Il brindisi fra Ingroia e Bersani e i nuovi scenari (da brivido) della politica italiana

di Antonio Tomacelli

A volte bastano un paio di twit piazzati a tradimento per scardinare quelle due o tre certezze che ti permettevano di vivere con relativa tranquillità. Eri davvero convinto che le ideologie contrapposte fossero crollate con il muro di Berlino? Niente di più sbagliato, destra e sinistra sono più vive che mai e si annidano nei posti più impensati, pronte a balzarti alla gola proprio quando meno te l’aspetti. Prendi, per esempio, lo scambio di battute tra Bersani e Ingroia, avvenuto durante un incontro casuale al bar dell’aereoporto, e dimmi, caro lettore, che c’azzecca il vino con la politica:

Io prendo del vino rosso – ha detto il leader di Rivoluzione civile avvicinandosi al bar -, visto che – ha aggiunto sorridendo – noi siamo i veri rossi… Pronta la risposta del segretario del Pd: io prendo del vino bianco, siamo troppo rossi, devo correggerlo un po’ con il bianco…

ma che, davvero? il vino rosso sarebbe di sinistra e il vino bianco di destra? E il rosè come si porrebbe in questo arco eno-costituzionale, come un qualunque socialdemocratico? E agli estremi chi ci collochiamo, Champagne e Lambrusco? Oddio, lo sapevo, mi sono fatto coinvolgere in questo giochino e adesso mi stanno venendo le vertigini e una serie di domande che richiedono la vostra immediata risposta: il Barolo possiamo considerarlo di estrema sinistra? E quanto sarà radical-chic un Brunello di Montalcino? Il verdicchio è liberale? Cosa berrà il premier Monti, chardonnay barricato che fa tanto internazionale o qualche vinello di Frascati per tenersi avvinghiato ai palazzi romani? Una vocina cattiva mi suggerisce: “Ha una scorta di Riesling ventennale, dono della cara amica Angela e ormai beve solo quello che gli passa la Germania”.

Cavolo, mi gira la testa e ancora non ho capito di che vino potrebbe essere lui, l’inossidabile Berlusconi. Vi confesso, però, che ho una certa paura: hai visto mai che in questo clima di restaurazione enologica salti su qualcuno a urlare “Aridatece er puzzone”?

D’altronde, conoscete qualcuno più nature di Silvio?

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

3 Commenti

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Antonio Radici

circa 11 anni fa - Link

Era una battuta, i "rossi" sarebbero i comunisti, etc etc. Per le vertigini credo ci siano delle buone soluzioni in farmacia.

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nico aka tenente Drogo

circa 11 anni fa - Link

come se non avesse abbastanza difetti, Berlusconi è astemio

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Simone e Zeta

circa 11 anni fa - Link

Con gli affettati è tutto molto più semplice. http://www.youtube.com/watch?v=CATQHe8Vcws

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