vita da vegetariano

di Alessandro Morichetti

Al Magazzino di Luca Cai si va per mangiare carnazza seria e in 4 abbiamo provato tanti di quei piatti che ad un umano medio non basterebbero 3 cene. Siamo a 200 metri da Ponte Vecchio, Piazza della Passera a Firenze: una sorta di manifesto lirico per il primo appuntamento, insomma.

Il Magazzino è una trattoria, poche chiacchiere e ottima materia. Succulenza e sapore, più spada che fioretto ma nessuna sbavatura. Porzioni a mia misura, serie. Ora, conveniamo che il listone di piatti azzannati serenamente a tavola con amici sia di una noia terrificante. Però non siamo taliban, suvvia.

Quindi. Il tris in alto a sinistra nella foto fila che è una delizia: polpettine di lampredotto (superbe!!), carpaccio di lingua (delicata, con rucola e grana), poppa alla griglia con salsa verde. I ravioli di lampredotto con cipolla di Tropea erano: 3, buonissimi, troppo gustosi per condividerne più di mezzo col primo commensale a tiro. Trippa alla fiorentina e osso buco con fagioli toscanelli ci hanno proprio convinto e me li sono pappati praticamente tutti io. Anche la guancia di vitello con cipolline in agrodolce aveva il suo porco perché.

Unica eccezione all’orgia, lo sformatino di porri e pecorino, buono pure lui, salutare, gustoso e bisognoso di foto a sé per confortare il pensiero vegetariano che sto iniziando a covare. Quasi ospedaliero, si dirà in tempi di cucina 3.0 in panavision.

Totalmente disinteressati ai dolci abbiamo invece chiuso con un sushi di lampredotto da prendersi a gomitate per arrivare primi. E poi il Fegatino Rocher, che già il nome dice tutto. Bella trovata che non metto sul mio podio personale solo per il rotto della cuffia.

Reparto vini: direi sulle 150 etichette con ampia prevalenza di Toscana. Abbiamo pescato con metodo e piena soddisfazione. Buono buono il Chianti Classico 2010 di Monteraponi; lo abbiamo preferito alla Riserva 2007 Baron’ Ugo della stessa azienda, segnata dal legno e meno scorrevole. Accanto, davvero ottimo Il Poggio 2007, Chianti Classico Riserva di Monsanto: delicato all’olfatto ma avvolgente, ricco e profondo. Davvero rassicurante. C’è anche dello sfuso che avrei provato volentieri ma sugli altri tavoli non è rimasto niente. Si, perché a locale semi-vuoto faccio anche di queste cose ;-).

Noi abbiamo speso 100 euro full optional ma solo perché siamo degli zozzoni. Qui con 30 euro vini esclusi si sta proprio alla grande. Bravo Luca Cai.

Osteria Tripperia Il Magazzino
Piazza della Passera 2/3, Firenze
Tel. 055.215969 

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

7 Commenti

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luca

circa 11 anni fa - Link

GRAZIE

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Pietro

circa 11 anni fa - Link

Mi associo ai complimenti memore dell'ottimo pranzo dello scorso Gennaio... Bravissimo Luca Cai!

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Edoardo

circa 11 anni fa - Link

Da sempre,con i Ravioli di Lampredotto nel cuore ! :)

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Alessandro

circa 11 anni fa - Link

Sono stato, per ora, una sola volta al Magazzino: mi perdonerá Luca, ma di quella giornata mi ricordo soprattutto la compagnia. Gente venuta anche dall'estero per festeggiare un matrimonio, senza saperlo, portando in dono una boccia di vino: il Magazzino ha offerto ospitalitá infinita, siamo stati lì quasi 5 ore, e ha spolverato una magnum di Castellin'villa Riserva '91, immensa. Lì ho incontrato per la prima volta Sara, Colui, Giacomo, Lido, Enrico e anche quei due bruttoni di Pietro e Tommaso. Lì ho visto, per l'ultima volta, un amico che forse nemmeno sapeva di essere tale. Ci tornerò per mangiare e bere in allegria, se lo merita.

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Nelle Nuvole

circa 11 anni fa - Link

Anche io mi ricordo, ogni singolo momento, ogni singola bottiglia. Dissento dal definire Pietro e Tommaso "bruttoni", mentre sono in verità "fascinosoni". Ma forse era l'ambiente che rendeva tutto bello, fascinoso, indimenticabile.

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Stefania Pianigiani

circa 11 anni fa - Link

La prossima volta vi dovrete esprimere sulla trippa fritta e se capitate nella stagione giusta nel pesto di cavolo nero ;-) Poi Luca fa anche i dolci...la schiacciata con l'uva ad esempio...Ogni stagione la sua specialità!

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patrizia

circa 11 anni fa - Link

ci sono appena stata con mio marito durante Taste. Io, mezzosangue toscano, mi sono sentita a casa. Come appassionati ci siamo sentiti accolti, come se appena entrati tutto ci facesse l'occhiolino. Cose semplici ma intelligenti, buone, giuste. Il fare trattoria del territorio che si dovrebbe prendere a modello. Torneremo con sorriso nel cuore e la bocca spalancata..

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